sabato 6 aprile 2013

LE CORNA DI MOSÈ


Una teoria sull`origine del ”condottiero” del popolo ebraico


di Enea Baldi, fonte: rinascita.eu
Il Mosè di Michelangelo
Mosè, al contrario di quanto riportato nella bibbia, quasi sicuramente, non era un israelita ma un egiziano. Secondo la bibbia, quando Mosè scese dal monte Sinai con le tavole della legge, due raggi luminosi gli partivano dalla fronte e si stagliavano verso il cielo.
Ma… siamo proprio sicuri che fossero raggi? Sempre nella bibbia, sono riportate le lettere “KRN”. Introducendo due “a” si ottiene la parola KaRaN, che significa appunto “raggi”. Ma se invece delle due “a” introduciamo due “e”, otteniamo la parola KeReN, che invece significa corna. Pare che nel ‘500, ai tempi di Michelangelo Buonarroti, una parte degli ebrei della cosiddetta diaspora, si tramandasse la tradizione della parola “Keren”, secondo il trigramma consonantico KRN, che significa appunto corna e non raggi.
Ovviamente, al contrario della magnifica opera scultoria realizzata dall’artista toscano ed ora conservata nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, in cui le corna si confondono tra i riccioli e sembrano spuntare dal cranio, quelle appartenute a Mosè erano probabilmente le corna posticce di un copricapo. Il motivo di quel copricapo è piuttosto semplice; semplice sì, ma forse sconveniente per gli ebrei dell’epoca che, presumibilmente, millantarono le origini israelitiche di Mosè sostituendo le corna con due raggi.
Gli ebrei nascosero al mondo che Mosè fosse un adepto del Dio Amon, la principale divinità del Pantheon egizio, raffigurato sia in sembianze antropomorfe, sia con il corpo da uomo e la testa di ariete.
Amon, nella versione antropomorfa indossava uno speciale copricapo, lo stesso indossato dai sacerdoti che veneravano il suo culto. Un simbolismo, un elemento decorativo e rappresentativo del Dio Amon, chiamato anche il “Dio cornuto”.
Ora, se Mosè era un seguace del culto di Amon, qual è stata la causa che lo spinse, insieme ai seguaci dello stesso culto – forse i leviti – e ad un numero consistente tra civili e soldati fedeli alla casta sacerdotale “amonita”, a fuggire dall’Egitto e dar vita a quello che gli ebrei chiamano “Esodo”, convinti che si trattò di una fuga di ebrei dall’Egitto?
Proseguendo su questo ragionamento, da un punto di vista storico non si può ignorare che proprio in quel periodo il faraone Akhenaton della XVIII dinastia, stava cercando di rientrare in possesso del suo titolo di sovrano dell’Impero d’Egitto, messo in pericolo, durante il regno di suo padre Amenofi III, proprio dalla potente casta del Dio Amon. La casta sembra che fosse stata accusata di aver accumulato spropositate ricchezze e di aver così dato vita ad un impero all’interno di un impero. Akhenaton decise così di istituire una sorta di monoteismo incentrato sul culto di Aton, il disco solare: essenzialmente una versione di Amon-Ra. Gli amoniti vennero perseguitati e messi al bando, chiusi i loro templi in tutto l’Egitto, una repressione che molto probabilmente colpì anche la casta del Dio Amon di cui Mosè era, forse, il capo carismatico.
Una volta fuori dall’Egitto, questi “fuggitivi” tentarono di insediarsi in vari territori a sud della Cananea, oltre il Giordano. I madianiti ed i moabiti che abitavano quei territori, resero loro la vita molto difficile, non permettendogli di stabilirsi nelle loro terre; così, gli amoniti furono costretti a vagabondare qua e là, fino ad insediarsi in quel territorio che venne successivamente indicato “tribù degli ammoniti”. Il territorio in cui gli amoniti si stabilirono era prevalentemente un deserto sassoso utilizzato da pastori semitici per le loro transumanze stagionali verso il Mare Mediterraneo. I Cananei (probabilmente originari dai fenici) chiamarono gli ammoniti “Everim” (eberim): da cui, quasi sicuramente, derivò il nome “ebrei”. Il termine “everim” in ebraico significa “quelli di là del fiume”. Per mistificare tale significato, coloro che manomisero la tradizione biblica, per renderla più confacente ai loro scopi, si inventarono anche un patriarca: Hever, un capo carismatico originario della Caldea alla quale, si dice, appartenesse lo stesso Abramo. E’ molto probabile che gli ammoniti, (egiziani), visto il legame di sangue, si siano alleati con il faraone Merenptah durante la campagna palestinese contro i canaaniti e le tribù israelitiche (le cui origini ancora rimangono a tutt’oggi ancora oscure) stanziate nel nord della Palestina. Non solo gli ammoniti, ma anche i moabiti si allearono con gli egiziani. Quello di Giosuè che attraversa il fiume Giordano spartendo le acque alla maniera di Mosè, non è altro che un racconto mitologico, per celebrare l’invasione degli Ammoniti delle terre di Canaan. Con il tempo, questi “figli di Amon” estesero il loro dominio sino all’alta Galilea, dominando completamente sulle aree circostanti il lago di Tiberiade (Mar di Galilea). Tutto questo giustifica i molti nomi di chiaro stile egiziano dato a quei luoghi, come ad esempio “Naftali”. Non solo, da quanto risulta dall’enciclopedia giudaica, ci sono specchi d’acqua sorgiva nel nord-ovest del lago di Tiberiade associati al nome del fiume Nilo: un’altra conferma che i luoghi, per un tempo imprecisato, vennero occupati da popolazioni di origine egiziana…
La statua di Mosè è parte della tomba ubicata in San Pietro in Vincoli, a Roma, costruita da Michelangelo Buonarroti nel 1545 su commissione di papa Giulio II, tomba completata nell’arco di trent’anni a causa delle continue modifiche apportate al progetto originario. Nel primo progetto la tomba doveva essere costituita come un mausoleo a tre piani, ornato da quaranta statue in marmo e rilievi in bronzo, con una pianta di 11 metri per 7 al cui interno stava la tomba del papa: il Mosè originariamente avrebbe dovuto essere accostato alla statua di San Paolo, in quanto entrambi, secondo la bibbia, avevano ricevuto la visione di dio.
La teoria ancora oggi più accreditata sul significato delle corna di Mosè è quella di una traduzione errata (Karan/Keren) della Bibbia. Ma i riferimenti storici – e non solo quindi quelli epici citati dalla bibbia – sembrano convergere verso un’altra tesi tutt’altro che improbabile.
Fonti:
di Enea Baldi, fonte: rinascita.eu

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