mercoledì 19 giugno 2013

Afghanistan. “La Nato ha fatto gli stessi errori dei sovietici” 

di: F.C.

In Afghanistan la Nato ha replicato gli errori dei sovietici negli anni ‘70-’80, cercando di imporre al popolo afgano un’ideologia straniera e cercando di sostenere un governo corrotto e impopolare. È un rapporto durissimo quello redatto dal think tank del ministero della Difesa britannico e pubblicato venerdì dal quotidiano Indipendent. Con l’eloquente titolo “Lezioni dalla transizione sovietica in Afghanistan”, il documento descrive in maniera impietosa le similitudini tra le due – disastrose – campagne militari, quella sovietica e quella della Nato. “Il parallelo più importante – si legge – è che entrambe le campagne militari sono state concepite con l’intento di imporre un’ideologia straniera al popolo afgano: i sovietici speravano di creare uno Stato comunista, mentre la Nato puntava a instaurare la democrazia”. Per far questo, sottolineano gli analisti britannici, “entrambi gli interventi [...] hanno cercato di sostenere un governo corrotto e impopolare contro un movimento di rivolta locale che ha il sostegno della popolazione, una forte motivazione religiosa e santuari all’estero”.
Alla fine, tanto i sovietici quanto gli occidentali, si sono trovati costretti “ad abbandonare il proprio obiettivo una volta compresa che la guerra non si poteva vincere in termini militari e che il supporto della popolazione era essenziale”.
Tra gli errori, il documento del ministero della Difesa britannico cita l’incapacità di controllare le frontiere del Paese e di proteggere la popolazione rurale. Dal punto di vista militare hanno pesato anche le tattiche usate e la motivazione dei combattenti. In entrambi i casi, infatti, un contingente più preoccupato dal numero di perdite che dai risultati sui campi di battaglia è stato messo sotto scacco da gruppi di insorti disposti a tutto.
Il risultato è che, ancora una volta, l’Afghanistan verrà lasciato con “gravi danni e una base economica molto fragile, fortemente dipendente dagli aiuti esterni”. In questo contesto, anche il successo del ritiro delle truppe Nato sarà misurato “con gli stessi criteri usati per giudicare in modo obiettivo la transizione sovietica”, tra cui la “longevità e l’efficacia di un governo centrale”. Ad oggi, però, appare chiaro che “la guerra non si può vincere” e che non esistono le condizioni per lasciare un Afghanistan con un governo forte e stabile una volta che le forze della missione Isaf si ritireranno nel 2014.


http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19716

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