martedì 23 aprile 2013

MASADA n° 1456 23-4-2013 KRIMINAL TANGO


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Napolitano li insulta, ma i politici lo applaudono – Risposta di Rodotà a Scalfari – In Friuli vince la Serracchiani per 2.000 voti- La candidatura respinta – Risposta di Rodotà a Scalfari – Il Presidente della Repubblica non è rieleggibile – Un regime semipresidenziale – Leggi presentate fino a oggi dal M5S in Parlamento- Gli ultimi colpi di coda di un sistema monetario e politico al collasso – I successori – Il teatrino della crisi in pillole- Il discorso di Grillo a Roma- Berlusconi se la ride – Un Paese fallito gestito da parassiti – Gli errori di Napolitano

Maurizio Parenti
Napolitano d'accordo con Bersani, Monti e Berlusconi per dare le garanzie all'Europa, ovvero al sistema delle banche europeo che sta affossando l'economia italiana, e portando alla soglia della povertà milioni di italiani, esattamente come hanno già fatto in Grecia. Questo è il riassunto di quanto è successo.
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Grillo nella sua intervista ha detto che "Bersani non ha chiesto collaborazione ma voti, se chiedeva collaborazione potevamo rifletterci"
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Leonardo
Le cose stanno davanti agli occhi di tutti quelli che vogliono vedere. Se il M5S si fosse alleato con Bersani, avremmo fatto la sua stessa fine, solo che loro sarebbero tornati a fare intrallazzi col Pdl e noi ci saremmo estinti. A questo punto penso che Bersani fosse in missione speciale oltre che per se stesso anche per il Pdl.
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L'inciucio comincia a fare effetto: la Cassazione ha deciso di trasferire il processo Ruby da Milano a Brescia, dove giudici più compiacenti decideranno di archiviarlo.
Alleluia! Ed è per fare queste cose che il M5D doveva regalare i voti di quasi 9 milioni di Italiani a Bersani????
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“Allacciamoci nel tango
bella pupa fior del fango
questo tango galeotto
all'amor ci legherà”

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Paolo Basso
Seguo con interesse il movimento 5 stelle dalla Germania dove vivo.
Credo che mettere la moralità al primo posto come assoluto prerequisito sia l´elemento più forte del movimento. Che l´onestà e moralità diventino forza trainante del cambiamento!

"Anyone who has never made a mistake has never tried anything new" ,
(Albert Einstein)
Chi non ha mai commesso un errore non ha mai fatto qualcosa di nuovo.

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MONTI BATCH
Bruno Pirozzi

Come una mandria di codardi, ieri, i deputati hanno applaudito alla loro inettitudine, complimentandosi con Napolitano, che li ha trattati come degli emeriti imbecilli.
La vittoria è sempre dalla parte dello stolto, dell'incapace, di colui che come al solito demanda le proprie responsabilità perché non ha il coraggio di mettersi in gioco per paura di perdere la sua poltrona e con essa il suo lauto stipendio.
E così Napolitano ha ricompattato le fila, nominerà un pupazzo come Presidente del Consiglio mentre Monti continuerà ad operare in sottofondo e tutti, compresi i mercati, sono più contenti.
Il grande assente di questa assurda democrazia è come al solito il Parlamento ancora più esautorato.
Non ci sarà una maggioranza né una opposizione, ma un misto fritto che voterà allegramente gli emendamenti di un governo tecnico, che si muoverà tra decreti e fiducia, tra l'impotenza degli elettori che così non avranno alcuna voce in capitolo.

La sovranità popolare diventa un concetto sempre più flebile, silenziato dall'emergenza di una crisi economica e dalle sue sirene mediatiche e l'Italia dovrà obbedire alle regole del più forte, del si salvi chi può, chi ha dato ha dato e chi deve avere si fotta.
Ecco adesso siamo davvero allineati con l'Europa del sud dove tutti i governi sono ormai un’appendice agli ordini dell'oligarchia bancaria nord europea, un fantoccio da mostrare al mondo per ribadire il concetto di pseudo democrazia.
Cosa può fare il governo X che non abbia già fatto quello Y?
Un potere sconosciuto si è introdotto nella nostra democrazia e sta operando per sottrarci ogni potere per attuarla e noi ci alziamo per applaudire la sua presenza.
Un paradosso degno di un popolo senza palle.


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LA CANDIDATURA RESPINTA
Uber Serra

Non importa il come, non importa il perché, per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica il Movimento 5 Stelle aveva avanzato la candidatura di Stefano Rodotà.
Un candidato di indiscussa autorevolezza, indipendenza e competenza che, senza dubbio, avrebbe potuto svolgere in maniera equilibrata il delicato ruolo di Garante della Costituzione a tutela dei diritti di tutti.
Dopo tanti anni nei quali la Costituzione è stata ridotta a carta straccia, un’occasione da non perdere.
Sappiamo però come è finita: la rielezione di Napolitano.
Non si è trattato di una soluzione dell’ultima ora ma dell’epilogo di una manovra iniziata ben venti giorni fa dal Presidente Napolitano, con la decisione di congelare sine die il processo che avrebbe dovuto portare alla nomina del Presidente del Consiglio.
Facendo ciò, infatti, l’omissione dell’atto della nomina, Napolitano ha impedito al Parlamento di esercitare quella che è una sua prerogativa esclusiva, votare per accordare o non accordare la fiducia, peraltro ribadendo, in presenza di un Parlamento rinnovato, l’operatività di un Governo non sfiduciato dal precedente Parlamento ma al tempo stesso non inviato alle nuove Camere per verificare la sussistenza o meno della fiducia.
Un colpo di mano chiaramente finalizzato ad impedire la nascita di un qualsiasi Governo che non fosse quello delle grandi intese o con le caratteristiche del Governo Monti giust’appunto prorogato-operativo.
Ed è proprio a partire da questa base che si è infine raggiunto l’accordo che ha portato alla rielezione di Napolitano.
Ma l’atto doloso in sé non è però dato dal Parlamento che ha potuto votare, anche se ha finito per farlo nel peggiore dei modi, ma dalla violazione della Costituzione, in senso presidenzialista, che ha determinato le condizioni che hanno “facilitato” la scelta di riconfermare Napolitano.

