lunedì 3 giugno 2013

Bossi docet...


Il leader arringa i delegati al congresso della Liga Veneta-Lega Nord
"Mai schiavi di Roma. Il Lombardo-Veneto può abbattere gli Stati"

Federalismo, Bossi apre al Pd
Gestaccio contro l'inno d'Italia

"Basta con i professori che non vengono dal nord"


Federalismo, Bossi apre al Pd Gestaccio contro l'inno d'Italia Bossi durante l'intervento

PADOVA - Apre al Pd e sbeffeggia l'inno di Mameli. Poi se la prende con "i professori che non vengono dal nord". Umberto Bossi arriva al congresso della Liga Veneta-Lega Nord e usa toni concilianti verso i democratici: "C'è spazio, siamo pronti ad accogliere le proposte del centrosinistra sul federalismo. Da parte nostra non ci sarà una chiusura al Pd e a Veltroni". Parole che arrivano dopo che ieri il Senatur aveva dichiarato la sua piena sintonia con Silvio Berlusconi sulla riforma della giustizia. Con cui, oggi, non si è ancora sentito: "Mi sembra abbia altro da fare in questo momento".

Poi Bossi sale sul palco e arringa i delegati. Il primo affondo, accompagnato da un inequivocabile dito medio alzato, è contro l'inno di Mameli: ""Non dobbiamo più essere schiavi di Roma. L'Inno dice che 'l'Italia è schiava di Roma...', toh! dico io" (da notare che nel testo di Mameli non è l'Italia ad essere schiava di Roma ma la 'vittoria'). Secondo affondo contro lo Stato "fascista": "E' arrivato il momento, fratelli, di farla finita".

Poi tocca al federalismo. Il leader del Carroccio si dice favorevole alla perequazione tra le regioni più ricche e quelle più povere. Ma con criteri diversi da quelli attuali: "Deve essere una perequazione giusta, non come è adesso, dove chi più spende più ha soldi dallo Stato. E' una truffa, è uno schifo".



Capitolo scuola. Per Bossi è ora di dire basta "al far martoriare i nostri figli da gente che non viene dal Nord. Un nostro ragazzo è stato 'bastonato' agli esami perché aveva portato una tesina su Carlo Cattaneo". Quindi Bossi chiama al suo fianco la parlamentare leghista Paola Goisis, della commissione Cultura della Camera, che rilancia: "Gli studenti italiani sanno tutti i sette re di Roma ma non sanno neppure un nome di un doge della Repubblica Serenissima".

Di grande effetto anche la tirata sul Lombardo-Veneto che "ha la forza di battere chiunque, di abbattere gli Stati e forse sarà necessario farlo. Ogni volta che il Lombardo-Veneto si è unito, ha vinto".

(20 luglio 2008)
 
Franceco Ciaccia
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