mercoledì 10 aprile 2013

L'attico da papa che imbarazza Viganò


INDISCREZIONI


Il moralizzatore, nunzio negli Usa, ha una casa di 250 mq in Vaticano. Vicino alla residenza di Bergoglio.

di Gioia Reffo
È da quasi due anni negli Stati Uniti, ma conserva un appartamento di 250 metri quadrati in Vaticano. Dove monsignor Carlo Maria Viganò non ha più nessun incarico.
Se però il nunzio apostolico volesse trascorrere qualche giorno in Italia e respirare la ventata di povertà portata da papa Francesco nelle ultime settimane troverebbe pronta la sua casa. Che sta suscitando non poche polemiche all'interno dele mura leonine.
A POCHI METRI DAL PAPA.L'arcivescovo varesino, ex segretario generale del Governatorato vaticano, dal 19 ottobre 2011 è nunzio apostolico negli Usa. Ma secondo Il Giornale avrebbe conservato in Vaticano un'abitazione di lusso, situato a pochi passi dall'albergo Santa Marta, dove il papa ha deciso di vivere.
Si tratta della stessa casa dove il monsignore 72enne abitava mentre ricopriva l'incarico di segretario generale, quando cioè teneva in mano le chiavi delle casseforti della piccola città-stato. Promosso nunzio apostolico però, l'arcivescovo moralizzatore avrebbe chiesto e ottenuto di poter tenere a disposizione la casa, senza pagare l'affitto. Lui, salito alla ribalta delle cronache internazionali per la pubblicazione delle sue lettere a Benedetto XVI in cui denunciava casi di corruzione dentro il Vaticano.
PIÙ GRANDE DELL'APPARTAMENTO DI BENEDETTO. Viganò è l'unico ambasciatore d'Oltretevere che gode di questo privilegio, con una casa inutilizzata più grande anche dell'appartamento papale di Castel Gandolfo. La residenza dove sta trascorrendo questi mesi Benedetto XVI è infatti di soli 230 mq su due piani.
Si tratta dell'ennesima bufera che si è abbattuta sul monsignore, arrivata dopo le dichiarazioni del fratello dell'arcivescovo, Don Lorenzo Viganò.
PROBLEMI COI FRATELLI. In una delle lettere al pontefice, l'ex segretario generale, chiedeva a Benedetto XVI di poter rinviare il suo trasferimento a Washington anche per potersi prendere cura del fratello sacerdote più anziano, «rimasto gravemente offeso da un ictus che lo sta progressivamente debilitando anche mentalmente». Motivazione seccamente smentita però dal diretto interessato. Monsignor Viganò ha confermato che all'epoca della lettera viveva già negli Stati Uniti e che non aveva da anni più rapporti con il fratello e che, per questioni di eredità, aveva anche denunciato la sorella Rosanna.
Mercoledì, 27 Marzo 2013

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