Circola una domanda ingenua e insistente: perché no a Rodotà?
Secondo me ecco alcuni perché:
-Rodotà è laico e ateo dunque inviso al Vaticano, perciò osteggiato dalla forte componente cattolica del PD (Margherita).
-Rodotà, da grande costituzionalista onesto qual è, avrebbe potuto far rispettare, udite udite, la Costituzione scritta.
Rodotà è fuori dagli scambi partitici sottobanco.
Rodotà potrebbe essere pericoloso in quanto non "addentro" agli accordi segreti in MPS e al sistema bancario italiano.
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RISPOSTA DI RODOTA’ A SCALFARI
(che aveva scritto che a Rodotà non avrebbe mai pensato)

Caro direttore, non è mia abitudine replicare a chi critica le mie scelte o quel che scrivo. Ma l'articolo di ieri di Eugenio Scalfari esige alcune precisazioni, per ristabilire la verità dei fatti. E, soprattutto, per cogliere il senso di quel che è accaduto negli ultimi giorni. Si irride alla mia sottolineatura del fatto che nessuno del Pd mi abbia cercato in occasione della candidatura alla presidenza della Repubblica (non ho parlato di amici che, insieme a tanti altri, mi stanno sommergendo con migliaia di messaggi). E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la mia stima. Quando si determinano conflitti personali o politici all'interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non dice "non c'è problema ", non gira la testa dall'altra parte. Affronta il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com'è andata concretamente a finire.
La mia candidatura era inaccettabile perché proposta da Grillo? E allora bisogna parlare seriamente di molte cose, che qui posso solo accennare. È infantile, in primo luogo, adottare questo criterio, che denota in un partito l'esistenza di un soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere una identità peraltro mai conquistata. Nella drammatica giornata seguita all'assassinio di Giovanni Falcone, l'esigenza di una risposta istituzionale rapida chiedeva l'immediata elezione del presidente della Repubblica, che si trascinava da una quindicina di votazioni. Di fronte alla candidatura di Oscar Luigi Scalfaro, più d'uno nel Pds osservava che non si poteva votare il candidato "imposto da Pannella". Mi adoperai con successo, insieme ad altri, per mostrare l'infantilismo politico di quella reazione, sì che poi il Pds votò compatto e senza esitazioni, contribuendo a legittimare sé e il Parlamento di fronte al Paese.

Incostituzionale il Movimento 5Stelle? Ma, se vogliamo fare l'esame del sangue di costituzionalità, dobbiamo partire dai partiti che saranno nell'imminente governo o maggioranza. Che dire della Lega, con le minacce di secessione, di valligiani armati, di usi impropri della bandiera, con il rifiuto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, con le sue concrete politiche razziste e omofobe? È folklore o agire in sé incostituzionale? E tutto quello che ha documentato Repubblica
nel corso di tanti anni sull'intrinseca e istituzionale incostituzionalità dell'agire dei diversi partiti berlusconiani? Di chi è la responsabilità del nostro andare a votare con una legge elettorale viziata di incostituzionalità, come ci ha appena ricordato lo stesso presidente della Corte costituzionale? Le dichiarazioni di appartenenti al Movimento 5Stelle non si sono mai tradotte in atti che possano essere ritenuti incostituzionali, e il loro essere nel luogo costituzionale per eccellenza, il Parlamento, e il confronto e la dialettica che ciò comporta, dovrebbero essere da tutti considerati con serietà nella ardua fase di transizione politica e istituzionale che stiamo vivendo.

Peraltro, una analisi seria del modo in cui si è arrivati alla mia candidatura, che poteva essere anche quella di Gustavo Zagrebelsky o di Gian Carlo Caselli o di Emma Bonino o di Romano Prodi, smentisce la tesi di una candidatura studiata a tavolino e usata strumentalmente da Grillo, se appena si ha nozione dell'iter che l'ha preceduta e del fatto che da mesi, e non soltanto in rete, vi erano appelli per una mia candidatura. Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come mai persone storicamente appartenenti all'area della sinistra italiana siano state snobbate dall'ultima sua incarnazione e abbiano, invece, sollecitato l'attenzione del Movimento 5Stelle. L'analisi politica dovrebbe essere sempre questa, lontana da malumori o anatemi.
Aggiungo che proprio questa vicenda ha smentito l'immagine di un Movimento tutto autoreferenziale, arroccato. Ha pubblicamente e ripetutamente dichiarato che non ero il candidato del Movimento, ma una personalità (bontà loro) nella quale si riconoscevano per la sua vita e la sua storia, mostrando così di voler aprire un dialogo con una società più larga. La prova è nel fatto che, con sempre maggiore chiarezza, i responsabili parlamentari e lo stesso Grillo hanno esplicitamente detto che la mia elezione li avrebbe resi pienamente disponibili per un via libera a un governo. Questo fatto politico, nuovo rispetto alle posizioni di qualche settimana fa, è stato ignorato, perché disturbava la strategia rovinosa, per sé e per la democrazia italiana, scelta dal Pd. E ora, libero della mia ingombrante presenza, forse il Pd dovrebbe seriamente interrogarsi su che cosa sia successo in questi giorni nella società italiana, senza giustificare la sua distrazione con l'alibi del Movimento 5Stelle e con il fantasma della Rete.
Non contesto il diritto di Scalfari di dire che mai avrebbe pensato a me di fronte a Napolitano. Forse poteva dirlo in modo meno sprezzante. E può darsi che, scrivendo di non trovare alcun altro nome al posto di Napolitano, non abbia considerato che, così facendo, poneva una pietra tombale sull'intero Pd, ritenuto incapace di esprimere qualsiasi nome per la presidenza della Repubblica.
Per conto mio, rimango quello che sono stato, sono e cercherò di rimanere: un uomo della sinistra italiana, che ha sempre voluto lavorare per essa, convinto che la cultura politica della sinistra debba essere proiettata verso il futuro. E alla politica continuerò a guardare come allo strumento che deve tramutare le traversie in opportunità.


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Carmelo di Stefano
Leggendo la lettera di Rodotà a Scalfari, ho capito perché Rodotà è stato scomodo al PD. Immaginate un Presidente della Repubblica che non si lascia mettere i piedi sulla testa, incorruttibile, legato a certi valori umanisti di correttezza, di rispetto delle leggi e dei cittadini e di responsabilità verso la Costituzione. Ecco, perché alla casta non avrebbe piaciuto. I loro giochini per mantenere l'impunità e le poltrone sarebbero impossibili con un Presidente della Repubblica così.

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IN FRIULI VINCE LA SERRACCHIANI PER 2000 VOTI
Viviana Vivarelli

In verità, chi veramente ha vinto in Friuli sono gli astenuti, cioè i delusi, visto che hanno votato solo uno su 2, il 50,55 % degli elettori. Metà dei votanti sono rimasti a casa manifestando la loro delusione verso la politica attuale.
La Serracchiani è stata abile, ha scopiazzato i temi del M5S, ha conservato il suo posto al parlamento europeo, ha usato i 6 collaboratori che le sono pagati dall'europarlamento per farsi propaganda in Friuli. Fatto sta che ha vinto, anche se di poco, e il M5S ha perso 100.000 voti.

Copio dai meet up del Friuli:
"Se sei da solo, con un'unica lista e pochi candidati, è ARDUO competere contro coalizioni ZEPPE di liste e di candidati, ancorché radicate e innestate da tempo nell'agone politico della Regione. Ma in un paese più serio, con un'informazione imparziale e super-partes, avremmo sicuramente avuto un risultato diverso. Alludo alla subdola campagna di disinformazione attuata dai mass-media prima delle elezioni, volta a screditare l'immagine e insinuare dubbi sulla forma democratica del Movimento, sulla presunta incapacità politica dei propri esponenti, sul liquidarne il valore ed i contenuti come si trattasse di una moda, di una protesta fine a se stessa. Con stampa e televisioni protese a BANALIZZARE la realtà e a confondere le idee ai cittadini, soprattutto a quella moltitudine che chiede un rinnovamento profondo della politica, il risultato odierno (che premia gli schieramenti abituali) appare quanto meno manipolato artificiosamente".

