martedì 23 aprile 2013

Viaggi sull’acqua, lungo fiumi e canali

viaggi sull'acqua, fiume Siole . foto Gianfranco Speranzaviaggi sull'acqua, fiume Siole . foto Gianfranco Speranza
Viaggi sull'acqua, sul fiume Sile architetture industriali foto G.Speranza
Reti per 2 km sequestrate nel Tirreno
Viaggi sull'acqua, il porto Casier sul Sile. Foto G.Speranza
Viaggi sull'acqua, sul fiume Sile architetture industriali foto G.Speranza
viaggi sull'acqua, fiume Sile foto Gianfranco Speranza.

( di Marzia Giglioli)
Il fiume, il suo rumore, i suoi colori. il viaggio sull’acqua ha il fascino delle cose antiche , dei vecchi mestieri, mentre la corrente porta con sé tanta storia e tanti destini. Viaggio sull’acqua tra Venezia e Treviso nel Parco del Sile a bordo di un houseboat o di una piccola barca piatta per scoprire l’Italia un po’ segreta, nata sulle sponde dei fiumi . http://www.parcosile.it/
Piccoli borghi, chiese di pietra nascoste tra boschi di canne, approdi tranquilli che in primavera si animano con le prime barche di turisti. Il sole di aprile rende l’aria finalmente tiepida e, dopo le tante piogge di quest’inverno, asciuga i campi lungo le sponde del fiume che attraversa questo angolo di Veneto, dove i borghi antichi e le torri di guardia si alternano alle realtà industriali. Il Parco si estende da ovest verso est e abbraccia le province di Padova, Treviso e Venezia .
Si scivola sull’acqua a bordo di una pantana, la tipica imbarcazione di palude di questa zona per vedere la flora e la fauna dell’Oasi di Cervara. Oppure si noleggia un’imbarcazione ecologica a motore elettrico o in compagnia di un esperto barcario, uno di quelli che ora accompagnano i turisti, scegliendo una motonave per una mini crociera che si affitta in loco. La natura qui è rimasta intatta, si incontrano i germani reali, oppure si avvistano le cicogne che hanno scelto di vivere in questa zona umida. In queste settimane, l’Oasi di Cervara si copre di verde con i suoi pioppi i suoi salici e gli ontani che ospitano le tante colonie di uccelli come il picchio verde ed il picchio rosso che nidificano nel tronco degli alberi. Si naviga sfruttando la corrente lenta e ci si imbatte nelle colonie degli aironi e nel verde si scorgono antiche chiese risalenti all’epoca longobarda, Dietro piccoli boschi e canneti emergono le antiche ville venete che si alternano a borghi e a piccoli porti fluviali. Il viaggio è fatto di scorci, dall’imbarcadero di Cindon si intravede la Villa Fanio Cervellini, a Lughignano di Casale c’è la Villa Barbaro Gabbianelli e poi Villa Dalla Riva, Villa Mantovani Orsetti e la cinquecentesca Villa Celestia,costruite dai ricchi veneziani, che in passato, imbarcati su burchielli o a bordo di sfarzose carrozze, raggiungevano le ville sparse in provincia per dimenticare gli angusti canali e le calli per vivere in primavera e in estate tra siepi di mortella e macchie fiorite.
Sono meno sontuose delle famose ville palladiane che si ammirano sugli argini del Brenta, ma c’è la testimonianza di una società veneta benestante che si mescola al lavoro. Le case erano parte del territorio, interagivano con il fiume e l’economia dei campi. Erano parte di una rete che univa le città,i paesi, i villaggi rurali, i castelli,le abbazie con le produzioni agricole e i mercati dall’epoca d’oro della Serenissima. Poi nel 900, sono sorti vicino al fiume complessi industriali che ora meritano un itinerario per scoprirne le archeologie. Si specchia sul fiume, l’ex stabilimento Chiari & Forti fatto di mattoni rossi e di una torre merlata che ricorda nelle finestre gli antichi palazzi veneziani e c’è il Porto di Treviso a Silea e Lo Squero con i suoi e Cantieri Navali dove gli squeraroli riparavano le barche che percorrevano il Sile.
Continuando a navigare, si incontrano vecchi mulini con le loro ruote di legno come quello Bordignon che ricorda antichi mestieri e poi vecchi approdi come il Porto di Casier che si riconosce per la torre che si staglia sulla manciata di case vicino all’acqua. Proseguendo la navigazione ci si avvicina a Treviso. Fino all’ingresso della città, il Sile conserva tutta la sua natura.Dal Ponte di Ferro si può cogliere, a colpo d'occhio, la differenza tra l’alto e il medio corso del fiume. Dopo una fitta vegetazione sulle rive, si prosegue tra argini sempre più "urbani", fino a trovarsi tra le sponde murate, percorrendo la riva destra ci si immerge tra i platani che incomincaino a coprirsi di foglie nuove e che danno il benvenuto della città. Un tour del Sile porta anche all’ itinerario del gusto a caccia di radicchio Rosso e di radicchio Verdolino, oppure della Trota e dello Storione del Sile che si possono acquistare nelle Fattorie Didattiche e nei Punti di Accesso Tematici del Parco Per alloggiare consultare il sito del parco http://www.parks.it/parco.fiume.sile/sog.phpove :si può scegliere tra b&b,locande ed alberghi.

(ANSA)

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