martedì 18 giugno 2013

Claudio Rocchi

E’ stato un piccolo grande uomo Claudio Rocchi, un artista intelligente e originale, un caso raro in Italia, un instancabile “agitatore culturale” figlio in tutto e per tutto degli anni Settanta, dei quali è stato grande protagonista. Musicista, cantautore, codnuttore radiofonico, scrittore, autore, Rocchi ha segnato con le sue canzoni quella brave stagione “freak” della musica italiana, ha incarnato il passaggio, molto “harrisoniano” verso le filosofie orientali, ha saputo con coerenza vivere una vita in cui l’arte e la musica sono sempre state protagoniste non casuali, non commercitali, non consumistiche. Artista, insomma, è la parola giusta per definirlo, anche se di uno stampo diverso dagli altri, modesto, privato, garbato, appassionato, dolce e profondo. I sui primi tre album, “Viaggio”, “Volo magico n.1″ e “Volo magico n.2″ sono stati dei veri gioielli, che meriterebbero di essere riscoperti, la sua attività radiofonica, soprattutto quella con “Per voi giovani” resterà fondamentale per una intera generazione, la mia ovviamente. Ed è un dispiacere oggi piangere la sua scomparsa.

http://assante.blogautore.repubblica.it/2013/06/claudio-rocchi/

Addio a Claudio Rocchi, rocker e poeta Annunciò la sua "settima vita" su Facebook



di FLAVIO BRIGHENTI

L'artista milanese aveva 62 anni. Gravemente malato, lo aveva annunciato sul social network: "Sappiate che il buonumore tiene, la Coscienza pure...". Musicista (fu bassista degli Stormy Six), poeta, regista, attivista, conduttore radiofonico in Italia e nel Nepal, fu anche monaco induista. L'ultima collaborazione con Gianni Maroccolo

MILANO - Claudio Rocchi, protagonista e lucido testimone del rock italiano, se ne è andato. Aveva 62 anni e da tempo soffriva di una malattia degenerativa, che aveva annunciato lui stesso, con straordinaria serenità, attraverso la sua pagina Facebook. "Dopo vari accertamenti a tutto campo, il quadro clinico è fissato", scriveva il 25 maggio scorso. "Patologia non reversibile che innesta la perdita d'uso degli arti inferiori sulla patologia ossea degenerativa. Sono ultra fragile, e devo stare praticamente a letto evitando movimenti di ogni genere che potrebbero, nel caso di un'invasione midollare più alta del D11 odierno, pregiudicare anche l'uso degli arti superiori. Non male, vero, per mettere alla prova il buonumore? Sappiate che il buonumore tiene, la Coscienza pure e il libro è iniziato stamane...". Si riferiva alla sua autobiografia "La settima vita".

Claudio Rocchi, milanese, aveva partecipato alla prima, indimenticabile stagione del rock italiano, dapprima come bassista degli Stormy Six, poi come solista originale e caparbio, attraverso dischi di qualità e un'intensa, puntigliosa attività live. Nel 1970 pubblicò il primo album a suo nome, "Viaggio", interamente acustico, accolto subito da grandi consensi. Ma fu il successivo a conquistarsi un posto di assoluta rilevanza: si intitolava "Volo magico n.1", uscì nel 1971, e tuttora è considerato un must della discografia italiana degli anni Settanta, a zig zag tra psichedelia e spiritualità zen.

Protagonista di tanti raduni giovanili di quell'epoca (i cosidetti festival del proletariato giovanile), Rocchi ebbe sempre una gran sete di conoscenza. Sete che lo condusse anche a vivere l'esperienza monastica induista: aderì all'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, collaborò con Paolo Tofani degli Area e conducese programmi radiofonici vaishnava, fondando e dirigendo il network nazionale RKC (Radio Krishna Centrale). Abbandonata quell'esperienza nei primi anni Novanta, tornò all'ambiente artistico più forte, più tenace e più consapevole.