"La provincia di Gorizia e Bisiacaria ha portato oltre il 25% dopo le ultime Nazionali,in una che è sempre stata terra PD".

"Pensa che la provincia di Pordenone e quella di Udine non hanno rappresentanza parlamentare e rappresentano 2/3 della popolazione regionale".

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Dobbiamo ricordare che il Friuli è sempre stata una delle regioni migliori d'Italia e, grazie ai suoi privilegi di Regione a Statuto speciale, ha avuto più soldi delle altre. Inoltre è sempre stata a guida Pd (dopo essere stata per lunghissimo tempo a guida DC) e quando si sta bene non si cambia. E’ più facile che il M5S si attesti là dove la gente sta male.
Tra l'altro è abbastanza anomalo che la Serracchiani abbia vinto con soli 2000 voti di differenza, e ciò dice che il calo del Pd c'è stato anche qui.
Del resto, se il Pd nei sondaggi ha perso più di 6 punti in una settimana, dobbiamo aspettare che il suo elettorato (lentissimo e vecchio) arrivi a capire il disastro in cui ha messo questo povero Paese.
Il Friuli Venezia Giulia è una di quelle Regioni a Statuto speciale che godono di assurdi privilegi rispetto alle altre Regioni italiane, non solo per i versamenti superiori che ricevono dallo Stato, ma anche per le tasse inferiori. Se per un cittadino ligure le tasse comunali ammontano complessivamente a 572 euro pro-capite, in Trentino per es., la cifra scende drasticamente a una media di 211 euro.
Per questo alcuni di loro (non certo la Sicilia o la Sardegna) sono tra le più ricche d'Italia e vantano una qualità di vita tra le più invidiabili. Detto ciò, non si capisce il motivo per cui nel 2013 ancora ci devono essere queste sperequazioni nei confronti delle leggi, delle tasse e dei contributi pubblici, è una anomalia che diventa sempre più pesante di fronte alla crisi italiana e ai tagli che diventano sempre più gravosi.
Il governatore uscente era Renzo Tondo, berlusconiano, che aveva soppiantato Riccardo Illy di csx e che si ripresentava per un secondo mandato non vincendo per un pelo, mezzo punto di percentuale
Non mi sembra che la sua amministrazione sia stata eccellente se il giornale più venduto in Friuli, il ‘Messaggero veneto’, scrive:
"L'autonomia del Friuli è in crisi, non solo per l'inchiesta sulle spese dei gruppi in consiglio regionale...paga la concorrenza di Austria, Slovenia e Croazia. Ma soprattutto il «corridoio europeo» fa viaggiare merci illegali e affari criminali, mentre la «sussidiarietà del business» intreccia banche con grandi opere su misura. Perfino la multiutility AcegasAps (626 milioni di ricavi netti nel 2012 ma con 464 milioni di debiti...) è stata fagocitata dall'emiliana Hera. Il Messaggero Veneto : «Chiunque vinca avrà grossi problemi di bilancio, l'autonomia è stata spendereccia, godereccia e poco responsabile, al di là degli slogan. Ha un gran bisogno di essere riformata».

Possiamo dire che il Friuli è conteso quasi alla pari tra Pd e Pdl.
I giornali non parlano che della sconfitta del M5S.
Guardiamo i numeri.
Il M5S aveva preso alle politiche 196 mila voti, e alle regionali  103 mila. A parte che il confronto non sarebbe lecito perché si confrontano politiche con regionali e i criteri di voto sono diversi, indubbiamente i voti sono meno.
Però gli stessi giornali parlano di ‘trionfo’ del Pd. Ora, il Pd a febbraio aveva 179 mila voti  e ieri ne ha presi 107 mila, il 40% in meno. Ha vinto, ma tanto successo non mi pare, se ha perso in due mesi 72.000 voti.
Il Pdl ha perso 54 mila voti (ne aveva 134 mila ed è sceso a 80 mila). Se poi pensiamo che nel 2008 il Pdl ne aveva 187 mila, vuol dire che, in una Regione piccola come il Friuli Venezia Giulia (1.099.334 elettori), Berlusconi ha perso 110 mila voti!
Il vero partito vincente è stato quello di chi non ha votato per protesta contro tutti, un elettore su due! Purtroppo questo partito di chi non vota è destinato a crescere, manifestando un livello sempre minore di partecipazione democratica che sfiora la repulsione.
Non si possono confrontare le regionali con le politiche
E non abbiamo regionali precedenti in Friuli, queste sono le uniche
per cui abbiamo solo
un 19,21 alle regionali
e un 27,22 alle politiche
Ricordiamo che in una regione dove ha sempre vinto il Pd, la Serracchiani vince per soli 2000 voti.

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Oggi, per Emg (Mentana), il patto del Pd con B gli ha fatto perdere immediatamente più di 6 punti. Il cdx diventa la prima coalizione con il 34,8%. Il csx scende al 26,4%..
Il M5S sale al 30%, conquistando 5 punti in una settimana, imponendosi come il primo partito nazionale.

Pdl 27,1% (+1,5)
Lega Nord 4,1% (+0,4)
La Destra 0,7% (+0,1)
Fratelli d’Italia e Grande Sud 2,9% (+0,6%)
per un totale del  34,8% (+2,6)

Il Movimento 5 Stelle sale invece al  29,1% (+5,2)
Crolla il Pd 20,3% (-6,6)
Sel 5,2% (+2,0)
SVP e Centro Democratico 0,9% (+0,3)
per un totale di 26,4% (-4,3)

Lieve calo per Scelta Civica per Monti 4,3% (-1,5), Unione di centro 1,8% (-0,2), Futuro e Libertà 0,3% per un  totale di 6,4% (-1,7).
In flessione Rivoluzione civile 1,3% (-0,4)
Resta tuttavia alta la percentuale di astenuti/indecisi 32,5/16,1%, per cui l'astensione resta il primo partito italiano.

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Lalla M. segnala
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON E' RIELEGGIBILE.

Dagli Atti della Camera, assemblea Costituente, Commissione per la Costituzione, Seconda Sottocommissione (Prima Sezione) 19 Dicembre 1946, leggiamo a pag 6, seconda colonna. E’ riportato chiaramente che il Presidente della Repubblica "è eletto per sette anni è non è rieleggibile".

http://www.camera.it/_dati/costituente/lavori/II_Sottocommissione_I_Sezione/sed001/sed001.pdf
L' emendamento di non rieleggibilità del Presidente della Repubblica è stato approvato ed è "implicito" nella Costituzione.

