venerdì 12 aprile 2013

Quando Beppe Grillo era il braccio destro del professor Giacinto Auriti


Quando il prof. Giacinto Auriti ha iniziato a parlare di sovranità monetaria, signoraggio bancario e sistema monetario a debito, di questi temi non ne parlava praticamente nessuno. A quei tempi non era disponibile l'ampio archivio di testi, video e articoli che oggi abbiamo a disposizione per cercare di capire come il sistema monetario sia la più grande truffa mai concepita. A quei tempi il web iniziava il suo cammino ed era ancora cosa per pochi, i siti di libera informazione erano pochi, un fenomeno di nicchia riservato a poche centinaia di "complottisti", i mass media del sistema la facevano da padroni, ed in quel contesto era difficile ''aprire gli occhi'', anche perché per riuscire a farlo, non basta leggere un testo, indipendentemente da chi lo abbia redatto, ci vogliono i dovuti riscontri, che di questi tempi certo non mancano, e leggere le parole del professore, che in tempi non sospetti prevedeva che se il sistema monetario non fosse cambiato "le nuove generazioni non avranno altra scelta che tra il suicidio e la disperazione" fa venire la pelle d'oca.

Se non conoscete il professor Auriti, INFORMATEVI SU DI LUI, sulle sue teorie. Cercate il suo nome su Youtube e ascoltate qualche suo video. Sicuramente degnissimi di nota, il suo celebre esperimento, la moneta popolare Simec (vedi www.simec.org) e la denuncia che rivolse alla banca centrale italiana, nelle persone di Ciampi e Fazio, per "truffa", "falso in bilancio", "associazione a delinquere", "usura" e "istigazione al suicidio" (vedi video). Auriti riuscì a portare davanti ad un giudice la spinosa questione del signoraggio bancario, che qualcuno si ostina incredibilmente (ed ignorantemente) una "bufala": il giudice non potendo negare la validità delle teorie di Auriti, disse che il signoraggio non può essere considerato reato in quanto "consuetudine"; un modo incredibile per liquidare una questione così importante.


Uno dei principali allievi del professore, quello che lui definiva "il più brillante", riconoscendogli la capacità di saper semplificare i concetti e renderli comprensibili a tutti, era Beppe Grillo. Il comico genovese, quando nei suoi spettacoli parlava di SIGNORAGGIO BANCARIO, LA TRUFFA DEL DEBITO PUBBLICO, etc, esponeva le teorie di Auriti.

Chissà cosa direbbe il compianto professore, se oggi ascoltasse il suo principale allievo dichiarare che il debito pubblico è dovuto ai partiti politici, e non, come sa benissimo, dal SISTEMA MONETARIO e quindi dell'egemonia delle banche...

Staff nocensura.com

Di seguito l'articolo Papà fa la guerra alle banche e Grillo è la sua "arma letale" redatto da Michela Auriti (la figlia del prof. Giacinto)  pubblicato dal settimanale “ Oggi ” - pag. 84 del 10 marzo 1999 - tratto dal sito simec.org
Le crociate anticapitalistiche del comico sono ispirate da un eccentrico economista. Che guarda caso, è il padre di una giornalista di "OGGI"

Abbiamo "costretto" la nostra Michela Auriti a intervistare il suo sorprendente genitore. Ha un progetto "pazzesco": togliere la proprietà della moneta alla Banca d'Italia e darla ai cittadini -Beppe è il mio miglior allievo-, dice il professore -. L'ultima "follia" : la lira del Giubileo - di Michela Auriti –
Roma, marzo tutto è cominciato un paio di settimane fa, quando una i collega mi ha messo sotto il naso l'articolo di un quotidiano. Mezza pagina con al centro la foto di un uomo che riconoscerei tra mille, faccia onesta e sorriso aperto, l'abito grigio rigato e il gilet: mio padre !

Il titolo dell'intervista strilla : << Beppe Grillo è il mio profeta >> e l'occhiello aggiunge : << C’ è un  intellettuale di destra, l'economista eretico Giacinto Auriti, dietro il nuovo corso dello showman genovese >>.
Segue un’ intervista a mio padre sulle sue stravaganti teorie monetarie e, a fianco, le dichiarazioni del comico genovese che si dice << suo discepolo >> e afferma che << i discorsi di Auriti dovrebbe farli una sinistra vera, se esistesse >>.
Ora io so, e da molti anni, che mio padre è un tipo originale: professore universitario a Roma e poi a  Teramo, candidato nelle liste del Movimento sociale nel '72 e prima ancora trascinatore di folle nel suo paese in Abruzzo, Guardiagrele, dove da giovane girava su una Seicento col megafono e faceva proseliti per il suo partito. Papà oggi ha 75 anni (ma ne dimostra dieci di meno) e un entusiasmo invidiabile anche per un trentenne produce vino e latticini nella sua campagna ai piedi della Maiella, insegna ancora agli studenti e soprattutto ha un chiodo fisso, la lotta alle banche. Chiunque lo incontri, dopo pochi minuti di convenevoli (anche perché papa è uno che taglia corto e parla diretto), viene travolto dall'esposizione di un progetto folle : togliere la proprietà della moneta alla Banca d'Italia e darla ai cittadini. Ma come abbia fatto a indottrinare il Savonarola dei comici, questo è un mistero anche per me che sono la figlia . . .

Allora papà, cos'è questa storia ? Sul giornale leggo che sei diventato il grillo parlante di Grillo...

