sabato 20 aprile 2013

SPERIMENTATO DISPOSITIVO ANTI-INFARTO, CONTROLLA IL CUORE ON LINE


TRENTO - Informatica e Internet applicati al settore biomedico nella diagnosi e prevenzione possono dare una speranza ai cardiopatici o ai soggetti potenzialmente a rischio: il Laboratorio di Biofisica e Biosegnali dell'Universita' di Trento, partner del progetto europeo EPI-Medics, ha portato a termine e sperimentato un dispositivo elettronico in grado di monitorare in modo efficace e costante la salute del paziente. La novita', rispetto ai dispositivi sperimentali in uso nel nostro e in altri Paesi, sta nel fatto che lo strumento, delle dimensioni di un cellulare, portatile e semplice nell'utilizzo, garantisce un esame completo e confrontabile con quelli di laboratorio, e puo' inviare in modo autonomo attraverso la rete telefonica un segnale di allarme nel caso di rilevazioni oltre i limiti fissati dal cardiologo. Un supporto intelligente, utile anche nel caso dell' autodiagnosi. Il paziente puo' infatti richiedere un elettrocardiogramma in ogni momento della giornata, che viene elaborata nell'arco di qualche secondo. La diagnosi tiene conto del monitoraggio effettuato e dei dati raccolti nelle precedenti rilevazioni, nonche' dell'anamnesi del paziente, precedentemente impostata. Le informazioni vengono automaticamente archiviate sull'apparecchio per consentire una lettura periodica da parte dello specialista.

Tra i partner italiani del progetto, insieme all'Universita' di Trento e a un team di esperti di Medicina generale della Provincia di Trento, vi e' anche un'azienda trentina, ET Medical Devices di Cavareno, leader nazionale nella produzione di sistemi per l'elettrocardiografia. La sperimentazione con i Medici di base coordinati dal dottor Francesco Chiumeo ha coinvolto 161 pazienti per circa sei mesi in Trentino, e ha permesso di raccogliere 705 tracciati, di cui 518 rilevati autonomamente dal paziente. Parallelamente i partner di progetto di Lione e Brescia provvedevano alla valutazione del sistema in ambito ospedaliero. Il progetto internazionale deve ora affrontare su base nazionale l'ultima fase, quella relativa al coinvolgimento capillare delle strutture sanitarie. Dopo aver testato tra medici e pazienti l'efficienza delle tecnologie e l'accoglienza dello strumento, giudicata molto positiva, e' infatti necessario ora estendere il dibattito alle istituzioni per creare una rete di supporto presso le unita' di pronto soccorso o le strutture ambulatoriali periferiche in tutto il territorio in conformita' con l'organizzazione sanitaria di ogni singolo stato e regione.
(ANSA)

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