Non sono tenebre ne luce, non sono il
tempo, non sono lo spazio, non sono sogno, non sono illusione, non sono la
vita, non sono la morte, nessuna esistenza umana sarà capace di raccontare lo
sfogliare impetuoso e immortale della mia anima.
Ma, se
fossi solo la mia sorte, io giammai sarei qui tra la moltitudine del singolo o
della pluralità siano essi di qualsiasi etnia o etica, capaci di far sognare
,di far illudere, di realizzare, di far morire, di sottrarre e nascondere
l'amore immortale, di questa esistenza.
Non è l'inconscia vertiggine dei sentimenti a
farmi abbracciare
l'abbisso profondo dei
miei pensieri ma la costante intelligente verità
che sconfina infinita in
altre piccole verità.
Mi fà silenzio, parola, ascolto, sentire, liberazione,
continua
trasformazione, dove le
acute debolezze lasciano agli argini le forze e non vi sono che assenti parole,
pensieri ammutoliti e lusinghiere sensazioni.
Il mondo non è tutto l'universo, il mondo è
un insistente dualità divisa in tre parti:esseri stronzi, importanti, e
deliquenti.
Gli stronzi creano la nascita di quelli
importanti e gli importanti creano la nascita dei deliquenti tutto nel modo più
sottile per l'orgoglio degli stronzi,
degli importanti e quello dei deliquenti.
Io che potrei essere stronza, apparire
importante e recitare il delinquere, io che non mi sento ne di questo e ne
dell'altro mondo
io trovo assurda l'utopia.
Ogni uno esprime la sua realtà suprema,
l'aspetto del sì, del forse, del no, quindi capaci di tutto, di qualcosa o di
niente.
Io e il mio destino che non è il destino
degli altri ma che incide qualcosa nel
destino altrui.
Dove saranno mai coloro che non sono ne
stronzi ne importanti ne deliquenti ma reale esistenza pura che forgia il
mistero, il genio
l'ignoranza di ciò che vien chiamato, vivo
vegeto o morto?
Io se non è il tuo è il mio, è il loro e lì
resterà sempre perchè non si è spogliato con le sue mani a colmare tutti i
silenzi i dolori e sentirne la fragrante delizia dei profumi che la gioia dona.
Io sono qui con il mio respiro a togliermi
la polvere di dosso come fa il vento con le foglie, sono qui che guardo agli
occhi come l'acqua a specchiare l'immensità del cielo dentro la terra, sono qui
viva e morta come fa il fuoco quando brucia, sono qui dentro la trama
rigogliosa delle percezzioni a nutrire vibrazioni, sono nel qui della materia
come fa l'ora, che muta la luce all'alba del suo centro, nel tramonto del suo
dì.
Io, contemporanea e antigua per fare
dell'ovvietà ciò che resta
del raggiungimento degli estremi per
socchiudere nel baratro del falso la commedia del finito e dell'infinito
dell'io non sono dunque passa, che io ho una casella tutta per me dove tutto li
dentro c'è il mio sono con tutta la moltitudine nella sua routine.
Ma io anima conosco il
bene che proverò, il male che proverò e
come automi senza origine
e ne spirito si cadrà nel danno di qualche giudizio, di qualche richiesta, con
qualche fortuna di risposta a fulminare gli eventi.
Io, senza nome a vincere
la lontananza a distribuire dimenticata
il sorriso, il trastullo
del così e del cos'ha, per ciò che resterà, a cancellare i ricordi
grigio-perla, io e la mia grandezza che solo il cuore mi dà, che mi innammora,
mi lega, mi unisce, mi eterna l'amore-vero quello generoso che mi concede la
beatitudine sacra tra i gigli fioriti in terra.
Io, che sono qui, tutta qui, nella legerezza
di anima e corpo...fluttuo...Senia.p
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