mercoledì 17 aprile 2013

Cap. 3: la Dieta nei pazienti oncologici







(Tratto dal cap. 9 del libro: "La terapia dei tumori con Gadolinio 159 in Risonanza Magnetica Nucleare", Giuseppe Nacci, Italo Svevo Editore, SECONDA EDIZIONE)


Questo paragrafo è stato liberamente integrato dall'autore con testi tratti parzialmente da diverse fonti (642-675). In esso si avanza una particolare proposta di Dieta mirata per pazienti neoplastici, sulla base di oltre 13.000 principi attivi anti-tumorali di derivazione fitoterapica e, viceversa, con attenta esclusione di tutti i potenziali fattori di crescita tumorale (Glucosio, acidi nucleici, aminoacidi essenziali (Valina, Isoleucina, Leucina, Lisina, Metionina, Istidina, Triptofano, Fenilalanina, Treonina), vitamina B12 (in particolare), acido folico e,  relativamente, anche acido para-aminobenzoico [PABA]).

In sostanza:
Una Dieta ricca di Frutta fresca di stagione e Verdura fresca (per entrambe: da 10 a 15 porzioni al giorno); in particolare, per le Verdure, vale il seguente schema quotidiano:
1)      Bulbi di verdura: Allium sativus (Aglio), Allium cepa (cipolla), etc...).
2)      Fiori di Verdura: Brassica oleracea italica (broccoli), Brassica oleracea botrytis (cavolfiore, etc..).
3)      frutti di Verdura: Solanum lycopersicum (Pomodori [soltanto piccoli], Cucurbita pepo (Zucchine, etc…); No Cucurbita maxima (Zucche).
4)      foglie di Verdura: Spinacia oleracea (Spinacio), Lactuca sativa (Lattughe, etc..).
5)      Radici di Verdura: Daucus carota (Carote), Pastinaca sativa (Pastinaca), etc.. [NO Beta vulgaris (Barbabietole da zucchero)];
6)      Semi di Verdura di tipo leguminoso: Glycirrhiza glabra (Liquirizia), Fagopyrum esculentum  (Grano saraceno),  Cicer arietinum (Ceci), Vicia faba (Fave), Lens esculenta (Lenticchie), Trifolium species (Trifoglio) (*), [NO Phaseolus vulgaris (Fagioli) per rischio transgenico; NO Glycine maxima or soya (Soia) per rischio transgenico; NO Medicago sativa ( (Erba medica) per rischio transgenico; NO Pisum sativum (Piselli) per rischio transgenico(1011)].
7)      Semi di Verdura di tipo cerealico (vedi dopo), [NO Zea mays (Mais) per rischio transgenico, NO Amaranthus species (amaranto) per Lisina; NO Secale cereale (segale) per Lisina;
8)      NO Triticum turgidum (kamut) per elevata percentuale di proteine].
9)      tuberi di Verdura: Brassica rapa (rapa), etc...) [NO Solanum tuberosum (patata), per rischio transgenico.
10)  costole e steli di Verdura: Asparagus officinalis (asparago), Apium graveolens (sedano), etc... [non magiare crudi Asparagus officinalis e/o Apium graveolens].

(*) altre Leguminose: Ceratonia siliqua (Carruba), Colutea arborescens  (Erba vescicaria), Trigonella foenum graecum (Fieno greco), Galega officinalis (Galega), Lotus corniculatus (Ginestrina), Lupinus albus  (Lupino), Melilotus officinalis (Meliloto), Robinia pseudo acacia (Falsa Acacia, Robinia), Anthyllis alpestris  o vulneraria (Vulneraria).

Inoltre:
Semi di Helianthus annus (Girasole), The di Camellia sinensis (The verde cinese), Aceto di Mele (Mele di ottima qualità lasciate poi fermentare in botti di rovere per almeno 6 mesi). Gli olii devono essere prodotti mediante spremitura a freddo e mai raffinati: ampio uso di olio italiano extravergine d'Oliva, olio di Carthamus tinctorium (Cartamo), e di Linum usatissimum (Lino); non devono essere mai fritti, ma devono essere consumati soltanto crudi. Molto adatti i Semi o i Germogli di piante (circa 150 specie riconosciute) mischiate con Miele di Acacia species (Acacia) o di Castanea vesca (Castagno) (vedi cap.5).

Spezie utili (alcune di esse hanno precisa attività anti-neoplastica su base immuno-stimolante e/o apoptotica): Anethum graveolens (Aneto, Finocchio bastardo), Pimpinella anisum (Anice), Ocimum sanctum o tenuiflorum (Basilico), Cinnamomum zeylanicum (Cannella), Elettaria cardamomum (Cardamomo), Eugenia caryophyllata o Caryophyllus aromaticus (Chiodi di Garofano), Coriandrum sativum (Coriandolo), Carum carvi (Cumino bianco), Carum nigrum o Nigella sativa (Melanzio nero o Cumino nero), Curcuma longa (Curcuma), Artemisia dracunculus (Drangoncello), Melissa officinalis (Melissa), Mentha species (Menta), Myristica fragrans (Noce moscata), Origanum vulgare (Origano), Majorana hortensis (Maggiorana), Piper nigrum (Pepe nero), Schinus molle (Pepe rosa), Capsicum frutescens aut annum Peperoncino rosso, Paprika, Cochlearia armoracia (Rafano), Rosmarinus officinalis (Rosmarino), Salvia officinalis (Salvia), Sinapsis arvensis (Senape selvatica), Sinapsis alba (Senape bianca), Thymus vulgaris (Timo), Crocus sativus (Zafferano), e Zingiber officinalis (Zenzero).


Da scartare la Frutta secca: Corylus avellana (Nocciola), Olea europaea (Olive), Pinus pinea (Pinoli), Castanea sativa (Castagne), Juglans regia (Noci), Arachis hypogaea (Arachidi) e Pistacia vera (Pistacchi);  consentite le mandorle amare (Prunus amygdalus), a causa della vitamina B17

Dopo 50-70 giorni di terapia dietetica (sotto giudizio medico), la dieta potrebbe cominciare ad essere moderata nel consumo di pasta e/o polenta con i seguenti cereali: Hordeum volgare (Orzo), Milium effusum (Miglio), Triticum spelta (Farro), Oryza sativa (Riso [solo giapponese]), Triticum durum (Grano duro) and Triticum aestivum or vulgare (Grano tenero).
Viceversa da scartare il Kamut (Triticum turgidum) poichè troppo ricco di proteine (20-40%); l'Amaranto e la Segale, poiché ricchi di Lisina.
Purtroppo deve ritenersi perduto il Mais (Zea mays), poiché a grave rischio d’iquinamento transgenico:  era un cibo molto adatto per la cura del cancro  essendo del tutto privo di Lisina e di Triptofano.
Nota 1: Il Zea mays (Mais) transgenico è pericoloso anche per il “Roundrup” (vedi dopo) oltre che per l’addizionameto della Lisina (982)  e/o del Triptofano.
Nota 2: Avena sativa (Avena), è discutibile per via del suo contenuto di Auxina).
Nota 3: Secale cereale (Segala) and Amaranthus hypochondriacus (Amaranto) dovrebbero essere vietati, poichè sono ricchi di Lisina.
Nota 4: Helianthus annus ha Metionina:  non dev’essere mangiato con legumi.
Nota 5: Legumi come Glycine maxima o soya (Soia), Phaseolus vulgaris (Fagioli), Canavalina ensiformis (Fagioli messicani), Fagopyrum esculentum (Grano saraceno), devono essere vietati, poichè sono ricchi di proteine  e /o di Lisina e/o Triptofano.
Nota 6: Glycine maxima o soya (Soia), Zea mays (Mais), Phaseolus vulgaris (Fagioli), Oryza sativa (Riso) and Solanum tuberosum (Patate) devono essere vietati, poichè sono transgenici (hanno tutti e 9 gli aminoacidi essentiali).

Dopo almeno 150-200 giorni, sotto giudizio medico, dieta moderata di Pesce di mare (non di allevamento, invece di piccola taglia e comunque mai fritto), consentito il Tonno (pur essendo quest'ultimo di grossa taglia);

Per almeno 1-2-anni,  dieta priva di Carne, Prosciutto, Uova, Latte, Formaggio, Fegato (contiene troppa vitamina B 12), Cioccolata, Theobroma cacao (Cacao), Caffè, Marmellata, Margarina, Sottaceti (composti nitrosi), Polline d'api (contiene acido folico e tutti e 9 gli aminoacidi essenziali), Aspartame, Grassi vegetali idrogenati, Yogurt, Piselli (rischio transgenico,1011), Fagioli (rischio transgenico), Soia (rischio transgenico), Tofu ("formaggio" di Soia), Siero di Latte, Alghe marine (alcune contengono troppe proteine e anche vitamina B12), Patate (rischio transgenico) Lievito di Birra (contiene troppo acido folico), olio di germe di grano (contiene vitamina B12) Melassa, Barbabietole da Zucchero, Lievito di Torula, Burro, Strutto, Sego, integratori vitaminici sintetici o naturali (se contenenti PABA, acido folico, vit. B 12), Arachidi o Noccioline americane (Arachis hypogaea) per alto contenuto proteico 26%, e per vasto ed esteso passaggio a modificazione transgenica, olio di Cocco (Cocos nucifera) e di Palma (grassi saturi), Frutta tropicale come Banane (Musa sapientum), etc…(pesantemente inquinate da pesticidi, e impoverite di vitamine data la raccolta ancora prematura e il lungo periodo di viaggio).

6) Dieta assolutamente priva di Zuccheri semplici e/o raffinati [ad esclusione invece del Fruttosio contenuto nella Frutta, che dev'essere assunto liberamente e in grandi quantità, tramite Frutta fresca, per motivi di sostegno energetico]).

Da eliminare il Pane lievitato (potrebbe contenere vitamina B12), e anche perchè sembrerebbe arricchito con farine nrord-americane (pericolo transgenico).
Da scartare anche l'olio di Cotone, poichè accumula elevate percentuali di residui di diserbanti e di antiparassitari.
Importante non mangiare assieme Pasta (o Polenta, o  Pane [anche se azimo] o Riso giapponese) con Legumi, poiché si ha integrazione dei nove aminoacidi essenziali (8 contenuti nei cereali + 8 contenuti nei legumi), con effetto nutrizionale simile a quello ottenuto dalla Carne….

In tal senso, l’autore del presente lavoro esprime forti preoccupazioni per l’introduzione in commercio di cereali, legumi e altri vegetali modificati geneticamente (spesso NON dichiarati) che potrebbero contenere TUTTI gli aminoacidi essenziali (9), rendendo in tal modo effettivamente NON più curabile il Cancro secondo quanto descritto in questo lavoro. Ad esempio, è stato possibile rintracciare da dati bibliografici che la Patata indiana (già ritenuta in passato curativa per i tumori, analogamente alla Patata africana, Hypoxis hemerocallidea [Hypoxidaceae]) è oggi è assolutamente contro-indicata, poiché le è stato inserito il gene di sintesi della Lisina (688), un aminoacido essenziale di cui la Patata indiana era priva, gene ottenuto dall’Amaranto, notoriamente ricco di questo aminoacido essenziale (Amaranthus hypochondriacus). In Israele, fin dal 1992 è stata introdotta anche lì, in patate di varietà locale, la stessa Lisina (685). Negli Stati Uniti, nel 1997, è stata introdotta la Caseina umana in patate di varietà nord-americana, rendendole così complete di tutti gli aminoacidi essenziali (687). La minaccia genetica di queste sperimentazioni  è ancora poco dibattuta nella sua problematica reale (689).

Nota: prestare particolare attenzione ad altre varianti transgeniche (O.G.M). di piante ad uso alimentare, che si ritiene a priori non curative contro il Cancro (vedi Ottava dichiarazione d’Intesa), piante generalmente di provenienza estera, preparate soprattutto nei laboratori delle industrie americane, canadesi e giapponesi:
Questi prodotti alimentari non sono ancora stati liberalizzati in Europa.
L’autore del presente lavoro ritiene che se gli O.G.M. entreranno in Europa vi sarà il più grave disastro  ambientale mai realizzato dall’Uomo in Europa.
Non ci sarà più alcuna possibilità di curare il cancro con la Dieta-Gerson e con le altre metodiche alimentari descritte in questo lavoro, che, da sole erano in grado di guarire dal 70% al 90% dei pazienti, purchè in assenza di Chemio-Terapia (749).
I prodotti a rischio sono i seguenti:
Grano (con tutti i suoi derivati, Pane e Pasta in primis)
Mais resistente agli insetti
Patate arricchite con tutte e 9 gli aminoacidi essenziali
Pomodori a maturazione lenta; e/o resistenti ai virus;
Cavolfiori a maturazione lenta
Broccoli, a maturazione lenta
Fragole, a maturazione lenta e che resistano al freddo e al gelo
Piselli più dolci
Riso arricchito di vitamina A,  ferro e tutti e 9 gli aminoacidi essenziali
Riso resistente agli insetti
Sette uve straniere provenienti da altre uve di alta qualità: Cabernet Sauvignon, Shiraz, Chardonnay, Riesling, Sauvignon Blanc, Chenin Blanc e Muscat Gord Blanco (737)
Meloni senza semi e/o resistenti ai virus
Angurie senza semi e/o resistenti ai virus
Carote “nane”
Lattuga resistente ai virus
Fagioli resistenti agli insetti
Olii alimentari a corta catena
Manipolazione e modificazione genetica irreversibile degli importantissimi olii di semi delle Brassicacee(806);  quest’ultime avevano riconosciute proprietà anti-tumorali.


Nota:la perdita del Mais
I suoi stimmi rivestivano un particolare impiego in composti fitoterapici diretti contro diverse patologie croniche carenziali; attualmente, a causa della manipolazione genetica (OGM) con introduzione della Lisina (982)  e/o del gene del Bacillus thuringiensis, si esprime grave preoccupazione per i rischi derivanti alla salute umana da tale tossina. In merito proprio al Bacillus thuringiensis, diversi lavori scientifici, hanno già evidenziato la sua patogenicità in animali da esperimento e su linee cellulari umane di linfociti normali. Nel 1998 il Bacillus thuringiensis fu trasferito mediante tecnica OGM su patate, e queste ultime furono date da mangiare a topi (788): le cellule enteriche dell’intestino di questi topi dimostrarono fenomeni di degenerazione e lesioni dei microvilli sulla superficie del lume intestinale; nella metà delle cellule vi era un quadro di iperplasia e di più nuclei; la lamina basale dell’intestino era poi danneggiata in diverse parti; parecchi microvilli danneggiati apparivano in associazione con frammenti contenenti reticolo endoplasmatico; le cellule di Paneth presentavano un alto grado di attivazione e contenevano un elevato numero di granuli secretori. [Nota dell’autore del presente sito: il quadro ricorda almeno parzialmente la ileite da raggi, o sindrome di Beserga, ben nota alle isole Marshall nel 1954, dove molti civili furono esposti all’ingestione di cibo contaminato da radionuclidi ad emissione alfa e beta, proveniente da fallout di esplosioni nucleari].Ma gli studi sul di Bacillus thuringiensis si sono fatti da tempo: nel 1978 un lavoro francese (789) evidenziò danni da parte del Bacillus thuringiensis a livello delle cellule renali per dosaggi di 0,1 mg di tossina per millilitro, e un po’ di più per cellule umane diploidi ed eteroploidi (circa 1 mg di tossina per milliltro); non fu possibile proteggere le cellule da questa tossina in alcun modo. Nel  1998, iniezioni sottocutanee di Bacillus thuringiensis, in topi a bassa capacità immunocompetente, determinarono gravi superinfezioni polmonari (790), e lo stesso autore francese ripetè l’esperimento con sospensioni intranasali delle stesse spore di Bacillus thuringiensis (791), con eguale risultato sugli animali.Nel 2000, si dimostrò che la tossina agiva in maniera tossica non solo su cellule malate di tipo tumorale (come del resto avviene con molte sostanze tossiche, vedi Chemio-Terapia) ma purtroppo la tossina di Bacillus thuringiensis agiva in maniera tossica sugli stessi linfociti umani normali, tradizionalmente le cellule umane più sensibili in assoluto a veleni tossici introdotti in organismi umani, per di più a dosaggi inferiori rispetto a quelli considerati tossici per cellule umane tumorali (792).Tutti questi lavori, secondo l’autore del presente lavoro, potrebbero significare un diretto effetto depletorio del Bacillus thuringiensis sulla linea linfocitaria, vale a dire un gravissimo indizio di possibile effetto anti-immunitario del Bacillus thuringiensis nell’uomo, e tale da rendere i cibi OGM arricchiti con esso estremamente pericolosi, poiché inibenti le risposte immunitarie anti-neoplastiche nei pazienti trattati con la Fito-Terapia (Aloe, Essiac, Dieta Gerson, Dieta Breuss, medicina cinese e indiana) e, in riferimento ad altre malattie,  il Bacillus thuringiensis , a causa della sua azione inibente sulle difese immunitarie potrebbe essere capace di peggiorare la condizione dei pazienti affetti da Sindrome da Immunodeficenza Acquisita (AIDS); viceversa, nelle persone sane, potrebbe indurre squilibri immunitari, con insorgenza di allergie o intolleranza alimentare o, purtroppo, di indurre malattie di tipo auto-immune e, probabilmente, anche tumori. Infine, visti gli effetti sui linfociti sani, sulle cellule dell’intestino e dei reni, una particolare  attenzione dovrebbe essere rivolta anche al rischio teratogeno su feti o embrioni umani nel caso di donne gravide.

