giovedì 11 aprile 2013

“Via i seni nudi dalla terza pagina”


IL CASO


“Basta con la pagina 3”, la campagna si è diffusa in rete dove uomini e donne si fanno fotografare con la maglietta ideata da Lucy-Anne Holmes

La campagna contro “The Sun”,
il più diffuso giornale britannico,
ha già raccolto 90 mila adesioni
CLAUDIO GALLO
CORRISPONDENTE DA LONDRA
Nel magazzino inconscio degli affezionati lettori del «Sun» saranno accatastate milioni di tette, di tutte le forme e colori, appese a giovani bellezze levigate dalla gioventù e (nel caso) da photoshop, come quelle che spuntano quotidianamente dalla terza pagina del tabloid di Murdoch.  

Lucy-Anne s’era trovata il «Sun» tra le mani nel giorno della vittoria olimpica della Ennis nell’eptathlon. A pagina 3 c’era un servizio sulla prodigiosa Jessica. Finalmente, pensò Lucy, parlano di una donna per quel che vale, con le tette avranno chiuso. Ma la solita modella popputa in slip l’aspettava a pagina 13. «L’immagine mi riportò fuori dalla bolla egualitaria in cui mi ero illusa di essere».  

In quel momento Lucy-Anne Holmes, attrice e scrittrice, 36 anni, decise di fare qualcosa. Oggi la campagna che lei ha lanciato un anno fa con lo slogan «Dominic Mohan togli le tette nude dal Sun» ha raccolto quasi 90 mila adesioni. Lo stesso Big Boss Rupert Murdoch ha dovuto risponderle su Twitter e ieri, poi, si è unita la Girlguiding, l’associazione scoutistica femminile, con le sue 500 mila iscritte.  

Lucy parla sbirciando lo schermo del suo Mac al bar in cima alla libreria Waterstone’s, a Piccadilly: «Ma quale moralismo - dice - ogni giorno leggiamo di violenze sessuali contro le donne, perché allora martellare la gente con immagini di donne il cui scopo primario è il piacere sessuale degli uomini? Non possiamo essere altro noi donne?». 

Era questo il tenore della lettera che Lucy-Anne scrisse nei giorni dell’Olimpiade a Dominic Mohan, il direttore del giornale. La risposta non arrivò, ma in seguito Mohan giustificò davanti alla commissione Leveson sugli eccessi dei media le foto in topless come un’esaltazione della bellezza e della gioventù, «un’innocua istituzione britannica». Come già successo alla decana del Labour duro e puro Claire Short che aveva avviato anni fa una campagna simile, ora la scrittrice è nel mirino della macchina del fango dei tabloid. Senza contare gli insulti e le minacce su Twitter. La cosa più gentile che insinuano è che sia gelosa della bellezza delle modelle. 

«Bella roba - dice Lucy - immaginate se a pagina 3 mettessero un bello scroto maschile. Giovane, grosso e glabro scroto. E se un padre se ne uscisse e dicesse: ho dei figli giovani, quando vanno per strada gli afferrano le palle e gli dicono, fatecele vedere. E a loro non piace per niente. Hanno grandi dei problemi di auto-stima. Per cortesia, non si potrebbe smettere con gli scroti a pagina 3? E se a questo punto si alzasse una donna: “In realtà lo dici perché sei geloso”. Sarebbe ridicolo, non le pare?». 

Lucy-Anne racconta che la petizione è firmata non soltanto da moltissime donne ma anche da molti uomini. «È incredibile pensare che di solito neppure i direttori amano pagina 3, se ne vergognano pure un po’. E poi, sa una cosa? Molti giornalisti dubitano che serva ad attirare più lettori».  

Un paio di mesi fa, quando la campagna lanciò una giornata su Twitter a Rupert Murdoch, in risposta al Tweet: «Seriamente, la pagina 3 è superata, così secolo scorso», lui ha scritto: «Potreste aver ragione. Non so ma ci penso. Forse una cosa a metà strada con qualche stilista alla moda». 


Ieri a pagina 17 del «Sun» (a pagina 3 per una volta c’era la Thatcher) occhieggiava Rosie, 21 anni, vestita di un essenziale slip rosso. Se comprate la versione online potrete vederla a 360 gradi. Il tabloid rilancia con il lato B? 

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