martedì 16 aprile 2013

I sovietici su Marte già nel 1971: che fine hanno fatto le sonde?

 ROMA – Un paracadute, qualche retrorazzo e uno scudo termico, disseminati disordinatamente sulla superficie di Marte. E niente altro. E’ quello che ha fotografato la sonda della Nasa sul pianeta rosso, ovvero la “prova provata” che i sovietici arrivarono su Marte ben prima degli americani. Il 2 dicembre 1971, quando due sonde dell’ex Unione, Mars 2 e Mars 3, tentarono l’atterraggio ma solo la seconda ci riuscì tra mille difficoltà mandando segnali alla Terra solo per qualche secondo, per poi sparire nel nulla. Ufficialmente il Cremlino concluse che una tempesta di detriti impedì a Mars 2 di atterrare e distrusse rapidamente Mars 3. Così almeno conclusero all’epoca i russi, ansiosi di battere gli americani dopo lo smacco dell’Apollo 11 che fece scendere sulla Luna gli yankee per primi. Erano gli anni della Guerra Fredda e quello che effettivamente accadde alle due sonde divenne ben presto un mistero: precipitarono? Nessuna delle due toccò mai il suolo di Marte?
Un mistero per 40 anni, fino alle foto scattate il 31 dicembre dalla sonda Nasa. Quei detriti dimostrano che effettivamente Mars 3 toccò la terra rossa del pianeta, salvo poi sparire come la sorella Mars 2. Ora l’agenzia spaziale americana sta condividendo le informazioni raccolte con Arnold Selivanov, uno dei creatori di Mars 3, e Vladimir Molodtsov, ex ingegnere spaziale russo, per dare una spiegazione a quello che è successo il 2 dicembre 1971, anche comparando le informazioni ottenute dalle proprie sonde con i documenti conservati negli archivi di Mosca. La Guerra Fredda è decisamente finita.

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