sabato 20 aprile 2013

SALUTE: I CAPELLI SONO UN MANIFESTO CHE PARLA PER NOI


Una donna dal parrucchiereMILANO - Nuova proposta di trattamento, da parte della ricerca scientifico-cosmetologica, rivolta al mondo variegato di coloro, uomini e donne, che temono per la propria capigliatura, sensibilissimi alle parole 'calvizie incipiente' e non ancora rassegnati a quello che molto spesso e' l'inevitabile destino della perdita di capelli.

Un mondo fatto di una moltitudine di gente. Tanta, da giustificare anche 10 anni di costosa ricerca scientifica, come hanno sottolineato oggi a Milano, nel corso di una conferenza stampa promossa dalla Vichy, esperti di fama internazionale come Antonella Tosti, dermatologa dell' Universita' di Bologna.

Per la ricercatrice, infatti, nel corso della propria vita il 50% delle donne e l'80% degli uomini, in Italia, sperimenta una forma di alopecia androgenetica, termine scientifico per identificare appunto la calvizie. In Italia - afferma Tosti - sono 15 milioni gli uomini e 10 milioni le donne a rischio di calvizie. Che sommati fanno 25 milioni, una cifra corrispondente a un italiano su due.

E non si tratta certo di un tema poco rilevante, se e' vero che - come ha sottolineato Marco Vecchia, docente di Teorie della Comunicazione all'Universita' di Milano - che i capelli ''possono manifestare il nostro carattere, il nostro umore, la nostra personalita', lo stato di salute, l'eta', la cura che abbiamo di noi stessi, l'essere alla moda, l'appartenenza a un gruppo. In una parola, sono un manifesto che parla per noi''.

Vecchia ha condotto un'indagine qualitativa sui problemi che la capigliatura suscita e ha concluso che i capelli belli ''parlano bene di noi'' e ''ci fanno accettare dagli altri e da noi stessi''. Se si hanno bei capelli e' perche' ''si e' fortunati'', in caso contrario a volte ci si rassegna e si trovano delle scuse: ''fronte spaziosa perche' si e' piu' virili''. Oppure si cerca di intervenire con mille rimedi, molto spesso inutili. Se i capelli non sono belli ''e' colpa dell' eta' o dello stato di salute, dell'inquinamento (colpa sociale) o dello stress''. Molti danno la colpa ''al servizio militare che li ha costretti a portare il berretto o la bustina, agli shampoo aggressivi, al phon, ai genitori, al destino o alla propria trascuratezza''.

Come si vede, quello dei capelli e' ''un argomento a cui la societa' di oggi e' ultrasensibile'' e la pubblicita' ha qui ''un ruolo centrale, perche' si trova davanti a un pubblico non solo numerosissimo, ma estremamente sensibile''. Nulla di strano che le aziende che si occupano di cosmetici o di farmaci, siano disposte a investire in ricerca enormi somme di denaro, perche' alla fine la risposta del pubblico puo' essere assai soddisfacente dal punto di vista economico.

In questo campo sono almeno due, negli ultimi 10-15 anni, le molecole che hanno avuto una qualche conferma scientifica: il minoxidil, farmaco anti ipertensivo i cui benefici contro la caduta dei capelli sono stati scoperti per caso, e la finasteride, farmaco utilizzato principalmente nell'ipertrofia prostatica benigna. Fra i preparati cosmetici, l'aminexil (messo a punto nel 1995) contro l'indurimento del collagene alla base dell'invecchiamento delle radici del capello.

Ma man mano che la ricerca procede, gli scienziati sono aiutati anche dalla disponibilita' di nuovi mezzi tecnologici, come la videodermoscopia, uno strumento che - come ha osservato Antonella Tosti - riesce a mettere a nudo il cuoio capelluto, facendo luce anche su alcune cause della calvizie e che ha messo gli scienziati in condizione di individuare una nuova fase del ciclo naturale del capello. A quelle di anagen (crescita), catagen (riposo), telogen (caduta), si aggiunge oggi kenogen, una fase di riposo tra la caduta del capello e la crescita di uno nuovo. Nelle malattie del capello questa fase si prolunga, ma un semplice massaggio quotidiano basta a normalizzarla.

E gli studi recenti hanno anche permesso di identificare alcuni fattori di rischio che, producendo 'radicali liberi', possono incidere negativamente nel ciclo del capello. ''Sono - ha detto Tosti - il fumo di sigaretta, i raggi Uv (troppo sole o lampade abbronzanti), le cure dimagranti drastiche, negli uomini l'uso di anabolizzanti nel culturismo, lo stress e anche l'uso maniacale di certi integratori alimentari, soprattutto quelli a base di vitamina A e betacarotene''.

La novita' proposta oggi e' l'associazione di due sostanze che agirebbero proprio nella fase di kenogen: all'aminexil e' stato associato un composto nuovo. Sperimentato nel follicolo pilifero in vitro, questo prodotto, dopo sei settimane di trattamento preserverebbe dalla caduta il 10% dei capelli. 

(ANSA)

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