lunedì 15 aprile 2013

UN REGIME ALGERINO MALATO E FRAGILE ENTRA ALLA DERIVA NEL 2008


#CABLEGATE 07ALGIERS1806 –
Postato da  il 23-10-2011 alle ore 17:36:14


RIF: A. ALGERI 1704 – B. ALGERI 1618 – C. ALGERI 1237 – D. ALGERI 1658
Classificato da: Ambasciatore Robert Ford; motivi 1.4 (b) e (d).
1. (C) Sommario: Discussioni recenti con ex funzionari del governo, leader di lungo corso dell’opposizione e giornalisti, tracciano un quadro di un regime algerino fragile come non lo è mai stato prima, piagato da una mancanza di visione, da livelli di corruzione senza precedenti e da rumoreggiamenti di divisione nei ranghi dell’esercito. I nostri contatti algerini sono spesso dei brontoloni, ma ora avvertiamo più della normale quantità di preoccupazione riguardo all’incapacità o mancanza di volontà del governo algerino di affrontare i problemi politici, economici e della sicurezza. Gli attentati suicidi ad Algeri dell’11 dicembre, eseguiti da due uomini amnistiati in base alla Carta della Pace e della Riconciliazione Nazionale hanno scatenato un acceso dibattito sulla capacità del programma di riconciliazione di Bouteflika di proteggere il paese. Il dibattito vede coloro che propongono un urgente approccio aggressivo alla minaccia terroristica in contrasto con gli allineati a Bouteflika che ancora credono che l’amnistia possa giocare un suo ruolo. Il quadro di un presidente isolato, di un processo di riforme stagnante e di un approccio incerto al terrore si presenta in un momento in cui stanno prendendo vigore gli sforzi all’interno del governo per organizzare un terzo mandato per Bouteflika. Non abbiamo la sensazione che un’esplosione sia prossima. Vediamo invece un governo che procede alla deriva e a tentoni. FINE SOMMARIO.
LA BARCA DELLO STATO ALLA DERIVA
—–
2. (C) Il 3 dicembre, il leader dell’Unione per la Cultura e la Democrazia (RCD), Said Sadi, ha presentato un tetro quadro generale del regime algerino, affermando che esso insiste su un continuo controllo ma manca di visione e di capacità. Sadi ha avvertito che nel contesto dell’attuale stagnazione delle riforme politiche ed economiche, le istituzioni algerine sono corrose dall’interno, perdendo molti degli organici dei loro dipendenti statali manuali e intellettuali. L’ex leader del partito islamico al-Islah, Abdallah Djaballah, che è stato rimosso dalla dirigenza del partito con il contributo attivo del Ministero degli Interni, ci ha fatto presente il 17 dicembre che il fenomeno degli harraga (rif. A), i giovani che fuggono in Europa su imbarcazioni di fortuna, non è più limitato ai giovani poveri e disoccupati. Djaballah vede i giovani algerini di fronte alla scelta “tra morire in mare o morire lentamente e progressivamente in patria”, vista la profonda mancanza di opportunità nell’economia stagnante del paese. Sadi ci ha detto di essere rimasto sconvolto nel trovare, durante una recente visita, così tanti giovani algerini istruiti della classe media in Quebec e in parti degli Stati Uniti. “Quelle persone sono il futuro dell’Algeria” ha detto Sadi.
