mercoledì 24 aprile 2013

Il Potere (Sacro) non tollera l’ironia



da  
1
vaticano
Il Potere, si sa, tanto più è autoritario, tanto più si dimostra intollerante nei confronti dell’ironia, in quanto non si sente preso sul serio. Se imperniato di sacralità, l’ironia viene vista come una sorta di profanazione. Prendo in esempio il caso del potere sacrale per eccellenza, quello del Pontefice romano e dei Vescovi, pieni di Autorità Apostolica. In Vaticano non c’è spazio per voci fuori dal “coro”, altresì non c’è minima parvenza di una qualche forma democratica all’interno della Curia, dove vi è spazio solo per un ordine gerarchico imperniato sulla legittimità trascendentale. Ipotizzare quanto sarebbe liberante per il popolo cristiano poter ironizzare è cosa buona e giusta! Come avviene nelle altre Istituzioni, mettere a nudo limiti e debolezze sarebbe un segnale di avvicinamento della Chiesa alle questioni umane. Ad oggi tutto ciò non sembra possibile, infatti, vi è l’eliminazione della dialettica Centro-Periferia, della tensione tra il momento curiale della vita ecclesiale ed i momenti vitali-comunitari dei fedeli di Cristo. Si assiste all’incremento della centralità della chiesa di Roma, a discapito della diminuzione dell’influenza su questa da parte delle Chiese particolari, cui non rimane altro che eseguire gli ordini impartiti dall’alto. E’ legittimo tutto ciò? A mio parere, quello che è legittimo chiedere al nuovo Papa Grillino, (acclamato e stimato da più parti), in un’epoca segnata dall’esigenza di cambiamento, è proprio di avere un’apertura verso il mondo ed una presa di posizione netta sugli affari scottanti sia a livello globale che locale; Sinora ci son stati segnali di cambiamento solo nella forma, ma l’abito, si sa, non fa il monaco. Aspettiamo con ansia la Sostanza…

Nessun commento:

Posta un commento