<<È nata poco meno di tre anni fa. Lui ha letto un mio libro sulla moneta, ha saputo che ho denunciato il governatore della Banca d'Italia per cinque reati : truffa, falso in bilancio, associazione a delinquere, usura e istigazione al suicidio. E ha detto : "Questo è talmente
matto che lo devo conoscere" >>.

Poi cosa è successo ?

"È successo che dalla sua casa a Genova è venuto ad Atri, in Abruzzo, e ha partecipato a un mio convegno sulla proprietà popolare della moneta, improvvisando uno show strepitoso. Nel teatro c'erano centinaia di studenti e professori... Grillo si è entusiasmato all'idea e l'ha divulgata col suo spettacolo. Da allora siamo diventati amici : spesso ci sentiamo per telefono per scambiarci idee e opinioni. Senza di lui, le teorie della mia scuola sulla proprietà della moneta sarebbero ancora semiclandestine >>.

Scusa, papà, ma Grillo si è lasciato subito convincere o ha fatto come noi figli che ti abbiamo sempre ascoltato con un orecchio solo ?

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Così hai trovato il tuo discepolo migliore...

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E la soluzione qual è ?

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Papà, però con queste tue battaglie ci  hai fatto stare sempre un po' in ansia. E prima ancora c'era la politica. Me lo ricordo, anche se avevo pochi anni: 1972, ti eri candidato alle politiche. Su un muro lungo la strada che sale alla Camilluccia, c’ era scritto:  << numero 17: Auriti a morte >>.

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A casa arrivavano anche telefonate anonime, di minaccia.

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Papà ! Lo vedi che sei sempre vissuto nel tuo mondo ?

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Certo che quando ti metti una cosa in testa... Noi figli ormai ci siamo abituati, ma chi non ti conosce potrebbe pensare che sei monomaniaco.

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Già, come a Guardiagrele, dove la nostra casa è davanti alla sede dei  comunisti. Com'era quella storia alla don Camillo e Peppone ?

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Mio padre ha sempre saputo raccontare piccole storie che ci sembravano fantastiche. Da piccoli, per esempio, io e i miei quattro fratelli aspettavamo con ansia il Natale perché papa ci preparava con un paio di mesi d'anticipo: diceva di aver incontrato i nanetti, emissari sulla terra di Gesù Bambino, che andavano in giro per vedere se noi bambini eravamo stati buoni. Poi, la notte di Natale, i nanetti si nascondevano nel nostro giardino dove naturalmente li vedeva solo lui. << Stanno arrivando >>, ripeteva. E noi eravamo felici.
Te lo ricordi, papà ?

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Per punirci, ci mettevi al "cantone", cioè in piedi in un angolo della casa finché non tornavamo a chiederti scusa. E una volta, una sola, mi hai dato uno schiaffo perché ero tornata tardi a casa : avevo un fidanzatino che non ti piaceva...

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A noi figli hai anche insegnato a mettere una  parte dei nostri risparmi su un conto in banca comune.

"Volevo che imparaste che la vostra forza sta nell'unione".

Papà, lo sai qual è il problema ? Che hai (quasi) sempre ragione. E adesso qual è la tua prossima battaglia? 

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Che cosa?

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Questa è un po' come la storia della chiesetta che mio padre fece costruire. Camminava in riva al mare con mamma, quando trovò il fondo di una bottiglia con incisi tre numeri: 13, 5 e 69. Li giocò al Lotto, uscì il terno e vinse. Poi incontrò una vecchia contadina che gli disse : << Ho sognato la Madonna. Mi ha detto che con quei soldi ci devi  costruire una casa per lei >>. E mio padre obbedì: oggi quella piccola chiesa con il tetto a capanna, in una frazione di campagna in provincia di Chieti, è intitolata alla Madonna di Fatima perché il 13  maggio ( 13 e 5, i primi due numeri ! ) è il giorno in cui apparve. Per ultimare la costruzione, papà si mise a giocare a poker  durante le feste di Natale in paese. Vinceva sempre. << Finita la chiesa >>, racconta, << mi passò completamente la voglia di giocare. E sì che per tutta la vita sono stato un appassionato del poker...>>.

Mio padre compirà 76 anni a ottobre. Quella famosa denuncia contro il governatore della Banca d'Italia gli costò il ritiro di tutti i fidi bancari e così papà fu costretto a fermare l'azienda agricola. Naturalmente s'intestardì ancora di più nella sua lotta : oggi è sempre in giro per conferenze e convegni a divulgare le sue idee, ha collegato una serie di comuni perché battano in proprio la moneta. << Lo fanno già a Itaca e ad Halifax, negli Stati Uniti >>, dice. E il giovedì sera risponde ai telespettatori di un'emittente abruzzese, Telemax, che  lo provocano su questa sua << folle >> teoria.
In più ci sono 222 siti Internet con le teorie del << Professor Giacinto Auriti >>, oltre alla proposta di un economista americano (arrivata per via telematica) che lo vuole candidato al Nobel.
Io e i miei fratelli vorremmo che si risparmiasse un po’, ma ormai non glie lo chiediamo neanche più perché papà risponde sempre allo stesso modo : << Visto che tanto devo morire, lasciatemi divertire fino all’ ultimo >> E scoppia in una delle sue belle risate.

Michela Auriti

Fonte : pubblicato dal settimanale “ Oggi ” rubrica – DALL’ITALIA - pag. 84 del 10 marzo 1999
tratto da simec.org

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