mercoledì 17 aprile 2013

U

UbiquitàNella teologia cristiana, il termine definisce la facoltà propria di Dio di essere contemporaneamente in ogni luogo (onnipresenza). Viene detta U. anche la dottrina eretica degli Ubiquitari (v.).


UbiquitariSetta cristiana luterana del XVI secolo, che negava la presenza reale del Cristo (mediante transustanziazione, v.) nelle specie eucaristiche, ed intendeva tale presenza come effetto dell’ubiquità (v.) del corpo di Cristo (ubiquites corporis Christi). La prima testimonianza sicura di questa interpretazione teologica si ha nella dottrina propagandata da G. Brenz (1499-1570).


Ufficiali di LoggiaLa Massoneria impiega questa espressione per definire i Fratelli che celebrano un ufficio o che prestano un servizio ricoprendo cariche nell’ambito della Loggia. Sono considerati U.: · l’Archivista (contrassegno: due Colonne, siede a fianco del Segretario); · il Guardasigilli (siede a fianco dell’Archivista); · il Primo Esperto (una spada, siede con le spalle appoggiate al seggio del Segretario); · Il Primo ed il Secondo Diacono (una colomba, entrambi sono muniti di verga, il Primo siede alla destra del Maestro Venerabile, il secondo alla destra del Primo Sorvegliante); · il Portastendardo (siede alla testa della Colonna del meridione); · l’Araldo o Portaspada (siede in testa alla Colonna del settentrione); · il primo Architetto (munito di Misura, siede accanto al Portastendardo); · l’Architetto Revisore (munito di Compasso, siede accanto al primo Architetto); · l’Economo (siede accanto al Tesoriere); · il Maestro di Casa (Cornucopia, siede accanto all’Economo); · l’Elemosiniere (corona d’Acacia, siede accanto all’Araldo); · l’Ospitaliere (un calice, siede accanto all’Elemosiniere); · il Copritore Interno (due chiavi incrociate, siede accanto al Secondo Diacono). Inoltre vi sono · l’Esperto Tegolatore, · il Copritore Esterno, · il Fratello Terribile, · quello Preparatore, · il Sacrificatore ed · il Censore. Nella Loggia è consentita la nomina di un Oratore Aggiunto, di un Segretario Aggiunto e di Ufficiali Aggiunti. Gli Uffici sono cumulabili, tranne quelli dei Dignitari (v.).

