lunedì 8 aprile 2013

Il disastro dei servizi segreti francesi contro Wikipedia



Pubblicato il 8 aprile 2013
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Gli increduli si chiedono se l’azione non fosse un test mirato a tentare di costituire un precedente nell’affermare una via irrituale alla censura.
La DCRI, la Direction Centrale du Renseignement Intérieur, non sta vivendo un periodo positivo. Incaricata dalla sicurezza interna, l’agenzia dei servizi francesi si trova nell’occhio del ciclone per il caso di  Mohammed Merah, il giovane che proprio un anno fa uccise sette persone e ne ferì altre cinque nei pressi di Tolosa, storia che ebbe il suo epilogo con l’uccisione del ventitreenne dopo 30 ore d’assedio armato in un appartamento. Merah era conosciuto ai servizi e con un curriculum tale da porlo in cima alla lista dei sospetti di qualsiasi azione dal sapore più o meno islamico. Ma un “difetto di comunicazione” gli ha probabilmente permesso d’allungare la sua lista di uccisioni oltre quanto sembra plausibile a politici e commentatori, ai quali con la morte dello stragista non è rimasto molto da mordere.
Per questo l’ipotesi che qualcuno al DCRI abbia approvato e provato un’azione da Kamikaze  in un momento tanto delicato, per vedere l’effetto che fa, è decisamente poco plausibile. Tolte di mezzo le preoccupazioni maggiori, resta tuttavia che i furbissimi funzionari del DCRI hanno fermato per alcune ore un amministratore di Wikipedia fino a che questi non ha rimosso una voce della versione francese dell’enciclopedia online.
Un’azione evidentemente poco urbana e fondata sulla plateale ignoranza della realtà sulla quale i maldestri funzionari hanno provato a intervenire, perché hanno minacciato a lungo la persona in questione di gravi conseguenze legali, come se fosse il responsabile di Wikipedia mentre è un semplice amministratore e per di più non ha mai avuto nulla a che fare con la voce in questione, per ottenere la semplice rimozione dell’articolo, durata appena qualche ora. Il tempo di vederla ripubblicata da un indirizzo IP svizzero mentre le prime pernacchie cominciavano ad accompagnare la reazione ferma e indignata dei wikipediani francesi.
A sua discolpa il DCRI può dire di averci provato con le buone, già tempo addietro aveva provato a chiedere a Wikipedia la rimozione della voce, asserendo che vi si divulgavano informazioni coperte da segreto militare. Un grave reato, con pene pesanti anche nelle ipotesi colpose. Quelli di Wikipedia France hanno risposto che avrebbero rimosso le informazioni coperte da segreto solo a fronte di una dichiarazione formale in tal senso, che non è mai arrivata, determinando la messa in stand-by in attesa di documentazione dal DCRI.
Che a questo punto ha avuto la bella idea, così nel giro di un’ora la pagina con i “segreti militari”, che ovviamente era anche reperibile sulla cache di Google o attraverso altri servizi in rete dei quali i funzionari del DCRI impegnati nell’operazione sembrano ignorare completamente. Come sembra ignorassero una delle dinamiche più conosciute e temute della rete, per la quale il giorno dopo la voce era la più consultata di tutta wikipedia.fr e i commenti alla vicenda esplodevano per ogni dove, nessuno meno che negativo nei confronti del DCRI.
La notizia dell’irrituale detenzione di un amministratore preso a caso e la minaccia d’imputarlo di gravi reati altrettanto a caso, hanno evocato in quasi tutti i francesi l’immagine di qualcosa che non si può fare in un o stato di diritto. Stupisce poi che nel comunicato in risposta alle prime polemiche, i servizi abbiano continuato ad individuare il fermato come “responsabile giuridico di Wikipedia France”, qualifica che non gli si può vestire addosso senza decise deviazioni dal diritto e dalla realtà di quello che è Wikipedia.
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Può essere, perché se non hanno capito che rimuovere la voce a forza -non- è la soluzione per proteggere eventuali dati sensibili che vi siano contenuti, è abbastanza chiaro che le persone coinvolte in questa operazione non hanno avuto contatti o consulenze da alcuno che fosse minimamente avvertito o possedesse le informazioni minime a evitare una figuraccia tanto prevedibile come tale. E non servivano esperti difficili da reperire sulla piazza.
Allo stesso modo si può dire altrettanto strana la concezione di “segreto” che intendevano far valere. Non si tratta infatti della pubblicazione di dati o documenti segreti, ma di una voce relativa a una stazione radio dell’esercito, parte di una rete di stazioni simili che assicurano le comunicazioni dell’esercito anche in caso di catastrofe nucleare. Niente di particolarmente strano o segreto, al punto che la fonte principale della voce è un documentario televisivo e che dal 2009 ad oggi è stata rimpolpata da fonti pubbliche come gli articoli dei giornali con il contributo di utenti diversi. Si può capire che ai servizi francesi non sembrasse bello che questa infrastruttura (non è l’unica stazione censita) sia descritta così nel dettaglio, in bella vista e a disposizione di chiunque e di qualunque entità statale concorrente o eversiva. Ma se era quello il caso, adesso gli agenti si saranno convinti che COSì non si fa, oltre all’amplificazione clamorosa della visibilità ne hanno guadagnato anche una traduzione in inglese, ovviamente depositata su server al di fuori della giurisdizione francese.
La natura giù pubblica dei “segreti” per di più ha scatenato una ridda d’illazioni e il materiale sulla station hertzienne de Pierre-sur-Haute è stato passato al setaccio in cerca di quel “qualcosa di più” che possa aver stimolato l’urgenza di un’azione tanto avventata. La presenza di gallerie sotterranee e istallazioni singolari non ha tardato a produrre una discreta varietà d’ipotesi, i complottisti e gli amanti dei misteri d’oltralpe hanno a disposizione un discreto osso sul quale esercitarsi e se salterà davvero fuori qualcosa di clamoroso sarà ancora merito dei servizi francesi.
Quelli del DCRI invece hanno parecchio da spiegare, non solo quanto sia lecito e legale il comportamento tenuto nella vicenda, ma soprattutto a che genere di funzionari s’affidino i servizi francesi, visto che hanno mostrato d’affrontare la questione nella più assoluta ignoranza della natura e del funzionamento di Wikipedia e della rete in generale. Ce n’è abbastanza per preoccuparsi, in ottica transalpina, più dell’incapacità dei servizi domestici d’afferrare parti tanto rilevanti della realtà, tutti i media francesi parlano della scoperta dell’effetto Streisand da parte dei servizi, ma forse sarebbe il caso che il governo si preoccupasse di questo buco culturale in un settore tanto delicato per la sicurezza nazionale, In tempi nei quali spesso si straparla di cyberwar, il DCRI sembra incapace d’afferrare persino la natura un fenomeno pubblico, trasparente e ampiamente indagato come Wikipedia, al punto di cadere in una figuraccia che ha avuto risonanza internazionale ed entrerà di prepotenza tra i casi-scuola di come non si fa. C’è da chiedersi come sia attrezzato per comprendere realtà più complesse e far fronte a minacce più consistenti, una questione che si potrebbe porre anche nel nostro paese, una volta che i legislatori superassero a loro volta l’evidente gap culturale, che ha già costretto il nostro e altri paesi europei a subire impassibili scorribande e gli abusi da parte di entità statali e private.
Pubblicato in Giornalettismo

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