domenica 21 aprile 2013

Necrologio del comico



 
Pubblicato da 
di Marco Mantello
cigbrolly
Certo che lo fu. Il governo di un blog
costruire una rete di relazioni
dove tutti potevano argomentare
i vaffanculo al comico. E chiamarlo re.

C’era un numero, un formato
e una chiara organizzazione del dato.
Ogni campo stringeva le maglie
in base a regole di maggioranza
mentre fuori proiettavano The Fog
A non essere deliberati mai
erano i caratteri, i disegni, gli smile.
Si insomma in una parola: i mezzi
li stabiliva il programmatore
con una netta ostilità al colore
Sulle icone e nei commenti al post
adottarono un sistema tris-binario
per il pieno rispetto della legalità
permettendo alla parola ‘insieme’
di elaborare programmi e fini
e di redigerli da soli, addirittura.
‘Scriveremo le parole in libertà
sotto rigida dittatura’:
era quella l’ideologia
era quella l’oggettività.
Tutto il resto lo faceva il comico
anche le voci urlate, o le colazioni al bar
convertite in un ‘mi piace’. O in un tweet.
Perchè era brutto dire: la gerarchia.
Dopo di che ci si conosceva, dai!
nella realtà quella vera
si attraversavano gli stretti a nuoto
e i parlamenti in bici
(‘E una multa a chi non lo fa
quando viene a lavoro in auto’)
Il comico ormai, era bagnato fradicio,
in quel mare di camerati, compagni
capiufficio, mobbizzati, imprenditori
di se stessi , amici di amici e
studenti fissi. Eppure continuava a urlare
scortato da pessimi blues
e da rappate sull’acqua pubblica.
Poi, alla fine, ritornò la democrazia
e si tramutò in comizio.
Ogni livido sugli anni persi
ogni forma di potere espresso
corrisposero a un decreto legge
con la foto di una ragazza in calce
il suo viso normale, che non sapeva di attrice
nè di svastica, scudo crociato, falce…
‘Chiudeteli tutti! Giù!’
strilla il comico dal palco
Ha gli occhi chiusi. Non li guarda nemmeno più
sa che ci sono. La maggioranza, là sotto, ride
Sembrano tutti così felici
mentre abbassano gli ombrelli in piazza
e si prendono la pioggia in faccia
come fosse un nuovo modo di salutare
o di obbedire a un ordine

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