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UFO: Termine coniato nel 1951 che significa Unidentified Flying Objects, ovvero Oggetti Volanti Non Identificati. Era il 24 Giugno 1947: Kenneth Arnold, uomo d'affari americano, non poteva immaginare di essere in procinto di entrare nella storia, e che il suo nome sarebbe stato citato in un’innumerevole quantità di saggi, romanzi ed articoli di giornale. A bordo del suo aereo privato, in volo sullo stato di Washington, Arnold vide nove oggetti a forma di disco che volavano in formazione presso di lui. I dischi si muovevano a scatti come saucers (sottobicchieri) che rimbalzano sul pelo dell'acqua. Il rapporto di Arnold alla torre di controllo fece immediatamente il giro del mondo; la pittoresca wpe38.jpg (6590 byte)denominazione da lui inventata, Flying Saucers, sottobicchieri volanti, da noi detti più semplicemente Dischi Volanti, entrò nel linguaggio comune. Entro la fine dello stesso anno si verificarono altri 850 avvistamenti di UFO, tra i quali un mortale incontro ravvicinato, poiché l'aereo del Capitano Thomas Mantell si schiantò il 7 Gennaio 1948 nel vano tentativo di inseguire un UFO ad alta quota. Un fatto che indusse l'aviazione militare americana ad aprire un'inchiesta per controllare se la sicurezza nazionale non fosse in pericolo. Da quel fatidico 1947 gli UFO sono divenuti di casa sulla nostra Terra. Gli avvistamenti, sempre più numerosi in tutto il mondo, hanno avuto punte massime nel 1967, tra il 1965 e il 1967 e tra il 1973 e il 1974. Basta sfogliare l'annata di un quotidiano per scoprire come le notizie sugli UFO compaiano con una media di quattro o cinque avvistamenti al mese, e come molti di essi siano effettuati da testimoni qualificati, come, per esempio, i piloti di linea. Già da anni ricercatori come Charles Fort, un bizzarro giornalista che archiviava e commentava ogni notizia insolita desunta da pubblicazioni di ogni epoca e di ogni paese, ed i ristretti gruppi dei loro seguaci sostenevano che le luci nel cielo erano un fenomeno vecchio quanto il mondo. Gli antichi cronachisti menzionavano spesso nelle loro opere l'improvviso balenare di oggetti celesti, ed a seconda dell'epoca le apparizioni venivano interpretate come un presagio, un segno divino od altro. Gli artisti le raffiguravano nelle loro opere. La Bibbia racconta la visione del Profeta Ezechiele, unCarro Volante luminosissimo, che assomiglia alle moderne descrizioni di dischi volanti. I poemi sacri indiani parlano di rapidissimi ed efficienti Vimana usati dagli dei nelle loro spettacolari Guerre celesti. In più, riprese fino alla noia dai fautori dell’Ipotesi Extraterrestre, esistono numerosissime tradizioni di popoli lontanissimi tra loro, sia culturalmente che geograficamente, che parlano di Dei venuti dallo Spazio a bordo di Navi di fuoco. Esiste addirittura una disciplina, la Clypeologia, che si occupa degli UFO classici: Clypeus (Scudo) era infatti il nome con cui i Romani, spiriti guerrieri, chiamavano gli oggetti volanti che qualcuno ha, come visto, battezzato sottobicchieri. Ecco, qui di seguito, qualcuno degli avvistamenti più famosi: · Anno di grazia 814, Francia: in un paese di cui non è tramandato il nome atterra un veicolo volante da cui scendono un uomo e una donna che asseriscono di essere stati rapiti da essere celesti. I villici, temendo che si tratti di inviati del duca di Benevento, nemico di Carlo Magno, per non saper né leggere né scrivere decidono di metterli subito al rogo, ma i due vengono salvati dall'intervento dell'arcivescovo Agobardo di Lione: questi dichiara infatti che, poiché nessuno poteva scendere dal cielo, il fatto non poteva essere accaduto. · 1270, Bristol (Inghilterra): un UFO atterra ancorandosi al campanile di una chiesa; l'ancora viene burned and asphiyxiated, bruciata ed asfissiata dall'atmosfera terrestre. · 1561, Norimberga, Germania: Un disco circolare luminosissimo viene osservato dall'intera popolazione. · 7 agosto 1566, Svizzera: misteriose sfere nere si muovono a gran velocità verso il sole; alcune di esse cambiano colore prima di scomparire. · 6 Marzo 1716, Inghilterra: l’astronomo Edmund Halley osserva un oggetto che illumina la notte con tale intensità da permettergli di leggere alla sua luce. · 1794, Londra (Inghilterra): una luce luminosa come una stella, grande come una stella compare sulla parte oscura della luna. · Gli avvistamenti dello scorso secolo sono numerosissimi e ampiamente documentati dalla stampa: il primo risale al 1808, e l'ultimo al 1899· Tra il 1896 e il 1897 un'ondata di UFO a forma di disco o di sigaro percorse il cielo degli Stati Uniti con un'intensità paragonabile a quella degli anni '50. · 1947, a Roswell (v.), nel New Mexico (U.S.A.) cade, forse perché abbattuto, e viene sequestrato un UFO, dando modo alle autorità militari americane di analizzare a fondo sia l’astronave che i membri dell’equipaggio. Poi, a partire dal 1951, numerosissimi avvistamenti, o addirittura contatti diretti (v. Adamski), spesso documentati, sono stati registrati in tutto il pianeta. Y (Caratteristiche)Coloro che si occupano del fenomeno UFO, detti Ufologi, raccogliendo con grande pazienza testimonianze ed innumerevoli fotografie, hanno catalogato accuratamente gli UFO in base alla loro forma, colore e caratteristiche di volo. Le sagome più diffuse sono quelle a disco ed a sigaro; i colori sono spesso cangianti e passano, con una specie di pulsazione, dal giallo all'arancio. L'andamento del volo, comune a quasi tutte le apparizioni, è a sbalzi, come un piattino che rimbalza sull'acqua, od a greca: l'apparecchio sale di quota, compie un tratto di percorso, si riabbassa, ne compie un altro e così via, il tutto a elevatissima velocità. Alcuni psicologi sostengono la tesi delle allucinazioni collettive, che nascono in particolari momenti storici, quando inconsciamente si avverte nell'aria il timore di una guerra o di un'invasione, oppure quando, sempre inconsciamente, si avverte il bisogno di qualcosa di magico da contrapporre alla razionalità quotidiana. Per appurarlo, come abbiamo visto, l'Aviazione americana organizzò subito una serie di inchieste. La più nota si chiama Progetto Bluebook, ed occupò per molti anni due successive commissioni di esperti. I risultati ufficiali furono tenuti segreti; ufficiosamente però, tutte le apparizioni di UFO vennero liquidate come fantasie di squilibrati, errori di valutazione (palloni sonda o nuvole scambiati per dischi volanti), o perturbazioni atmosferiche sul tipo dell'aurora boreale. La posizione ufficiale nei confronti dei dischi volanti risultò, e risulta tuttora, talmente scettica da rasentare il ridicolo. Ma non si possono spiegare tutti gli avvistamenti accusando chi li ha compiuti di aver visto male o di essere vittima di allucinazioni. Al solito, sarebbe stato forse meglio ammettere che ci si trovava di fronte a un fenomeno sconosciuto, non necessariamente di origine extraterrestre. Purtroppo questa linea di condotta non è stata adottata, forse per il timore di creare sfiducia nei confronti della scienza se non addirittura panico. Non c'è da stupirsi dunque se, per reazione, intorno al fenomeno degli UFO, sia sorto immediatamente un vastissimo movimento che comprende sia seri studiosi che fanatici. Gli Ufologi parlarono subito di una congiura: secondo loro esisteva una misteriosa setta, quella degli Uomini in Nero, che non solo cercava di far passare sotto silenzio qualunque avvistamento, ma intimidiva con minacce chi parlava troppo. In un congresso sugli UFO che si è svolto a Washington nel 1987, nel quarantesimo anniversario dell'Incontro ravvicinato di Arnold, gli Ufologi hanno accusato i governi di un complotto per tenere segrete tutte le notizie di contatti con gli extraterrestri. Anzi, esisterebbero addirittura alcuni rapporti dei servizi segreti da cui si desume che esistano sulla Terra dei veri e propri prigionieri dello spazio, extraterrestri atterrati o precipitati a seguito di guasti alle loro astronavi, e prontamente catturati dai Governi per carpire loro preziose informazioni sulle avanzate tecnologie aliene. Per gli Ufologi i Dischi Volanti non sono affatto allucinazioni o errori di valutazione. Secondo l'ipotesi più diffusa, si tratterebbe di apparecchi provenienti da altri pianeti e mossi da un'energia ancora sconosciuta, forse di origine magnetica od addirittura mentale. Si aggirerebbero sopra la Terra per semplice curiosità, oppure per controllare che l'uomo non si autodistrugga facendo un cattivo uso dei più recenti prodotti della scienza. Molto raramente gli Ufologi attribuiscono agli extraterrestri propositi bellicosi: come in molti film di fantascienza, tra cui i bellissimi Ultimatum alla Terra e Incontri ravvicinati del Terzo Tipo, i marziani sono considerati molto più saggi e più equilibrati di noi terrestri. Altri affermano che gli UFO sono Macchine del Tempo giunte dal futuro; altri ancora che sono entità pensanti. Alcuni sostengono che si tratti di Vimana giunti da Agharti (v.), oppure Buchi neri od addirittura minigalassie di forma lenticolare a spasso per l'universo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si diffuse la diceria che fossero armi segrete dei nazisti, in procinto di sferrare un nuovo attacco; negli anni '50, momento di massima tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica, andava di moda l'ipotesi che si trattasse di velivoli russi, provenienti da basi nascoste presso il Polo Nord. In conclusione, vale la pena citare le affermazioni fatte in Tv da Padre Balducci, un teologo ben noto per il suo equilibrio dialettico. Eccone le trascrizioni: · 1) "24/11/1986 ­ Canale 5 ­ Trasmissione "Italia Misteriosa" - "È verosimile che ci siano altri esseri, ciò non è molto strano, perché tra la natura umana e la natura angelica, di cui abbiamo la certezza teologica, c’è un divario troppo grande. Tra quest’uomo, nel quale lo spirito è subordinato tanto alla materia, e gli Angeli che sono solo spirito, è verosimile che esistano degli esseri che hanno lo spirito molto meno di materia e di corpo di quello che abbiamo noi. Potrebbero essere quelli che chiamiamo Ufo, queste persone che apparirebbero con questi carri, e che abbiano anche non solo una scienza, ma una capacità naturale superiore alla nostra". · 2) 8/10/1995 ­ RAI 1 ­ Trasmissione "Speciale TG1". Domanda: Padre Balducci, allora, lei che cosa risponderebbe a quanti sostengono che gli alieni sono già fra di noi? Risposta: "Non si può più pensare ... è vero, non è vero, sono veri o sono falsità, ci si crede o non ci si crede, no! Oramai ci sono varie considerazioni che "fanno dire con certezza che l'esistenza di questi esseri c'è. Non si può più dubitare". Magari si potrà dire che su cento fenomeni ce ne saranno... anche se si dicesse 99 non veri e 1 solo vero, c’è quell’1 che dice che certi fenomeni esistono. Quindi, questo è il primo problema, non rientra più nell’ambito della prudenza umana dubitare, perché la prudenza dice di essere prudenti, ma non di negare". Domanda: "Con quali conseguenze, sotto il profilo della religione e della filosofia?". Risposta: "Non c’è alcuna conseguenza negativa, tutto è contemplato. Il Signore non ci ha rivelato tutto, e quindi si può pensare benissimo che Cristo rimanga sempre il centro dell’Universo, ma che in esso ci siano non solo il mondo, ma migliaia di stelle, migliaia di galassie, e che ci siano altri mondi abitati". Domanda: "In che maniera e da chi abitati?" Risposta: "C’è un detto che risale ancora a secoli fa: "Natura non facit saltus", "la Natura non fa salti".Abbiamo il regno minerale, quello vegetale, il regno animale, il regno umano ed il regno angelico: le uniche cose, i cinque regni che conosciamo. Quattro sono naturali e li vediamo. Tra l’uomo, l’essere umano, e l’angelo (v.), c’è una grossa differenza. Ecco perché già considerando questo solo argomento, che è illustrato molto bene da uno dei più grandi teologi, San Tommaso (v.), è verosimile che tra l’uomo, dotato di uno spirito molto legato alla materia, e l’angelo che è puro spirito, vi siano altri esseri, i quali abbiano un’anima meno legata, meno subordinata al corpo. Un’anima di questo genere è ovvio che possa ispirare e rendere realizzabili progressi che noi, per quanto ne abbiamo fatti tanti in questi ultimi decenni, non siamo assolutamente in grado di compiere".