L’autore del presente lavoro ritiene che se gli O.G.M. saranno liberalizzati, vi sarà il più grave disastro  ambientale mai realizzato, poiché non ci sarà più alcuna possibilità di curare il Cancro con la Dieta-Gerson e con le altre metodiche alimentari descritte in questo lavoro, che, da sole erano in grado di guarire dal 70% al 90% dei pazienti, purchè in assenza di Chemio-Terapia (749).

FRUMENTO
Infine,  notevole preoccupazione viene espressa dall’autore del presente lavoro per il Frumento (Grano duro), da cui si ricava oggi in Italia, la Pasta e il Pane: i pazienti con Cancro hanno bisogno di elevate quantità di energia (almeno 2.000 kcal/giorno) purchè provenienti da cibo privo di vitamina B 12 e di tutti e 9 gli aminoacidi essenziali: cioè cibo NON animale: la Pasta è (o era) il cibo più adatto per questo scopo, assieme al Riso.
Ma in USA è già iniziata la coltivazione di nuove varietà di Grano,  questa volta di tipo OGM, la  cui caratteristica non è ancora nota: si teme che possa essere stata arricchita con Lisina,  analogamente alle Patate e al Riso.


Nota 1: sarebbe preferibile iniziare a mangiare Pesce soltanto dopo l'avvenuta induzione della Cascata Immunitaria, analogamente ad altro cibo ricco di proteine, ac. folico, vit. B12, acidi nucleici come la Pappa Reale.
Nota 2: non assumere Miele a scopo energetico, ma soltanto come adiuvante per la veicolazione gastro-intestinale di principi attivi contenuti nell'Aloe arborescens e in Semi e/o Germogli di piante (circa 150 specie riconosciute) assunte a scopo anti-neoplastico (vedi cap.5).
Nota 3: in valutazione il Burro deproteinato indiano Ghee (burro chiarificato, deproteinato e disidratato, contenente principi attivi di notevole interesse come l'acido butirrico e linoleico, vitamine liposolubili e altri principi attivi).
Nota 4: ancora in valutazione il Malto d'Orzo (Hordeum vulgare).
Nota 5: ancora in valutazione la Lecitina di Soia (possibile induzione anti-tumorale).
Nota 6: ancora in valutazione l'olio di Sesamo (Sesamum indicum)  per il consumo di Semi misti a quest'olio secondo l'antica tradizione indiana: è il tipo di olio maggiormente usato nella tradizione ayurvedica, poiché assorbe molto bene le diverse proprietà delle erbe usate in medicina indiana, consentendone così una buona veicolazione gastro-intestinale; questo particolare olio dev'essere spremuto a freddo. D'altra parte, esso possiede un'alta percentuale di componente proteica (25%), e il suo impiego è pertanto da valutare.
Nota 7: ancora in valutazione l'impiego di Alghe, essendo discutibile il loro impiego: ad esempio la Spirulina maxima, molto impiegata in diete vegetariane, non è eguagliata da nessun altro elemento in merito alla quantità di proteine contenute: dal 60 al 70% in peso secco rispetto al 45% delle uove essiccate, al 40% della Soia, al 20% della carne; inoltre la Spirulina maxima è la fonte naturale più ricca di vitamina B12, con un contenuto del 250% più alto di quello relativo del Fegato. D'altra parte, l'alga azzurra del lago nord-americano di Klamath (Aphanizomenon flosaquae) è particolarmente interessante per la sua capacità d'indurre risposta immunitaria specifica verso i tumori (Cascata Immunitaria) anche a bassa dose di assunzione (1-2 grammi di Alga): Microalghe Klamath Afa Freshâ, Green Foodâ, Super Blue Greenâ Algae. Contiene però anch’essa vitamina B12.


Secondo l'autore del presente lavoro la Dieta anti-neoplastica dev'essere priva, il più possibile, di cibi ricchi di glucosio (cibi ad elevato indice glicemico come zucchero (raffinato o di canna), dolciumi in genere, Patate, Banane, Clementine) e soprattutto di cibi contenenti acidi nucleici, tutti gli aminoacidi essenziali, acido folico e, in particolar modo, quantità anche minime di vitamina B12: ciò per la fondamentale ragione che la crescita del tumore avviene soltanto attraverso particolari fattori di apporto energetico (Glucosio) e tramite sostanze necessarie alla sintesi di nuovo DNA per creare nuove cellule tumorali (mitosi cellulare). Secondo la dieta sopra indicata, la bassa quantità di Glucosio, il ridotto o assente apporto di acidi nucleici, di proteine, di acido folico e di vitamina B12  tenderanno a bloccare la crescita tumorale. Ma poiché l'organismo non può sopravvivere in assenza di queste sostanze, vi sarà anche un depauperamento continuo e costante di tali sostanze a carico dei tessuti muscolari e di riserva dell'organismo: si può ritenere che tale depauperamento verrà anche compiuto a carico dello stesso tessuto neoplastico.
Il paziente inizierà cioè a "nutrirsi" del proprio stesso Cancro; di qui la necessità d'integrare gli enzimi pancreatici con enzimi simili di derivazione vegetale come soprattutto la Bromelina (vedi cap.7), allo scopo di aiutare l'organismo in tale azione di depauperamento organico a spese dello stesso tumore.
Nel frattempo, la Cascata Immunitaria (vedi cap.4) potrebbe aver bisogno di integrare gli acidi nucleici, gli aminoacidi essenziali, l'acido folico e la vit. B12 (già assorbiti a spese dello stesso tumore) con ulteriore aggiunta esogena (esterna, proveniente cioè da cibo), allo scopo di sintetizzare un numero più elevato di Linfociti T citotossici, Natural Killer, Killer, Monociti-Macrofagi: di qui la possibilità d'integrare la dieta con supplementazione di questi principi attivi, ma senza superare determinati valori (stime approssimative: Pappa Reale cinese di elevatissima qualità: 2 grammi ogni 7-10 giorni; Pesce fresco: quantità da definire). Tale supplementazione dovrebbe essere avviata dopo alcuni mesi di Dieta, con prove ematiche sufficienti a dimostrare l'avvenuta Cascata Immunitaria, e con quadro X-Ray di massa tumorale ridotta rispetto a prima: se il tumore è caratterizzato da massa cancerosa ancora rilevabile di grandi dimensioni, sarebbe comunque opportuno non infondere ancora tali sostanze, lasciando all'organismo stesso il compito di continuare a "nutrirsi" dalla massa tumorale stessa. La Pappa Reale può anche essere integrata con Panax quinquefolium (Ginseng americano) e Schizandra sinensis (Schizandra). Il dimagrimento eccessivo (e squlibrato) del paziente e gli indici ematici dell'Albumina, sono i valori  di osservazione più semplici per comprendere il livello effettivo di "depauperamento" indotto sui tessuti sani del paziente, consentendo così di valutare in merito alla necessità di apportare o meno sostanze esterne potenzialmente pericolose (acidi nucleici, aminoacidi essenziali, acido folico, vit. B 12), come la Pappa Reale o il Pesce.

Secondo l'autore del presente lavoro, l'alimentazione dev'essere articolata su 12-15 piatti giornalieri di Verdure fresche, Frutta fresca, Aceto di Mele, olio d’oliva italiano, con aggiunta di 14-18 cucchiai grandi (2 cucchiai ogni 2-3 ore) di Aloe arborescens, 100-250 milligrammi al giorno di Germanio  organico, 4-5 fiale di fungo cinese (es.: Ganoderma lucidum e/o Grifola frondosa), 2-3 grammi al giorno di gambo di Ananas sativus, vitamina B17 (vedi cap.5) e quindi l'associazione di piante ad attività apoptotica per il preciso tipo di neoplasia in atto (vedi cap.5).
Bisogna assumere Cereali in quantità adatta (pasti piccoli), e soltanto in caso di provata necessità (febbre, dimagrimento eccessivo). Importante è anche la Frutta secca, le Spezie, gli olii alimentari e i germogli di Semi.
Il Cibo dev'essere di buona qualità, possibilmente ottenuto da Agricoltura Biologica, o comunque privo di pericolosi additivi chimici come ad esempio l'anidride solforosa (E220), il Difenile (E230), il nitrito di Sodio (E250), la Nisina, il Gallato di Ottile (E311), il Butilidrossianisolo (E320), i polifosfati (E450), i monogliceridi e i digliceridi degli acidi grassi alimentari (E471), gli aromi "naturali" (in realtà sintetici), gli aromi artificiali, gli esaltatori d'aroma, gli zuccheri aggiunti. Importante, quindi, saper leggere bene il significato delle etichette applicate ai cibi in vendita (Roberto Pinton: "Leggere le Etichette, per capire quello che viene scritto ; quello che si può non scrivere, cosa si nasconde tra sigle e parole", Demetra s.r.l., Via Strà, 167, S.S.11, 37030 Clognola ai Colli,VR)

Far bere al paziente anche succhi freschi di Verdura, oltre che di Frutta, è una buona regola alimentare da integrare con l'abitudine dei frullati di Frutta e Verdura.
Se si cucinano le Verdure, l'avvertenza è quella di non cuocerle troppo, poiché la cottura eccessiva distrugge elementi vitaminici essenziali per la terapia anti-neoplastica descritta in questo lavoro: pertanto le Verdure possono essere cotte a vapore, al forno e saltate in padella, ma senza farle bollire in acqua, tranne che nel caso di minestre (le vitamine e i sali minerali rimangono nell'acqua).
Se non si ha a disposizione Verdura fresca, quella surgelata è comunque preferibile a quella in scatola.
Assolutamente vietato l’uso dei forni a micro-onde.
Le Verdure sottaceto sono da vietarsi, poiché salate e poiché contenenti composti cancerogenici a causa delle alte concentrazioni di composti nitrosi che, una volta ingeriti possono formare nitrosamine, potenti sostanze cancerogene.

Fare attenzione a Frutta e Verdure trattate con Cloro, poiché quest'ultimo elimina la vitamina E ed altri principi attivi; d'altra parte, la Frutta esotica o comunque la Frutta e le Verdure provenienti da regioni del mondo poco controllate dal punto di vista igienico-sanitario possono essere veicoli di contagio per malattie infettive anche gravi (Colera, Salmonellosi, etc…) a causa delle acque sporche (liquami) usate per l'irrigazione del suolo…

Allume
Non assumere farmaci contenenti Allume; non mangiare con utensili contenenti Alluminio, poiché disattiva diversi fito-complessi, fra cui la vitamina E.
Nota: la dimostrazione riguardo alla pericolosità dell'Alluminio è facilmente dimostrabile prendendo un recipiente di Alluminio (o rivestito all'interno con carta alluminata), riempendolo con acqua e sciogliendovi del bicarbonato di Sodio: l'Alluminio a contatto con una sostanza alcalina come il bicarbonato si scioglie formando gas: si può pertanto presumere che l'Alluminio dia luogo ad un avvelenamento caratterizzato da infiammazione gastro-intestinale da idrossido di Alluminio e forse da possibile degenerazione epatica e renale.

Pericolo dei detersivi e del brillantante:
L'assorbimento di detersivi da parte dei piatti, normalmente impiegati ad uso domestico per il consumo dei cibi, avviene a causa di incrinature nella ceramica o nella porcellana: per fenomeno osmotico si ha una penetrazione dei prodotti chimico-tossici derivanti da detersivi e brillantanti all'interno del vasellame durante il lavaggio a mano in acqua calda o in lavastoviglie.
Durante il successivo raffreddamento ed asciugatura del vasellame, i pori presenti nella ceramica dei piatti tendono a richiudersi, intrappolando così al loro interno le sostanze tossiche dei detersivi.
All'atto dell'aggiunta del cibo caldo sul fondo del piatto (es: pastasciutta, brodo, etcc), il riscaldamento della ceramica determina la riapertura dei pori, con dismissione quindi delle sostanze tossiche all'esterno della ceramica, che entrano così a contatto con il cibo.
Il rischio di contaminazione chimica da parte dei piatti da cucine normalmente impiegati da tutti, può essere facilmente evidenziato sottoponendo tali piatti ad un trattamento di micro-onde, allo scopo di dimostrare la possibile penetrazione di liquidi (in questo caso solo acqua) all'interno dei piatti da cucina. Il fondo dei piatti viene infatti parzialmente riempito con acqua distillata e posto nel forno a micro-onde. L'acqua presente nel piatto si riscalderà subito. I piatti, invece, tenderanno a restare freddi soltanto se l'acqua non sarà penetrata al loro interno attraverso gli eventuali pori presenti nella loro ceramica o porcellana. Se vi sarà presenza di pori, l'acqua penetrerà all'interno dei piatti, e le micro-onde, riscaldando anche quest'acqua interna, renderanno calda la superficie del piatto da cucina.
Si può anche condurre l'esperimento con un normale reattivo chimico, che potrà attestare la presenza o meno di prodotti estranei (potenzialmente chimico-tossici) nella ceramica del piatto.
I rimedi sono sostalzialmente quelli d'impiegare piatti o vasellame rivestiti di buona resina come la melaminica, oppure piatti non incrinati e con la vetrina non usurata.
Particolare attenzione bisognerà dedicare alla scelta di detersivi a bassa componente tossicologica.

Acqua da bere
Sarebbe opportuno prendere 1 litro e mezzo di acqua normale di rubinetto, facendola bollire per 20 minuti senza coperchio (evaporazione del Cloro). Quindi filtrarla dai residui con una garza e porla in un thermos. Berla calda nel corso della giornata.

Pesce
Fare attenzione al Pesce di allevamento poiché il mangime può essere di derivazione non sicura (es.: animali macellati): secondo l'autore del presente lavoro devono essere preferibili pesci piccoli e di acqua salata, possibilmente di razze e specie a scarso accumulo di inquinanti (es.: Acciughe, Aguglie, Lanzardi, Papaline, Sarde, Sardelle, Sardoni, Sgombri, Sugarelli, …...).
Il Pesce dovrebbe essere mangiato soltanto dopo l'avvio della Cascata Immunitaria, con massa tumorale in forte regresso dimensionale, data la possibilità che gli aminoacidi essenziali contenuti nel Pesce possano essere assimilati anche dalle cellule tumorali.