3.(C) xxxxxxxx ci ha detto il 17 dicembre che quanto alla riconciliazione nazionale, gli attentati dell’11 dicembre hanno polarizzato il dibattito all’interno dei servizi di sicurezza algerini, con un crescente numero di voci a favore di un approccio più duro. xxxxxxx ha detto che il regime non ha un approccio unico e chiaro alla lotta al terrore, un fatto provato dalla sua indecisione sul modo con cui trattare i casi di amnistia di elevato profilo, come quello di Hassan Hattab (rif. B). Secondo Sadi e xxxxxxxxx gli algerini comuni, che hanno già perso fiducia nel programma di riforme politiche ed economiche, stanno ora perdendo fiducia nella capacità del regime di proteggerli. Laila Aslaoui, ex ministro, attivista dei diritti umani e scrittrice, ha detto all’Ambasciatore a pranzo, il 18 dicembre, che molta della società algerina sta smobilitando dalla lotta al terrore. Ha detto che è stato scandaloso che il Ministero dell’Interno sapesse che la Corte Suprema era un bersaglio e non abbia fatto nulla per migliorare la sicurezza dell’edificio o per avvertire il pubblico. E’ stata caustica circa il commento del Ministero dell’Interno secondo il quale era impossibile offrire una protezione completa contro gli attacchi dinamitardi, chiedendosi perché il governo algerino non persegua con maggior vigore i sospetti terroristi. Il governo algerino aveva chiesto il 17 dicembre alla signora Aslaoui di contribuire ad organizzare una marcia di condanna al terrorismo. Ha detto che negli anni ’90 non avrebbe esitato. Ora, ha rimarcato con amarezza, non farebbe nulla che aiuti il governo algerino a giustificare il suo approccio alla sicurezza. xxxxxxxx xxxxxxx xxxxxx ha detto all’Ambasciatore xxxxxxxx che c’è un crescente divario tra quelle che gli algerini comuni considerano le loro necessità chiave e ciò che essi percepiscono come offerto dal governo in termini di remunerazioni e qualità della vita. In conseguenza di ciò, ha detto, un numero sempre minore di algerini è disponibile ad aiutare il governo. L’opinione della piazza, ha detto, è che se devi aver a che fare con un ufficio governativo, vacci ma poi va via immediatamente e stanne lontano.
4. (C) D’altro canto Djaballah ci ha detto che il diffuso disincanto circa la volontà del governo di condividere il potere con gli islamici ha alla fine incitato gli islamici algerini a sollecitare il suo partito e altri partiti islamici a boicottare le elezioni locali del 29 novembre. Ritengono, ha detto, che la nuova legge elettorale (rif. C) sia stata progettata per marginalizzarli e perpetuare la presa sul potere della coalizione al governo. Chiudere lo spazio politico non farà che stimolare ulteriore estremismo, ha avvertito. L’Ambasciatore ha detto a Djaballah che gli USA favoriscono la liberalizzazione politica in Algeria ma anche che sappiamo che ciò deve essere fatto con gradualità. Gli Stati Uniti non vogliono vedere un ritorno alla violenza degli anni ’90 e stanno lavorando con il governo algerino contro coloro che perseguono attivamente ciò. Ha apprezzato lo sforzo di Djaballah di agire all’interno del sistema politico legale. Il punto importante, ha sottolineato l’Ambasciatore, è che mentre la liberalizzazione politica può essere lenta, è necessario che sia nella ferma direzione della liberalizzazione. Djaballah ha accettato tale punto e apprezzato che noi abbiamo sollevato problemi sulla procedura elettorale con il governo algerino.
AL GOVERNO LA “BANDA DI TIKRIT”
—-
5. (C) Commentando la stabilità del paese, xxxxxxxx ha sottolienato che gli algerini “ne hanno passate di molto peggio” e che le divisioni interne non dovrebbero essere prese per instabilità. Il regime, ha sottolineato xxxxxxxx, considera la stabilità al di sopra di tutto ed è, conseguentemente, insieme fragile e stabile. xxxxxxxxx ha detto di condividere un’analogia fatta da Sadi sia con noi sia in pubblico sulla stampa, paragonando il governo di Bouteflika a una “banda di Tikrit” nella quale un numero sproporzionato di ministri del gabinetto e generale vengono, come il presidente Bouteflika, dalla stessa regione della provincia occidentale di Tlemcen. (Addirittura, molti del circolo più interno vengono dalla cittadina di Nedrumah). La lealtà di questa “banda”, secondo xxxxxxxxxxx e Sadi, è la chiave del mantenimento della stabilità, proprio come è accaduto nell’Iraq di Saddam Hussein.