UgonottiTermine derivato dal tedesco Eidgenosse, confederato, incrociato con il nome del capo del partito antisavoiardo Hugues Besançon. Era l’appellativo dato dai partigiani dei Savoia ai gruppi ginevrini ribelli, usato poi in Francia per indicare generalmente i protestanti seguaci di Calvino (v.), ed in particolare la loro organizzazione politico-militare durante le lotte di religione del XVI e XVII secolo (Guerra dei cent’anni). In origine forma associativa di tipo religioso, retta dalla Confessio gallicana, gli U. si trasformarono in un vero e proprio partito politico, che in Francia si oppose al tentativo di instaurare l’assolutismo regio contro un certo tipo di autonomie di derivazione feudale, agendo soprattutto a partire dal 1560, dopo il primo sinodo nazionale delle chiese riformate francesi, tenutosi a Saint-Germain. Uno dei centri maggiori degli U. fu La Rochelle, ed essi ebbero come capi dapprima il principe di Condé, e poi il re di Navarra. Il periodo delle guerre di religione si aprì praticamente con il massacro di Vassy (1° marzo 1562), eseguito dai fedeli del Guisa , ramo cadetto della dinastia di Lorena e sostenitori dei cattolici. La prima fase di questo tormentato periodo vide l’affermazione degli U., appoggiati dall’Inghilterra: la pace di Sait-germain-en-Laye (1570) viede riconosciuto loro il diritto di occupare quattro città (La Rochelle, Cognac, Montauban e La Charité), oltre che ad essere considerati come una forza autonoma. La strage di San Bartolomeo (1572, v.), in cui ancora una volta gli U. furono massacrati, aprì un altro periodo caratterizzato dalla lotta fra Enrico di Guisa ed Enrico di Navarra, per la successione al trono di Francia, che toccò al secondo dopo la sua conversione al cattolicesimo (Enrico IV di Francia). L’editto di Nantes (1598) emanato da Enrico IV, faceva ampie concessioni agli U., che però, dopo la morte del sovrano, resi inquieti dalla politica di riavvicinamento con la Spagna e da nuovi tentativi di accentramento regio, ripresero le armi. La caduta di La Rochelle (1628), assediata dalle truppe del cardinale Richelieu, poneva fine all’organizzazione ugonotta in Francia, nonostante che l’editto di Nimes concedesse loro tutte le libertà religiose (1629).