Particolare cura dev'essere anche rivolta all'assunzione di vitamine naturali (vedi cap.9).
Si ritiene pure sconsigliabile, causa l'elevata quantità di acido folico e di acidi nucleici, la somministrazione di Saccharomyces cerevisiae (Lievito di Birra), pur essendo quest'ultimo ricchissimo di vitamine e di sali minerali utili.
Si noterà l'assoluta esclusione di Zuccheri ad eccezione del Fruttosio: ciò dipende dal fatto che quest'ultimo contiene un basso indice glicemico: esso si comporta diversamente dagli altri Zuccheri (Glucosio, Saccarosio, Mannosio, etc..) poiché viene assorbito lentamente nell'intestino; dal sangue passa poi direttamente al fegato, dove viene convertito in Glicogeno epatico. Questo percorso evita una pericolosa iper-glicemia ematica che, anche se transitoria nel paziente neoplastico non diabetico, è causa di apporto energetico a carico delle cellule tumorali.
La particolare avidità di accumulo del Glucosio per le cellule tumorali è sfruttata ad esempio in diagnostica. In Medicina Nucleare, infatti, è ormai prassi consolidata marcare con un particolare tracciante radioattivo (Fluoro 18) molecole particolari di Glucosio (Desossi-Glucosio), proprio allo scopo di individuare masse tumorali tramite queste molecole zuccherine.
Il Fluoro 18-Desossi-Glucosio si localizza infatti in qualsiasi massa neoplastica. Da notare, comunque, che il Glucosio viene elettivamente captato anche da organi particolarmente sofisticati come il cuore e il cervello.

L'Agricoltura Convenzionale o Chimica
La moderna agricoltura ha come scopo il massimo rendimento per l'agricoltore, a prescindere dalla qualità del cibo ottenuto. Egli pertanto non ha alcuno scrupolo ad utilizzare sostanze chimiche totalmente estranee al ciclo biologico della pianta, con conseguenze disastrose per l'equilibrio biologico della terra sottoposta a questi trattamenti intensivi.
Sostanze come pesticidi o diserbanti lasciano residui nei cibi, dando luogo a tumori. Soltanto in Italia, nel 1985 si impiegavano circa 10 kg di pesticidi per ettaro coltivato….
Un elenco molto parziale di Pesticidi noti o sospetti d'indurre tumori nell'uomo sono i seguenti (675): Acephate (Orthene), acido arsenico, acido metilarsonico, Acifluorfen (Blazer), Alachlor (Lasso), Amitraz (Baam), Arseniato di Calcio, Arseniato di Piombo, Arseniato di Rame, Arseniato di Sodio, Arsenito di Sodio, Asulam, Azinfos-metile (Guthion), Benomil (Benlate), Captafol (Difolatan), Captan, Cipermetrina (Ammo, Cymbush), Ciromazina (Larvadex), Clordimeform (Galecron), Clorobenzilato, Clortalonil (Bravo), Daminozide (Alar), Diallato, Diclofop-metile (Hoelon), Dicofol (Keltane), Ethalfluralin (Sonalan), Folpet, Fosetyl A (Ailette), Glifosato (Roundup o Rodeo), idrazina maleica, Lindano, Linuron (Lorox), Mancozeb, Maneb, Methomyl (Dual), Metiltiofanato, Metiram, Metoalaclor (Dual), O-fenilfenol, Oryzalin (Surflan), Ossido di etilene, Oxadiazon (Ronstar), Paraquat (Gramoxone), Parathion, PCNB, Permetrin (Ambush, Pounce), Pronamide (Kerb), Terbutrin, Tetraclorvinfos, Thiodicarb (Larvin), Toxafene, Trifluralin (Treflan), Zineb.

Questa tecnica produttiva, inoltre, oltre a produrre cibo avvelenato, produce anche cibo povero di principi vitaminici, fattori co-enzimantici, sali minerali essenziali: non a caso, ormai anche i fornai devono arricchire le farine nostrane, ormai povere di Glutine, con farine nord-americane (purtroppo con grave rischio di assimilare sostanze transgeniche.…).
La coltivazione intensiva, la selezione forzata di varietà precocemente e abbondantemente produttive, lo sconvolgimento del sistema biologico di controllo degli insetti e dei parassiti (siepi, varietà colturali, uccelli, piccoli predatori), rendono necessario trattare i frutteti con insetticidi e anti-crittogamici per decine e decine di volte nel corso dell'anno….
Le sostanze utilizzate oggi sono di tipo "sistemico": vengono cioè spruzzate sulle foglie e, attraverso queste, assorbite e trasportate con la linfa a impregnare tutta la pianta, frutta compresa.
Non ha quindi senso pensare di modificare in modo sostanziale l'inquinamento di un frutto semplicemente sbucciandolo sotto l'acqua (spesso clorata) di casa.
Si potranno, forse, eliminare in questo modo le sostanze con cui vengono verniciati i frutti, per rallentare, dopo la raccolta, gli scambi gassosi tra i frutti e l'ambiente, evitando in tal modo processi di maturazione troppo rapidi e il conseguente avvizzimento precoce dei frutti, ma la scelta veramente risolutiva consiste nel consumare frutta coltivata con sistemi biologici, o provenienti da produzioni integrate.
In Europa, le migliori nazioni in questo nuovo genere di agricoltura sono l'Olanda e la Spagna.


L' "Agricoltura Biologica" e la piccola distribuzione
L'Agricoltura Biologica è un sistema complesso, che ha al centro la conservazione della fertilità del suolo, l'uso di tecniche a basso impatto ambientale, la conservazione della diversità genetica, agronomica e, per quanto possibile, naturale.
In Agricoltura Biologica non si utilizzano sostanze chimiche di sintesi come concimi, diserbanti, anti-crittogamici, insetticidi, pesticidi.
Alla difesa delle colture si provvede innanzi tutto in via preventiva, selezionando specie rustiche e resistenti alle malattie e intervenendo con tecniche di coltivazione appropriate (rotazione delle colture, piantumazione di siepi e alberi che diano ospitalità ai predatori naturali e fungano da barriera fisica a possibili inquinanti esterni, consociazioni di diverse colture e semine, etc….
I fertilizzanti devono essere rigorosamente naturali, come ad esempio il Letame, opportunamente compostato, impiego di sfalci e di sovesci, cioè incorporazione nel terreno di piante precedentemente seminate e raccolte, come Trifoglio e Senape.
Interessante anche l'impiego di piante (anche esotiche), aventi capacità anti-parassitaria o addirittura attività insetticida come l'Acorus calamus, il Tribulus terrestris, l'Azadirachta indica e tanti altri (Nota: è in fase di analisi un elenco di piante asiatiche, africane, australiane e americane idonee allo scopo).
In caso di necessità, per la difesa delle colture s'interviene con sostanze naturali di origine vegetale, animali particolari (predatori), o minerali espressamente consentiti e/o autorizzati dal Regolamento C.E.E., come ad esempio estratti di Azadirachta indica, insetti predatori, Farine di roccia, Rame, Zolfo, ottenendo in tal modo la correzione dei composti bio-chimici vitali presenti nel terreno, o addirittura la sua stessa difesa dalle Crittogame e da altre infestazioni.  
La definizione comune di "Prodotto Biologico" non è corretta: il Regolamento C.E.E. No. 2.092 del 1991, e le oltre trenta modifiche e integrazioni successive che l'hanno seguita, stabiliscono che "Biologico" non è il prodotto, ma il metodo agricolo di produzione. Non esiste quindi una Mela "biologica", o un succo di frutta "biologico", bensì una mela da "Agricoltura Biologica", o un succo di frutta da "Agricoltura Biologica".
I prodotti da "Agricoltura Biologica" non possono contenere Organismi Geneticamente Modificati (OGM), né aver subito trattamenti di sterilizzazione con radiazioni.
S è necessario aggiungere degli additivi, questi devono essere scelti tra quelli che il Regolamento C.E.E. autorizza espressamente (qualche agente lievitante, qualche correttore di acidità, qualche emulsionante, ma nessun colorante, conservante o esalatore di sapidità). Dev'essere di produzione biologica una quota minima del 70% degli ingredienti; gli altri devono essere tra quelli espressamente autorizzati dal Regolamento C.E.E. (Alghe, Zucchero di Barbabietola, amido di Riso giapponese, Noci di Cola, etc…) e il riferimento al metodo biologico è ammesso solo nell'elenco degli ingredienti.
Soltanto se almeno il 95% degli ingredienti è di derivazione da Agricoltura Biologica, il riferimento al metodo biologico è ammesso nella denominazione di vendita (confettura extra di albicocche da Agricoltura Biologica, Pasta di Semola da Agricoltura Biologica, etc…) Anche in questo caso gli eventuali componenti non biologici dovranno essere compresi tra quelli autorizzati dal Regolamento, ma non sarà necessario dettagliare la provenienza biologica nell'elenco degli ingredienti. Prima che i suoi prodotti possano essere definiti biologici, un'azienda deve trascorrere un certo periodo di "conversione", per disintossicare il terreno dai trattamenti di agricoltura chimica (agricoltura convenzionale) subiti in precedenza; la durata della conversione è determinata caso per caso dall'organismo di controllo. Per essere commercializzato come "in conversione", un prodotto deve eessere stato coltivato nel pieno rispetto della normativa per un periodo non inferiore ai 12 mesi precedenti la semina.

Valutazioni dell'autore del presente lavoro in merito all'Agricoltura Biologica
La "conversione" del terreno è senz'altro l'aspetto più critico per l'avvio di una vera "Agricoltura Biologica" in Italia.
In nazioni come l'Olanda, i terreni vengono preparati in base ai seguenti parametri:
1)      I terreni vengono scelti fra quelli appena strappati al mare dalle dighe di nuova costruzione.
2)      La coltivazione intensiva di conversione viene eseguita per almeno 3 anni con erbe particolari allo scopo di eliminare il sale e altre sostanze presenti sull'ex-fondale marino.
3)      impiego di serre e di acque pure con aria esterna depurata
4)      controllo da parte dello Stato della qualità del terreno solo dopo almeno 3 anni di "conversione"

Pertanto, avviare un'Agricoltura Biologica in Italia, in terreni dove per almeno 50 anni si è provveduto ad avvelenare i terreni con Pesticidi, Diserbanti, Anticrittogamici e altre sostanze tossiche, è senz'altro difficile.
Da parte dell'autore del presente lavoro si è pertanto provveduto ad avviare uno studio di massima per la decontaminazione chimica e radioattiva dei terreni, allo scopo di avviare una Proposta di Lavoro sull'argomento: i prodotti chimici di vario utilizzo (in specie principi attivi di Pesticidi) sono infatti circa 1.500, e gli inquinanti chimici presenti nelle acque dei fiumi usate per l'irrigazione dei terreni e le stesse acque piovane sono anch'esse fonte d'inquinamento ambientale.
Secondo l'autore del presente lavoro si potrebbe pertanto istituire dei Consorzi di Agricoltura Biologica presso terreni decontaminati con piante adatte come la Arundo donax (Canna comune), l'Helianthus annuus (Girasole), quest'ultimo particolarmente efficace anche su radionuclidi come il Cesio 137 e lo Stronzio 90, la Zea mays (Mais) (676,677), il Fagopyrum esculentum (Grano saraceno), l'Iris pseudo-acorus (Iris giallo), la Typha latifolia (Stancia). Le tecniche di disinquinamento chimico e di decontaminazione radioattiva (teoricamente proponibili anche per Uranio impoverito presente nell’ex-Yugoslavia) possono così essere compiute sulla scorta di quanto già dimostrato dai Russi a Chernobyl e da altri lavori (676,677), in cui sono stati impiegati forni a 600 gradi per bruciare, in ambiente controllato, le parti aeree di piante ad elevata capacità di fito-assorbimento.
Una volta avviato un ritorno all’Agricoltura Biologica su larga scala, si potrà pensare ad una distribuzione capillare dei prodotti orto-frutticoli, fondata sulla fiducia intercorrente fra produttori di Frutta e Vedura, gli esercenti dei negozi, piccoli o grandi, comprese le grandi catene di supermarket, e gli acquirenti abituali, che dovrebbe essere la migliore garanzia in fatto di prodotti "biologici", al di là di certificazioni più o meno valide sulla bontà del prodotto inteso come "biologico". Ciò potrebbe riaprire il mercato ad una sana e consapevole competizione concorrenziale fra piccole e grandi aziende italiane, interessate alla rivalorizzazione dei terreni agricoli ancora sottoposti a tecniche di sfruttamento massivo del suolo che non possono più essere considerate "moderne" nel senso scientifico delle attuali conoscenze di biochimica umana (induzione di tumori) e di biologia ambientale della flora e della fauna.


La minaccia degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM)

Il Cancro è una malattia degenerativa dovuta a carenze di vitamine e a intossicazione da sostanze chimiche presenti nei cibi. Le vitamine e le sostanze pro-vitaminiche presenti nelle piante naturali di comune alimentazione umana possono essere stimate in numero superiore a 13.000-15.000 tipi. L’introduzione nell’agricoltura moderna degli Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.) è una ingiustificata e pericolosissima alterazione di ciò che l’Evoluzione ha prodotto nelle piante in centinaia di milioni di anni: piante sulle quali si è basata la successiva evoluzione biochimica dei complessi organismi animali superiori, culminati con l’avvento dei Mammiferi negli ultimi 65 milioni di anni e quindi con la comparsa dell’Uomo; pertanto il delicato equilibrio biochimico della specie umana dipende dall’integrità delle specie vegetali così come l’Evoluzione le ha condotte fino a noi, poiché la Salute di ciascuno di noi è basata sulla Biochimica cellulare umana, e questa dipende, nella propria complessità genomica (DNA), dall’utilizzo di migliaia di vitamine e di complessi fitochimici presenti in Natura.

La personale visione dell’autore del presente lavoro che, come medico nucleare, ha avuto modo di studiare per anni gli effetti delle radiazioni ionizzanti su organismi complessi, è che la pianta è anch’essa un organismo complesso, frutto dell’evoluzione biologica avvenuta in centinaia di milioni di anni: ogni modificazione genetica provocata in essa dall’Uomo (con radiazioni come a Chernobyl, o con virus come attualmente compiuto con gli O.G.M.), per quanto minima possa essere tale modificazione, essa produrrà comunque un danno, un danno irreparabile che spesso non potrà essere riconosciuto, poiché l’Uomo conosce con sicurezza soltanto poche decine di vitamine e di altre sostanze pro-vitaminiche. Viceversa, le vitamine e le altre sostanze contenute nelle piante sono decine di migliaia, e sono queste le responsabili del corretto funzionamento della complessa biochimica umana e del genoma umano (DNA).


Ma oggi, per ottenere il vantaggio di una maggiore produzione agricola, si ricorre al metodo di modificare il patrimonio genetico delle piante naturali, allo scopo di modificarne la struttura, renderle sterili (per obbligare gli agricoltori a comprare nuovi semi ogni anno), brevettarne la trasformazione indotta, e rivendere in tutto il mondo il prodotto così ottenuto. Si afferma inoltre che esista sostanziale equivalenza tra il prodotto geneticamente modificato (OGM) e quello ottenuto con la selezione dei caratteri genetici (cioè tramite incrocio naturale di piante come da sempre fatto dall’umanità nel corso di migliaia di anni). Da parte dell’autore del presente lavoro, si afferma invece che tale “sostanziale equivalenza” è assolutamente insostenibile, perché l’incrocio naturale di piante avviene con semi naturali della stessa specie, mentre la manipolazione genetica (OGM) avviene superando le barriere di specie vegetali, mediante introduzione di geni di altre specie vegetali, o addirittura di batteri, virus o animali. Infatti la maggior parte dei geni usati dall’ingegneria genetica provengono da specie viventi che non hanno mai fatto parte dell’alimentazione umana e, addirittura, sono provenienti da DNA non appartenenti a piante ma ad animali, batteri o virus e/o retrovirus transgenici.