Fu anche conduttore radiofonico. Gli appassionati di musica popolare lo ricordano a "Per voi giovani", "Pop Off", "Radio Starship", "Ognidove", "Margherite, storia e sogni". Rocchi fondò pure la prima radio indipendente nazionale nepalese "The Himalayan Broadcasting Company", di cui fu direttore per tre anni.
Fu poi regista (sua la regia di "Pedra Mendalza", che scrisse lui stesso), attore (in "Musikanten" di Franco Battiato), poeta (pubblicò "Le sorprese non amano annunciarsi: sono un gruppo rock di fanciulle, suonano nude e sono bellissime", e già il titolo è eloquente della fantasia che lo animava), attivista generoso.

Dopo la pubblicazione del suo ultimo disco "In alto", fresco, fragrante e ispirato come pochi, Rocchi andava particolarmente fiero, negli ultimi tempi, della collaborazione con Gianni Maroccolo (ex Litfiba, CCCP, CSI) nel progetto "Nulla è andato perso".

Ne aveva parlato pure nel lungo intervento su Facebook nel quale confessava la sua serenità di fronte all'ignoto incombente. "... ho iniziato a scrivere "La settima vita", mia autobiografia ufficiale. Intendo tentare di ripercorrere la straordinaria esperienza fatta di recente con Gianni Maroccolo sulla piattaforma di crowdfunding musicraiser.com offrendo appunto come ricompensa questa sintesi delle mie vite. Un libro che sarà pubblicato da un editore importante e che potrete, se vorrete aiutarmi a smazzare il singolare presente che mi si è parato davanti, assicurarvi direttamente quando partirà la campagna di fundraising".

E continuava: "A fine 2011, mentre ero in promozione a Milano per il mio CD "In Alto" fatto con la Cramps, feci un'intervista per un quotidiano nazionale che titolava più o meno "Le cinque vite di Claudio Rocchi". Era "Libero" o "il Giorno"? Non ricordo. Raccontavo di una vita da studente, una seconda da aspirante rock star, una terza da aspirante santo indù, una quarta da aspirante "normale" professionista tra broadcast, media e business immobiliare. La quinta era quella in cui rientravo allora, per una serie di benedette concorrenze tra Amore e Ispirazione, di musicista ritrovato con voglia di concerti ed energia per farli. Poi arrivò la sesta. Una grave malattia degenerativa alle ossa mi faceva di fatto malato terminale pur continuando io di fatto, tra stampelle e bastoni, a fare finta di niente e guidare in su per mari e autostrade a fare i miei concerti.

Eccoci infine alla settima vita. La vivo da 20gg o poco più e tutto è successo in meno di 12 ore. Un crollo vertebrale ha determinato un'invasione del midollo spinale e di fatto ho perso l'uso delle gambe. Ho sentito risalire forte da dentro una risata incontenibile accompagnata dalla domanda: "Ma cazzo, non era sufficiente così? Pure paraplegico ora?

"... Sappiate che il buonumore tiene, la Coscienza pure e il libro è iniziato stamane...", concludeva. 

La personalità, il coraggio, la serenità, l'onestà intellettuale, la vivacità - come testimonia pure il suo sito ufficiale che ci lascia in eredità - e la saggezza di Claudio Rocchi mancheranno molto alla scena artistica italiana. E non soltanto a quella artistica.

 

Addio Claudio Rocchi, il pacifista
del rock con l’India nel cuore

Una foto recente di Claudio Rocchi

«Nulla è andato perso», il suo ultimo
progetto finanziato in crowdfunding
è in uscita. Aveva raccontato la sua malattia con un diario su Facebook
PIERO NEGRI
Ci eravamo sentiti di recente: l’avevo cercato per parlare dell’India, Claudio Rocchi aveva rilanciato raccontandomi del suo nuovo progetto, al quale stava lavorando con Gianni Maroccolo, e che stava cercando di finanziare con il crowdfunding. Il pezzo sul crowdfunding poi non l’ho scritto, mentre lui e Gianni sono andati avanti e l’album l’hanno finito : si intitola «VB23/Nulla è andato perso», sarà l’ultimo disco di Claudio Rocchi, uscirà presto ma comunque dopo la sua morte, avvenuta poche ore fa a Milano, a 62 anni, a causa di una malattia degenerativa di cui soffriva da tempo. 

