martedì 9 aprile 2013

In Iran i simboli del capodanno zoroastriano



Una guida per un viaggio da antropologi


Iran, capodanno zoroastriano (foto di Mohammad Hassan Zadeh)Iran, capodanno zoroastriano (foto di Mohammad Hassan Zadeh)










( Di Rodolfo Calo')
Un viaggio in Iran nei giorni del Nowruz, il capodanno persiano che coincide con l'inizio della primavera. Per vivere appieno i riti della festa zoroastriana c'e' bisogno di un amico del posto ma, vista l'imbarazzante disponibilita' degli iraniani, in genere entusiasti nell'accogliere gli stranieri, va bene anche anche un ''amico di un amico''.
Scegliendo Teheran c'e' il vantaggio di avere una capitale relativamente semideserta e comunque in una condizione di scarso traffico e minor inquinamento che risulta ottimale per visitare le sue attrattive. L'avvertenza e' che pero' poi c'e' il contrappasso di code quasi apocalittiche sulle direttrici delle gite verso gli altri centri d'interesse del paese.
Un modo per prepararsi e il classico volume da portare sotto al braccio in questo viaggio e' un libro in preparazione da parte dell'antropologa Tiziana Ciavardini, profonda conoscitrice delle tradizioni iraniane grazie alla sua permanenza ultradecennale nella repubblica islamica.
Ansa InViaggio e' in grado di citare alcuni brani della bozza in elaborazione col titolo provvisorio di ''Rituali persiani - Viaggio antropologico nell’iran di ieri e di oggi''.
IL CAPODANNO PERSIANO. ''Now Ruz, che significa Nuovo Giorno é il modo in cui gli iraniani chiamano il nuovo anno che coincide con la celebrazione dell’equinozio di primavera'', ricorda Ciavardini. ''Quello che abbiamo oggi come Now Ruz risale al periodo sassanide che fu l'ultimo grande impero persiano prima dell'avvento dell'Islam. Tutti gli iraniani, qualunque sia il loro credo religioso, lingua o origine e ovunque essi vivano, sono fortemente attaccati a questa tradizione che non è presente nel calendario lunare islamico''. ''La data e l'ora è diversa ogni anno, ma comunque vicina al 20 marzo. Della durata di circa due settimane, è la più lunga di tutte le feste iraniane'' e i suoi rituali ''sono ricchi di simbolismo. Seppur legata alle antiche vestigia del passato mazdeo e zoroastriano dell’Iran, la celebrazione Nowruz non è né religiosa, né di natura nazionale, né è una festa etnica''.
LA NOTTE DEI FALO' Il ''Chahar Shanbeh Suri'', ossia il ''mercoledi’ rosso'', l’ultimo prima della fine dell’anno, segnala poi l'antropologa, punta a ''rendere grazie per la salute dell’anno che sta per terminare scambiando il pallore dell’inverno con il calore e la vivacità del fuoco. Attraverso questa cerimonia si chiede ai ''propri antenati'' un ''atto di clemenza per combattere il male (Ahriman) e, attraverso la purezza, raggiungere il bene (Ahura Mazda)''. Un po' ovunque vengono accesi faló, ''spesso nei giardini privati delle case o fuori delle proprie abitazioni oppure sopra i tetti dei grandi palazzi''. ''I giovani in particolare'' saltano le fiamme gridando: 'Dammi il tuo rossore e porta via la mia carnagione olivastra invernale' o 'riprendi il mio pallore malsano giallo!" . L’auspicio è che il fuoco assorba le negatività (il giallo) e dia in cambio l’energia e la vitalità (il rosso)''. Durante la sera di chahar shanbeh suri', che poi si celebra il martedi' sera, ''bambini e ragazzi vanno di casa in casa coperti con un lenzuolo per non farsi riconoscere e, facendo baccano con pentole e cucchiai'', raccolgono ''dolci, frutta secca e piccoli doni''. ANSA InViaggio ha notato che un altro aspetto evidente della serata sono pero' botti e mortaretti esplosi un po' ovunque come in Italia a San Silvestro ma con minore intensita'.
LA TAVOLA DEI SETTE SIMBOLI Nel capitolo dedicato al Capodanno iraniano viene dettagliatamente spiegata la tavola dell' Haft Seen, che e' un po' come l'albero di Natale in Occidente: si tratta della composizione, su una tovaglia, di almeno sette elementi unificati dall'iniziale ''s'' tra cui un vaso di germogli vegetali, un dolce tradizionale, una mela, frutta secca, aglio, aceto, un tipo di dattero. L’aceto, con l’avvento dell’Islam, ha sostituito quello che originariamente era il vino poiché proibito nella religione musulmana. E poi ancora altri elementi simbolici come uova,spiccioli, uno specchio, candele, un piccolo pesce rosso in una boccia d'acqua, un libro del poeta medioevale Hafez o il Corano. In particolare in questa giornata e’ usanza leggere ed interpretare il futuro attraverso le poesie dei poeti o i testi del Sacro Corano.
IL PICNIC DEL 13/O GIORNO Il "Seezdah Bedar'', scrive la studiosa ''è la festa finale della lunga pausa Nowruz ed è una giornata all'insegna del relax e divertimento all'aria aperta. Seezdah significa ''13'' e bedar ''via'' o ''fuori''. Gli Iraniani considerano il numero 13 come sfortunato'' e per questo ''trascorrono questo giorno, il 13/o del nuovo anno, fuori casa. Seezdah-Bedar è, in sostanza, una sorta di pic-nic nazionale che si celebra con lo scopo di non restare in casa'', sottolinea l'antropologa. Il ''Sabzeh'', ovvero i semi germogliati che erano sulla tavola degli Haft Seen, ''ha simbolicamente raccolto'' tutto ''il male del vecchio anno'' e deve quindi ''essere gettato in un corso d’acqua per propiziare la futura fertilità e per esorcizzare i demoni (div) e tenere lontano il malocchio''.
ALTRE TRADIZIONI Fra le altre usanze piu' difficili da osservare per il turista c'e' l' Haji Firouz: si tratta di questuanti che, nei giorni precedenti al Nowruz, girano per le strade con cappelli neri a punta, vestiti rossi, visi tinti col carbone, spesso suonando tamburelli. Parlando con gli iraniani nei giorni precedenti il capodanno li si trovera' sicuramente impegnati in ''una approfondita pulizia della casa chiamata Khane tekani'' che, come ricorda Ciavardini, ''deriva dalla preoccupazione degli zoroastriani'' di ''tenere lontano il male dal regno del Bene’''.

(ANSA)

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