Si possono così ravvisare SETTE minacce immediate:

PRIMO: Depauperazione dei complessi pro-vitaminici e vitaminici delle piante
Depauperazione di complessi vitaminici e pro-vitaminici non più presenti negli alimenti, con conseguente incremento delle malattie degenerative e carenziali come ad esempio il Cancro (vedi Settima e Nona Dichiarazione). Gravissimo è, ad esempio,  il deliberato tentativo di disattivare (con Bcl-2, Bcl-xl) le sostanze naturali contenute nelle piante, cioè quelle vitamine che entrano in complessi meccanismi enzimatici nel DNA dei mammiferi, e inducenti il fenomeno di apoptosi (suicidio) in queste cellule di mammifero se ammalate da cause infettive o di altro genere (come ad esempio il Cancro). Tale fenomeno di blocco dell’apoptosi (azione di anti-apoptosi), introdotto sperimentalmente nella pianta del tabacco tramite virus (748) è un gravissimo atto di danno deliberato inflitto all’Ecosistema tramite gli O.G.M.: un danno che, se propagato a piante alimentari di uso comune, potrebbe rendere del tutto impossibile la cura dei tumori e di molte altre malattie tramite quanto considerato in questo lavoro.

SECONDO: mutazioni genetiche delle piante e conseguente alterazione della Biochimica umana
A causa dell’introduzione di geni estranei (es. di animali, batteri, virus, retrovirus)  nel DNA della pianta, si verifica in essa l’alterazione della normale sequenza genomica, con la comparsa di nuove proteine e/o la perdita di altre proteine di sequenza genomica. Di qui la comparsa di nuove sostanze simili alle vitamine naturali, ma in realtà con caratteristiche di reattività enzimatica e biochimica diverse da quelle naturali, con induzione pertanto di modifica della loro componente di attività biochimica sul genoma umano, una volta introdotte con l’alimentazione.
Di qui la comparsa potenziale di nuove malattie (vedi anche: malattie transgeniche, di prossima pubblicazione in rete) di cui in Natura non esistono meccanismi biochimici di riparazione (a differenza invece del Cancro, del diabete, delle patologie cardio-vascolari, etc…), poiché sono da considerarsi nuove malattie insorte “artificialmente” a causa di manipolazione genetica (OGM) di nuovi organismi vegetali, deprivati di qualsiasi deriva filogeneticamente compatibile con la normale realtà genomica evolutiva dei Mammiferi e su cui non possono andare ad interagire (poiché distrutti) una certa parte delle migliaia di complessi fitochimici vitaminici presenti in natura, e probabilmente inquinati geneticamente da nuove molecole simil-vitaminiche dagli effetti induttivi sul DNA umano e sulla sua complessa biochimica del tutto sconosciuta, ma probabilmente foriera di gravi danni data l’estrema complessità e quindi vulnerabilità del DNA umano.

TERZO: fallimento della dieta-anti-cancro
Come già dimostrato da Gerson da altri autori (749), moltissime sostanze contenute solo in frutta e verdura cruda e biologica sono in grado d’indurre cascata immunitaria contro il tumore, detossificazione e il particolare fenomeno dell’apoptosi (suicidio) delle cellule malate, senza quindi necessità di laboriose e costosissime ricerche. Così, nella Dieta anti-cancro del dott.Gerson applicata a 153 pazienti sofferenti del caso del peggior Cancro conosciuto (Melanoma) si giungeva, dopo 5 anni di Dieta-Gerson, a percentuali di guarigione variabili dal 70-90% (se tumore ancora localizzato) a percentuali di guarigione del 40-70% (se tumore già metastatizzato), purchè in pazienti NON sottoposti precedentemente a Chemio-Terapia. Viceversa, con la Chemio-Terapia, la percentuale di guarigione da Melanoma a 5 anni è notoriamente dello zero%, (che sale a 1% nel caso del cancro del pancreas, 3% nel caso del cancro del fegato, 7% nel caso del cancro dell’intestino, meno del 12% considerando globalmente tutti i tumori (749). La chiave di spiegazione di tale efficacia curativa di queste particolari diete vegetariane risiede nel fatto di non assimilare mai cibi contenenti tutti i potenziali fattori di crescita cellulare, in particolare l’assimilazione contemporanea di tutti e 9 gli aminoacidi essenziali (Valina, Isoleucina, Leucina, Lisina, Metionina, Istidina, Triptofano, Fenilalanina, Treonina), degli acidi nucleici, della vitamina B12, dell’acido folico e,  relativamente, anche acido para-aminobenzoico [PABA]): una volta, i cibi che contenevano tutto ciò erano unicamente i cibi di origine animale (carne, pesce, uova, latte, formaggio, burro..)  che sia Gerson che altri autori (compresa anche la medicina cinese e indiana) proibivano di assumere per almeno 1 anno. In particolare risultava così vincente la sola alimentazione vegetariana, cioè a base di sola frutta e di verdura, compresi i cereali e i legumi. Questi ultimi cibi sono ricchi di proteine, e ciò può stupire che venivano comunque impiegati nella terapia del Cancro da Gerson e da molte altre scuole di medicina naturale occidentale, indiana e cinese. Ma il motivo del loro uso riposava sul fatto che nessun cereale e nessun legume conteneva da solo tutti e 9 gli aminoacidi essenziali. Questi alimenti però, se uniti insieme nello stesso pasto, determinavano l’assimilazione di tutti e 9 gli aminoacidi. Di qui il divieto assoluto di non mangiare assieme Pasta (o Polenta, o  Pane [anche se azimo] o Riso) con Legumi, poiché si ha integrazione dei nove aminoacidi essenziali (8 contenuti nei cereali + 8 contenuti nei legumi), con effetto nutrizionale simile a quello ottenuto dalla Carne (in fondo, una volta , un piatto di Pasta e fagioli era anche chiamato ….la carne dei poveri….)
Oggi però, tramite l’introduzione in commercio di cereali, legumi e altri vegetali modificati geneticamente (O.G.M.) in molti di questi alimenti sono contenuti TUTTI gli aminoacidi essenziali, rendendo in tal modo effettivamente NON più curabile il Cancro secondo quanto descritto in questo lavoro, nella terapia Gerson, e da molti altri autori.

QUARTO : malattie indotte da virus transgenici
I virus transgenici con cui oggi si fanno gli Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.) entrano nel DNA della pianta, modificandola in maniera a noi sconosciuta. Questi virus dovrebbero restare latenti, ma nulla può escludere che possano anche riattivarsi in maniera analoga ai ben noti virus tumorali a RNA (Oncornavirus) o come i virus tumorali a DNA (entrambi induttori di leucemie, sarcomi, carcinomi, gliomi…). Questi virus possono anche essere portatori di malattie nuove o di malattie abbastanza simili a ben note sindromi purtroppo ancora poco comprese nella loro dinamica (AIDS, Mucca Pazza, etc…), e di cui è ancora molto vaga l’origine (forse virus trangenici ?).
In merito a virus impiegati per costruire O.G.M. vi è un’ampia bibliografia (738-747).
Ma anche ammettendo che non vi possa essere rischio di infezioni virali latenti nel nostro DNA, resta il gravissimo danno genetico inflitto alla pianta, cioè la modifica permanente apportata alla pianta.

QUINTO : intossicazione da veleni sintetizzati da piante transgeniche
Intossicazione cronica di cibi a causa di sostanze tossiche insetticide contenute nelle piante per renderle resistenti ai parassiti (ad esempio: “Roundrup” nel Mais transgenico), con conseguente possibile incremento di Cancri, Aborti spontanei, Mutazioni genetiche sulla discendenza, Sindromi da Immunodeficienze acquisite, malattie degenerative e da sostanze tossiche, etc….

SESTO: modificazione transgenica di piante naturali
Passaggio a specie “indigene” naturali delle sostanze tossiche artificiali (es.: “Roundrop”) o di altro tipo, tramite impollinazione incrociata, con potenziale minaccia anche per le piante e le erbe mediche oggi impiegate in Fito-Terapia poiché queste ultime saranno inquinate dai geni transgenici provenienti dalle grandi zone agricole a coltura transgenica (OGM).

SETTIMO: scomparsa irreversibile del patrimonio genetico delle piante naturali
Graduale ed irreversibile scomparsa delle diversità biologiche, cioè della normale flora naturale: fenomeno che si sta già evidenziando in U.S.A. a causa delle moderne pratiche di coltivazione che enfatizzano la monocoltura transgenica (OGM) rispetto ai metodi di coltivazione differenziati. Le coltivazioni transgeniche arrecheranno infatti una gravissima minaccia alle zone ricche di bio-diversità (genomi naturali): il flusso transgenico che andrà dalle piante modificate alle piante naturali sarà inevitabile quando il rapporto numerico fra aree coltivate con piante artificiali supererà le superfici delle piante naturali, determinando così la perdita irreversibile di gran parte del patrimonio genetico naturale di tutte le piante esistenti al mondo, attualmente pari a circa 442.000 specie già classificate, su un totale stimato di circa 600.000-800.000 specie.

In sostanza:
Numerose piante sono già scomparse nel corso di questi ultimi anni perché gli agricoltori hanno abbandonato le piante naturali, per adottare invece varietà di piante artificiali, cioè geneticamente modificate, poiché rese uniformi nel proprio genoma, ad alto rendimento di produzione (ma povere di vitamine), intrinsecamente malate (poiché incapaci di sopravvivere in assenza di pesticidi), rese sterili per ragioni di mercato, e infine manipolate geneticamente per essere rese resistenti agli insetti e ad altri animali poiché capaci di produrre esse stesse dei veleni, cioè delle sostanze tossiche che verranno infine mangiate dagli animali di allevamento e dall’uomo stesso.    
Persino nelle foreste la varietà genetica è oggi minacciata dalle perdite di habitat, non solo da pratiche di deforestazione scorrette, ma persino dalla contaminazione del patrimonio genetico adattatosi a situazioni locali da parte di ibridi creati dalle grandi ditte sementiere produttrici degli OGM.
I prodotti transgenici rappresentano quindi, proprio per come sono concepiti, una formidabile spinta per accentuare le caratteristiche di unilateralità delle monocolture, e quindi di scomparsa del patrimonio genetico naturale esistente da centinaia di milioni di anni. Non avremo quindi più, nel futuro più o meno prossimo, tutte quelle varietà di piante (alimentari e non) caratteristiche di ogni particolare regione nazionale o locale. La contaminazione genetica ambientale indotta da parte di ibridi creati dalle grandi ditte sementiere degli OGM, che inevitabilmente s’incroceranno con le varietà presenti in natura, porterà ad una perdita del patrimonio genetico naturale (non recuperabile in alcun modo), di tutte quelle particolari caratteristiche che sono entrate nel genoma delle piante nel corso dei lunghi processi di adattamento alle varie situazioni ambientali. Tale perdita è oggi gravissima persino per gli ambienti naturali come le foreste. Sostanzialmente, la base stessa della Biochimica umana è oggi minacciata nella sua più intima essenza (DNA umano) dall’impiego sconsiderato di queste piante artificiali, senza alcuna possibilità di recuperare un patrimonio genetico di oltre 440.000 specie di piante classificate (su un totale 600.000- 800.000 stimate), di cui una buona parte scompariranno nel giro di poche centinaia di anni, minate alla base dai danni genetici introdotti dall’Uomo.

Si riportano qui di seguito alcuni articoli di stampa, tutti tratti da INTERNET, che si ritengono esaustivi sulla questione.

Aspetti medici della manipolazione genetica (Relazione sull’intervento di Sergio Maria Francardo)
“Quando si affronta un dibattito sulle biotecnologie è opportuno fare un chiarimento preventivo: noi dobbiamo distinguere nettamente tra quello che è scienza e quello che è tecnologia. Noi stiamo imparando molto sui geni, sul loro comportamento e sulla loro funzione, sulla loro trasmissione e interazione con l’ambiente. Sono conoscenze fondamentali per il nostro avvenire. Questa è la genetica, e la genetica è scienza, è ottima scienza. Ma noi dobbiamo indagare sulle applicazioni tecnologiche della genetica, e distinguere dalla ricerca le conseguenze commerciali e sociali di tali applicazioni. Il nostro pianeta è malato, lo afferma ogni scienziato ragionevole che si occupa di questa materia, lo afferma ogni assemblea internazionale di studiosi (non da ultima la conferenza medica di Shangai): la terra rischia di bruciare, la desertificazione avanza ad un ritmo di 300mila km2 l’anno (come se ogni anno una porzione di terra grande quanto l’Italia divenisse improduttiva), e questo provoca la fame e l’emigrazione di intere popolazioni. A questi problemi si potrebbe dare una risposta naturale con strumenti e tecnologie che già esistono. Negli anni ’20 Rudolph Steiner elaborò i principi dell’agricoltura biodinamica, che applicata in Australia, ad esempio, sta fornendo risultati straordinari invertendo il processo di desertificazione in atto e restituendo terreni aridi all’agricoltura. Ma si può dare anche una risposta inversa, inseguendo un falso progresso. Sempre per fare un caso australiano, pensate allo sconvolgimento ambientale determinato dall’immissione del coniglio in un habitat non proprio: quella che sembrava una facile opportunità economica si è rivelata un disastro ecologico. Seguendo il filo di questo discorso, pensate ai rischi che possiamo correre con la manipolazione genetica, andando cioè a toccare quelli che sono i meccanismi stessi della vita. E’ necessario contrastare il pensiero di quelli che pensano ad una "scienza riduzionista", una scienza cioè che limita la ricerca all’ambito del laboratorio, non curandosi delle estreme conseguenze che da essa possono scaturire nel mondo vivente, nella natura. L’obiezione fondamentale che si pone è proprio questa: la vita è complessa, i processi vitali sono estremamente complicati e imprevedibili, tanto che oggi nessuno scienziato può pensare di interpretare l’essenza della vita dal chiuso di un laboratorio, e immaginare quali potrebbero essere le ripercussioni sulla realtà naturale. Noi possiamo creare alimenti modificati che resistono agli ecosistemi locali, o possiamo usare la stessa scienza per adottare la linea del rispetto in agricoltura, per creare una coltivazione biologica o biodinamica di alto livello. Possiamo manipolare e riprogettare la vita, o piuttosto trovare metodi di precisione per integrare la saggezza che sta dietro il processo evolutivo con gli ecosistemi locali. Insomma la scienza non deve ricreare la realtà, ma la deve interpretare per migliorare il nostro rapporto con essa. La biotecnologia non crea nulla di nuovo, gli alimenti modificati non promettono niente di più a chi li consuma dei loro corrispondenti tradizionali. Prendiamo un esempio storico, il pomodoro Flave Savre, un pomodoro manipolato geneticamente per fare in modo che marcisse molto più lentamente: ebbene, questo era un alimento virtuale perché perdeva le qualità nutritive del pomodoro tradizionale, ed è stato un flop commerciale perché tra l’altro aveva anche un cattivo sapore. E da qui si può giungere al punto fondamentale e cioè controbattere quella che i fautori degli OGM denominano la "sostanziale equivalenza" dei prodotti modificati rispetto quelli tradizionali. Questa equivalenza è inaccettabile dal punto di vista scientifico: sostenere che un organismo geneticamente modificato equivale al suo corrispettivo naturale, è come sostenere che due gemelli sono la stessa persona; dire che due esseri viventi che hanno lo stesso corredo genetico sono la stessa cosa significa fornire un’immagine estremamente ridotta della realtà. Ebbene a questo un medico dovrebbe ribellarsi.
La "sostanziale equivalenza" è insostenibile per diverse argomentazioni che si possono ridurre a tre fondamentali. Primo: quando si inserisce un gene nel DNA di un altro organismo non si ha nessuna possibilità di prevedere dove avverrà questo inserimento, esso avviene in maniera assolutamente casuale ed imprevedibile, non esiste la possibilità di scelta. Per avere scienza noi dobbiamo avere qualcosa che sia sistematicamente prevedibile, se noi consentiamo alla tecnologia di prendere il sopravvento sulla scienza e portarci verso territori inesplorati, apriamo la strada a conseguenze ignote, cioè a rischi non preventivabili.
Secondo: ogni organismo vivente è in perenne dialogo con se stesso, perché la vita è movimento, dunque noi non possiamo prevedere quale sarà la reazione dei geni vicini all’immissione di un gene estraneo. In ogni gene è contenuto un linguaggio che entra in relazione con tutto ciò che incontra, lo modifica e ne è modificato, ma noi non possiamo determinare in che modo. Terzo: il compito di ogni gene è quello di produrre proteine, e cioè produrre proteine estranee a quelle dell’organismo che lo ospita: potrà inibire o stimolare o alterare la produzione di proteine essenziali, o modificarne la quantità. E alle proteine è sempre legato il fenomeno delle reazioni allergiche, di cui si hanno già avuti notevoli esempi per l’utilizzo di alimenti OGM.
Se non bastasse possiamo fare riferimento al tema dei vettori: il mezzo utilizzato per introdurre il gene esterno nel DNA sono dei virus inattivati che sono in grado di penetrare all’interno della cellula e trasportarvi così il gene. Ma quali assicurazioni abbiamo che questi virus, questi mosaici di parassiti genetici, nella complessità molecolare con cui vengono a contatto non possano riattivarsi? Ancora una volta la risposta è: nessuna.