UguaglianzaTermine con il quale viene comunemente rappresentato il principio per cui tutti gli uomini sono considerati simili, di pari dignità, valore ed importanza, senza distinzioni o privilegi, specie al cospetto dell'Essere Supremo, ma anche davanti alle Leggi dello Stato. L'U. è il principio per cui a tutti gli uomini dev'essere assicurata la libertà dal bisogno, ponendoli così in una condizione di parità effettiva, reale e non solo formale. É uno dei principi fondamentali della Libera Muratoria, che richiede ai suoi adepti il riconoscimento della condizione di assoluta parità tra tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla razza, dalla posizione sociale, dalla professione esercitata, dalla nazionalità, dalla religione professata e dall'ideale politico espresso. Davanti al Grande Architetto dell'Universo tutti gli uomini non possono che essere Fratelli, senza distinzione alcuna. Il termine U. fa parte del Trinomio (v.) massonico.


UjatAntico simbolo egizio rappresentato nei geroglifici con un occhio aperto "|". L’U. non è mai chiuso. Gli Egizi lo consideravano l’occhio di Horus (v.), che viaggia sulla barca del giorno e su quella della notte; esso rappresenta l’onniscienza divina nonché l’ampia visione spirituale del saggio. É l’occhio creativo, mantenuto sempre umido per meglio vedere la luce. Rivolto verso l’universo, è l’occhio Sole e l’occhio Luna; rivolto verso sé stessi è l’occhio coscienza. Simbologicamente la Massoneria si ricollega alla stessa morfologia dell’occhio, evidenziando l’analogia tra il simbolo del cerchio, costituito dall’iride, e quello del centro, rappresentato dalla pupilla.


UlfilaNome di prelato visigoto (ca. 310-383) di famiglia originaria della Cappadocia. Crebbe in terra visigota, fu educato all’arianesimo e venne eletto vescovo (341) nel sinodo di Antiochia. Nel 348 guidò in Mesia una parte del suo popolo, di cui fu capo religioso e politico. La sua Traduzione della Bibbia, condotta sul testo greco e sulla Vulgata latina, è l’unico vero documento del gotico che come espressione scritta e letteraria fu praticamente creata da U.


UltramontanismoDottrina teologica che afferma il primato della Chiesa cattolica di Roma, sia nei rapporti teologici e giurisdizionali con le singole chiese nazionali, sia nei rapporti politici con gli stati. I maggiori teorici dell’U., che si appoggiano dapprima all’assolutismo monarchico della Restaurazione, e poi al liberalismo della Monarchia di luglio, furono de Maistre e Lamennais. Il principio teologico fondamentale dell’U. è il dogma dell’infallibilità pontificia del 1870, che concentrava nella persona del pontefice ogni potere dogmatico e disciplinare rispetto ai vescovi. Il principio politico dell’U. è il rifiuto che le singole chiese nazionali siano subordinate al potere degli stati, ma può giungere fino alla richiesta di un riconoscimento della supremazia del potere politico della Chiesa rispetto allo Stato.


UmanesimoMovimento culturale svoltosi tra il XIV ed il XV secolo, caratterizzato dallo studio appassionato delle lingue e delle letterature greca e latina, e quindi di tutta la civiltà classica, considerata fondamento di ogni progresso civile e spirituale dell’essere umano. L’U. storico raggiunge la sua compiutezza nel corso del XV secolo, ed il suo rigoglioso approdo nel Rinascimento, Il disprezzo per la cultura medievale e la necessità di un rinnovamento, sono tratti caratterizzanti dell’intellettuale umanista, che si distingue da quello del XIII secolo perché sente il bisogno di sottoporre a critica le nozioni tradizionali, di verificarle per mezzo di un’analisi razionale. Il tratto distintivo profondo del nuovo intellettuale è dunque lo spirito critico. Esso significa rivalutazione dell’uomo e della sua possibilità di comprendere e trasformare il mondo. L’U. nacque in Italia e si diffuse rapidamente in tutta l’Europa. I principali centri umanistici italiani furono a Firenze, a Roma ed a Napoli, dove operarono anche importantissime accademie. Precursore dell’U. fu il Petrarca, e fondatore del primo cenacolo umanistico fiorentino fu il suo seguace C. Salutati, che nel 1397 fece chiamare a Firenze il Crisolora per insegnarvi il greco. Di qui prese l’avvio la diffusione della conoscenza del greco, facilitata prima dalla scoperta di antichi testi greci ad opera dell’Aurispa, successivamente dal concilio di Ferrara e di Firenze (1438-39) per ricongiungere le due Chiese greca e latina. Questo che favorì la venuta in Italia di insigni grecisti, come il cardinale Bessarionr e G. Gemisto detto Pietone, ed infine dall’occupazione turca (1453), che costrinse ad emigrare in Italia altri illustri maestri come l’Argiroupulo, il Calcondila ed il Lascaris. Accanto al Salutati occorre ricordare N. Niccoli, L. Bruni, Pico della Mirandola e. soprattutto, il Ficino. Fondatore dell’accademia romana fu Pomponio Leto, ed a Roma risiedettero a lungo il Biondo ed il Valla, la personalità più inquieta dell’intero periodo. L’accademia napoletana, fondata da A. Beccadelli detto il Panormita, prese poi il nome di Pontaniana, in onore del suo socio più illustre, G. Pontano, che, con il Marullo, con il Poliziano e con il Sannazzaro, nell’ambito della produzione in latino è tra le voci poetiche più autentiche del secolo. Nella seconda metà del XV secolo si afferma l’U. volgare, che tende a conferire dignità classica alla lingua italiana. Si giunge così alla rinascita della poesia con il Poliziano, Lorenzo de’ Medici e Matteo M. Boiardo, mentre la prosa umanistica tocca il suo vertice con le opere del Sannazzaro e di Leon Battista Alberti. In posizione isolata e polemica rimase invece l’U. scientifico di Leonardo da Vinci. Tra gli studiosi stranieri basti ricordare il Budé, J. De Montreuil, N. de Clémanges e gli Estienne; gli inglesi W. Grocyn,e theodor Linacre, i tedeschi N. Cusano, g. reuchlin, F. Melantone, il catalano A. March; e soprattutto l’olandese Erasmo da Rotterdam (v.).


