venerdì 7 giugno 2013

Cellule della pelle possono diventare cellule cerebrali

Un gruppo di ricercatori Usa ha cambiato l'identità di alcune cellule, per poter riparare i danni al cervello. Una speranza per i malati di sclerosi multipla


Cellule della pelle possono diventare cellule cerebrali
Institute for Stem Cell Research/Getty Images

Dalle cellule della pelle arriva una nuova speranza per i malati di sclerosi multipla, grazie alle staminali. I ricercatori americani dellaCase Western Reserve School of Medicine  hanno scoperto un' "alchimia cellulare", capace di trasformare normali cellule della pelle in cellule cerebrali specifiche, con l'obiettivo di riparare i danni nel cervello nei malati di sclerosi multipla, paralisi cerebrale o con altre malattie causate dal danneggiamento della mielina, la guaina che ricopre la maggior parte delle cellule nervose e che permette di garantire un'alta velocità dell'impulso fra queste.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Biotechnology ed ha utilizzato cellule di topo. Il passo successivo sarà dimostrare la fattibilità e la sicurezza utilizzando cellule umane in un ambiente di laboratorio. In caso di successo, la tecnica potrebbe avere un'ampia e attesa applicazione per le cure di milioni di malati.
La tecnica permette di produrre le cellule che forniscono la guaina vitale di isolamento che protegge i neuroni e che permette il passaggio degli impulsi nervosi al resto del corpo. Una soluzione che potrebbe quindi aiutare proprio i pazienti con sclerosi multipla, paralisi cerebrale e malattie genetiche rare chiamate leucodistrofie, dove le cellule mielinizzanti sono distrutte e non possono essere sostituite. La nuova tecnica prevede di convertire direttamente i fibroplasti (solo le cellule strutturali presenti in abbondanza nella pelle e nella maggior parte degli organi) nel tipo di cellula responsabile della "mielinizzazione" dei neuroni del cervello (oligodendrociti).
Finora si pensava che le cellule progenitrici di oligodendrociti e gli stessi oligodendrociti si potessero ottenere solo dal tessuto fetale o da cellule staminali pluripotenti. Ora anche questa tecnica apre nuovi filoni di ricerca e nuove speranze di cura. "È una alchimia cellulare" ha spiegato Paul Tesar della Case Western Reserve School of Medicine, autore senior dello studio. L'obiettivo è quello di produrre una cellula facilmente accessibile cambiandole letteralmente l'identità per "farla diventare una cellula di grande valore per la terapia".
In un processo chiamato "riprogrammazione cellulare" i ricercatori hanno manipolato i livelli di tre proteine che hanno indotto il cambiamento in oligodendrociti (cellule progenitrici). Il team così ha rapidamente generato miliardi di queste cellule progenitrici indotte (chiamate iOPCs) e ha dimostrato che potrebbero rigenerare nuovi rivestimenti di mielina intorno ai nervi dopo essere state trapiantate nei topi.

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