Relazione sull’intervento di Lovanio Berardinelli (tratto da INTERNET)
Da alcuni anni stiamo assistendo ad un nuovo fenomeno nel settore economico, la nascita di multinazionali che si definiscono "multinazionali di scienze della vita" attive sul mercato farmaceutico, dell’agro business (sementiero e fitofarmaci) e veterinario. Sono settori tra loro diversi, anche dal punto di vista merceologico, ma settori che sono legati insieme dall’utilizzo delle biotecnologie per la realizzazione dei loro prodotti. Queste multinazionali stanno utilizzando delle strategie economiche molto spregiudicate ed aggressive: dai primi anni ’90 stanno operando per acquistare aziende anche di grande dimensioni. Una di queste, la Monsanto, ha acquisito nel termine di pochi anni nomi come Asgrov, Agracetus, De Calb, Cargil, con un investimento di 19.000 miliardi. La Dupont, altro grande gruppo, ha acquistato la Pioneer con un investimento di 16.000 miliardi. Questi investimenti sembrano avere una logica anti-economica, esse pagano le aziende che rilevano molto più del loro reale valore, come se cercassero di eliminare un potenziale concorrente piuttosto che ottenere un risultato economico a breve termine. Accanto alle acquisizioni abbiamo le fusioni: Ciba Geigy e Sandoz creano Novartis che nel 1997-98 aveva un fatturato di 42.000 miliardi, la quale ha fuso recentemente il suo settore agro-alimentare con Astra Zenic. Ancora, Aventis nasce dalla fusione della francese Rhone Poulenc e della tedesca Hoest.
La situazione attuale è la seguente: quattro multinazionali detengono il 25% del mercato sementiero (ma oltre il 90% del mercato delle sementi transgeniche) e dietro questi grandi gruppi si nota una tale polverizzazione da indurre a pensare che questo andamento non potrà che rafforzarsi in futuro non potendo delle aziende di medie dimensioni contrastare la concorrenza di grandi gruppi economici, e l’obiettivo sembra chiaro: riconvertire il settore sementiero tradizionale in biotecnologico. Ma il dato impressionante è che ritroviamo gli stessi nomi nel settore dei fitofarmaci, dove le stesse aziende detengono il 55% del mercato, e addirittura nel settore farmaceutico, dove le stesse multinazionali hanno una posizione dominante. Insomma due cardini dell’economia e della vita di ciascun individuo, l’agricoltura e la farmaceutica, sono controllate in una situazione di sostanziale oligopolio da pochissimi gruppi multinazionali.

