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Identificato dai primi orientalisti dell'800 sic et simpliciter con i danzatori dervisci, apparentemente distante, o addirittura estraneo all'islam della legge, il sufismo è in realtà un fenomeno infinitamente più complesso e sfumato.
Secondo la studiosa, corrisponde alla "dimensione interiore dell'islam".
Non il sapere intellettuale è la preoccupazione del sufi, ma l'esperienza esistenziale. Annientarsi d'amore nell'essere divino: questa è la sua meta, come per ogni mistico che si rispetti.
Centro e fondamento della propria vita è la parola di Dio rivelata nel Corano; ferrea la venerazione del profeta; "mangiare poco, dormire poco, parlare poco", la regola fondamentale cui si attiene. Spesso attaccati, anzi considerati eretici, proprio perché sottolineavano continuamente l'amore di Dio, molti sufi espressero in temerarie forme poetiche la dismisura di questo loro struggimento. Ed è proprio a tale filone, distinto da quanti andavano invece edificando un vero e proprio sistema teosofico, che va la netta preferenza dell'autrice.
http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010205.htm
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