SADI: “SOLLEVIAMOCI PER I NOSTRI GIOVANI”
—-
6. (C) Sadi ha messo in guardia contro i pericoli a lungo termine del silenzio degli Stati Uniti su quella che egli percepisce come un deterioramento della democrazia algerina, come è evidenziato dalle elezioni locali. Secondo Sadi il sostegno estero è critico per la sopravvivenza della democrazia e dell’impegno produttivo dei giovani algerini – 70 per cento della popolazione – nella vita politica ed economica. Se gli USA vengono visti come complici di elezioni prive di significato e del processo di modifica della costituzione per permettere a Bouteflika di candidarsi per un terzo mandato, ha ammonito, [gli USA] rischiano di perdere i giovani del futuro.
7. (C) L’Ambasciatore ha ricordato a Sadi i nostri sforzi infruttuosi di mantenere il programma dell’Istituto Democratico Nazionale in Algeria, che il Ministero dell’Interno ha consapevolmente chiuso; pochi partiti politici hanno esercitato pressioni con forza per salvarlo. L’Ambasciatore ha detto a Sadi che abbiamo sollevato problemi in numerose occasioni riguardo alla procedura elettorale e alla sua credibilità. Ha fatto notare a Sadi che sappiamo che altri partiti politici chiedono un sostegno pubblico maggiore da parte degli Stati Uniti e ha sollecitato il RCD e gli altri partiti algerini a far sentire la loro voce. Gli Stati Uniti sarebbero credibili nel denunciare gli ostacoli alla liberazione solo se i partiti politici algerini stessi si esprimessero con vigore. Data l’assenza di una commissione internazionale di verifica delle elezioni nel 2008 e nelle elezioni locali, l’Ambasciatore ha suggerito a Sadi di prendere in considerazione, meglio presto che tardi, lo stimolo a richieste pubbliche di osservatori internazionali alle elezioni presidenziali del 2009.
LA STABILITA’ NELLE MANI DI UN ESERCITO DIVISO …
—–
8. (S) Sadi, che mantiene contatti con
ALGERI 00001806 003 DI 004
l’esercito e i servizi di sicurezza algerini, ci ha detto che l’esercito non è più unito com’era sino a pochi anni fa. Stanno emergendo divisioni, ha detto. La prima è tra i giovani ufficiali che sanno che l’Algeria non sta bene e biasimano la vecchia guardia per la sua negligenza e la sua cattiva amministrazione. Questi ufficiali, ha detto Sadi, vogliono il cambiamento e avvertono con un crescente senso di urgenza che il paese è alla deriva. La seconda divisione identificata da Sadi è tra gli ufficiali superiori dell’esercito, tra quelli che favoriscono un approccio più duro alla sicurezza e all’antiterrorismo (gli “sradicatori”) e quelli tuttora allineati con la politica di riconciliazione nazionale di Bouteflika. Xxxxxxxx , il cui fratello è un ufficiale dell’esercito, ha detto il 17 dicembre che ci sono colonnelli nell’esercito algerino che pensano che l’attuale deriva non può continuare. La questione, ha sussurrato xxxxxxxx, è se sono in grado di organizzarsi.
9. (S) Sadi ci ha detto di almeno una conversazione che ha avuto recentemente con il generale Toufik Mediene, capo del DRS algerino (l’apparato dei servizi segreti militari) che è diffusamente visto come la figura chiave nel garantire il controllo e la sopravvivenza del governo. Ha detto che Mediane ha riconosciuto che non tutto va bene con la salute di Bouteflika e dell’ordine algerino in generale. Comunque, secondo Sadi, Mediene ha detto di aver bisogno di qualche tipo di rassicurazione che qualsiasi alternativa politica “sia fattibile” e, per implicazione, non destabilizzi il paese. Sadi ha affermato che molti ufficiali superiori stanno cominciando a chiedersi se potrebbero tirar fuori l’esercito, nel suo insieme, dalla politica senza tema di rappresaglie per gli abusi del passato, nel corso della guerra civile.
