venerdì 19 aprile 2013

SULLE COSTE ITALIANE BOOM DELL'ABUSIVISMO E PIU' INQUINAMENTO

 ROMA - Un mare di illegalita'. In Italia i reati ambientali accertati nel 2004 dalle forze dell'ordine sono stati poco meno di 20.000, vale a dire cinque illeciti ogni due chilometri, il 7% in piu' rispetto al 2003 e concentrati soprattutto al Sud. E se la maggioranza delle acque italiane ancora gode di una discreta salute, la percentuale di mare inquinato e' comunque cresciuta del 7%. Raddoppiati i sequestri di strutture abusive sul demanio marittimo, passati dalle 760 alle 1367, pari ad un incremento dell'81% sul territorio nazionale e con punte massime del 122% in Sicilia. E' quanto emerge dal rapporto di Legambiente, Mare Nostrum 2005, presentato in occasione dei vent'anni di Goletta Verde, la storica campagna che ogni estate fa il punto sullo stato delle acque di balneazione, sulla salute dei parchi del mediterraneo e porta avanti la lotta ai pirati del mare e delle coste.

Le cattive notizie non finiscono pero' qui. In aumento del 15% i reati nel settore dell'inquinamento e della cattiva depurazione (1.406 del 2004 contro i 1.224 nel 2003), mentre metalli pesanti, pesticidi e altre sostanze pericolose si trovano persino sui fondali delle aree marine protette, come si ricava dai dati del monitoraggio predisposto dal ministero dell'ambiente e che non a caso ha inserito oltre 85.000 ettari di mare nel Piano nazionale di bonifica. Un monito, dunque, a guardare anche a monte, secondo il direttore generale del ministero Aldo Cosentino, ''alle colline e alle montagne che sono spesso fonti di inquinamento delle nostre acque''.

A essere responsabili del cattivo stato del nostro ecosistema non sono pero' solo le grandi industrie con i loro scarichi e la criminalita' organizzata ma anche i singoli cittadini. Sono infatti cresciute anche le infrazioni del codice della navigazione e i reati di pesca di frodo, aumentati addirittura di un terzo (6.736 nel 2004 contro 5.060 nel 2003).

Insomma per il presidente di Legambiente Roberto Della Seta siamo di fronte ad ''impunita' generalizzata e sempre piu' arrogante''. E su tutti colpisce ovviamente il boom dell'abusivismo edilizio. Il raddoppiamento del numero dei sequestri infatti se da una parte e' il segno di una maggiore efficacia delle forze dell'ordine e' anche la testimonianza che ''le violazioni diventano sempre piu' gravi'', ha spiegato Della Seta. Diffuso su tutta la penisola, l'abusivismo ha pero' una veste diversa al nord, dove perlopiu' si ristruttura, e al sud, dove invece si costruisce ex-novo. E' di nuovo comunque il mezzogiorno a vincere il triste primato con al primo posto la Sicilia con 696 infrazioni (+19%), seguita dalla Puglia con 489 notizie di reato, 617 persone denunciate e 200 sequestri effettuati, e dalla Campania con 437 infrazioni accertate, 632 persone segnalate all'autorita' giudiziaria ma il piu' alto numero di sequestri eseguiti, ben 259.

Anche in questo caso non c'e' salvezza neppure per il mare protetto: lungo i 38 km di coste della Riserva di Capo Rizzuto gli inquirenti hanno scoperto una vera e propria spartizione tra cosche del territorio e delle abitazioni. E tra i tanti danni che di cui l'abusivismo e' responsabile, c'e' anche l'erosione delle coste, denuncia Legambiente. Delle 3734 chilometri di spiagge italiane la meta' e' soggetta a fenomeni di erosione, pari al 23% di tutte le coste della penisola. Molise, Basilicata, Calabria le regioni piu' minacciate e Liguria e Emilia Romagna sono intervenute solo sulla meta' dei tratti a rischio.

E cosi' puntuali come ogni anno sono arrivate le Bandiere nere, un vessillo che viene consegnato da Legambiente ai 'pirati del mare'. Dodici colpevoli, tra cui due societa' liguri per la costruzione di un porto turistico alla foce del Bisagno per oltre 150 mila metri quadrati e per la costruzione di una decina di container-bungalow che ''hanno distrutto in maniera irreversibile'' la pineta della collina di Baia Blu (Sp). 

(ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento