venerdì 19 aprile 2013

Mohammad Omar

 

Mohammad Omar
Mullah e guida spirituale dei Talebani, nato a Nodeh nel 1959 
 
 
 
Di lui esiste soltanto una foto sfuocata, scattata prima dell'attacco finale dei Talebani a Kabul. In mezzo ad una folla di uomini vestititi di bianco, si intuisce appena il suo profilo aquilino incorniciato da una barba nera. Era il 1996 e gli "studenti di teologia" si apprestavano a diventare i padroni del Paese. Un fotografo della Bbc riuscì a carpire questa immagine di nascosto, rischiando la vita. Il mullah Mohammad Omar è infatti un uomo invisibile per gli occidentali. Non esistono suoi ritratti ufficiali ed è severamente proibito fotografarlo. Gli unici non musulmani ad averlo visto sono l'inviato Onu in missione speciale nell'ottobre 1998 e l'ambasciatore cinese in Pakistan Lu Shulin. Gli stessi afghani che lo hanno visto sono pochissimi.

Il leader misterioso nasce nel 1959 nel villaggio di Nodeh, nei pressi di Kandahar, da una famiglia contadina poverissima. Studia teologia e diventa mullah del suo villaggio. Sembra che a Nodeh abbia anche fondato una madrassa, una scuola coranica. Quando nel 1979 i sovietici entrano in Afghanistan, si getta con orgoglio nella lotta all'invasore infedele. In battaglia viene ferito da una granata ad un occhio. La leggenda vuole che, sentendo il sangue colare sulla guancia, Omar si sia strappato l'occhio e l'abbia gettato via per riprendere a combattere. Da allora copre l'orbita vuota con una benda nera.

Cacciati i sovietici, gli afghani cominciano una sanguinosissima guerra civile. Omar mette su un piccolo esercito arruolando una trentina di talibs ("studenti" in lingua pashtu) per liberare due ragazzine rapite e violentate da un gruppo di mujahedin. "Combattiamo contro i musulmani che si sono allontanati dalla retta via", commenterà in seguito Omar. Nasce così il nucleo dell'esercito Talebano. I seguaci di Omar fanno proseliti nel Sud dell'Afghanistan. Conquistano Kandahar, seconda città del Paese. Poi si diffondono nel Nord, e nel 1995 prendono Herat.

Omar si reca spesso in Pakistan dove stabilisce un legane molto saldo con il generaleNasrullah Babar, ministro dell'Interno nel governo di Benazir Buttho. Babar è di etniapashtun come Omar e decide di appoggiare il suo gruppo. Il Pakistan vuole un Afghanistan pacificato per utilizzarlo come territorio di transito per gli oleodotti che dovrebbero portare il greggio dall'Asia centrale al Mar Arabico. I servizi segreti di Islamabad si assumono l'onere di addestrare i Talebani, molti dei quali studiano nelle scuole coraniche pakistane.

Nella madrasa Jamaai Ulema Islam di New Town, vicino a Karachi, Omar incontraOsama Bin Laden. Nasce un sodalizio decisivo per il mullah e per il destino dell'Afghanistan.

Nel maggio 1997 Omar torna in Afghanistan. Da allora i Talebani ottengono una serie incredibile di successi militari. Dietro, è quasi certo, ci sono i dollari di Bin Laden. Gli altri eserciti di Massoud Shah e di Gulbuddin Hekmatyar, si dissolvono senza quasi combattere. Potenza delle mazzette pagate dai Talebani (con i soldi dello sceicco saudita) alle tribù afghane.

Il 26 settembre i Talebani sferrano l'attacco finale a Kabul. Per l'occasione Omar si mette sulle spalle il mantello sacro del profeta Maometto, custodito da sessant'anni nel reliquario di Kandahar. Un colpo ad effetto accompagnato dalla proclamazione della geurra santa contro il presidente Burhanuddin Rabbani.

Divenuto il padrone dell'Afghanistan, Omar suggella la sua alleanza con Bin Laden sposandone la figlia tredicenne. Le due famiglia vivono in due case contigue a Kandahar, dotate di rifugi antiaerei e tunnel sotterranei. Nel 1998 i Talebani entrano nel Fronte internazionale islamico voluto e guidato da Bin Laden.

Per Omar Osama è un parente stretto e un capo politico. I loro destini sembrano legati in modo indissolubile.

Dopo gli attacchi americani sull'Afghanistan cominciati il 7 ottobre 2001, il mullah si dimostra avversario difficile da affrontare per l'esercito Usa. Non si sa dove si nasconda e, nonostante più volte si diffonda la notizia di una sua presunta cattura o ferimento, sembra imprendibile.

Ma il 6 dicembre 2001 l'irriducibile Omar cede. Accetta la resa di Kandahar, ultima roccaforte talebana. Mujaheddin e Bush gli promettono vita dura. 
 Grandinotizie.it/ 06/dicembre/2001

www.emule.it

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