Articolo di AGNÈS SINAI - Ricercatrice.
Stato di allerta alla Monsanto: dopo lo scandalo Terminator, prima pianta assassina nella storia dell'agricoltura (1), l'azienda si dibatte tra politica difensiva e aggressività strategica. I problemi erano iniziati con l'acquisto, per la somma di 1,8 miliardi di dollari, dell'impresa Delta & Pine Land. La Monsanto entrava così in possesso di un brevetto che, grazie ad una tecnica di ingegneria genetica, permetteva di «bloccare» i semi inibendone la ricrescita da un anno all'altro, il che valse a questa tecnica di sterilizzazione il soprannome di «Terminator» da parte della Rafi (The Rural Advancement Foundation International).
Di fronte alla levata di scudi provocata a livello internazionale, il presidente della Monsanto, Bob Shapiro, annunciò il ritiro del prodotto, prima di dare le dimissioni.
Da allora, la multinazionale ha abbandonato lo slogan di un tempo - «Cibo, salute, futuro» - e cerca di rifarsi un nome. Produrre OGM (si parla pudicamente di biotecnologie, “Biotech”) è, infatti, un'impresa ad alto rischio, sia in termini di immagine che di investimenti. Senza parlare di possibili incidenti biologici: minacce alla biodiversità e comparsa di insetti mutanti, resistenti agli insetticidi incorporati nelle piante transgeniche
(2). Negli Stati Uniti, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente (EPA) ha già incoraggiato gli agricoltori a destinare almeno il 20% delle loro terre a coltivazioni convenzionali per permettere lo sviluppo di insetti non resistenti al transgene Bacillus thuringiensis.
Organismi geneticamente «migliorati» Sono rischi sufficienti a spiegare come mai, nel valzer delle fusioni-acquisti e delle ristrutturazioni, l'agrochimica, che comprende le biotecnologie vegetali (cioè gli OGM), sia sistematicamente isolata dagli altri settori, in modo da compartimentare il rischio transgenico. È in questa logica che Aventis cerca di svincolarsi da CropScience, la sua branca agrochimica. L'azienda aveva infatti commercializzato il mais transgenico “Starlink”, capace di provocare allergie nell'uomo.
Benché destinato esclusivamente all'alimentazione animale, il mais è stato ritrovato in notevoli quantità nelle patatine e nei corn-flakes dei consumatori americani, come pure nei dolci della ditta Homemade Baking venduti in Giappone. È sempre in questo contesto che nasce, nell'ottobre 2000, il primo gruppo mondiale di agrochimica, Syngenta, - risultato della fusione della svizzera Novartis (Azienda ben nota come produttrice di farmaci per Chemioterapia [nota dell'autore del presente sito] con l'anglo-svedese Astra-Zeneca (anch'essa azienda ben nota come produttrice di farmaci per Chemioterapia [nota dell'autore del presente sito]) – che realizzerà un giro d'affari di circa otto miliardi di euro. Monsanto, dopo la fusione con Pharmacia & Upjohn, una grande ditta farmaceutica (anch'essa azienda ben nota come produttrice di farmaci per Chemioterapia [nota dell'autore del presente sito]), si occupa ormai solo di agricoltura, con un giro d'affari che nel 2000 ha raggiunto i 5,49 miliardi di dollari. Ha ceduto a Pharmacia il suo medicinale di punta antiartrite, il Celebrex, per specializzarsi nella produzione di prodotti fitosanitari, di semi agricoli e, in particolare, di semi geneticamente modificati. Monsanto è ora, a livello mondiale, la seconda casa produttrice di semi (dopo Pionneer) e di fitosemi dopo Syngenta ed è il numero uno degli erbicidi grazie al Roundup, l'erbicida più venduto al mondo (il suo giro d'affari nel 2000 è stato di 2,6 miliardi di dollari, quasi la metà di quello del gruppo). Il suo obiettivo è quello di fare accettare i prodotti transgenici convincendo l'opinione pubblica che è meglio nutrirsi con una pianta transgenica piuttosto che con una irrorata di pesticidi (3). Strategia che si agghinda di fronzoli filantropici ed ecologici per superare gli ultimi ostacoli.
Senza lesinare in fatto di «etica», Monsanto ha così adottato, nel gennaio 2001, un nuovo codice comportamentale che contiene cinque impegni: «dialogo», «trasparenza», «rispetto», «condivisione» e «benefici».
Secondo il direttore generale di Monsanto-Francia, Jean-Pierre Princen, i consumatori europei - i più restii agli OGM - devono capire che un organismo geneticamente modificato non è altro che un organismo geneticamente migliorato. Da qui la nascita di una nuova Monsanto, indicata all'interno dell'azienda come «progetto M2»: i suoi semi sono ecologici e ottimi per la salute. Coloro che ne dubitano sono semplicemente male informati.
Oggi, le équipe della multinazionale si riuniscono a Ho-Chi-Minh-City per vendervi i loro erbicidi e per stringere relazioni privilegiate con i media, gli scienziati e i membri del governo vietnamita. Dalle Filippine all'Argentina, si vuole disporre di una totale libertà d'azione: «Free to operate» («carta bianca») nel gergo della casa.
All'esterno, dunque, sarà opportuno mettere in risalto le qualità ecologiche degli OGM, di cui il gruppo commercializza due varietà.
Il primo, il gene Bt, nato dal batterio Bacillus thuringiensis, diffonde le proprie tossine insetticide, il che permette di diminuire la vaporizzazione di pesticidi supplementari: un raccolto di cotone detto «Bt» ne subirà due invece di sei o otto. Seconda varietà: il Roundup Ready, concepito per resistere all'erbicida Roundup. Così, l'agricoltore compra in kit sia il seme che l'erbicida! Il Roundup è presentato dalla ditta come un prodotto biodegradabile, e questo le è valso un processo per pubblicità menzognera, intentato dalla Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes (Dgccrf) di Lione (Direzione generale per la concorrenza, il consumo e la repressione delle frodi).
Rischi di sterilità: negli Stati Uniti, l'EPA calcola tra i 20 e i 24 milioni di chilogrammi il volume annuo di glifosato utilizzato (4). Il prodotto è presente in modo massiccio soprattutto nella produzione di soia, grano, fieno, nei pascoli e nelle maggesi. Dal 1998, la sua utilizzazione è aumentata di quasi il 20% all'anno. Contenuto nel Roundup, è l'erbicida più venduto al mondo e rende ogni anno alla Monsanto circa 1,5 miliardi di dollari. Il brevetto è scaduto nel 2000, ma la ditta conserverà una parte del monopolio grazie alle piante geneticamente modificate, concepite per essere tolleranti al glifosato. In Bretagna, questo pesticida figura tra gli inquinanti pericolosi e regolari: nell'ottobre 1999 superava di 172 volte la norma nell'Elorn, che fornisce acqua potabile ad un terzo del Finistère, «il che prova che la dichiarata biodegradabilità del Roundup è una impostura» spiega la dottoressa Lylian Le Goff, membro della missione Biotecnologie dell'associazione France Nature Environnement (Francia Natura Ambiente).
L'inquinamento da pesticidi del suolo, dell'acqua e dell'acqua piovana, dell'insieme della catena alimentare e dell'aria è diventato un serio problema di salute pubblica che l'amministrazione francese ha tardato a prendere in considerazione. Ne consegue, per la dottoressa Le Goff, «l'assoluta necessità di applicare il principio di precauzione riconsiderando la sollecitazione ad utilizzare pesticidi, soprattutto se incoraggiata da una pubblicità falsa, che vanta l'innocuità e la biodegradabilità dei prodotti a base di glifosato».
L'ingestione di pesticidi da parte del consumatore sarebbe nettamente più alta se le piante geneticamente modificate dovessero diffondersi, visto che queste ne sono impregnate.
Come le diossine, anche i pesticidi - tra cui il glifosato - non sono biodegradabili nel corpo umano e costituiscono un vero e proprio inquinamento invisibile (5). Le loro molecole cumulano effetti
allergizzanti, neurotossici, cancerogeni, mutageni e ormonali alterando la fertilità maschile.
Hanno proprietà simili a quelle degli ormoni femminili, gli estrogeni: globalmente, queste azioni ormonali sarebbero responsabili di una diminuzione del 50% del tasso di produzione spermatica registrato negli ultimi cinquant'anni. Se il declino spermatico dovesse proseguire, la clonazione si imporrebbe alla specie umana intorno al 2060! Oltre che biodegradabili, i semi transgenici compatibili con il Roundup sono presentati dalla Monsanto come «amici del clima» (climate friendly), dato che il loro impiego permetterebbe agli agricoltori di ridurre, o addirittura eliminare l'aratura, permettendo lo stoccaggio nella terra di dosi massicce di gas carbonico e di metano, con la conseguenza di ridurre del 30% le emissioni di gas carbonico degli Stati Uniti.
Resta da spiegare in cosa una coltivazione non transgenica sarebbe meno efficace... Una sola certezza: i profitti sarebbero minori, in particolare perché una coltura ordinaria farebbe a meno dell'erbicida Roundup.
L'improvvisa vocazione ecologica della Monsanto e lo zelo del suo «presidente per lo sviluppo sostenibile», Robert B. Horsch, convergono con gli interessi di chi vende i diritti ad inquinare, come quei proprietari terrieri del Montana, già riuniti in una Coalizione per la vendita di diritti di emissione di gas carbonico (6).
Se la fraseologia ad uso esterno della nuova Monsanto è centrata su «tolleranza», «rispetto» e «dialogo», il vocabolario strategico si fa nettamente più crudo all'interno. La «filosofia» dell'azienda, come è stata esposta da Ted Crosbie, direttore del programma di sviluppo vegetale, ad un'assemblea di dirigenti della Monsanto-America latina nel gennaio 2001, non usa sfumature: «consegniamo insieme il pipeline e il futuro». Detto più chiaramente, si tratta di inondare di OGM le superfici agricole disponibili per occupare terreno - e in modo irreversibile. L'America latina è, da questo punto di vista, «un ambiente vincente»: Monsanto valuta che nel solo Brasile restano ancora 100 milioni di ettari di superfici da «sviluppare».
Purtroppo, questo paese continua ad essere restio agli OGM, lamentano Nha Hoang e i suoi colleghi del gruppo Monsanto incaricati della strategia «free to operate» in America latina: «È già il secondo produttore mondiale di Soia transgenica dopo gli Stati Uniti, e probabilmente sarà presto il primo. È la più grande potenza economica dell'America latina, ma è la sola in cui le coltivazioni transgeniche non hanno ancora ricevuto il permesso. I giudici hanno ritenuto viziato il processo di autorizzazione della Soia transgenica Roundup Ready, perché non erano stati condotti appropriati studi d'impatto ambientale; sono arrivati a sostenere che l'attuale agenzia di regolazione delle biotecnologie sia stata costituita in modo illegale». La regolarizzazione dello statuto dell'agenzia in questione, CtnBio, attende la ratifica da parte del Congresso brasiliano... Obiettivo: ottenere il «pipeline» per la Soia transgenica per aprire la strada ad altre autorizzazioni che consentano di immettere sul mercato: Mais Yieldgard, Cotone Bollgard e Cotone Roundup Ready nel 2002; Mais Roundup Ready nel 2003; Soia insetticida Bt nel 2005. Intanto, Monsanto investe 550 milioni di dollari nella costruzione di una fabbrica che produrrà il suo erbicida Roundup nel nord-est dello Stato di Bahia.
La strategia della multinazionale è centrata sulla biotech acceptance: fare accettare gli OGM dalla società, poi - o in concomitanza - inondare i mercati. Allo scopo vengono lanciate massicce campagne di aggressione pubblicitaria. Negli Stati Uniti, gli spot televisivi sono comprati direttamente dall'organo di propaganda delle imprese del settore, il Council for Biotechnology Information. La Monsanto è cofondatrice di questo organismo, che centralizza le informazioni relative ai «benefici dei biotech»: «La televisione è uno strumento importante per fare accettare i biotech. Perciò fate attenzione agli spot pubblicitari e fateli vedere alla vostra famiglia e agli amici», è l'invito di Tom Helscher, direttore dei programmi di biotechnology acceptance nella sede di Monsanto, a Crève-Coeur (Missouri). Soprattutto, si devono rassicurare gli agricoltori americani
che, spaventati in particolare per i loro mercati esteri, esitano a comprare semi geneticamente modificati.
Anche se Aventis Crop Science, Basf, Dow Chemical, DuPont, Monsanto, Novartis, Zeneca Ag Products hanno lanciato massicce campagne di propaganda negli Stati Uniti, esitano ancora a fare altrettanto in Europa... In Gran Bretagna, l'équipe commerciale della Monsanto si dichiara soddisfatta dei risultati del proprio programma di «perorazione in favore delle biotecnologie» che permette ai dipendenti del settore commerciale, dopo una formazione garantita dall'impresa, di autoproclamarsi «esperti» nella materia ed andare quindi a vantare i meriti dei prodotti transgenici tra i contadini e nelle scuole. «Non c'è niente di meglio che un eccesso di comunicazione», sostiene Stephen Wilridge, direttore della Monsanto-Europa del Nord.
Il sistema scolastico costituisce evidentemente un elemento strategico nella conquista dell'opinione pubblica. Il programma Biotechnology Challenge 2000, parzialmente finanziato dalla Monsanto, ha visto il 33% degli studenti liceali irlandesi produrre ricerche sul ruolo delle biotecnologie nella produzione alimentare. Mobilitato per distribuire premi e trofei, il commissario europeo incaricato della protezione della salute dei consumatori, David Byrne in persona, non ha «alcun dubbio sul fatto che esiste un legame tra la riluttanza dei consumatori nei confronti delle biotecnologie e la mancanza di una seria informazione sull'argomento». Per il 2001, il direttore della Monsanto-Irlanda, Patrick O'Reilly spera in una più ampia partecipazione, perché «questi studenti sono consumatori consapevoli e decideranno del futuro».
La multinazionale impara a decodificare, ma anche a riciclare i messaggi e le attese della società. Da alcuni mesi, Monsanto oscilla tra velleità di dialogo e rifiuto viscerale nei confronti delle più importanti organizzazioni non governative che contestano le presunte qualità degli OGM.
A cominciare da Greenpeace, definita un «criminale contro l'umanità» dall'inventore svizzero del riso dorato, Ingo Potrykus, che lavora alla Syngenta. Il riso dorato è un riso transgenico arricchito di beta-carotene (vitamina A), dunque un OGM di seconda generazione, detto «alicament» per le sue pretese curative, oltre che alimentari.
Primo riso terapeutico nella storia dell'agricoltura, è molto atteso dalle grandi industrie biotecnologiche: con lui gli ultimi scettici non avranno più dubbi sul carattere fondamentalmente virtuoso del progetto OGM. La vitamina A, integrata per transgenesi, sarà, alla fine, il promotore morale dell'alimentazione transgenica mondiale: chi si azzarderà ancora a criticarne i meriti, quando tanti bambini del terzo mondo sono colpiti da cecità per carenza di beta-carotene ?
Chi oserà più dubitare che la vocazione di fondo del commercio di semi transgenici sia nutritiva, ecologica ed umanitaria ?
Una contestazione demoniaca Rimane il fatto che l'efficacia del Riso dorato per le popolazioni interessate è poco credibile: Greenpeace e altri lo dimostrano per assurdo, chiarendo in particolare, con l'aiuto dei microgrammi, che per ingerire ogni giorno una dose sufficiente di vitamina A, un bambino del terzo mondo dovrebbe compiere un'impresa eroica: ingerire 3,7 chilogrammi di Riso dorato bollito al giorno, invece di due Carote, un Mango e una ciotola di Riso. Ed ecco la reazione pubblica di Potrykus, durante una conferenza stampa a Biodivision, il «Davos» delle biotecnologie, tenuta a Lione nel febbraio 2001: «Se avete intenzione di distruggere le coltivazioni sperimentali a scopo umanitario di Riso dorato, sarete accusati di contribuire ad un crimine contro l'umanità. Le vostre azioni saranno scrupolosamente registrate in tribunale e avrete, spero, modo di rispondere dei vostri atti illegali e immorali davanti ad una corte internazionale». Criminali contro l'umanità, dunque, tutti coloro che dubitano e contestano, sono addirittura definiti «demoni della terra» (Fiends of the Earth), gioco di parole che richiama sia il nome inglese degli Amici della Terra (Friends of the Earth) che un sito web molto apprezzato dal personale della Monsanto.
Se la contestazione politica è per sua natura «demoniaca», il «dialogo» non può proseguire. Eppure, la nuova Monsanto s'impegna, nella sua carta deontologica, «a instaurare un dialogo permanente con tutti i soggetti interessati, per comprendere meglio problematiche e preoccupazioni suscitate dalle biotecnologie».
Dietro questa apparente sollecitudine si mette in moto una vera e propria strategia commerciale, quella della doppia conformità: conformità a posteriori, dell'immagine dei prodotti OGM con le attese dei consumatori; conformità delle menti, attraverso propaganda pubblicitaria e comunicazione intensiva. Perché, se il solo e unico scopo della Monsanto è far passare il suo progetto biopolitico mondiale, la nuova Monsanto ha bisogno di mostrare un'etica, necessariamente a geometria variabile, visto che è la multinazionale stessa a dettarne le regole.
A tal fine, la società ha affidato ad una specialista mondiale delle comunicazioni d'impresa, Wirthlin Worldwide, il compito di «trovare meccanismi e strumenti che aiutino la Monsanto a persuadere i consumatori con la ragione e a motivarli con l'emozione».
Questo sondaggio degli atteggiamenti mentali - battezzato «progetto Vista» - è basato sulla «rilevazione dei sistemi di valori dei consumatori».
Si tratta, a partire dalla raccolta di dati, di elaborare «una cartografia a quattro livelli dei modi di pensare (...): i preconcetti, i fatti, i sentimenti e i valori. Negli Stati Uniti, i risultati dello studio hanno permesso di elaborare messaggi che colpiscono il grande pubblico, di individuare cioè l'importanza dell'argomento a sostegno dei biotech: meno pesticidi nei vostri piatti».
In Francia, i dipendenti della Monsanto sono stati sottoposti a questa indagine durante un colloquio confidenziale ove si presumeva potessero esprimere liberamente il loro pensiero sulle biotecnologie, «nel bene o nel male», dato che l'obiettivo era formare dei «portavoce che utilizzeranno i messaggi studiati per il grande pubblico».
Inquinamento genetico L'accesso al materiale genetico, e ai mercati, col beneficio di una totale libertà di manovra, è la duplice priorità definita dal concetto «free to operate». La messa a punto di un OGM costa tra i 200 e i 400 milioni di dollari e richiede dai sette ai dieci anni. Come contropartita per un tale investimento, la multinazionale deve necessariamente ottenere una rendita, garantita dalla dipendenza rispetto al brevetto depositato sulla pianta. Per potere riseminare da un anno all'altro, bisognerà ogni volta pagare royalties all'impresa. Ogni varietà che comporti un organismo geneticamente modificato sarà protetta dal brevetto, il che implica, per l'agricoltore, l'acquisto di una licenza.
Il rischio, a (breve) termine, è quello di dare ai grandi produttori di semi la possibilità di bloccare tutto il sistema, monopolizzando il patrimonio genetico mondiale e creando una situazione irreversibile: l'agricoltore non potrebbe più recuperare questo patrimonio per tornare a selezionare lui stesso.
Questo poteva porre un problema alla Monsanto anche in base al suo stesso codice comportamentale che l'impegna a «far sì che gli agricoltori senza risorse del terzo mondo possano beneficiare della conoscenza e dei vantaggi di tutte le forme di agricoltura, per contribuire a migliorare la sicurezza alimentare e la protezione dell'ambiente».
Ed ecco allora la generosa concessione al Sudafrica del brevetto sulla Patata dolce transgenica, nella speranza di un più ampio insediamento sul continente nero. «In Africa, potremmo con pazienza ampliare le nostre posizioni con lo Yield Gard, e anche con il Mais Roundup Ready.
Parallelamente, dovremmo pensare a diminuire o a eliminare i diritti sulle nostre tecnologie adattate alle culture locali, come la Patata dolce o la Manioca».
Strategia a due facce, dove si mostrano intenzioni generose per prendere piede in mercati poco disponibili, o meno solvibili, ma potenzialmente dipendenti. Un procedimento simile a quello che ha portato a impiantare il riso dorato della Syngenta in Thailandia (per metterlo a disposizione gratuitamente è stato necessario togliere 70 brevetti) o ad usare la vacca da latte indiana dopata al Polisac della Monsanto (ormone proibito nell'Unione europea), per arrivare a conquistare mercati locali poco attratti dalle biotecnologie.
D'altro canto poi, la Monsanto ha recentemente fatto condannare Percy Schmeiser, agricoltore canadese, ad una multa di circa 22 milioni di lire per «pirateria» di colza transgenica. L'interessato ha contrattaccato accusando la Monsanto di avere accidentalmente inquinato i suoi campi di colza tradizionale con colza transgenica tollerante al Roundup.
Ma la giustizia è in grado di stabilire l'origine di un inquinamento genetico? Questo caso, che rischia di ripresentarsi, mostra la difficoltà di contenere le disseminazioni accidentali di OGM.
In Francia, queste sono sottoposte alla legge del silenzio. Nel marzo del 2000, diversi lotti di semi convenzionali di Colza primaverile della società Advanta, contaminati da semi OGM di un'altra società, sono stati seminati in Europa. Le piante sono state distrutte. Nell'agosto 2000, alcune varietà di Colza invernale, controllate dalla Dgccrf, hanno rivelato contaminazioni da semi OGM.
Ma nessun OGM di Colza è ancora autorizzato per la coltivazione o il consumo in Francia.
Già da ora, la tracciabilità mostra le sue crepe. Le contaminazioni fortuite sono sempre più frequenti.
Un responsabile sanitario della Lombardia ha recentemente denunciato la presenza di OGM in lotti di semi di soia e di Mais della Monsanto. OGM sono stati rilevati in stock di semi di Mais depositati a Lodi, vicino a Milano. La pressione in Europa salirà, visto che la Soia importata - ormai massicciamente transgenica - sostituirà le farine animali oggi proibite.
Ma l'obiettivo delle industrie che producono semi transgenici non è forse quello di vedere sparire la filiera senza OGM, contando sugli alti costi di controllo che essa comporta? È probabile che nei prossimi anni gli agricoltori trovino sempre maggiori difficoltà a procurarsi semi provenienti da questa filiera. La ricerca mondiale si orienta verso i semi transgenici, e dunque non è impensabile che le varietà non-OGM finiscano con l'essere inadatte all'evoluzione delle tecniche agricole, se non completamente obsolete.
Si può dunque dubitare della «trasparenza» mostrata dalla Monsanto.
Il consumatore dipende delle informazioni fornite dall'impresa. Ogni costruzione genetica è considerata un brevetto e non esiste alcun obbligo legale, per una società, di fornire il test a laboratori privati per eseguire analisi di controllo. In Francia, la descrizione di una costruzione genetica è depositata presso la Dgccrf che è la sola a poter effettuare analisi. Non essendo però abilitata a farlo a titolo commerciale, non può essere utilizzata a questo scopo da consumatori o industriali.
Il consumatore dovrà dunque accontentarsi di sapere che l'industria commercializza i semi solo dopo che questi hanno ricevuto l'autorizzazione a essere utilizzati per l'alimentazione umana e dopo essersi impegnata a «rispettare le preoccupazioni d'ordine religioso, culturale ed etico nel mondo non utilizzando geni provenienti dall'uomo o da animali nei [suoi] prodotti agricoli destinati all'alimentazione umana o animale». La recente nomina alla direzione dell'EPA americana di una ex dirigente della Monsanto, Linda Fischer, fa pensare che non solo la nuova Monsanto non è fuori legge, ma mira a fare la legge.
note:
 (2) Il rischio di disseminazione incontrollata è stato uno dei motivi invocati da Josè Bové e da altri due contadini per giustificare la distruzione di piante di Riso transgenico nelle serre del Centro di
Cooperazione Internazionale e Ricerca Agronomica per lo Sviluppo (Cirad), avvenuta a Montpellier nel 1999. I tre militanti, condannati il 15 marzo scorso a pene detentive con la condizionale, hanno presentato ricorso.

(3) Persone delle Editions de l'Institut national de la recherche agronomique (Inra) hanno pubblicato un fumetto (La Reine rouge, testi e illustrazioni di Violette Le Quéré Cady, Parigi, 1999) la cui lettura e utilizzazione sarebbe, diciamo, raccomandata al personale della Monsanto. Si tratta di un panegirico a favore degli OGM, in nome della pericolosità degli insetticidi.
(4) Cifre citate da Caroline Cox, «Glyphosate», Journal of Pesticide Reform, autunno 1998, vol. 18, n° 3, pubblicato dalla Northwest Coalition for Alternatives to Pesticides.
(5) Leggere a questo proposito il lavoro di Mohammed Larbi Bouguerra, La Pollution invisible, Puf, Parigi, 1997.


Conclusione al capitolo 3
L'importanza estrema da un consumo alimentare quasi esclusivamente fondato su Frutta fresca, Cereali integrali e Verdure fresche riposa sull'opinione personale dell'autore del presente lavoro che la guarigione dal Cancro debba basarsi in prima battuta (vedi cap. 4), sull'attivazione di una risposta immunitaria completa (Teoria Immunitaria), in antitesi assoluta alla Chemio-Terapia, e che pertanto la risposta immunitaria deve avvalersi di una perfetta efficienza enzimatica anti-ossidativa soprattutto a carico dei globuli bianchi, dato il difficile ambiente neoplastico di attività anti-tumorale (vedi cap.4 del libro:"La terapia dei tumori con Gadolinio 159 in Risonanza Magnetica Nucleare", Dott Giuseppe Nacci, seconda Edizione in INTERNET), nonché di meccanismi ancora sconosciuti a carico delle stesse cellule malate e che ne permettono l'eliminazione selettiva mediante molecole selettive (vedi Bio-Chemio-Terapia, cap.5).
Nella complessiva Cascata Immunitaria susseguente, eventi quali la febbre, l'infiammazione locale, e altri fenomeni di attivazione biologica da parte dell'organismo malato contro il tumore, devono essere attentamente modulati e seguiti, intervenendo con una modificazione o una integrazione ulteriore di quanto già indicato.


Piante italiane anti-cancro  da coltivare presso Aziende di Agriturismo Biologico o di Agricoltura Biologica


Allium ascalonicum (Scalogno)
Allium cepa ( Cipolla)
Allium porrum ( Porro)
Allium sativum (Aglio)
Allium schoenosprasum (Erba cipollina)
Allium ursinum (Aglio orsino)
Allium vineale (Aglio delle Vigne)
Capparis spinosa  (Capperi)
Capsella bursa pastoris (Borsa del Pastore)
Brassica oleracea (Cavolo)
Brassica oleracea capitata (Cavolo Cappuccio)
Brassica oleracea bullata (Cavoletti di Bruxelles)
Brassica oleracea botrytis (Cavolfiore)
Brassica oleracea botrytis aut italica (Broccoli)
Brassica rapa (Rapa)
Brassica oleracea (Cavolo di Mare)
Raphanus sativus parvus (Ravanello)
Melilotus officinalis (Meliloto)
Anthyllis vulneraria (Vulneraria comune)
Sedum sexangulare (Borragina insipida)
Carlina acaulis (Carlina)
Stellaria media (Centocchio)
Malva sylvestris (Malva)
Stachys arvensis aut Betonica officinalis (Betonica)
Campanula rapunculus (Raperonzolo)
Muscari comosum (Cipollaccio, Giacinto dal Pennacchio)
Prunus cuscus aculeatus (Pungitopo)
Galium aparine (Attaccavesti)
Rubus idaeus (Lampone)
Sysymbrium officinalis (Erisimo)
Lapsana communis (Lassana, Erba delle Mammelle)
Lysimachia nummularia (Lisimachia)
Lysimachia vulgaris (Mazza d’oro)
Galium album (Caglio bianco)
Myrtus communis (Mirto)
Laurus nobilis (Alloro)
Cnicus benedictus (Cardo benedetto)
Calamintha officinalis (Calaminta, Nepitella)
Capanula piramidais (Campanula piramidale)
Lonicera etrusca (Madreselva, Caprifoglio)
Asparagus acutifolius aut racemosus (Asparago selvatico)
Lithospermum officinalis aut ruderale (Migliarino)
Umbelicus rupestris (Ombelico di Venere)
Tropaeolum majus (Nasturzio, Cappuccina)
Sedum album (Erba pignola)
Antirrhinum majius (Bocca di Leone)
Eupatorium cannabinum (Canapa d’Acqua)
Matthiola situata (Violacciocca gialla)
Calendula officinalis (Calendola)
Satureja montana (Santoreggia)
Hypericum perforatum (Iperico)
Cichorium intybus (Cicoria selvatica)
Borrago officinalis (Borragine)
Oenothera biennis (Enotera, Rapunzia)
Rhamnus frangula (Frangola)
Rheum officinale (Rabarbaro)
Capsicum frutescens aut annum (Peperoncino)
Coriandrum sativum (Coriandolo)
Arctium lappa (Bardana)
Artemisia dracunculus (Dragoncello)
Artemisia vulgaris (Amarella)
Artemisia absithium (Assenzio)
Salvia officinalis (Salvia)
Thymus vulgaris (Timo)
Tussilago farfara (Farfara)
Drosera rotundifolia (Drosera)
Rumex acetosa (Acetosa)
Crocus sativus (Zafferano)
Trifolium rubeus (Trifoglio rosso)
Trifolium pratense (Trifoglio dei Prati)
Taraxacum officinalis (Dente di Leone)
Thymus serpillum (Serpillo)
Viola tricolor (Viola del Pensiero)
Rosmarinus officinalis (Rosmarino)
Nepeta cataria (Erba gattaria)
Althaea officinalis (Altea, Malvarosa)
Rumex crispus (Romice comune, Lapazio)
Melissa officinalis (Melissa)
Pulmonaria officinalis (Polmonaria)
Hieracium pilosella (Pilosella)
Glechoma hederacea (Edera terrestre)
Levisticum officinale aut Meum mutellina (Levistico, Sedano di Monte)
Mentha species (Menta)
Alchimilla alpina aut vulgaris (Alchemilla, Erba Stella)
Ajuga reptans (Bugula)
Origanum vulgare (Origano)
Achillea millefolium (Achillea)
Alliaria officinalis aut petiolata (Alliaria)
Agrimonia eupatoria (Agrimonia)
Foeniculum vulgare (Finocchio selvatico)
Diplotaxis tenuifolia (Rucola selvatica)
Plantago major (Piantaggine maggiore)
Eryngium amethystinum aut campestre aut maritimum (Eringio)
Tanacetum balsamita aut Chrysanthemum balsamita (Balsamite odorosa, Erba di San Pietro)
Lippia citiodora aut Aloysia triphylla (Erba Luisa, Cedrina)
Erica cinerea aut Calluna vulgaris (Brugo)
Artemisia abrotanum (Abrotano)
Cuminum cyminum (Cumino, Cumino romano)
Linum usatissimum (Lino)
Silybum marianum (Cardo mariano)
Ribes nigrum (Ribes nero)
Fragaria vesca (Fragolina)
Matricaria camomilla (Camomilla vera)
Tanacetum parthenium (Partenio)
Inula helenium (Enula campana, Elenio)
Agropyrum repens (Gramigna)
Berberis vulgaris (Crespino)
Petroselinum crispum aut sativum (Prezzemolo)
Hyssopus officinalis (Issopo)
Humulus lupulus (Luppolo)
Vebascum thapsus (Verbasco, Tasso barbasso)
Filipendula ulmaria aut Spiraea ulmaria (Regina dei Prati)
Buphthalmum salicifolium (Asteroide salicina , Occhio di Bue)
Juniperus communis (Ginepro)
Verbena officinalis (Verbena)
Rosa canina (Rosa canina, Rosa di Macchia)
Allium ampeloprasum (Porro selvatico)
Aesculus hippocastanum (Ippocastano)
Cupressus sepervirens (Cipresso)
Rubus fruticosus (Mora)
Tilia tormentosa aut argentea (Tiglio)
Solidago virga aurea (Verga d’Oro)
Echinacea purpurea, angustifolia, pallida (Pianta Pettine).
Grindelia camporum o squarrosa
Xanthoxilum fraxineuem (Frassino spinoso).
Artemisia mutellina (Genepi)
Artemisia spicata (Genepi)
Aloe arborescens (Aloe)
Aloe ferox (Aloe)
Aloe vera (Aloe)
Campanula latifolia  (Arcangelica)
Equisetum arvense (Coda di Cavallo).
Equisetum hiemale (Asprella)
Primula veris o officinalis (Primula, Primavera)
Sticta pulmonaria o Lobaria pulmonaria (Lichene polmonaria)
Adiantum capillus veneris (Adianto, Capovenere, Capelvenere)
Tephorosia purpurea (Teforosia)
Glycyrrhiza glabra (Liquirizia)
Althaea officinalis (Altea, Bismalva, Malvaccione)
Annona squamosa (Annona)
Verbascum thapsus (Candela regia, Guaraguasco, Tasso barbasso)
Smilax aspera, sarsaparilla o utilitis (Salsapariglia, Smilace)
Lycopodium clavatum (Licopodio)
Eupatorium perfoliatum (Canapa acquatica)
Eupatorium purpureum (Canapa acquatica rossa)
Ocimum sanctum o tenuiflorum (Basilico)
Ocimum basilicum (Basilico dolce, Erba reale, Arancio dei Ciabattini)
Chimaphila umbellata (Pirola ombrellifera)
Trigonella foenum graecum  (Fieno greco).
Pulmonaria angustifolia (Polmonaria a foglie strette)
Lamium album (Ortica bianca).
Pimpinella major (Tragoselino)
Beta vulgaris cruenta (Barbabietola rossa)
Daucus carota (Carota)
Apium graveolens (Sedano selvatico)
Cochlearia armoracia (Rafano)
Acorus calamus (Calamo aromatico)
Ajuga piramidalis  (Ajuga)
Marrubium vulgare (Marrubio bianco)
Prunus armeniaca (Albicocca)
Prunus spinosa (Prugna)
Prunus avium (Ciliegia)
Prunus persica (Pesca)
Primula hirsuta (Primula viscosa)
Peucedanum ostruthium (Erba rena, Imperatoria)
Sempervivum montanum (Semprevivo montano)
Saxifraga oppositifolia (Sassifraga a Foglie opposte)
Saxifraga aizoides (Sassifraga dei Ruscelli)
Asparagus cochinensis (Asparago cinese)
Scutellaria baicalensis aut latiflora (Scutellaria)
Houttuynia cordata (Ottinia)
Nelumbo nucifera
Pedicularis rostrato-capitata (Pedicolare)
Leucanthemopsis alpina (Crisantemo delle Alpi)
Gentiana germanica (Genziana autunnale)
Symphytum officinalis  (Simfito)
Hieracium pilosella (Pilosella)
Gnafalium supinum (Zampa di Gatto)
Cicerbita alpina (Lattuga alpina)
Draba aizoides (Draba)
Cerastium alpinum (Spinon)
Antennaria dioica  (Antennaria)
Epilobium angustifolium (Epilobio)
Viscum album (Vischio)
Hesperis matronalis (Viola matronale)


Su decisione medica specifica per il singolo caso clinico, iniziare fin dall’inizio con almeno 5-7 prodotti fitoterapici al giorno ricavati dalle circa 1.500 formulazioni varie di tisane per Fito-Terapia (dati riservati), basate sull’utilizzo di circa 800 piante medicinali di tutto il mondo, piante necessariamente acquistate da centri di Agricoltura Biologica oppure, in seconda istanza, dall’utilizzo di estratti fluidi commerciali (con o senza associazione di gemmo-derivati e/o di olii essenziali) o, in terza istanza, da perle in gelatina o, in quarta istanza, da capsule): tutti ottenuti secondo tecniche moderne da Aziende fito-farmaceutiche e i cui prodotti siano ritenuti, a giudizio del medico, di sufficiente garanzia per gli scopi descritti nel presente lavoro.

L’autore del presente lavoro ritiene che prodotti di “Omeopatia” rivestano soltanto una mera funzione “placebo” e che non possano pertanto essere impiegati in terapia anti-neoplastica come indicato in questo lavoro.
L’autore del presente lavoro ritiene che i prodotti fito-terapici di tipo “spagyrico” non rivestano alcuna particolare proprietà rispetto ai normali prodotti fito-terapici. Da parte sua non si da quindi alcuna importanza alle “preparazioni spagyriche”.


E’ tassativamente sconsigliato l’uso di prodotti erboristici venduti sotto forma di tavolette, compresse, pastiglie, o comunque presentando i principi attivi fito-terapici secchi mischiati a materiale inerte o potenzialmente tossico (zuccheri), o comunque inadatto per gli scopi descritti dal presente lavoro. E’ assolutamente sconsigliato acquistare qualsiasi prodotto erboristico contenuto in contenitori di plastica anziché in confezioni di vetro scuro.


Altri particolari integratori alimentari possono essere, secondo l'autore del presente lavoro, i seguenti:

