lunedì 24 giugno 2013

Ayuthaya, l'antico splendore

Capitale del Regno di Siam dal 1350 al 1767 oggi è sito Patrimonio mondiale Unesco


L'antico splendore di Ayuthaya, il Wat Chai Wattanaram (Foto: Stefania Passarella)L'antico splendore di Ayuthaya, il Wat Chai Wattanaram (Foto: Stefania Passarella)

Chi ha la possibilità di un viaggio più lungo in Thailandia – che non preveda solo mare e natura – e si ferma a Bangkok e dintorni per 3-4 giorni deve prendere in considerazione una gita all'antica capitale di Ayuthaya, patrimonio Unesco.

La città, secoli fa una delle città più dinamiche d'Asia, fu capitale del regno di Siam dal 1350 al 1767, fino alla rovinosa guerra con la Birmania in seguito alla quale fu praticamente rasa al suolo nonostante il suo nome significasse "inespugnabile". Le rovine che oggi si possono ammirare non sono che una parte minima dello splendore di un tempo (i templi erano oltre 400): la mastodontica estensione della vecchia città non è più percepibile e dopo gli incendi del 1767 che distrussero tutti i palazzi e le costruzioni in legno oggi restano solo le basi portanti degli antichi templi, costruite in mattoni. Alcuni lavori di ristrutturazione sono tuttora in corso, ma in ogni caso è incredibile la quantità di rovine che si ammirano. La particolarità sono le statue di Buddha "decapitate", colonne quasi disintegrate ed ex strutture portanti incrinate.

Da visitare sicuramente il Wat Phra Si Sanphet, tempio e residenza reale dalla superficie di due chilometri quadrati cui si ispira il Palazzo Reale di Bangkok. Risale al 1350, anno di fondazione di Ayuthaya, e ospita ancora oggi una statua di Buddha rivestita da lamina d'oro alta 16 metri. Il sito è costantemente meta di fedeli oltre che di turisti. Entrando, rigorosamente a piedi scalzi, si possono osservare da vicino e in silenzio alcuni riti di pellegrini. Come quello di applicare foglietti di carta dorata alle statue di Buddha per chiedere, a seconda della posizione in cui si mettono, 'grazie' diverse: salute se si attacca il foglietto alla pancia, serenità al petto, intelligenza alla testa, forza d'animo alle gambe.

Al Wat Phra Mahathat si trova l'immagine di Buddha probabilmente più fotografata. É la testa di un'antica statua in arenaria incorporata in un secolare intreccio di radici di un albero che vi è cresciuto sopra. Dal momento che la "testa di Buddha" è adagiata sul suolo fra le radici è vietato fotografarla se non chinandosi e al suo stesso livello: stare "sopra" è considerato offensivo. Nei resti del tempio si osservano file di statue di Buddha senza testa. Di più evidente influenza cambogiana, per le sommità "a pannocchia", è il Tempio della Vittoria o Wat Chai Wattanaram, del 1630. È un luogo suggestivo di fronte al quale, separata da un fiume, c'è una delle residenze reali del principe thai, quella dedicata allo svago personale.

Prima o dopo dell'immenso museo a cielo aperto di Ayutahya – a 15-20 minuti d'auto – ci si può fermare al Bang Pa In Palace, uno degli Eden dei reali Thai: la residenza estiva in cui spesso fa vacanza la principessa o che è riservata agli ospiti della famiglia reale. Un colpo d'occhio notevole di verde e fiori rispetto al panorama circostante. La strada fra Bangkok e Ayuthaya attraversa infatti la zona industriale della provincia. Le produzioni principali sono elettrodomestici - come lavatrici e microonde - ma anche macchine fotografiche (Nikon e Canon producono principalmente qui). Il turismo rappresenta la seconda industria del Paese, dopo l'agricoltura, con riso, caucciù, canna da zucchero, granoturco e tapioca le coltivazioni principali.

(ANSA)

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