UmiliatiMovimento religioso cristiano sviluppatosi soprattutto nell’Italia settentrionale nel XII secolo. Si caratterizzò per l’impegno ad una vita di continenza e lavoro (arte della lana). Organizzati in comunità autonoma, verso la fine del XIII secolo gli U. annoverarono nelle loro file elementi di tendenza ereticale, provocando l’intervento di Innocenzo III. In seguito si diedero un nuovo ordine, distinguendo tre gruppi di aderenti: religiosi consacrati a Dio, che vivevano in propri oratori; religiosi laici, che conducevano vita in comune, e laici, che seguivano la regola pur vivendo nelle proprie case. Nel XV secolo l’ordine decadde per la rilassatezza dei costumi e l’accumulazione di ingenti ricchezze, finché venne soppresso con bolla di Pio V (1571).


UmiltàUna virtù fondamentale alla base dell'uomo di buoni costumi. É semplicità, è coscienza della propria debolezza, dei propri limiti, specie se si confrontano le proprie capacità e le mete raggiunte con la grandezza e la perfezione del Creatore, ovvero la pochezza umana con le meraviglie della natura. L'U. è modestia e riservatezza, nei modi e nel contegno, è soffocazione dell'esibizionismo, dell'ostentazione delle capacità e delle doti. Per meglio afferrare il significato del termine, è opportuna l'identificazione degli opposti, o contrari, che potrebbero essere rappresentati dall'orgoglio, dalla superbia, dall'alterigia, dall'altezzosità, dall'ambizione, dall'irriverenza, nonché dall'impudenza. Vi sono talune particolari definizioni dell'U., cui è opportuno prestare particolare attenzione: "U. è quella cosa che ci permette di restare con la mente ove vogliamo, pur sapendoci ben ancorati con i piedi alla Terra. U. è conoscere i limiti propri, degli altri e della stessa natura. U. è saper rinunciare per una buona causa, è abbattimento delle barriere dell'arroganza umana, è vita serena. U. è Amore". Dal concetto di U. come virtù superiore, traspare la necessità di bandire qualsiasi forma di esibizionismo, ogni ostentazione di certezze, di cui si sanno lastricate le strade degl'inferi, rendendo comune la convinzione che " Solo nella semplicità, solo spogliandoci della presunzione, dell'arroganza, dell'innata tendenza a far prevalere le nostre idee su quelle degli altri, soffocando in noi anche i bassi istinti della prevaricazione, solo indossando con naturalezza i panni dell'U. riusciremo a provare il piacere del "dare", di ricambiare con l'amore le dimostrazioni d'amore ricevute, attuando il rituale iniziatico del "fare agli altri quello che gradiremmo fosse fatto a noi", solo imponendoci d'essere piccoli, proprio come quanti sono storicamente noti per questa dote che li ha resi grandi (come ad esempio i più famosi artisti), dote che è virtù allo stato puro, potremo sperare d'essere riusciti a lasciare una traccia della nostra esistenza terrena ". Tra la cosiddetta letteratura esoterica, è reperibile un particolare Messaggio, su cui vale la pena di riflettere: "Sforziamoci di pensare ogni nostra sera se veramente sappiamo ancora cosa sia l'U. Se siamo certi di saperlo, non potremo che dormire sonni tranquilli. Se invece avessimo dei dubbi, rivediamo tutto ciò che abbiamo fatto e pensato fino a quel momento. Consoliamoci sempre, sapendo che cosa sia il dubbio: "Esso è sempre crescita"Il doveroso compito muratorio di praticare i princìpi della Libertà, dell'Uguaglianza, della Fratellanza e della Tolleranza, può essere sicuramente facilitato dall'adozione preliminare dell'U., almeno considerata nei suoi contenuti essenziali, ovvero: "L'U. è alla base del bene comune. Non sottovalutiamola mai, poiché essa è lo strumento indispensabile per crescere".

UndiciNel simbolismo numerico ha un posto di grande importanza: sono infatti U. gli Eoni (v.) maggiori, e dalla loro trinità nasce il trentatre, il simbolo del Perfettissimo, del Pleroma (v.) dei Pleromi dello Gnosticismo (v.).

Unicornov. Liocorno.

