domenica 21 aprile 2013

In Grillo Veritas (2005!)


21 aprile 2013
In Grillo Veritas (2005!)
Per la prima volta da molto tempo mi sono messo a riguardare le poche cose episodicamente scritte su questo blog, e ne ho ritrovata una tra le primissime. Molto ma molto prima che si cominciasse a parlare del Movimento 5 Stelle e di Grillo come politico... ma certe cose, evidentemente, non cambiano.
Avevo naturalmente sbagliato, il comico non scherzava e non faceva satira, diceva proprio sul serio. La realtà in Italia immancabilmente supera ogni immaginazione.

19 agosto 2005
In Grillo veritas
Virgolettato di Beppe Grillo, ripreso da la Repubblica 

"Alle primarie del centrosinistra non mi candido perché vincerei io - afferma il comico in un'intervista che uscirà domani sull'Espresso - e poi io sono per la dittatura, tanto con la vostra democrazia non andiamo da nessuna parte" 

Naturalmente il comico scherza, fa satira. Non è il caso di prendersela a male con lui. Nella crudezza delle sue parole, questo è interessante notare, Grillo mette in evidenza idee che in qualche modo, spesso implicitamente, sono piuttosto diffuse. Al fondo del ragionamento (sintetizzo in due parole ma capitemi) c'è il giudizio a priori che noi siamo i buoni, o comunque dobbiamo esserlo, quindi se la nostra democrazia non fa le cose buone (e il blog di Grillo trabocca di denunce in proposito) significa che la democrazia non è buona e non fa per noi.
Purtroppo nel mondo reale i buoni non sono così facilmente individuabili (lo fossero, la dittatura dei buoni sarebbe la miglior forma di governo senza dubbio... o no?) e nella politica la democrazia non è quel regime che prende le decisioni buone, ma solo quello che prende le decisioni democraticamente. Sacrificare la democrazia alla bontà, poiché questa bontà non si sa cosa o dove sia, porta tautologicamente al solo risultato di sacrificare la democrazia. 
Queste oggi sono solo parole innocue, ma sono sempre state la giustificazione ad ogni governo autoritario di fronte alla misera e relativista democrazia, persino nei lunghi secoli in cui questa pericolosa chimera, scomparsa da un mondo dominato dal dogmatismo, non poteva certo costituire un pericolo per l'autocratica bontà.

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