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UN REGIME SEMIPRESIDENZIALE

Il magistrato Alessio Liberati su IFQ ritiene che si stia attuando una pericolosa svolta della Repubblica da parlamentare in semipresidenziale.
La repubblica semipresidenziale ha queste caratteristiche: il potere esecutivo è condiviso con il Primo Ministro che però può essere scelto e revocato dal capo di Stato; il Primo Ministro ed il Governo possono essere sfiduciati dal Parlamento e revocati dal Presidente ma il Presidente non è sfiduciabile e lo scioglimento del Parlamento da parte del Presidente della Repubblica avviene nei limiti costituzionali. Manca solo l’elezione diretta del Presidente con voto popolare (come in Francia per es.)
L’impossibilità di eleggere un nuovo capo dello Stato e fare un governo è stata gestita infatti dal solo Napolitano che pone come condizioni:
-che sia seguito il programma di riforme che vuole lui (ma questo non rientrerebbe nei suoi poteri ma spetterebbe al capo del Governo)
-pena le sue dimissioni (che comporterebbero di fatto l’ingovernabilità)
-dunque sarà Napolitano e non il Parlamento a scegliere il Governo.
Tutto ciò è gravissimo e sostanzialmente anticostituzionale.
Da ieri l’Italia, pur mantenendo la forma astratta di Repubblica Parlamentare  è divenuta di fatto una “repubblica semipresidenziale”, con un capo dello Stato privo di legittimazione popolare, in cui il Presidente indirizza politicamente il governo e non è più un garante al  sopra le parti. Il peggio è che se una parte del Parlamento trovasse in ciò un attentato alla Costituzione potrebbe soltanto mettere in stato di accusa il Presidente con una ‘maggioranza assoluta”, ipotesi irreale in quanto la maggioranza è proprio condizionata da Napolitano. Si è creato un corto circuito istituzionale che non ha precedenti nella storia repubblicana.

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Ilvo Diamanti parla di  ‘Presidenzialismo preterintenzionale’, affermato senza riforme, per inerzia e necessità. Riemerge la Seconda Repubblica, dove, non a caso, B risorge, ispirata al maggioritario e dai partiti personali, che,oggi, è divisa in squadre che remano in direzioni diverse. Il PDL, nonostante abbia dimezzato la sua base elettorale, perdendo oltre 6 milioni di voti, rispetto al 2008, è riemerso dalla crisi. Perché B ha impedito agli altri di intraprendere percorsi sgraditi. Gli è bastato imporre se stesso come riferimento negoziale. Il M5S ha selezionato candidati molto vicini al Csx. Ma al M5S non interessa partecipare a una stabile maggioranza di governo. Semmai, impedirla. Accelerare la decomposizione della democrazia parlamentare e rappresentativa che, sempre più fragile e incerta. Il PD si è sgranato. Un po' come la DC e i partiti di governo, dopo la caduta del muro. Sono state bocciate sia l’idea dell’Ulivo di Prodi che quella del partito all’americano di Veltroni. E si è drammatizzato il contrasto tra vecchio e nuovo, esploso con le Primarie, mentre si accentuava il distacco tra base e vertice, fra segreteria ed elettori. E la rete ha moltiplicato il dissenso reale. La base del PD oggi appare lacerata anche di fronte alla futura maggioranza di governo e critica sulle "larghe intese" tra PD, PdL e Monti. Fra gli elettori del PD solo il 7% si sente vicino al PdL.Meno di 1 su 10. Quelli che si sentono vicini a Scelta Civica salgono al 22%. Quelli che si sentono vicini al M5S sono il 29%, a SEL il 33%. Insomma I piddini guardano a Sx e poco al Centro. Mostrano grande attenzione per il M5S. Ma sono opposti dalla dx e a B. Sentimento ricambiato dagli elettori del PdL. Lontanissimi dal PD e dalla Sx. Cioè: dai "comunisti". Per questo diventa difficile imporre "larghe intese". Perché il Pd è "radicalmente" diviso. E perché nella "democrazia del pubblico" occorrono leader forti, capaci di comunicare. Con partiti al loro servizio. Ma il PD è l'unico partito "impersonale". Privo di una leadership carismatica. Il leader più popolare, Renzi, è stato sin qui osteggiato dal gruppo dirigente. Mentre all'interno si sono aperte nuove sfide, come quella di Fabrizio Barca. Che guarda a sx. Come molti elettori del PD. Attuali, delusi e potenziali. Napolitano è il Pres. della repubblica, non del PD. Non , non del PD. Non potrà rimediare al deficit di leadership e di identità del partito.

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CLAUDIO MARTINOTTI DORIA

L’accordo politico che ha portato alla rielezione di Napolitano poggia 3 capisaldi principali:

la salvaguardia di B dai processi,
la salvaguardia degli interessi dell’apparato PD
la salvaguardia degli accordi italiani con l’Europa su Debito e Deficit.
Ci sono altissime probabilità di avere un 2° governo Monti o simile. E’ ormai chiaro che l’economia italiana non è più in grado di produrre reddito a sufficienza per pagare il debito pubblico e tantomeno per ottemperare al fiscal compact che prevede la riduzione di 1/20 all’anno dello stock di debito superiore al 60% del PIL, ovvero circa 54 miliardi .
In altre parole l’Italia dovrà azzerare il deficit e andare in surplus di 54 mld di euro Impossibile senza un gigantesco prelievo patrimoniale.
Nel caso il governo-inciucio nascesse dobbiamo trarne almeno 2 conseguenze:

gli interessi dei grandi elettori di PD, PDL, e Lega Nord saranno tutelati facendo pagare la differenza a tutti gli “altri” cittadini.
Se il sistema Italia saltasse ci sarebbero ondate di fallimenti bancari, torneremmo ad una moneta sovrana con una conseguente svalutazione. Detta in maniera semplice: dobbiamo solo decidere come pagare e chi pagherà di più (e chi non pagherà per nulla)Conclusione
Cercate per quanto possibile di mettere in sicurezza i risparmi della vostra vita, fatelo per voi stessi, per la vostra famiglia e per i vostri amici.


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LEGGI PRESENTATE DAL M5S IN PARLAMENTO (OLTRE AI 20 PUNTI DI GRILLO A CUI BERSANI HA DETTO DI NO)

-legge anticorruzione
-ritiro dei nostri soldati dall'Afghanistan
-introduzione del voto di preferenza alle elezioni Politiche
-legge sulle cause di incandidabilità
-in particolare incandidabilità di Berlusconi
-restituire a Regioni e Comuni la potestà di regolazione in materia di aperture domenicali e festive lavorative degli esercizi commerciali per difendersi dai supermercati con un sistema di turnazione delle aperture
-soppressione dell’obbligo di assicurazione dei professionisti
-abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti
-abolizione del finanziamento pubblico all’editoria
-abolizione dell’ordine dei giornalisti
-divieto di propaganda elettorale per le persone appartenenti ad associazioni mafiose e sottoposte alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza
-modifiche all’articolo 416.bis del codice penale in materia di scambio politico-mafioso
-riforma elettorale con nuove regole relative ai criteri di candidabilità
-nuove norme in materia di ricerca ed estrazione degli idrocarburi
-nuove disposizioni per il contrasto all’omofobia e alla transfobia
-norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso
-introduzione del matrimonio gay