Il 25 maggio aveva scritto sulla sua pagina Facebook: «Eccoci infine alla settima vita. La vivo da 20gg o poco più e tutto è successo in meno di 12 ore. Un crollo vertebrale ha determinato un’invasione del midollo spinale e di fatto ho perso l’uso delle gambe. Ho sentito risalire forte da dentro una risata incontenibile accompagnata dalla domanda: “Ma cazzo, non era sufficiente così? Pure paraplegico ora? Adesso, dopo vari accertamenti a tutto campo, il quadro clinico è fissato. Patologia non reversibile che innesta la perdita d’uso degli arti inferiori sulla patologia ossea degenerativa. Sono ultra fragile, e devo stare praticamente a letto evitando movimenti di ogni genere che potrebbero, nel caso di un’invasione midollare più alta del D11 odierno, pregiudicare anche l’uso degli arti superiori. Non male, vero, per mettere alla prova il buonumore? Sappiate che il buonumore tiene, la Coscienza pure e il libro è iniziato stamane». 

La risposta all’aggravarsi delle condizioni di salute era stata - alla Claudio Rocchi - impegnarsi in una nuova impresa, la scrittura di un’autobiografia che aveva intitolato «La settima vita». E numerose, sette o più, chi può dirlo, erano state le sue vite, prima come bassista degli Stormy Six, importante gruppo d’avanguardia tra gli Anni Sessanta e Settanta, poi solista capace - un po’ come Franco Battiato, con cui avrebbe dovuto suonare a Roma la prossima settimana - di mettere insieme canzone, elettronica, psichedelia e spiritualità di matrice orientale.  
Hare Krishna, praticò il pacifismo vero, quello quotidiano nelle relazioni con le persone. Conduttore radiofonico, portò a termine una delle sue più belle imprese fondando la prima radio nazionale del Nepal, la Himalayan Broadcasting Company. 

Nulla è andato perso, il titolo dell’ultimo album, ne rappresenta al meglio l’essenza, ma Rocchi aveva un talento unico nell’inventare titoli, come quello della sua raccolta di poesie, uscite una ventina d’anni fa con la rinata rivista «Re Nudo»: «Le sorprese non amano annunciarsi: sono un gruppo rock di fanciulle, suonano nude e sono bellissime». 


AVEVA 62 ANNI

Scomparso Claudio Rocchi, figura storica
del rock progressivo italiano

È stato bassista degli Stormy Six e popolare conduttore radiofonico

Claudio Rocchi Claudio Rocchi
È morto oggi a Roma Claudio Rocchi, protagonista di primo piano della canzone d'autore italiana. Malato da diversi mesi, si è spento dopo un arresto cardiocircolatorio. Aveva 62 anni. La sua storia musicale si snoda dagli esordi con gli Stormy Six attraverso una lunga carriera come cantautore e sperimentatore musicale iniziata nei primi anni Settanta. Fu considerato il più importante esponente italiano del rock psichedelico. Musicista e conduttore radiofonico per Radio2 Rai, è stato tra i conduttori di Per Voi Giovani, trasmissione che ha fatto conoscere ai giovani degli anni '60 e '70 la musica rock straniera, soprattutto di genere progressive, ma anche gruppi o cantanti italiani che non venivano altrimenti trasmessi.
L'ULTIMO LAVORO - Proprio giovedì all'Auditorium di Roma ha inizio la rassegna omonima di otto giorni di musica, cinema, ascolti, foto, dibattiti incentrati sulla storica trasmissione radiofonica. «Musicalmente sempre attivo - spiega la compagna Susanna Schimperna - in questi ultimi mesi era impegnato alla lavorazione dell'album multimediale 'vdb23/nulla è andato perso di e con Gianni Maroccolo, prodotto attraverso una raccolta online detta crowdfunding, che ha visto nel giro di pochi mesi tantissime richieste da parte di sostenitori ed estimatori. È un capolavoro - conclude - tutti quelli che lo ascoltano piangono».


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