lunedì 15 aprile 2013

Stratfor sull’arresto di Assange: non c’è dubbio che sia per colpa del cablegate


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Postato da  il 04-03-2012 alle ore 21:27:27


Gli impiegati ed analisti di Stratfor, nel loro massiccio uso della posta elettronica, colgono spesso l’occasione di parlare di Wikileaks e di Julian Assange. Queste discussioni non potevano mancare nel giorno in cui Assange venne arrestato dalla polizia inglese per le accuse mosse dalla corte svedese verso il fondatore di Wikleaks, e su queste gli analisti di una delle più grandi compagnie di intelligence privata degli Stati Uniti d’America hanno da dire la loro.
“Le accuse di violenza sessuale raramente sono seguite da avvisi rossi Interpol, non c’è dubbio che questo sia un tentativo di fermare il rilascio di cablo diplomatici da parte di Wikileaks. Ma se è probabile che l’arresto di Assange interrompa il lavoro di Wikileaks sul lungo termine, comunque non avrà impatto sul breve termine e i governi adesso si stanno chiedendo cosa verrà rilasciato come atto di vendetta. (Vendetta = la chiave per decrittare il torrent ‘insurance’)”.
E’ la stessa Stratfor quindi a sollevare obiezioni sul modus operandi dell’Interpol nella vicenda che vede Assange accusato dalla corte svedese dello stupro di due donne (stupro che secondo gli stessi analisti della Stratfor, come emerge da un’altra email, è una bufala, sicuramente per quel che concerne una delle due presunte vittime).
Ciononostante per Stratfor è un’ottima giornata quella in cui si apprende dell’arresto di Julian Assange, la strategia della compagnia di spionaggio statunitense è molto chiara:
“Muovetelo da uno stato all’altro per i prossimi 25 anni, impegnato ad affrontare una causa di estradizione dopo l’altra” poiché “la sua incarcerazione lo renderebbe un martire, un’ispirazione” “l’arresto non è necessariamente la fine di Julian Assange”.
Sulla figura di Assange Stratfor ha un’idea molto chiara: un accentratore, un paranoico, un egocentrico. Il suo arresto o comunque la sua impossibilità ad operare per Wikileaks decreterebbero finalmente la fine del movimento, poiché non è detto che i suoi collaboratori siano fiduciosi quanto lui nel progetto.
Ringraziamo per il gentile contributo alla stesura di questo articolo:
Anonymous
Julian Assange (Wikileaks)
Marko Papic (Stratfor)
Sean Noonan (Stratfor)
Ben West (Stratfor)
Michael Wilson (Stratfor)
e tutti gli iscritti alla mailing list analysts@stratfor.com a cui tutti voi potete mandare il vostro, personalissimo, ringraziamento :-)

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