domenica 14 aprile 2013

Ilva: referendum a Taranto su chiusura, niente quorum



Quorum richiesto e' di oltre 86.000 voti, alle 12 votano in 4mila



Secondo i dati ufficiali forniti dagli organizzatori del referendum sulla chiusura dell'Ilva svoltosi a Taranto l'affluenza alle urne - dove si è pos tuto votare dalle 8 alle ore 22 - è stata del 19,52%. Hanno votato 33.774 persone sui 173.061 aventi diritto. Non è stato quindi raggiunto il quorum richiesto.
Risale al 2007 la richiesta al sindaco di Taranto di tenere nel capoluogo ionico un referendum che consulti i cittadini per sapere se vogliono chiudere del tutto o solo in parte quella che è stata sino ad oggi la fabbrica più inquinante d'Europa. Il referendum vale soltanto se si supera il 50 per cento di votanti. Contrari, oltre all'Ilva, i sindacati, la Confindustria e quasi tutti i partiti. Si vota sino alle 22 in 82 sezioni, dislocate in 19 scuole. Il referendum è promosso da Taranto Futura, che, per ottenere la consultazione ha ingaggiato e vinto numerose battaglie giudiziarie, raccolto 12.000 firme e presentato tre quesiti: il primo sulla chiusura totale dell'Ilva, il secondo sulla chiusura della sola area a caldo e il terzo sul risarcimento del danno da inquinamento prodotto dalla grande industria. A Taranto si vota solo sui primi due. Il primo chiede: 'Volete voi cittadini di Taranto, al fine di tutelare la vostra salute nonche' la salute dei lavoratori contro l'inquinamento, proporre la chiusura dell' acciaieria Ilva?'. Il secondo quesito riguarda l'area a caldo dell'acciaierie Ilva: 'Volete voi cittadini di Taranto, al fine di tutelare la vostra salute e quella dei lavoratori, proporre la chiusura dell'area a caldo dell'Ilva, maggiore fonte di inquinamento, con conseguente smantellamento dei parchi minerali?'. Il terzo quesito riguardante la richiesta di risarcimento dei danni all'Ilva non è stato ammesso dall'amministrazione comunale "in quanto il Comune di Taranto ha già promosso l'azione di risarcimento nei confronti dei responsabili dello stabilimento per inquinamento ambientale". Il decreto del sindaco di Taranto con cui, per la prima volta, veniva indetto il referendum fu emesso nell'ottobre 2010. Ma a dire definitivamente che questo referendum doveva essere celebrato fu, nell'ottobre 2011, il Consiglio di Stato, la decisione del quale ribaltò quella del Tar dove Ilva, Confindustria e sindacati erano riusciti ad ottenere uno stop all'iter della consultazione con l'annullamento del decreto del sindaco. Poi, nel 2012 l'esplodere della questione Ilva, soprattutto con i sequestri e gli arresti di fine luglio. Nel gennaio 2013 il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, dopo aver ricevuto il parere del Comitato dei garanti, ha fissato per oggi il referendum consultivo.

(ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento