lunedì 10 giugno 2013

Brockovich: "BP deve pagare"Stampa
Brockovich_01LA BROCKOVICH SCENDE IL CAMPO "LA BP DEVE PAGARE PER I SUOI VELENI"
In Florida l´eroina dell´ambiente. Obama avvia un´inchiesta.
La company usa ogni tattica per "coprire" i veri danni e far spostare la causa in Texas.
L´attivista, resa celebre dal film, sta cercando di organizzare una class-action.
FEDERICO RAMPINI
dal nostro corrispondente
NEW YORK - L´America ha capito che la tragedia sta superando ogni previsione quando è apparsa lei sugli schermi tv. La guerriera indomabile era affranta: «Non ho mai visto un disastro di queste dimensioni. E non mi sono mai sentita così impotente come oggi». Erin Brockovich, l´eroina ambientalista resa celebre dal film con Julia Roberts, ha lasciato la sua California per la Florida. Ha raccolto gli appelli di una popolazione che si sente tradita e sola di fronte alla potenza della Bp, la multinazionale petrolifera che continua a beffare l´America nascondendo il vero impatto della catastrofe. Come in una scena presa dal film sulla sua vita, la Brockovich è apparsa al Saenger Theater di Pensacola davanti a una folla di cittadini
angosciati. «Questo può diventare il più grave disastro ambientale della storia - ha detto - il Golfo rischia di trasformarsi in un deserto marino, abbandonato da ogni forma di vita». Lei che mise in ginocchio il colosso elettrico della California, la Pacific Gas & Electricity, si è detta «nauseata dal comportamento della Bp». La Brockovich è andata in soccorso degli avvocati-attivisti di Pensacola.
Si cerca di organizzare la class-action della popolazione locale, di coalizzare tutte le vittime della marea nera in vista del processo contro la Bp. «Parlate ai vostri vicini di casa - li ha arringati Erin - riunitevi in assemblee di quartiere, non abbassate la guardia».
Il primo nemico da combattere è la mancanza di informazioni. A più di un mese dall´esplosione nella sua piattaforma petrolifera, la Bp non è ancora riuscita a bloccare la fuga di petrolio sotto il mare. In compenso ha steso attorno alla chiazza petrolifera un cordone di  segreti e di bugie. Con il pretesto che i suoi tecnici sono gli unici competenti per affrontare la falla, Bp sequestra l´accesso all´epicentro del disastro. E manipola quotidianamente le informazioni.
Lo ribadisce un´alleata della Brockovich, Carol Moore, anche lei avvocatessa specializzata nelle cause ambientali: «Non ci stanno dicendo la verità. La Bp non ha alcun interesse finanziario ad essere trasparente». L´entità degli indennizzi che sarà chiamata a versare
potrebbe essere proporzionale al volume del greggio versato in mare, se si conferma la giurisprudenza che vale dai tempi del naufragio della superpetroliera Exxon Valdez in Alaska. Quindi la battaglia sulle cifre - quanti milioni di barili dispersi dall´incidente - è una partita che vale miliardi di dollari. Bp ha ingaggiato uno dei più potenti studi legali d´America, Kirkland & Ellis di Chicago. La prima sfida tra avvocati è sul tribunale competente. Invocando «scarsa oggettività delle giurie popolari locali», la Bp tenta di spostare le cause dai quattro Stati colpiti (Louisiana, Florida, Mississippi e Alabama) verso il tribunale di Houston, Texas, dove ha la sua sede sociale come molte aziende petrolifere. E dove spera di trovare una magistratura meno aggressiva. Queste tattiche spregiudicate a Erin Brockovich ricordano proprio il suo debutto. Oggi 49enne, questa ex-reginetta di bellezza lavorava come semplice impiegata in un piccolo studio legale californiano quando scoprì negli archivi una serie di
analisi di sangue contaminato. La sua ricerca la portò a smascherare Pacific Gas & Electricity, che per 30 anni aveva contaminato la falda acquifera della cittadina di Hinkley con il Cromio 6, la causa di un´alta percentuale di tumori nella popolazione locale. I 333 milioni di
dollari di indennizzi versati al termine del processo segnarono all´epoca un record per una causa ambientale.
Oggi la Bp le appare come una potenza ancora più temibile. La catena di fallimenti tecnici, il continuo rinvio nell´occlusione della falla, non impedisce alla multinazionale di perseguire strategie "parallele" con tutt´altre finalità. L´ultimo scandalo è esploso ieri, quando la
Environmental Protection Agency (Epa) ha rivelato che i 650.000 galloni di detersivi solventi sparsi in mare dalla Bp per diluire la chiazza sono a loro volta «altamente tossici». Ora l´Epa ne ha vietato l´uso. Diversi scienziati ambientalisti denunciano la vera funzione di quei detergenti: servono solo a polverizzare la marea nera in particelle più piccole, perché diventi impossibile calcolarne il volume al momento dei processi.
Ieri Barack Obama ha annunciato che in futuro le trivellazioni saranno autorizzate solo se sicure. «Voglio fare piena luce – ha detto il presidente – su cosa non ha funzionato. Voglio capire se abbiamo leggi sbagliate, che devono cambiare, o se non le abbiamo applicate». Il  governo sta considerando una sanzione pesante: escludere la Bp da tutti i futuri permessi di estrazione. Ha nominato una commissione parlamentare d´inchiesta bipartisan, presieduta dal democratico Bob Graham ex governatore della Florida, e dal repubblicano William Reilly ex direttore dell´Epa. Ma la Brockovich interpreta la rabbia di tanti che non possono essere placati con una commissione: «Il veleno è veleno – dice – non dobbiamo essere costretti a mangiarlo, berlo, respirarlo ogni giorno».
LA REPUBBLICA 23 MAGGIO 2010

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