martedì 9 aprile 2013

Un quartiere in lutto piange il professore gentiluomo



INVESTIMENTO A PONTE CATENA. Cordoglio nella zona dei Navigatori dopo l'incidente mortale che ha coinvolto la coppia. Gli amici adesso pregano affinché Carmela guarisca e superi il dolore per la perdita del suo adorato marito
L'investimento mortale a Ponte Catena, sabato scorso. I vigili rilevano i segni della frenata del furgoncino
L'investimento mortale a Ponte Catena, sabato scorso. I vigili rilevano i segni della frenata del furgoncino

Verona. Nella chiesa parrocchiale del quartiere Navigatori si celebra un battesimo. Evento lieto, specialmente in questa zona abitata in gran parte da anziani. Ma durante la messa, don Claudio Tezza invita i fedeli a raccogliersi in preghiera anche per un evento triste, tragico: la morte del parrocchiano Giacomo Benedetti, e il ricovero in gravi condizioni di sua moglie Carmela. «Non occorre che vi racconti nulla. Tutti sapete già cos'è accaduto, purtroppo», dice don Tezza. Ed è vero. Non si parla d'altro, nel quartiere, che dell'incidente di cui sabato mattina sono stati protagonisti gli anziani coniugi Benedetti, travolti da un furgone mentre attraversavano la strada, all'inizio di ponte Catena. Il funerale del professor Giacomo è  stato fissato per mercoledì alle 15 nella parrocchia Santo Spirito. I tre figli della coppia, due dei quali residenti ai Navigatori, si sono già recati dal sacerdote per organizzare la cerimonia funebre del padre che dopo la messa verrà sepolto a Boscochiesanuova. E intanto, il pensiero di tutti corre a Carmela, che all'ospedale di Borgo Trento lotta per riprendersi dalle ferite riportate nell'incidente.  «Pare che sia cosciente e che continui a chiedere di Giacomo», raccontano alcuni amici, con il nodo in gola. In chiesa, il banco dei "professori", dove i due insegnanti in pensione erano soliti sedersi per ascoltare la messa, ora è vuoto. E "vuoto" è l'aggettivo giusto per descrivere lo stato d'animo dei loro tantissimi amici.  I Benedetti, nonostante l'età e qualche acciacco, erano molto attivi nel volontariato parrocchiale. Le collette per le missioni, l'aiuto agli abitanti malati, e lei talvolta cantava durante le celebrazioni. «Quello che è accaduto ci lascia stupefatti e amareggiati», commenta Elisa Tessari, che è stata collega di lavoro dei Benedetti. «Ma da colleghi, eravamo presto diventati amici», precisa. «Avevano insegnato entrambi lettere in diverse scuole: le Alighieri, qui vicino, le Don Mazza… Una volta in pensione, avevano intensificato l'impegno nel volontariato. E poi c'era da badare ai nipotini. Insomma, due persone davvero amabili». «E pensare che, sabato, anch'io ho attraversato ponte Catena, poco dopo l'incidente», aggiunge. «Ho visto la salma per terra, coperta con un telo, e una scarpa da donna sul ciglio della strada. Ma non sapevo fosse il professor Benedetti. Una scena che non riesco a scordare». Altri residenti si recano sul luogo dell'incidente, il punto dal quale chissà quanti di loro hanno attraversato la strada innumerevoli volte. «Il ponte, nelle ore di maggiore traffico, è tutto una coda di auto. E allora che si fa? Per passare dall'altra parte, si sgattaiola tra una macchina e l'altra», ammettono.  «Non ci sarebbe da stupirsi se Giacomo e Carmela si stessero recando da qualche parte per le loro attività di volontariato». «Due persone fantastiche», commenta brevemente un vicino di casa, «mi viene da dire solo che sono sempre i migliori ad andarsene».

Lorenza Costantino

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