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GLI ULTIMI COLPI DI CODA DI UN SISTEMA MONETARIO E POLITICO AL COLLASSO
Claudio Martinotti Doria

Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un abbassamento paradossale ed illogico del valore dell'oro e soprattutto dell'argento, che rispetto al loro massimo storico, sono calati rispettivamente del 25% e addirittura del 50%.
Il fenomeno è paradossale paragonato alla creazione spasmodica di denaro dal nulla da parte delle principali banche centrali di stati sovrani, in particolare la FED americana e quella del Giappone che con il primo ministro Abe ha deciso di raddoppiare la massa monetaria circolante da oggi al prossimo dicembre 2014. Di fronte ad una tale prospettiva oro e argento avrebbero dovuto schizzare alle stelle, invece hanno fatto il contrario.
Questo rivela alcune manovre strategiche che costituiscono gli ultimi colpi di coda di un sistema che sta collassando
- i colossi della finanza globale ed i loro "maggiordomi" politico burocratici e mediatici hanno costretto piccoli paesi e banche minori e qualche hedge found a vendere o fornire in garanzia di prestiti le loro riserve in oro, seminando il panico tra i piccoli risparmiatori allontanandoli dall'oro come "bene rifugio" speculando sulla solita balla della "bolla dell'oro" che potrebbe scoppiare da un momento all'altro … il fatto che anche l'argento ed altre commodities hanno seguito il crollo conferma questa ipotesi
- gli stessi colossi hanno tutto l'interesse a compiere questa manovra speculativa internazionale per sostenere la loro strategia monetaria per rinviare a tempo indeterminato gli inevitabili effetti iperinflattivi sul mercato della produzione di denaro virtuale, cioè creato dal nulla, distorcendo sempre più le leggi naturali e di mercato con ripercussioni che ormai sfuggono non solo al loro controllo ma che non sono neppure più in grado di prevedere, lasciando ai posteri le peggiori conseguenze
- teniamo conto che molte banche erano a rischio corsa agli sportelli (vd Cipro) e dovevano inventarsi qualcosa per far desistere i clienti dal prelevare il denaro dai loro conti per acquistare oro e argento o per custodirlo in casa o altrove
- gli stessi colossi saranno i primi a beneficiare di tale strategia, sia perché sono i primi a sfruttare il denaro creato da loro stessi, sia perché fagociteranno l'oro e l'argento, di cui hanno fatto incetta ai prezzi ribassati da loro indotti, per poi approfittare dell'inevitabile progressivo e probabilmente repentino incremento di valore nel tempo ...
- ciò è confermato dal fatto che i prezzi delle monete d'oro e d'argento tipo la famosa oncia pura USA e CANADESE, non sono affatto diminuiti, ma esistono solo in scambi privati, mentre dai vari fornitori internazionali e zecche autorizzate SONO ESAURITE, e chi le ha non le vende. Semmai tra i privati si è assistito ad una corsa all'acquisto, 50 persone chiedevano di comprare e solo una era disposta a vendere. Segnale inequivocabile che il mercato finanziario di carta raccontava balle 
- la conseguenza è che l'oro e l'argento fisico SI STA ESAURENDO, in giro si trovano solo certificati di carta (il c.d. oro di carta, che è tramite esso che sono avvenuti i crolli pianificati di questi giorni)
Chi ha comprato oro e argento reale lo tenga ben stretto perché quando un bene prezioso si esaurisce è destinato ad aumentare di valore … soprattutto se nella Storia dell'umanità ha sempre costituito la vera moneta, il resto è TRUFFA


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L’EPITAFFIO DI PIRRO
Don Paolo Farinella

Ho ascoltato il discorso della corona di Napolitano, re d’Italia…mentre parla ad un mangiamento stipato di inutilità stagionate e fresche di stagione. Masochisti. Battono le mani, anche quando li sfotte e li rimprovera. E’ proprio vero che «Dio fa impazzire coloro che vuole perdere». Una scena deprimente, da avanspettacolo, se non fosse tragica.
L’imperatore italiano ha detto un paio di cose sensate, il resto è stato un epitaffio su una lastra di marmo sulla tomba. B crede di avere vinto. Accanto a lui di riflesso rideva il suo cagnolino d’ordinanza, Al Fano. Somigliano a quelli che si evirano per punire la moglie che li tradisce. Bersani sembrava uscito da una fumeria dopo avere fatto una flebo mix di ecstasi ed eroina. Tutti felici e contenti perché l’imperatore d’Etiopia gli diceva che erano falliti che non avevano saputo fare una riforma e non sapevano nemmeno stare seduti in mangiamento ad alzare le mani e votare. Nemmeno la legge elettorale, quella che tutti volevano abolire e che nessuno voleva eliminare perché permette a tutti di impedire agli altri di governare. Ha dato dell’incapace ai nominati e questi giù a spellarsi le mani. La scena era talmente ridicola che lo stesso negus ha dovuto interrompersi e dire «i vostri applausi non siano autoassolutori».
Ha detto al Pd che non è stato capace nemmeno di gestire la vittoria che poteva portarlo al governo; il successo fallito gli ha dato alla testa e pdini si sono comportati tutti da ubriachi o da pazzi. Conseguenza: larghe intese, tutti dentro, tutti sul carro nel proseguire la sana politica di Monti che non è ancora scaduto. Inciucium perfectum!
Il re ha detto anche che 5Stelle ha fatto cilecca perché si è limitato a contestare tutto e tutti senza fare una sola proposta. Il programma è sempre stato un fantasma dietro le quinte, perché si sono persi dietro se stessi. Avrebbero potuto fare il governo ed eleggere il presidente della Repubblica. Invece di prendere l’iniziativa, aspettavano di essere chiamati e non si rendevano conto che ogni ora che passava giocava contro di loro, come dimostrano le elezioni in Friuli dove 5Stelle crolla dal 27 al 13%. Risultato: coloro che dovevano circondare il mangiamento e farlo arrendere, sono isolati, all’angolo e saranno marginalizzati perché potranno solo fare scarsa opposizione perché le regole del Movimento sono auto castranti.
Non è stato onesto però, l’imperatore, nel dire che 5Stelle contrappone la piazza alle Istituzioni perché bisogna fare un monumento al Movimento che sta contenendo la rabbia e la rivoluzione entro i confini della democrazia. I candidati che sono emersi per la presidenza della repubblica erano quando di meglio il Paese potesse esprimere. Dipingerli come forsennati è ingeneroso e pericoloso. I nemici della Istituzioni sono coloro che hanno applaudito e lo stesso Napolitano che, facendo finta di essere rigoroso custode della Costituzione, di fatto ha dettato la «sua legge», il suo governo, il suo programma e i suoi tempi. Questa non è più democrazia.
«Epitaffio di Pirro». Epitaffio perché oggi la democrazia è orfana; Pirro perché l’emiciclo dei falliti, puttanieri, ladri, grassatori, giovani rampanti, opportunisti e plaudenti, crede di essersi salvato, ma ha solo rimandato la disfatta che sarà ancora più tombale e deflagrante. Ho visto l’orchestra del Titanic: suona e affonda; suona mentre affonda. Beati loro!
Purtroppo - merito esclusivo del Pd! - oggi gongola B che rientra in gioco alla grande, imporrà i suoi ministri e il suo programma con la benedizione imperiale e si preparerà alle prossime elezioni per farsi eleggere Presidente della Repubblica. Al Pd disonore e vergogna perché non ha tenuto in conto il bene comune e l’interesse dell’Italia, ma solo le piccole rendite delle bande di banditi al suo interno. A Renzi,  pallone gonfiato, i resti di quel resta del PD.
Oggi 22 aprile, antivigilia della Liberazione, i morti della Resistenza muoiono ancora, uccisi dagli amici, dai debosciati e dai traditori dei morti.Ora comincia il tragico: il governo delle cariatidi Amato, Letta, Alfano, Quagliarello. B salvato fu! Amen!
Urge sx-sx, nuova, figlia della RESISTENZA. ORA!

