lunedì 24 giugno 2013

Gay pride a Palermo, folla e colori in citta'

Corteo di oltre un chilometro con in testa il sindaco per chiedere piu' diritti


Un'esplosione di colori, di suoni, di sorrisi e di allegria lungo le vie del centro di Palermo

Cosi' si manifesta l'orgoglio di una differenza che ha il diritto di essere riconosciuta e rispettata

In migliaia (qualcuno degli organizzatori sussurra centomila, ma dalla questura non arrivano conferme) hanno partecipato al corteo nazionale del Gay Pride nazionale di Palermo

In testa il sindaco Leoluca Orlando, accanto al governatore pugliese Nichi Vendola e al leader di Rifondazione Paolo Ferrero; ma anche a Franco Grillini e a Vladimir Luxuria.

Il corteo si e' esteso per oltre un chilometro

Alla partenza al Foro italico, il 'waterfront' del capoluogo siciliano, ventuno carri carichi di gente che ballava e cantava, drag queen, donne e uomini in costume e bandiere variopinte accanto a quelle rosse di Rifondazione comunista

In prima fila ci sono anche le 'madrine' della manifestazione: su tutte spicca Maria Grazia Cucinotta

Splendida nel suo abito bianco, l'attrice messinese chiede al governo nazionale di 'darsi una mossa e accettare una legge contro l'omofobia'

Gay pride a Palermo




di Francesco Bongarrà
PALERMO - Un'esplosione di colori, di suoni, di sorrisi e di allegria lungo le vie del centro di Palermo: per manifestare l'orgoglio di una differenza che ha il diritto di essere riconosciuta e rispettata. In migliaia (qualcuno degli organizzatori sussurra centomila, ma dalla questura non arrivano conferme) hanno partecipato al corteo nazionale del Gay Pride nazionale di Palermo. Un corteo che è esteso per oltre un chilometro.
Alla partenza al Foro italico, il 'waterfront' del capoluogo siciliano, ventuno carri carichi di gente che ballava e cantava, drag queen, donne e uomini in costume e bandiere variopinte accanto a quelle rosse di Rifondazione comunista. In testa il sindaco Leoluca Orlando, accanto al governatore pugliese Nichi Vendola e al leader di Rifondazione Paolo Ferrero; ma anche a Franco Grillini e a Vladimir Luxuria. Sudatissimo ma in giacca e cravatta malgrado la canicola del sole palermitano del primo giorno d'estate, il primo cittadino del capoluogo siciliano rivendica il ruolo di Palermo come "città accogliente". "Palermo non ospita il Gay Pride: lo vive tutto l'anno, e oggi lo vive insieme a tante altre persone venute qui a condividerlo con i palermitani".
Ma in prima fila ci sono anche le 'madrine' della manifestazione: su tutte spicca Maria Grazia Cucinotta. splendida nel suo abito bianco, l'attrice messinese chiede al governo nazionale di "darsi una mossa e accettare una legge contro l'omofobia". Parole che seguono di un attimo l'attacco di Paolo Ferrero al ministro per le Pari opportunità, denunciandone l'assenza al corteo; anche se Josefa Idem nei giorni scorsi è stata al Palermo Pride, che ha aperto con la presidente della Camera Laura Boldrini. Mentre la testa del corteo è già parecchio avanti, alcuni carri non sono neanche riusciti a partire. E la politica si fa sentire: con Luxuria che invoca contro "il potere eterosessista lo stesso coraggio che c'é stato nel contrasto alla mafia", e Vendola che si dice convinto della vittoria del centrosinistra se resta unito in Parlamento. Dal mare, il corteo festoso arriva al gay village dei Cantieri culturali alla Zisa, passando per due ali di folla che applaude.
A battere le mani famiglie con bambini, ma anche invitati in ghingheri dei matrimoni celebrati nelle chiese lungo corso Vittorio Emanuele. Tra i carri si vedono quello dei Cristiani Lgbt, e il trenino delle 'famiglie arcobaleno', composte da genitori omosessuali. E spiccano i 'fumetti' degli slogan: dal sicilianissimo 'Ti vogghiu bene' all'internazionale 'different people, same rights', tra parrucche colorate, occhiali a cuoricino ed abiti di paillettes e muscoli palestrati in bella vista. Dai palazzi dell'antico Cassaro qualcuno lancia sul corteo coriandoli e palloncini colorati. E i manifestanti incrociano anche i disagi della città: i lavoratori del teatro stabile Biondo, che rischiano il posto di lavoro per problemi di bilancio, li accolgono incatenati all'inferriata: le catene non ne fermano l'applauso, che viene ricambiato. Per reclamare diritti, da quello al lavoro a quello di vivere la propria sessualità, che non hanno né sesso né età né luoghi geografici.
(ANSA)







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