UnitarismoConcezione religiosa che privilegia l’unità di Dio rispetto all’affermazione cristiana della Trinità. La prima forma moderna di U. si ha con i Sociniani italiani, polacchi ed inglesi. In questa forma l’U. si accompagna ad una concezione estremamente liberale e tollerante della religione. In Inghilterra nel 1825 venne costituita l’Associazione unitarista, che ebbe numerosi seguaci in America e nella stessa Inghilterra. Un secondo significato è quello filosofico. In genere l’U. è quell’indirizzo che sfocia nel panteismo e nel monismo idealistico. In tal senso il termine viene usato da Fichte per esprimere il rapporto della dottrina della scienza con l’assoluto. Hamilton chiama Unitarians i filosofi monisti in genere, sia che svolgano tutta la realtà dal soggetto (realismo), sia dall’oggetto (materialismo). Analogo è l’uso reperibile in Schelling. Rosmini infine chiama unitariani quei filosofi che nell’essere trovano solamente l’unità: tali sono Plotino ed Hegel. Perciò sul piano ontologico l’U. si contrappone al pluralismo.

UniversaleIn filosofia è il concetto generale ed astratto applicabile ad una totalità di individui, ed opposto a particolari termini riferibili solo ad alcuni individui. Nella filosofia medievale la questione degli U., a lungo presente, concerneva il rapporto tra U. e realtà, ossia le diverse questioni: · se gli U. esistono in sé indipendentemente dalle cose individuali (posizione realista); · se gli U. esistono nelle cose individuali (immanentismo); · se hanno valore di concetti logici (concettualismo); · se sono solo simboli slegati da referenti reali e concettuali (terminismo).

UnoNel concetto filosofico il numero U. è sinonimo di unità, in opposizione a molti. Nella storia della filosofia assume particolare significato, poiché vi si concepisce la coincidenza dell’U. ipostatico e teologico con Dio. Sono i neoplatonici ad introdurre questa interpretazione, identificando l’U. con l’idea platonica del bene. A differenza delle innumerevoli cose conosciute dall’intelletto umano, l’U. è assolutamente semplice, e trascende come tale tutti i generi e le specie particolari, ponendosi come principio supremo di unificazione ontologica. La scolastica cristiana medioevale eredita questa nozione di unità e semplicità, e concepisce l’U. (insieme al Vero ed al Bene) come attributo trascendentale dell’essere, ossia come quell’attributo comune a tutti gli esseri, che trascende tutti i generi particolari. La concezione mistica e panteistica dell’U., propria del neoplatonismo, viene ripresa in epoca rinascimentale da Giordano Bruno (v.). L’U.-tutto è il principio del mondo, coincidente con il mondo stesso. Questa sorta di monismo naturalistico è presente anche in epoche molto posteriori, come nella filosofia della natura di Schelling. Hegel distingue l’U. come concetto astratto, opposto ai molti, dall’unità, che è un concetto concreto. Y (Massoneria) Simbolicamente l’Alchimia e l’Ermetismo rappresentano l’U. con un cerchio, raffigurato con un serpente che si mangia la coda. Secondo il Moramarco, il numero U. è simbolo palese del G.A.D.U. (v.), e rappresenta la meta, il termine ultimo della conoscenza simbolica. La via iniziatica procede dall’U. indistinto (la pietra grezza) all’U. articolato (la pietra cubica), transitando per il ternario ed il quinario, che sono la radice (tre) e l’escrescenza (cinque) articolari dell’Unità. La botanica Agnes Arber (v. Il molteplice e l’U.) riferisce che il mistico persiano Jili dette espressione all’idea di Unità con una vivida meteora, allorché disse che una cinta di mura, osservata da vicino, si rivela costituita da una molteplicità di componenti diversi, come pietre, mattoni e calce. Ma se la si guarda da lontano mostra soltanto il suo carattere essenziale di cinta di mura, cosicché la sua molteplicità si fonde in unità. L’U. è quindi il simbolo ideale massonico, celato però agli occhi fisici. La Libera Muratoria non ha valorizzato con più riscontri rituali questo numero, forse perché l’aspirazione a vedere l’universo come entità unitaria trova espressione ovunque, sia in Oriente che in Occidente. Ma mentre i pensatori orientali tendono ad evidenziare l’U., quelli occidentali sono più tesi verso il molteplice. Così l’Istituzione muratoria ha parzialmente rimosso il dato formale dell’Unità, recuperandolo attraverso l’esplorazione delle potenzialità unitarie latenti nei numeri Tre, Cinque e Sette (v.).

UnzioneTermine con cui viene designato un rito adottato da molte religioni per celebrare una consacrazione od un’iniziazione. Nel cristianesimo è praticato nel Battesimo (v.) e nella Confermazione (v.). In tempi molto antichi i Caldei e gli Ittiti usavano l’unzione con l’olio nei loro riti magici. In Egitto i cadaveri dei faraoni venivano unti con olio balsamico. Nella teologia cattolica l’U. è uno dei sette Sacramenti (v.), avendo sostituito dal 1972 la vecchia espressione Estrema U., ed ha fondamento biblico: "Essi partirono e predicarono che si convertissero, cacciavano molti demoni e guarivano molti malati ungendoli con olio (Marco 6, 12-13). Nel rito bizantino l’U. è detta euchelaion, ed ha come scopo il ristabilimento della salute del corpo.