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I SUCCESSORIViviana Vivarelli

Con Amato (ex Psi e tesoriere di Craxi) aspettiamoci un prelievo forzoso sui conti correnti. Ricordiamo che dal 2010 Amato è il maggior consulente in Italia della Deutsche Bank, il che vuol dire soggezione assoluta agli interessi della Merkel. E che nel 1992 il suo Governo approvò un decreto-legge da 30.000 miliardi di lire reso retroattivo col prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari per un "interesse di straordinario rilievo", in relazione a "una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica". E che nello stesso anno varò una manovra finanziaria "lacrime e sangue" da 93.000 miliardi di lire (con tagli di spesa e rialzo di tasse), per frenare l'ascesa del deficit pubblico.
Con l'ambizioso Enrico Letta aspettiamoci un servilismo ancora più tetro agli interessi del sistema bancario dell'alta finanza e degli speculatori della Borsa.
Amato ha già mostrato di saper calpestare gli interessi dei cittadini in nome di interessi della Casta.
Letta è già stato scelto dal club Bilderberg con il plauso della banca americana Goldman Sachs come successore di Monti (Bersani non è nemmeno stato considerato).
Questi sono i due presunti eredi di Bersani: uno che fa gli interessi della maggiore banca tedesca. E uno che fa gli interessi del grande capitale internazionale.
Ma chi fa gli interessi degli Italiani?

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IL TEATRINO DELLA CRISI IN PILLOLE
Paolo De Gregorio

-Scena prima: un Bersani sornione e pimpante (nonostante il suo partito abbia perso 3 milioni di voti e lui non abbia smacchiato nessun giaguaro) si accinge a circuire il M5S, come fa il pedofilo con un bimbo, convinto che la sua quarantennale esperienza politica avrà ragione sugli “inesperti” grillini, offrendo loro 8 punti di programma così generici e vaghi che nelle sue mani di vecchio inciucista si sarebbero trasformati nel nulla assoluto
-Scena seconda: alla solare, comprensibile per tutti, offerta del 5stelle di fare come loro, ossia rinunciare al finanziamento pubblico ai partiti, per aprire un dialogo e una trattativa, ecco che l’astutissimo Bersani, allievo del super astuto D’Alema, fa pippa, non risponde nel merito, ma gli riesce più difficile continuare a bollare il movimento di irresponsabilità e chiusura
-Scena terza: uscito dall’angolo in cui lo voleva confinare Gargamella, il M5S protesta perché tutti i partiti (che poi in sostanza sono PDL e PD a comandare) rifiutano di insediare le famose “commissioni” , che consentirebbero l’inizio dei lavori parlamentari anche senza il nuovo governo, per timore che i grillini tirino fuori la proposta di applicare la legge del 1957 che dichiara ineleggibili i concessionari di pubblica licenza, che farebbe decadere Berlusconi dal suo status di parlamentare.
-Quarta ed ultima scena: il Movimento, dopo aver dato a tutti una lezione di democrazia facendo scegliere ai suoi iscritti via internet il candidato a presiedere la Repubblica, raccoglie sul nome di Rodotà un consenso oltre i suoi voti, spacca il PD, che vede suoi elettori bruciare la tessera davanti a Montecitorio, terrorizzando tutti gli inciucisti, che si erano messi già d’accordo su un governo di larghe intese, facendo uscire Vendola dal patto con il PD, e vanno tutti di corsa ad implorare la protezione di Napolitano che del governissimo più o meno tecnico è il vero ostetrico.
Come risultato per giovani, inesperti e dilettanti, guidati da un comico, non c’è male, a soli 50 giorni dalle elezioni.
Dalla ammucchiata, benedetta da Napolitano, nascerà un governo zoppo, che sarà incalzato in ogni sua iniziativa dalle contro-proposte grilline che arriveranno finalmente all’orecchio della grande massa degli elettori, e ogni giorno crescerà una opposizione sempre più forte, cosa che mancava da almeno 20 anni.
Comunque sarebbe stato meglio che Grillo ieri sera, invece di parlare di “Golpe” per l’elezione di Napolitano avesse parlato semplicemente di partiti disperati, alla canna del gas, che si trincerano nel Palazzo, fanno scavare tunnel che li portano sotterraneamente fino agli studi televisivi, per resistere finché possono, contro la maggioranza degli italiani che alle prossime elezioni li puniranno duramente.

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DANIELE MARTINELLI (sunto)


Inciucio è fatto. Un golpe ammantato di legalità e riverito dall’intero arco di servi del sistema mediatico. Napolitano si è fatto rinominare con 730 voti, garantiti dai gemelli siamesi Pdl-Pd. Il settennato del peggior presidente della storia è premiato con un bis acclamato anche dalla stampa estera. L’aver firmato lodi alfano e porcherie  di levatura golpista ne ha fatto il garante dei liberisti inciucisti alleati degli evasori fiscali. Gli attendenti di B hanno votato proni con la Lega piegata a 90°. Così per B la galera si allontana. Menrte prosegue il cammino funebre del Pd. Intanto, con Napolitano al Quirinale senza nemmeno che si dimetta (situazione inedita), i giochi per mettere a ferro e fuoco l’Italia sono fatti. Ci manca solo Amato e siamo a posto, Visco di Bankitalia lo ha presentato alla platea di massoni al vertice del Fm di Washington e ha rassicurato i banchieri che si proseguirà l’agenda Monti! Sotto l’es. di Cipro. Cioè se le banche falliscono pagheremo noi. Al suo fianco Grilli ha confermato che “l’Italia non abbandonerà il rigore“. Obama ha apprezzato la continuità garantita dai 4: B-Bersani-Monti-Napolitano. Regola prima: salvare le banche a spese dei cittadini, in quanto “se non fosse così, non potremmo controllare il problema dell’azzardo morale di quegli istituti che, per fare grandi profitti, si prendono enormi rischi scaricando poi le perdite sulla collettività“.Il modello Cipro aiuta a “muoversi rapidamente verso l’unione bancaria europea“. A Cipro sappiamo com’è andata. I possessori di conti correnti superiori a 100 mila euro si sono visti decurtare i loro risparmi dei 4/5. In Italia non ce ne sono molti, per cui il prelievo forzoso avverrà su risparmi inferiori. E per quel ruolo sporco Amato va bene, visto che nel 1992 impose il prelievo del 6 per mille. Dunque se Amato sarà nominato capo del governo prepariamoci al peggio.
(Ma se faranno segretario Enrico Letta, ricordiamoci che è lui che è stato scelto dal club Bilderberg, big dell'alta finanza,e non certe per il bene dell'Italia)