… MENTRE LA CORRUZIONE E I PREZZI DEL PETROLIO TOCCANO NUOVE VETTE
—-
10. (S) Sadi, Djaballah, xxxxxx e numerose altri contatti ci hanno detto che la corruzione, nel presente regime, ha raggiunto livelli senza precedenti. Come abbiamo riferito (rif. D) il partito dell’FLN al potere, intento a preparare il terreno per il terzo mandato di Bouteflika, ha cercato di insediare dirigenti locali mediante le trattative elettorali sulla base della lealtà anche a spese della competenza. Con i prezzi del petrolio a vette record, l’ex ministro delle Finanze e Primo Ministro Benbitour ha detto all’Ambasciatore a novembre che ci sono minori incentivi per il governo per realizzare riforme molto necessarie. Gli alti prezzi del petrolio stanno portando nel paese un’incredibile ricchezza, ci ha detto Benbitour, ma la gente comune non ne vede alcun impatto sulla propria vita quotidiana. (Effettivamente Benbitour ha coniato un’espressione che ritroviamo spesso sui media: l’Algeria è ricca, ma il popolo è povero. Il leader islamico Djaballah l’ha utilizzata spesso con noi il 17 dicembre). La corruzione, secondo xxxxxxx, ha raggiunto proporzioni epiche, anche all’interno dell’esercito. Ha citato il generale di corpo d’armata Ahmad Gaid Salah, comandante delle forze armate algerine, come forse l’ufficiale più corrotto dell’apparato militare, circostanza che anche altre fonti ci hanno riferito. Quando Sadi ha citato il problema della corruzione al generale Mediene, ha detto Sadi, Mediene ha ammesso il problema. Accennando silenziosamente al ritratto di Bouteflika appeso sopra le loro teste, ha detto a Sadi che la portata del problema si estendeva fino al vertice. (Commento: molti contatti dell’ambasciata ritengono che il presidente Boteflika, personalmente, non sia particolarmente corrotto, ma additano immediatamente i fratelli del presidente, Said e Abdallah, come particolarmente rapaci. L’esercito algerino, nel contempo, ha lanciato un programma contro la corruzione che, per i parametri algerini, è ambizioso ma ha lasciato relativamente intoccati gli alti comandi. Fine Commento.)
COMMENTO: Un regime malato, un presidente malato
11. (S) I nostri contatti algerini sono spesso un mucchio di brontoloni, ma ora avvertiamo più della quantità usuale di preoccupazione circa l’incapacità, o mancanza di volontà, del governo algerino di affrontare i problemi politici, economici e della sicurezza. Gli attentati e il dibattito riguardo al modo di trattare l’estremismo islamico stanno anche cominciando a ricordare le discussioni feroci all’interno della società algerina nel corso delle peggiori violenze degli anni ’90. Questi contatti concordano che mentre gli anni ’90 hanno dimostrato che la maggior parte degli algerini possono sopportare molto dolore, gli attentati dell’11 dicembre hanno messo a nudo la mancanza di visione e l’incapacità del regime di gestire le pressioni. Stiamo cominciando ad avvertire echi di un dibattito in certi circoli della dirigenza militare sempre più polarizzato
ALGERI 00001806 004 DI 004
Riguardo alla riconciliazione nazione che è diventato una discussione sulla praticabilità dello stesso governo Bouteflika. Secondo i nostri contatti, la stabilità rimane la priorità principale anche tra dirigenti di schieramenti opposti nel dibattito, anche se essi vedono la stabilità non come proveniente dalla leadership di Bouteflika, bensì da un apparato militare che sembra rendersi conto che lo scaricabarile si ferma presso di loro. Il fatto nuovo sono le pressioni del primo ministro Belkhadem e dell’apparato dell’FLN, probabilmente su impulso dei fratelli di Bouteflika se non del presidente Bouteflika stesso, per realizzare una modifica costituzionale per un terzo mandato. Sadi, un medico, ha detto che sia Bouteflika sia la stessa Algeria sono in una situazione critica e stanno tramontando. Secondo Sadi (che può saperlo o meno) Bouteflika soffre di cancro terminale allo stomaco, e il regime è sul tavolo operatorio, scivolando verso il punto di non ritorno mentre “chirurghi non addestrati” stanno a guardare. Nel contempo l’apparente incapacità del governo di far fare uno scatto all’economia stagnante fa sentire gli algerini, specialmente i giovani, depressi e tetri circa il destino del proprio paese mentre arranca nel nuovo anno.
FORD
“Traduzione a cura di Giuseppe Volpe“

Nessun commento:

Posta un commento