UomoL'essere umano, che le Sacre Scritture dicono creato ad immagine e somiglianza di Dio, è ritenuto la più evoluta tra le creature che popolano l'universo. Ricorrendo al principio ermetico, secondo il quale il microcosmo si identifica nel macrocosmo, per cui il piccolo è identico al grande, va notato che fin dall'antichità greca classica, in particolare da Pitagora e Platone in poi, viene riconosciuta l'esistenza di una realtà superiore, popolata di energie invisibili, presente oltre la natura visibile e sensibile. L'universo era stato fin da allora suddiviso in una terna di diverse manifestazioni, comprendenti un piano materiale, un piano psichico ed un piano spirituale, secondo una peculiare gerarchia rimasta inalterata per millenni, fino al tardo medioevo. A ciascun piano corrisponde un peculiare aspetto, ovvero un diverso stato: ·stato di non manifestazione, rappresentante la Possibilità Universale· stato di manifestazione informale, o sottile, rappresentante l'Anima del Mondo, · stato di manifestazione formale, o grossolano,ovvero quello del mondo della sostanza del corpo fisico. L'uomo era collocato al centro del "cosmo", data l'identità degli elementi componenti entrambi. In analogia all'armonia caratteristica del cosmo e dell'uomo, anche a quest'ultimo furono assegnate tre forme esistenziali: al mondo materiale corrispose il corpo fisico, al mondo psichico l'anima, al mondo eterico lo spirito. Da ciascuna natura (o mondo, livello, piano) nacque una disciplina di studio, rispettivamente fisica, psicologia e metafisica. Tale ripartizione era caratteristica di ogni dottrina tradizionale, anche se ciascuna dottrina si differenziava nell’ampiezza dei confini di ciascun piano. Presente nelle tradizioni asiatiche, caratterizza anche quella ebraica, come dimostrato dall'inizio della Genesi, dove l'anima vivente è raffigurata come unione del corpo con il soffio dello spirito. Questa ripartizione ternaria fu adottata da Platone, e le correnti filosofiche latine neoplatoniche tradussero i termini greci nous (nous), psyche (psiché) e soma (soma), con gli equivalenti Spiritus, Anima e Corpus. La tradizione cristiana ereditò la ripartizione, come riportato all'inizio del Vangelo di Giovanni, fondamento dell'esoterismo occidentale, ove la terna Verbum, Lux et Vitacorrisponde ai tre mondi citati: spirituale, psichico e fisico (o corporale). San Paolo, nella sua prima lettera indirizzata ai Tessalonicesi, dice testualmente " E lo stesso Dio custodisca tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, senza macchia". Sant'Ireneo, nel De Resurrectione, ancor più chiaramente sostiene: " Esistono tre principi dell'uomo: corpo, anima e spirito. Quello che salva e forma é lo spirito. Quello che è unito e formato è il corpo. L'intermediario tra i due è l'anima. Quest'ultima a volte segue lo spirito, e da questo viene elevata. A volte invece discende fino al corpo, sottostando agli appetiti terreni". Fu proprio per evitare il rischio pernicioso di attribuire all'anima elementi troppo corporali, come infatti fece Platone, che i dottori della Chiesa cristiana preferirono avvicinare l'anima allo spirito, fino ad arrivare a confonderli tra loro, dando origine al più semplificato dualismo corpo e anima. Da questo abbinamento nasce la persistente confusione tra psichico e spirituale, tra cui oggi, almeno per i più, continua a non esserci differenza alcuna. Rimane tuttavia il fatto che, se l'anima è la mediatrice, l'elemento catalizzatore tra il superiore e l'inferiore della natura umana, è indispensabile che tra loro esista un collegamento naturale. Per cui sia Sant'Agostino che San Bonaventura definiscono col termine "anima" il corpo sottile, mediano tra corpo fisico e spirito. Opportuno accennare come l'analisi del corpo fisico, effettuata seguendo i principi della filosofia teosofica, fondamento di dottrine, religioni e credenze passate e future, permetta di arrivare, attraverso un lungo e complesso processo, ad una classificazione. Tramite questa diventa possibile la spiegazione dei fenomeni della vita e della stessa coscienza. Lo spirito umano dispone di strumenti ed arnesi, indispensabili per realizzare l'evoluzione, ovvero il completamento conoscitivo della coscienza. Si tratta di veicoli veri e propri, che troviamo sotto riportati, con la loro corrispondenza in sanscrito, ovvero: · 1) Corpo, o veicolo rozzo, · 2) Vitalità, o Prana, · 3) Corpo astrale, o Linga Sarira· 4) Anima animale, o Kama Rupa, · 5) Anima umana, o Manas· 6) Anima spirituale, o Buddhi. Aggiungendo a questi sei veicoli il ·Corpo etereo, o Atman, otteniamo la tipica ripartizione settenaria dell'essere umano, adottata da tutte le dottrine orientali, che implicano comunque l'assoggettamento delle creature alle leggi della"metempsicosi" (v.), per cui lo spirito deve successivamente transitare, dimorandovi, nei mondi minerale, vegetale, animale ed umano. In occidente invece s'è continuato a considerare la ripartizione ternaria, più che altro per evidenti ragioni teologiche, se non addirittura, come abbiamo visto, la sua semplificazione dualistica, tuttora vigente. Un approfondimento della ricerca nel campo della realtà invisibile, avviato proprio in occidente all'inizio del secolo scorso, ha implicato un ritorno alle origini dell'era cristiana, con l'adozione di definizioni più sofisticate, accurate e comprensibili delle "tre" diverse nature, sia universali o cosmiche che umane: · a) Corpo - Corpo fisico - Materia sensibile, · b) Anima - Corpo astrale - Mondo astrale; · c) Spirito - Corpo etereo - Mondo mentale, oppure spirituale od etereo.