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CLAUDIO MESSORA (sunto)

Oggi l’Italia poteva avere un nuovo Presidente. Potevano scegliere un uomo che tutto sommato aveva la loro casacca e che dava qualche garanzia in più. Ci hanno provato con Marino e con Prodi. Volevano provarci con D’Alema, Alla fine, pur di non votare Rodotà, voluto dai cittadini, sono stati chiamati al Quirinale (a che titolo? E come mai nessuno ha chiamato il M5S?) e hanno svelato l’inciucio. E pur di realizzare un nuovo sfregio alla volontà popolare, non si sono fatti scrupolo di richiamare in servizio il facilitatore maximo. A nulla sono servite le proteste della stessa base del Pd o gli strappi dei Giovani Turchi o dimissioni di Bersani e Bindi.
Per l’ennesima volta, le aspirazioni legittime del popolo sono state mortificate da un ristretto gruppo di potere che ha in pugno tutto e crede di non dover rendere conto a nessuno. Le piazze sono piene. Piene di quegli stessi cittadini che solo 2 mesi fa hanno votato per essere degnamente rappresentati, e già oggi si sono resi conto che il loro voto non è stato sufficiente a cambiare il sistema. Ed è significativo che ci siano almeno 162 parlamentari che possono permettersi di uscire dal Palazzo e andare a raccogliere gli applausi della folla. Gli altri no e devono uscire da porte secondarie. Eppure, tutto questo non conta nulla. L’unica rappresentazione è quella dei media, che rispolverano assonanze infelici come “Marcia su Roma”, termine mai usato da nessuno, per screditare una legittima protesta, peraltro già in atto da giorni. Mentre vi scrivo, dalle finestre aperte della Camera arrivano le urla della piazza. E non è un rumore che possa far piacere sentire. Credetemi.

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IL DISCORSO DI GRILLO A ROMA


Solo sky ha presentato le quasi due ore (bellissime!) di discorso di Beppe a Roma e le sue risposte ai giornalisti, mostrando in modo chiarissimo la stupidità e l'arroganza di tante calunnie dette sul suo conto e sul conto del Movimento (bravissimo Crimi!), calunnie che tanti TROLL prezzolati si premurano di allargare.
E solo sky ha mostrato per ore la marcia silenziosa di protesta di tanti cittadini contro la rinomina di Napolitano e il vergognoso inciucio dei 4, che ha sancito in modo palese la strisciante alleanza tra Pd e Pdl che dura vergognosamente da 20 anni, solo Sky ha fatto vedere i manifestanti educatissimi nelle strade di Roma, mentre tutti gli altri media hanno silenziato la protesta perché 'quel che non si fa vedere' è come se non esistesse e anche questo è un modo per falsificare la verità.

http://video.corriere.it/grillo-ci-hanno-rubato-anno-tempo/1da3e036-aa85-11e2-968c-b1e4e5776c81

http://video.corriere.it/grillo-racconta-casaleggio/af101f04-aa89-11e2-968c-b1e4e5776c81

http://www.youtube.com/watch?v=trhs0-9-ymQ

Il discorso di Beppe è stato toccante e commovente.
Grillo ha una sincerità schietta che va al cervello e al cuore, talmente opposta ai modi falsi e ambigui dei politici di partito da marcare già da sola la profonda differenza 'genetica' tra due mondi, tra due ere geologiche, tra un passato remoto marcio e ormai sepolto che si regge solo sulle stampelle precarie dell'inciucio e della perdita di ogni dignità e un mondo nuovo e splendente che ormai è già nato e che nessuno potrà cancellare.

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BERLUSCONI SE LA RIDE
FRANCESCO FILIPPI

La Casta mostra i muscoli, uno stuolo di giornalisti spalmati su tutte le televisioni e giornali li difende a spada tratta. Il Napolitano Bis è un anomalia istituzionale mai successa nella storia della Repubblica, segno di forza o debolezza?
Berlusconi se la ride, D'Alema si arriccia il baffo, Monti si gratta la pancia.
Ma Berlusconi che acclama un comunista, il PD che difende Berlusconi, Monti che ci fa lezione sono bocconi amari da digerire per chiunque.
Il Popolo tra poco tornerà a sentire i crampi allo stomaco che fino ad ora l'adrenalina data dalla speranza di un cambiamento aveva placato.
Cari Berlusconi, D'Alema e Monti, godetevela ora, perché io mi siedo sul bordo del fiume ed aspetto, non avremo bisogno di fare niente avete già fatto tutto voi.
Sono i vostri elettori che pagheranno questa scelta, e tanto.
Noi ad essere presi per il culo, ad essere derubati e rapinati, ad essere truffati siamo abituati.
Non potete immaginare quanta pazienza ha un precario minacciato costantemente di essere non riassunto, un disoccupato senza lavoro da anni, un lavoratore sfruttato, deriso e discriminato perché onesto, un uomo costretto ad emigrare per lavorare. Noi modestamente c'abbiamo due palle che Berlusconi se le sogna.
Invece i vostri elettori così sicuri della loro pensione e del loro stipendio che faranno ora che è il loro turno ad essere trattati da coglioni? Ora che la competizione si fa sempre più dura e le certezze vengono meno, ora che non c'è più trippa per gatti basterà insultare i grillini per calmarli?
All'indomani delle elezioni il PD doveva scegliere tra il PDL ed il M5S.
La scelta l'avete fatta, c'avete messo due mesi per dichiararla sperando, con la manfrina che avete messo in piedi di dare la colpa al M5S, di riuscire a convincere i vostri elettori che non c'era altra scelta.
Avete perso.


