venerdì 21 giugno 2013

Consulta, respinto ricorso Vietti, rispetto per suprema corte

Ministri Pdl all'attacco: 'Toghe contro la politica'. Immediato vertice a Palazzo Grazioli. Il Cav, decisione contro il buon senso. Processo Mediaset, ora parola alla Cassazione


 Silvio Berlusconi

 La Consulta e Berlusconi

ROMA - "Credo che sulla Consulta abbia già detto tutto il capo dello Stato, quando ha ricevuto i nuovi magistrati: riconoscimento e rispetto del ruolo del giudice delle leggi". Così il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, rispondendo ad una domanda sulle polemiche sulla decisione di ieri della Consulta sul legittimo impedimento.


CONSULTA RESPINGE RICORSO BERLUSCONI - Respinto, dalla Consulta, il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sul mancato riconoscimento del legittimo impedimento dell'ex premier Silvio Berlusconi a comparire nell'udienza del processo Mediaset - del primo  marzo 2010 - in quanto impegnato a presiedere un Consiglio dei ministri non programmato.
IL CAV, CONFERMO LEALE SOSTEGNO A GOVERNO - "Dalla discesa in campo ad oggi - afferma Silvio Berlusconi in una nota - la mia preoccupazione preminente è sempre stata ed è il bene del mio Paese. Perciò anche l'odierna decisione della Consulta, che va contro il buon senso e tutta la precedente giurisprudenza della Corte stessa, non avrà alcuna influenza sul mio impegno personale, leale e convinto, a sostegno del governo né su quello del Popolo della Libertà. E ciò nonostante continui un accanimento giudiziario nei miei confronti che non ha eguali nella storia di tutti i Paesi democratici. Questo tentativo di eliminarmi dalla vita politica che dura ormai da vent'anni, e che non è mai riuscito attraverso il sistema democratico perché sono sempre stato legittimato dal voto popolare - conclude - non potrà in nessun modo indebolire o fiaccare il mio impegno politico per un'Italia più giusta e più libera"
MINISTRI PDL, COSI' SUBALTERNITA' POLITICA - "Ci rechiamo immediatamente da Berlusconi. La decisione travolge ogni principio di leale collaborazione e sancisce la subalternità della politica all'ordine giudiziario". Lo afferma in una nota i ministri del Pdl in merito alla decisione della Consulta. 'E' una decisione incredibile. Siamo allibiti, amareggiati e profondamente preoccupati - si legge nella nota dei ministri del Pdl - La decisione stravolge ogni principio di leale collaborazione e sancisce subalternità della politica all'ordine giudiziario".
EPIFANI, NON CREDO EFFETTI SU GOVERNO - "Per quanto riguarda il Pd le sentenze si applicano e si rispettano quindi non ho motivo di ritenere che possa avere effetti su un governo che è di servizio per i cittadini e il Paese in una fase molto drammatica della vita nazionale e dei cittadini". Così Guglielmo Epifani commentando la sentenza della Consulta. "E' una sentenza - ha sottolineato Epifani parlando al Pd - che era attesa da tempo. Dà ragione a una parte e torto all'altra, non vedo un rapporto tra questa sentenza e il quadro politico".
GASPARRI: DIMISSIONI DI MASSA SOLO SE CAV ESPULSO DALLA POLITICA -  "Ho più volte detto che se qualcuno pensasse a un'assurda espulsione di Silvio Berlusconi dalla vita parlamentare, o per via giudiziaria o votando in Parlamento la sua ineleggibilità, l'indignazione per un fatto tanto grave sarebbe generale". Maurizio Gasparri precisa l'annuncio di dimissioni del Pdl se Berlusconi venisse condannato, sganciandole dalla sentenza della Corte Costituzionale prevista in giornata. "Non possiamo immaginare - dice Gasparri - che qualcuno voglia eliminare o espellere Berlusconi dalla scena politica italiana. Se ci fosse una palese violazione dei diritti di Berlusconi attraverso sentenze o decisioni definitive non potremmo rimanere inerti e per questo non ho escluso iniziative eclatanti come le dimissioni di tutti i parlamentari del Pdl". "Ribadisco che si tratterebbe di iniziative a fronte di eventi definitivi che mi auguro mai ci saranno. Le decisioni in corso in queste ore - precisa Gasparri - non sono tra quelle conclusive dei vari iter in atto".
VERDINI, FAVOREVOLE A DIMISSIONI DI MASSA  - "Sì, sono favorevole": così Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, risponde a chi gli chiede dell'ipotesi di dimissioni in massa dei parlamentari Pdl nel caso che a Berlusconi fosse data l'interdizione dai pubblici uffici. "'Nel Pdl ognuno e' libero di fare ciò che vuole", ha aggiunto a proposito di chi è invece contrario. Verdini ha parlato a margine del convegno su "La fine della seconda repubblica" organizzato da ReL, la Fondazione 'Riformismo e Liberta''.
(ANSA)

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