mercoledì 24 aprile 2013

Termini Imerese: Landini mette la Fiat alle strette



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Tornano a riaccendersi le luci sulla vertenza Fiat di Termini Imerese. Dopo tanto silenzio, che aveva fatto passare in secondo piano quello che da più parti è stato visto come un vero e proprio abbandono perpetrato dal Lingotto all’Isola, si ritorna finalmente a parlare del futuro dei lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese. A farlo è Maurizio Landini, leader della Fiom che, proprio da Termini, attacca la Fiat e il Governo minacciando di mobilitare l’intero comparto automobilistico.
Dal palco dell’assemblea degli ex lavoratori di quella che una volta era chiamata Sicilifiat, Landini ne ha per tutti. «Governo e Fiat si assumano le loro responsabilità per una questione che non può essere rinchiusa nei confini regionali – ha detto – La Fiat non può tirarsi fuori dal problema di dare una risposta produttiva e occupazionale a questo territorio». Rassicurazioni agli operai, attualmente in cassa integrazione ma senza nessuna certezza per il futuro: «Sono qui per dire ai lavoratori che non li lasceremo soli. La vertenza Termini Imerese sia prioritaria per il nuovo Esecutivo. Il 18 maggio saremo in piazza a Roma per far valere i nostri diritti, a prescindere da chi sarà al Governo».
Sostegno agli operai «scaricati» dalla Fiat è arrivato anche da Rosario Crocetta. Il presidente della Regione al congresso regionale della Cisl ha infatti dichiarato: «Il processo di rilancio dello stabilimento finora è stato bloccato dai no della Fiat e del Ministero. Il governo regionale e’ disponibile a compartecipare a questo impegno, in misura di trasferimenti ai lavoratori per la compartecipazione al reddito e alla proprietà dell’impresa, cominciando dunque a sconvolgere un sistema classico con forme nuove che prevedono che i lavoratori diventino comproprietari dell’azienda.

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