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A. TOGNARINI-giornalista

Sono stata fino a ieri una acerrima nemica del M5S. Se mi cercate su Facebook, vedrete nella mia pagina, scorrendo all'indietro, che non sono stata tenera né con Grillo né con il M5S. Tempo fa ho poi partecipato alla campagna delle primarie PD per Renzi.
Ma la vicenda dell'elezione del presidente della Repubblica ha messo in crisi le mie certezze. Adesso sto vedendo la conferenza stampa di Grillo e mi commuove il fatto che lui abbia la voce rotta e sia vicino alle lacrime commentando quanto è successo.
Ho quasi 49 anni, sono laureata in Scienze Politiche e giornalista professionista freelance. Del M5S ho contestato l'assenza di una forma riconoscibile in base ai miei studi, ma l'accettazione della candidatura da parte di Rodotà, che di quanto ho studiato è un Maestro, mi ha fatto riflettere. Adesso penso che è proprio l'assenza di una forma-partito riconoscibile il punto di forza di M5S.
Tra ieri sera e stamani ho capito che solo una guerra non-violenta, anche se ciò può sembrare contraddittorio, le cui sole armi siano la tenacia, l'inflessibilità, la resistenza alle avversità (tra le quali la superficialità altrui), potrà salvare questo Paese. Non è possibile restare fermi in una sterile ignavia. Quando la Patria è in pericolo, ognuno, per quanto può, ha il dovere di dare una mano per non perdere la faccia guardandosi allo specchio.
La vittoria non è sicura. Per quanto mi riguarda, ho già perso una volta. Era il 1992 e l'impegno con La Rete di Leoluca Orlando non sortì alcun cambiamento. Se non altro, però, dare e darci una mano consente di distinguerci dai sassi.


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NON TUTTI GLI ITALIANI SONO UGUALI
Federico

DATI ISTAT 2011
-78.941 connazionali hanno lasciato nel 2012 il Paese, il 30% in più rispetto al 2011. Si emigra soprattutto verso la Germania (diecimila), la Svizzera (quasi 9000) e UK (7520). A seguire, la Francia, che precede Argentina, Stati Uniti, Brasile, Spagna, Belgio e Australia.

-per regioni, emigrano di più i lombardi (oltre tredicimila), seguiti da Veneto e Sicilia. Questo dato conferma un trend ormai consolidato: si emigra ormai sempre più dalle regioni del Nord, il Sud segue a ruota.


-il 56% degli emigrati sono uomini: quasi la metà (il 44%) sono 20-40enni, per un’età media di 33 anni. Tra i reimpatri di cittadini italiani, sono 20-40enni solo il 26,8% dei rientrati, per un’età media di 36,5 anni.

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UN PAESE FALLITO GESTITO DA PARASSITI
Claudio Martinotti Doria 

Il Paese sembra irriformabile e ormai fallito, e non certo a causa della popolazione italiana, che, per quanto una cospicua parte sia di un'ignoranza spaventosa composta da analfabeti di ritorno, ha comunque una parte minoritaria ma molto significativa che è a dir poco creativa, intraprendente, geniale e colta, ma è sempre più costretta ad emigrare, fenomeno in corso ormai da molti anni e che si accentua sempre di più. 
La causa primaria del fallimento è la partitocrazia parassitaria e tutto il suo seguito di clientele e cortigianeria che si nutre alla greppia del denaro pubblico, che sono drogati di potere e privilegi, che hanno fornito ancora recentemente le peggiori performance politico istituzionali con una mancanza di scrupoli ed una spregiudicatezza da psicopatici impuniti. 
Questi parassiti al potere che hanno già reso l'Italia il paese con la maggiore pressione fiscale ed i peggiori servizi pubblici del mondo occidentale e l'anno portata ad una lenta agonia che prelude alla depressione più cupa ed al fallimento, finché gli sarà consentito continueranno a depredare la popolazione, la parte sana, onesta e produttiva, arrivando prima o poi anche alla confisca patrimoniale diretta, perché quella occulta ed indiretta la praticano ormai da tempo immemore. 
Piuttosto che ridimensionarsi e rinunciare a qualcosa, hanno preferito imitare i nobili medievali che si rifugiavano nei castelli e nelle rocche per isolarsi dalla sofferenza e dalle rivolte all'esterno, fregandosene delle carestie, pestilenze, sommosse, ecc., che colpivano i sudditi, che con il proprio lavoro avevano fornito loro tutti gli agi del loro rango. A questo punto dipenderà dagli Italiani decidere se lasciarsi spogliare progressivamente di tutto da questi parassiti, privandosi di ogni vitalità e motivazione, o se reagire intelligentemente con dignità e determinazione. 
Mi spiace per coloro che in buona fede si siano compromessi o resi complici, seppur passivi ed involontari, di questo sistema aberrante. 

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GLI ERRORI DI NAPOLITANO
Paolo De Gregorio

Mandare al Quirinale un politico è sempre un errore perché la tentazione di far politica può essere irresistibile, e cercare di persuadere le parti può sconfinare in un altro ruolo, quello presidenzialista.
Se è vero che più indizi costituiscono una prova, sia il governo tecnico appoggiato dai due partiti maggiori, che il prossimo governo definibile “del Presidente” o di unità nazionale, rivelano le impronte digitali di King George, con le sue convinzioni politiche che risalgono al “compromesso storico”, che hanno visto l’Italia non uscire mai dal regime monarchico a cui era abituata. Ben presto DC e PCI smisero di combattersi, entrambi i partiti accettarono la Nato e il capitalismo e procedettero speditamente verso una spartizione sottobanco di tutto ciò che era possibile, arrivando a trasformare i rispettivi partiti in potenti apparati, carichi di soldi, con un controllo totale sui media, e con un nomenclatura che dall’alto sceglieva chi fare salire verso i piani alti del potere politico.
Un sistema chiuso, impenetrabile, diventato CASTA, lontano dal linguaggio e dai problemi dei cittadini, infarcito di ladri e corrotti, pronto a stravolgere la Costituzione per ottenere l’impunità con leggi porcata sempre tese a creare difficoltà alle indagini della magistratura.
Il voto di Berlusconi e del PD per la rielezione di Napolitano dimostra più di qualsiasi documento ufficiale che il patto sottobanco esiste, che l’apertura del PD verso il M5S era una truffa per scaricare la responsabilità di ingovernabilità sui nuovi arrivati, che entrambi i partiti si sentono garantiti da Napolitano che in un modo o nell’altro riuscirà a liberare B: dai suoi processi (incominciando con un ministro di Giustizia targato PDL, ma anche Violante del Pd sarebbe gradito a B.), e il PD sarà protetto dagli effetti del super-scandalo del Monte dei Paschi di Siena.
Il regime partitocratico resiste, perde solo qualche pezzo a sinistra (Sel e un centinaio di deputati PD), ma la sua credibilità è inesistente. PD e PDL sanno che sono indispensabili gli uni per gli altri, il loro destino è ormai comune.
Questa è una situazione, come dicevo, molto simile alla monarchia, che dura da decenni e ha sempre funzionato, ma oggi, per la prima volta, si è affacciata nelle alte stanze del potere una forza non omologata dalle spartizioni e dagli inciuci, ma votata a ripristinare la democrazia e il rispetto della Costituzione, che incepperà inesorabilmente il vecchio andazzo perché denuncerà ad alta voce bugie, intrallazzi, inganni, sprechi, privilegi, e basterà questo per arrivare al definitivo declino del regime partitocratico.
La regia di Napolitano non basterà a fermare il nuovo corso della politica, perché anche lui cadrà insieme al governo che farà nascere, per il semplice fatto che non si mettono di nuovo al potere gli stessi responsabili della crisi e del disastro economico e morale.
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