venerdì 12 aprile 2013

USA, anni ’70: Wikileaks pubblica più di un milione di report, anche su Tatcher e Vaticano


di Stefano Capponi
Julian Assange (Fonte immagine: rollingstonemagazine.it)
Dopo la reclusione “volontaria” di Assange e la cattura di Bradley Manning sembrava in crisi, eppure non è così. Wikileaks, l’organizzazione web che negli scorsi anni ha fatto tremare le diplomazie europee con la pubblicazione di milioni di files segreti e scottanti, torna ancora a colpire, pubblicando 1,7 milioni di documenti segreti degli Americani risalenti agli anni ’70.
Uno dei documenti più allarmanti è quello del 18 ottobre 1973 che riporta le conversazioni tra un diplomatico USA e il Vicesegretario di Stato Vaticano Benelli,  da cui si evincerebbe la preoccupazione di questi e dell’allora Papa, Paolo VI, a proposito delle accuse di repressione e violenza alla dittatura cilena di Pinochet. Accuse, secondo Benelli, frutto di una “propaganda comunista” di successo. Sempre secondo questo cable, successivamente il Vaticano riconobbe le accuse a Pinochet, ma continuò a intrattenere rapporti diplomatici con il Cile, come dimostrò, del resto, la visita avvenuta nel 1987 di Papa Giovanni Paolo II a Pinochet. Allo stesso modo, Giovanni Paolo II diede la sua solidarietà al dittatore quando questi venne arrestato nel Regno Unito per essere estradato in Spagna, negli anni ’90.
Tra le altre notizie rivelate, emerge quella del febbraio 1976 a proposito di Rajiv Ghandi, ex Primo Ministro dell’India e marito di Sonia Gandhi, rimasto ucciso come tanti altri portatori di quel cognome, che sarebbe stato mediatore prima del suo incarico governativo di una società svedese, la Saab Scania, mentre era pilota di Air India. Il diplomatico USA di cui si riporta la dichiarazione avrebbe affermato che la Saab Scania  ”ha capito l’importanza delle amicizie famigliari per conquistare commesse in India”.
La copertina del Time dedicata alla Tatcher (Fonte immagine: .mondorosashokking.com)
Un altro documento, datato febbraio 1975, parla delle impressioni americane a proposito del nuovo Primo Ministro inglese Margaret Tatcher, defunta per ironia del destino proprio oggi. Stavolta, esse sono positive: la Tatcher viene rappresentata come una donna abile e veloce nel risolvere qualsiasi tipo di problema. Frizzante con i media,onesta con i colleghi, la conservatrice viene descritta come la “personificazione del sogno della classe media britannica”.
Ancora una volta, dunque, Wikileaks fa irritare gli Stati Uniti d’America ma non solo: il dibattito si riapre tra i sostenitori della verità e coloro che ritengono che le questioni di opportunità dovrebbero primeggiare.
Wikileaks si è spesso vantata di avere la più grande collezione del mondo di report diplomatici americani. Julian Assange, il leader, è  attualmente rifugiato presso l’Ambasciata dell’Ecuador (il cui Presidente, Rafael Correa, non si può dire certo filoamericano) da mesi, pena, in caso di uscita, la cattura e la consegna alla Svezia per una misura cautelare concernente un’accusa di stupro. Assange teme, forse a ragione, che la Svezia potrebbe approfittare dell’occasione per accogliere la richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Stati Uniti che, pur sotto l’amministrazione Obama, non hanno avuto remore a vendicarsi su chi hanno potuto trattenere, come per esempio Bradley Manning. Il giovane, considerato “traditore” della propria Patria, non è solo sottoposto a detenzione, ma anche a una serie di misure al limite della tortura, come l’isolamento completo, l’impossibilità di ricevere visite e condizioni che potrebbero, a detta di Amnesty International, violare la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici.

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