venerdì 19 aprile 2013

DUELLO IN MARE, TARTARUGA INFILZATA DA PESCESPADA


La tartaruga feritaNAPOLI - Un incidente senza precedenti, probabilmente il primo caso del genere nel Mediterraneo con una tartaruga marina ferita in uno scontro, un vero e proprio duello, con un pescespada che ha infilzato la sua punta, un'arma di 23 centimetri, nella corazza ossea della Caretta Caretta. Soccorso da un gruppo di subacquei, l'animale, soprannominato Excalibur, è stato condotto a Napoli dove viene curato nel Turtle centre, l'ospedale delle tartarughe, ma le sue condizioni non sono gravi.

Il fatto si è verificato nelle acque delle isole Pontine: un gruppo di subacquei romani ha avvistato l'animale in difficoltà e l'ha soccorso. Con l'intervento dell'associazione Geo&Bio Mediterranea e con il coordinamento della Capitaneria di porto di Terracina è stato disposto il trasferimento a Napoli. Qui la responsabile scientifica del centro, Flegra Bentivegna e i suoi collaboratori hanno accertato che l'arma impropria si era spezzata e rimasta conficcata in profondità all'altezza della pinan anteriore sinistra. Excalibur è in cura presso il centro di riabilitazione delle tartarughe marine ferite o danneggiate e che conta due sedi. C'é la Stazione Zoologica dove si trova il centro di recupero e cura, dove arrivano le tartarughe per il primo soccorso e gli interventi chirurgici. Poi, terminata questa prima fase di trattamento, vengono condotte al centro di riabilitazione a Bagnoli.

Secondo la Bentivegna, da anni impegnata nello studio delle tartarughe, l'incidente è probabilmente "il primo caso in assoluto di attacco di un pescespada a una tartaruga nel Mediterraneo: un fatto veramente insolito".

"La tartaruga marina - spiega la Bentivegna - ha pochissimi predatori in mare, a parte gli squali, ed è abbastanza protetta dal carapace, cioé la corazza ossea, che normalmente è un deterrente per eventuali predatori". Nella Stazione zoologica di viale Dohrn e in quello di Bagnoli è stata anche tentata una ricostruzione dell'incidente, forse un duello. "Evidentemente - afferma la Bentivegna - la tartaruga non si aspettava questo attacco: probabilmente stava risalendo per respirare quando è sopraggiunto il pescespada che, nuotando a forte velocità, ha visto un corpo che stava salendo e l'ha perforato". La spada del pescespada si è spezzata ed è rimasta conficcata nel carapace della tartaruga per 23 centimetri. L'impatto è stato fortissimo, tanto da provocare la rottura della spada che nella sua dimensione completa doveva essere di circa 60-70 centimetri.

"Adesso - spiega la direttrice dell'ospedale delle tartarughe - le condizioni della tartaruga sono ottime. Quando si è verificato l'incidente stava male. La spada che ha trafitto il fascio muscolare della pinna anteriore sinistra deve averle provocato un grande dolore. La tartaruga era in difficoltà, non nuotava, si mostrava chiaramente sofferente".

Così, dopo il soccorso grazie all'avvistamento di un gruppo di subacquei ed il trasporto a Napoli su iniziativa della Capitaneria di porto di Terracina, è stato effettuato l'intervento chirurgico. Prima l'anestesia e poi, una delicata operazione per sfilare la spada, una vera e propria arma impropria, rimasta conficcata all'interno della corazza della tartaruga. Il rettile ha una ventina di anni, ha un carapace di 77 centimetri e pesa 40 chili. Attualmente è sotto terapia antibiotica, già muove la pinna. Probabilmente, nonostante il forte impatto, i nervi non sono stati lesi: a dimostrazione del miglioramento delle sue condizioni, la tartaruga ha anche mangiato. Lunedì sarà trasferita dalla Stazione Zoologica, dove si trova attualmente, a Bagnoli. Presumibilmente a settembre ritornerà in mare: è questo infatti il periodo in cui il traffico delle imbarcazioni si riduce e viene rallentata anche la pesca.

"E' la prima volta - sottolinea la Bentivegna - che si verifica un caso del genere nel Mediterraneo e che il danno si verifica per cause naturali, nel proprio ambiente, non determinato da attività umane". Nei due centri per la cura delle tartarughe si interviene di solito per danni provocati dalla pesca, in particolare da ami, e da impatti con imbarcazioni o da spazzatura buttata in mare. Spesso le conseguenze sono molto gravi, e non sono pochi i casi in cui le tartarughe non riescono a sopravvivere.

(ANSA)

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