Uovo dei filosofiDenominazione che l’Alchimia attribuisce al grande vaso della Natura, nel quale avvengono tutti i processo della Grande Opera (v.). Nella Libera Muratoria l’espressione designa il Gabinetto di Riflessione (v.), in cui il profano si accinge a liberarsi dei Metalli (v.) prima di avviarsi alla Cerimonia dell’Iniziazione (v.). Secondo van Leppen (Art et Alchimie, 1966), l’U. filosofico, "Centro e fulcro dell’Universo, accoglie nel suo guscio gli elementi vitali, allo stesso modo come il vaso ermeticamente chiuso accoglie l’essenza dell’opera. Il vaso doveva essere come l’uovo, covato per consentire la trasformazione dei vari elementi. Il calore si ottiene dal fuoco concentrato nell’Atanor (v.). Di poi si procede alla distillazione, per ottenere l’elisir, oppure la trasmutazione in oro od in altri metalli preziosi. Dall’insieme degli elementi nasce dunque il figlio della filosofia, cioè l’oro, ovvero la saggezza". Nell’Alchimie mediterranienne (1963), G.E. Monod riporta la descrizione dell’U. filosofico rinvenuta in un antico libro di Alchimia, in cui si legge: "Ecco ciò che gli antichi dicono sull’uovo: alcuni lo chiamano la pietra di rame, altri la pietra eterea, altri ancora la pietra che non è pietra, oppure la pietra egizia, o l’immagine del mondo".

UpanishadTermine sanscrito derivato da sad, sedere, ed upa, presso (il maestro). Pertanto indica l'insegnamento iniziatico e segreto impartito dal guru (maestro) al discepolo. Sono così chiamate importanti opere della letteratura sacra indù che, contenendo speculazioni di ordine cosmogonico e filosofico, sono in effetti manuali di meditazione per asceti. Secondo la tradizione le U. sono 108, un numero simbolico, poiché in realtà esse sono molte di più. Si distinguono in antiche, in intermedie ed in recenti, le ultime di minore importanza. Tra le prime spiccano: Brhadaranyaka, Chandogya, Taittiriya e Aitareya; tra le medie Isa, Svetasvatara, Prasna, Maitri e Nandukya. Le U. sono collegate ai Brahmana (v.), di cui sono filiazioni, poiché riprendono temi lì trattati, e spostano il centro d'interesse speculativo dal Brahman, il principio cosmico, all'atman, ovvero sé stesso, che è il medesimo principio individuato nell'essere umano. Mentre nelle più antiche U. i due poli Brahman-atman sembrano ancora due distinti oggetti d'indagine, nelle più recenti sse ne afferma l'assoluta identità. La grande importanza delle U. sta dunque nell'aver spostato l'attenzione del sacrificio esteriore dell'epoca vedica ad un sacrificio di ordine interiore, in cui ciò che è sacrificato sono le limitazioni della natura egoica, che vanno bruciate mediante il fuoco della conoscenza. Quindi non è più sufficiente, come nell'epoca vedica, osservare perfettamente il rituale per aver compiuto i propri doveri verso il divino, ma fine della vita diventa la liberazione (moksa) dal samsara. A causa di questa interiorizzazione del problema religioso, le U. costituiscono la vera premessa teorica alla pratica yoga, fondata sul raccoglimento all'interno di sé. La loro concezione, che può essere definita monismo panteistico, riducendo tutto ad un unico principio creatore immanente al mondo, è alla base della speculazione vedantica, in cui la manifestazione è vista come il "velo" di quest'unico principio.

UranoUna delle divinità primigenie che si favoleggiava nata da Gea con la quale si sarebbe poi accoppiato, generando i Titani, i Ciclopi e gli Ecatonchiri o Centimani. Temendo poi d'essere da loro spodestato dal dominio dell'universo, U. li imprigionò nel Tartaro. Uno dei titani, Crono o Saturno, istigato dalla madre, gli si ribellò, riuscendo a vincerlo ed a mutilarlo, costringendolo a cedergli il trono. Lo stesso nome fu attribuito al primo re degli Atlantidi, popoli che si credeva abitassero la parte dell'Africa situata presso il monte Atlante, per le sue molteplici conoscenze astronomiche.

UroborosRaffigurazione complessa del Cerchio, originata dall’esigenza percepita dagli alchimisti greci che, nell’intento di animare una figura geometrica ritenuta troppo arida, hanno voluto vedere nel Cerchio un Serpente (v.) che si morde la coda, denominato appunto U. È il Serpens qui caudam devorat, talvolta raffigurato metà bianco e metà nero, cioè Yin (v.) e Yang (v.) della tradizione del Taoismo (v.) cinese, le due opposte nature, il Rebis (v.). Secondo lo Schwarz (L’immaginazione alchemica, Ediz. La Salamandra, 1980), "Il concetto delle due nature ci introduce ad un altro elemento cardinale del pensiero alchemico, e cioè al concetto che l’impulso alla differenziazione della materia prima nei suoi componenti maschile e femminile è dato dalla lotta e dalla conseguente unione delle polarità fondamentali. L’incesto filosofale (coniunctio oppositorum) dell’Alchimista, realizza il filius philosophorum, l’immortale Androgino (v.), che si identifica nella Pietra Filosofale, annunciata dalla sua nascita. Infatti il Rebis non è che il prodotto delle nozze alchemiche tra il Mercurio (v.), la donna, il principio lunare, e lo Zolfo (v.), l’uomo, il principio solare". L’U. è l’emblema tradizionale di ciò che non ha inizio né fine, formato da una linea unica le cui estremità si ricongiungono per annullarsi l’una nell’altra. Esso determina un limite separatore tra la superficie interna definita e quella esterna infinita. Viene anche considerato simbolo dell’evoluzione che si conclude in sé stessa, e quindi dell’unità fondamentale del cosmo. Il motto En to pan, Uno il Tutto, con cui accompagnavano il simbolo ofidico, esprimeva la loro fede dell’unità globale di ciò che esiste e può essere concepito. Per le loro speculazioni essi partivano da questa Unità, e vi ritornavano incessantemente per misurare il valore delle cose rispetto ad essa. Non si nascondevano che questo Tutto equivale a Niente per il sensista, che ritiene reale ciò che si constata oggettivamente, da cui la loro considerazione riguardo alla Materia prima della Grande Opera (v.), che gli sciocchi non vedono da nessuna parte, mentre i saggi la intuiscono ovunque.


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