1)      Estratti vegetali in glicerina, privi di Zucchero e di altre sostanze aggiunte: sostanzialmente prodotti vegetali puri derivati dalla raccolta di decine di erbe, bollite a 200 gradi Celsius (in media perdita di circa il 40% dei loro principi attivi), con successiva raccolta dei loro estratti e loro preparazione in glicerina (pastiglie), allo scopo di poter conservare questi estratti per almeno 5-8 anni dalla loro preparazione;si ritiene che almeno 150-200 varietà o specie di piante, potrebbero essere ritenute ideali per tale compito di integratori alimentari sotto forma di estratti.
2)      Semi di Helianthus annuus (Girasole) crudi, macinati a freddo.
3)      Semi di Citrus paradisi (Pompelmo), macinati a freddo.
4)      Semi di Cucumis melo (Melone), macinati a freddo; (nota:Meloni transgenici sono privi di semi)
5)      Frutti di Citrus aurantium bergamia (Bergamotto), coltivati in Calabria.
6)      Alghe marine; studi iniziali sull'alga azzurra nord-americana (Aphanizomenon flosaquae)  del lago i Klamath (Oregon) ne comproverebbero una sua elevata attività immuno-stimolante ( Microalghe Klamath Afa Freshâ, Green Foodâ, Super Blue Greenâ Algae); per tutte le alghe bisogna comunque prestare attenzione a pazienti con patologie tiroidee per possibile controindicazione all'assunzione di Iodio, contenuto in esse. L'impiego comunque di Alghe è fortemente discutibile: ad esempio la Spirulina maxima, molto impiegata in diete vegetariane, non è eguagliata da nessun altro elemento in merito alla quantità di proteine contenute: dal 60 al 70% in peso secco rispetto al 45% delle uove essiccateal 40% della Soia, al 20% della carne; inoltre la Spirulina maxima è la fonte naturale più ricca di vitamina B12, con un contenuto del 250% più alto di quello relativo del Fegato. Anche l’alga di Klamath è ricca di B12.
7)      Concentrato di Aglio (ricco di Germanio organico) crudo e inodore, tenuto a macerare per lungo tempo in salse alimentari. Induce fenomeni di apoptosi su tumori (694, 696)
8)      Concentrato di Carote crude.
9)      Concentrato di Beta vulgaris cruenta (Barbabietole rosse) crude.
10)  Melanzane piccanti calabresi.
11)  Rosa marina calabrese;  nota:  contiene vitamina B12 e tutti e 9 gli aminoacidi essenziali:  quindi somministrare solo a partire dalla fine del primo anno di terapia.
12)  Olio di Pesce: estremamente ricco di acidi grassi insaturi Omega-3.
13)  Acido butirrico: possibile azione anti-tumorale su neoplasie solide addominali, soprattutto del colon; ciò sarebbe dovuto al fatto che tale acido riduce la replicazione cellulare; il Plantago psyllium (Psillio) aumenta la produzione di acido butirrico da parte di germi che metabolizzano i particolari polisaccaridi contenuti nei Semi di tale pianta; tali polisaccaridi possono determinare però crisi allergiche in pazienti predisposti; in valutazione il suo Miele.
14)  Cichorium intybus (Cicoria, Radicchio, o Cicorella): ipoglicemizzante, contiene Levulosio; la sua radice è dotata anche di una chiara e spiccata attività anti-tiroidea.
15)  Cucumis sativus (Cetrioli): il suo succo è diuretico, anti-ossidativo e depurativo per il fegato.
16)  Olio di Borrago officinalis, Enothera biennis, oppure le foglie di Nelumbium speciosum, poiché ricchi di acidi grassi polinsaturi essenziali della serie Omega 6, come ad esempio l'acido gamma-linolenico, l'acido linoleico: sono in valutazione i loro rispettivi Mieli.
17)  Olio di Carthamus tinctorium (Cartamo): poco conosciuto in Italia, è particolarmente pregiato per la sua alta percentuale di acidi grassi polinsaturi, come l'acido linoleico: ne contiene oltre il 78% contro solo l'8% dell'olio d'Oliva; in valutazione il suo Miele.
18)  Hypericum perforatum (Iperico, Erba di San Giovanni, Mille Buchi):  induce Apoptosi sull'Eritro-leucemia e forse anche su altri tumori; tradizionalmente usato come anti-depressivo, senza effetti collaterali noti; in valutazione il suo Miele. Viceversa è pericoloso il suo impiego  associato a Fenobarbitale (Luminaleâ, Gardenaleâ)
19)  In Calabria è coltivato il Citrus aurantium bergamia (Bergamotto), il cui frutto potrebbe essere oggetto di studio per sospettata attività anti-ossidativa e, soprattutto, capacità apoptotica su varie linee tumorali umane.
20)  Dracontium loretense (Sacha) è ritenuta come una delle migliori piante per potere anti-ossidante specifico, ritenuto di alcuni ordini di grandezza superiore a quello della vitamina E sintetica (566); in valutazione il suo Miele.
21)  Rhamnus frangula o Frangula alnus (Frangula): probabilmente da assumere nella Dieta (cruda) contendo anch'essa composti simili a quelli dell'Aloe arborescens; in valutazione il suo Miele.
22)  Picramnia antidesma: probabilmente da assumere nella Dieta (cruda) contendo anch'essa composti simili a quelli dell'Aloe arborescens; in valutazione il suo Miele.
23)  Cassia angustifolia: probabilmente da assumere nella Dieta (cruda) contendo anch'essa composti simili a quelli dell'Aloe arborescens; in valutazione il suo Miele.
24)  Rheum officinale (Rabarbaro): probabilmente da assumere nella Dieta (crudo), contendo anch'esso composti simili a quelli dell'Aloe arborescens; n valutazione il suo Miele.
25)  Rhamnus sagrada o purshiana: probabilmente da assumere nella Dieta (cruda), contendo anch'essa composti simili a quelli dell'Aloe arborescens.
26)  Terminalia chebula: probabilmente da assumere nella Dieta (cruda), contendo anch'essa un composto simile (Antrachinone) a quelli contenuti nell'Aloe arborescens.
27)  Capsicum frutescens o annuum (Peperoncino rosso, Pepe di Caienna, Paprika): azione anti-ossidante, antibiotica e antidolorifica; in valutazione il suo Miele.
28)  Allium sativum (naturale o estratto inodoro): contiene Germanio organico.
29)  Olio di Eugenia caryophyllata (o Caryophyllus aromaticus, Garofano, o Chiodo di Garofano): sospettata azione anti-neoplastica, ancora poco indagata in letteratura medica; in valutazione il suo Miele.
30)  Olio essenziale di Citrus limonum; estremamente nutriente sia in base alle kilocalorie, sia per i fito-chimici contenuti; nota: la spemitura dell'olio deve avvvenire a  freddo e senza solventi.
31)  Citrus limonum (Limone): bisogna arrivare ad almeno 6-7 frutti al giorno, possibilmente freschi, poiché il Limone favorisce l'eliminazione delle scorie acide dall'organismo, aumentando la riserva di sostanze alcaline presenti nel sangue, e aiutando inoltre  l'apparato urinario ad espellere gli acidi urici. L'assuzione del frutto dev'essere attuata iniziando con 1 Limone al giorno nella prima settimana, stabilizzandosi poi con 7 frutti al giorno nella settima settimana di cura, e così per tutta la durata della malattia neoplastica fino alla sperata guarigione. Induce fenomeni di apoptosi su tumori (693).
32)  In valutazione il Miele di Citrus limonum: gli alberi di Limone fioriscono durante tutto l'arco dell'anno: in genere si hanno comunque due fioriture principali e più abbondanti: in aprile-maggio e in settembre; una pianta di Limone vive circa 80 anni, inizia a produrre frutti dopo 5 anni dalla messa a dimora, e raggiunge la piena maturità a 15 anni, periodo in cui può arrivare a produrre da 200 a 600 frutti all'anno.
33)  Serenoa repens (Palma nana), efficace in caso di ipertrofia prostatica e/o tumore prostatico; in valutazione il suo Miele.
34)  Gentiana lutea (Genziana maggiore, Genziana gialla): è la pianta amara per eccellenza, che determina un aumento della secrezione cloridrico-peptica, favorendo in tal modo il processo della digestione. I principi attivi sono rappresentati da 3 glucosidi di sapore amaro: la Genziopicrina, o Genziopicroside, la Gentisina o Gentioside, la Genziomarina o Genziomaroside. Sono inoltre presenti mucillagini, Tannini, olii. L'azione farmaco-dinamica del fitocomplesso di Genziana lutea è elettivamente quella eupeptica, determinata essenzialmente dai principi amari. Questi, attraverso l'eccitazione dei recettori gustativi, producono per via riflessa, mediante le vie nervose del vago, un incremento della secrezione di succhi gastrici. Sempre con meccanismo riflesso, inducono anche l'escrezione di bile nel duodeno (effetto colagogo). Le indicazioni principali sono quelle dei disturbi digestivi caratterizzati da insufficiente produzione di succhi gastrici, e dall'inappetenza legata a disfunzioni gastriche o a stati di debilitazione come nel caso del Cancro. Nella dispepsia funzionale ipostenica, in cui l'attività motoria e la secrezione di succhi gastrici sono al disotto della norma, la Gentiana lutea risulta utile per migliorare la digestione, per combattere l'inappetenza, la pesantezza di stomaco, la sonnolenza post-prandiale, la sensazione di gonfiore addominale, e favorendo invece la nutrizione e il tono dell'organismo, aumentando anche le sue reazioni di difesa.
35)  Fritillaria cirrhosa: utile come sedativo espettorante per la tosse se concomitante allo stato neoplastico; spesso impiegata con altre piante (Fritillaria cirrhosa, Polygala senega, Schizandra sinensis, Citrus reticulata, Glycyrrhiza glabra); in valutazione il suo Miele.
36)  Fiori di Sambucus nigra: è uno fra i migliori antiflogistici esistenti in natura; viene prescritto nelle infiammazioni respiratorie e delle vie urinarie; anti-ossidativo, diuretico, diaforetico, blandamente ipotensivo, lassativo, anti-nevralgico; in valutazione il suo Miele.
37)  Clorofilla: anti-ossidativo (da assumere prima dei pasti); nota: la Chlorella ellipsoides ne contiene molta di più rispetto alla più nota Spirulina maxima, ma entrambe contengono troppe proteine.
38)  Rizoma di Curcuma longa: La Curcuma (Zafferano delle Indie, o dei Poveri), anti-elmintico, possiede anche spiccate attività anti-infiammatorie, epato-protettive da tetra-cloruro di Carbonio, etc.); i suoi polisaccaridi rivestono attività immuno-stimolante, ricordando l'Astragalus membranaceus.
39)  Cynara scolymus (Carciofo): ricco di Triterpeni, Steroli, Guaianolidi e Flavonoidi: coleretico, anfocoleretico, epato-protettore, anti-ossidante; privo di effetti tossici; in valutazione il suo Miele.
40)  Taraxacum officinalis (Dente di Leone, Cicoria matta, Soffione, Pisciacane): pianta amara ben conosciuta dai gastronomi per l'ottima insalata che si ottiene dalle sue foglie; azione colagoga, epato-protettore (riduce le Transaminasi), anti-ossidante, diuretica; in valutazione il suo Miele.
41)  Betula pendula: oltre a favorire la diuresi, ha un'azione efficace a livello reticolo-endoteliale (meccanismo sconosciuto, forse riferibile a livello immuno-stimolante / modulante); in valutazione il suo Miele.
42)  Malpighia punicifolia (Acerola), Rosa canina, Emblica officinalis e Myrciaria paraensis (Camu-Camu): estremamente ricche di vitamina C naturale.
43)  Angelica sinensis: analgesica, vasodilatatore e immuno-stimolante; in valutazione il suo Miele.
44)  Olio di semi d'Uva (Olio di Vinacciolo): estremamente nutriente sia in base alle kilocalorie (900 Kcal  / 100 grammi), sia per i fito-chimici contenuti (circa 500); nota: la spremitura deve avvenire a freddo e senza solventi.
45)  Chicchi di Vitis vinifera (Vite rossa, Uva nera): se di stagione, almeno 250 grammi al giorno, da assumere in 7-10 porzioni al giorno.
46)  Mosto d'Uva: nella stagione autunnale almeno mezzo litro alla settimana, lontano dai pasti.
47)  In valutazione il Miele di Vitis vinifera.
48)  Semi di Linum usatissimum: azione anti-ossidativa e anti-tumorale (sospetta Apoptosi) indotta dai Lignani ivi contenuti; nota: essendo lassativo, vi è il rischio di sinergismo con l'azione lassativa dell'Aloe arborescens.
49)  Coriandrum sativum (Coriandolo, Erba Cimice): riduce ed elimina le forme colitiche, contribuendo a ridurre le forme diarroiche non infettive, come ad esempio quellle potenzialmente indotte dall'Aloe arborescens. Azione anti-neoplastica su base apoptotica.
50)  Eleuterococcus senticosus (Acanthopanax senticosus ) o Ginseng siberiano: esso differisce da altri tipi di Ginseng per la tipica radice carnosa; rispetto al Panax ginseng ha meno effetti collaterali (per quest'ultimo possibili rischi di crisi ipertensive, e contro-indicazione assoluta in caso di ipertofia prostatica).
51)  Radice di Zingiber officinalis: azione proteolitica (vedi cap.7); riequilibrio della flora intestinale (vedi cap.8); attività anti-ossidante (590); attività anti-infiammatoria; in particolare, potente azione anti-emetica, superiore  a quella di 100 mg di Difenidramina (580) o del Dimenidrinato; nota dell'autore del presente lavoro: l'azione anti-infiammatoria dello Zenzero è dovuta sia alla inibizione della ciclo-ossigenasi che della lipo-ossigenasi, con inibizione quindi sia della formazione dei leucotrieni, sia dei trombossani e delle Prostaglandine; pertanto, lo Zenzero è da impiegare soltanto in funzione  di riduzione dei processi infiammatori conseguenti alla Cascata Immunitaria (una volta innescata dai fito-terapici elencati al cap.4).
52)  Il Poterium spinosum (Spinaporci) ha una importante funzione di terapia contro il diabete.
53)  Il Prezzemolo esercita un buon effetto anti-carminativo eliminando la sgradevole  alitosi indotta dall'Allium sativum. E’ sospettato d’indurre fenomeni di apoptosi in cellule tumorali.
54)  Citrullus vulgaris (Anguria) : occorre verificare che il frutto sia sodo e controllare che la buccia sia tirata, di colore brillante, uniforme e lucida ad eccezione della zona che poggia sul terreno. L'occhio, collocato nella parte opposta al peduncolo, dev'essere piccolo e le striature ben allargate, il che significa che la maturazione è stata completata. Battendo l'anguria con le nocche si deve sentire un suono vivo e mai sordo.
55)  olio di Riso giapponese: estremamente ricco di grassi polinsaturi e di Orizanolo.
56)  Ghee (Burro chiarificato): Burro deproteinato e disidratato, contenente principi attivi di notevole interesse come l'acido butirrico e linoleico, vitamine liposolubili e altri principi attivi, in particolare: acido palmitico (32%), acido oleico (23%), acido niristico (11%), acido stearico (10%), acido laurico (3,5%), acido caprinico (3%) acido linoleico (2%). In valutazione.
57)  Propolis d'api: riattiva il Timo, ritarda l'ossidazione della vitamina C, dispone di proprietà anestetiche locali, fungicide, antivirali, antiparassitarie, anti-infiammatorie, cicatrizzanti e immunologiche. Ancora in valutazione.
58)  In valutazione il Miele di Acer campestris (Acero canadese), poichè sembrerebbe particolarmente povero di Glucosio.
59)  Acido pangamico, o vitamina B15: sospettata azione anti-neoplastica, ancora poco indagata in letteratura; anti-ossidante (estratto dal nocciolo di Prunus armeniaca, dai Cereali integrali, dal Riso integrale giapponese, dal Saccharomyces cerevisiae).
60)  Minerali essenziali presenti in Vegetali (in special modo Aloe arborescens, Equisetum arvense) Bromo, Magnesio; Silicio, Boro, Manganese, Ferro, Molibdeno: il Bromo aiuta l'azione dell'insulina; il Magnesio previene i calcoli urinari e ricalcifica le ossa; il Boro è necessario per la conversione della vitamina D nella sua forma attiva; il Manganese è utile per l'attività dell'enzima anti-ossidante SOD.
61)  Fermenti lattici, tipo L. acidophilus, coltivati in succhi di Verdure, Frutta, Ortaggi, ma senza Lattosio e/o derivati del Latte  (es.: Milk Free Acidophilus Long Lifeâ; NutraMaxidophilusâ etc…); da assumere sempre lontano dai pasti.
62)  Licopene: carotenoide presente soprattutto nei semi di Solanum lycopersicum (Pomodoro); è un anti-ossidativo; tende a concentrarsi nella prostata, prevenendo l'insorgenza dell'ipertrofia prostatica.
63)  Acido alfa-lipoico: carotenoide presente nei semi di Solanum lycopersicum (Pomodoro); è un anti-ossidativo coadiuvante delle vitamine C, E, e del Glutatione; un suo metabolita, l'acido deidrolipoico, ne prolunga l'azione anti-ossidativa; mantiene normale il livello del coenzima Q10; si ritiene che la dose ottimale per i pazienti neoplastici possa essere di  almeno 100 mg x 6 volte al giorno.
64)  Acido caprilico (noto anche come acido ottanoico): acido grasso che si estrae dalle noci di Cocco e dall'olio di Palma; dissolve la membrana cellulare della Candida albicans e di altri funghi; viene ben assorbito dall'intestino, distribuendosi poi in maniera uniforme anche nel colon, dove è più comune la colonizzazione da Candida albicans.
65)  Betaina (Trimetilglicina): estratta dalle Barbabietole da Zucchero, è un agente metilante che svolge un ruolo importante nel processo di detossificazione dell’Omocisteina (potente ossidante e generatore di radicali liberi), in Metionina (Aminoacido essenziale); (595).
66)  Octacosanolo: contenuto in olio di Triticum sativum, nella Spinacia oleracea: azione sinergica con la vit.E; si sospetta che favorisca la produzione di energia a livello organico in maniera simile al Germanio organico (dati bibliografici non disponibili).
67)  Co-fattori della vitamina C estratti da agrumi e altra Frutta fresca: Bioflavonoidi e/o Flavoni       (Citrina, Esperidina, Camferolo, Isoamnetina, Rutina, Iperoside, Quercetina, Quercitina, Picnogenolo), Biflavoni (Biapigenina, Amentoflavone).
68)  Rutina: bioflavonoide ad azione anti-ossidante; si estrae soprattutto dalle foglie di Hemidesmus indicus, Tephrosia purpurea, Fagopyrum esculentum, Eucalyptus globulus, Myrtus communis.
69)  Pectine: sono polimeri omosaccaridici degli acidi della frutta, sostanze gelatinose che si ritrovano nei succhi di frutti o nelle radici di piante verdi; si possono ricavare facilmente dai Limoni; le più pure sono quelle contenute nella porzione interna della buccia di Limone e di Arance amare o dalla Mela, in particolare dalla Mela Cotogna; inibiscono la proliferazione cellulare anomala.
70)  Picnogenoli (Pro-antocianidine oligomeriche o Leuco-antocianidine): estratti soprattutto dalla corteccia del Pino marino, o dai semi di Vitis vinifera; azione anti-ossidante (circa 15-30 volte superiore alla vit. E), anti-enzimatica e vaso-protettiva.
71)  Quercetina: è uno dei più attivi Bioflavonoidi; esplica la sua azione in sinergia con la vit. C, picnogenoli, diversi altri Bioflavonoidi e metaboliti della vitamina C (acido tronico, acido lixonico, acido xilonico….); questo bio-flavonoide è largamente presente nei semi e nella buccia di Frutta e Verdure, nella corteccia di alberi.
72)  succhi di Frutta senza Zucchero (ad esclusione di Fruttosio), senza conservanti, senza coloranti: Prunus armeniaca, Ananas sativum o comosus, Prunus avium, Phyrus communis Fragaria vesca, Citrus limonum, Vaccinium myrtillus, Rubus fruticosus, Carica papaya, Prunus persica, Prunus nigra, Mosto di Vitis vinifera, Malus communis.
73)  Integratori a base di Coenzima Q 10 (Ubichinone); anti-ossidante simile alla vit. E; immuno-stimolante; consente alla cellula di utilizzare l'energia a livello mitocondriale permettendo un corretto metabolismo cellulare; nota: l'acido alfa-lipoico è un fattore coadiuvante.
74)  Pappa Reale: contiene tutte le vitamine di gruppo B, diversi sali minerali, acidi grassi insaturi e sostanze ormonali, aminoacidi, acidi nucleici; poiché  è difficile da conservare, viene spesso venduta liofilizzata e mescolata a Polline; l'autore del presente lavoro preferisce la sua preparazione in ampolle, possibilmente privo di Cloramfenicolo (o comunque non superiore a 0,1 % di PP), inoltre dev'essere somministrata soltanto dopo l'avvio della Cascata Immunitaria, e con quadro X-Ray di buona riduzione del volume neoplastico, in genere partendo con dosaggi non superiori ai 2 grammi settimanali, e facendola assumere sempre di mattina. Essa, analogamente al Germanio organico, riattiva il ciclo di Krebs (cfr.: cap.8). La Pappa Reale può anche essere integrata con Panax quinquefolium (Ginseng americano) e Schizandra sinensis (Schizandra).
75)  Ancora in valutazione il possibile abbandono d'integratori ricchi di aminoacidi non essenziali o addirittura essenziali come la Metionina, essendo quest'ultimo un derivato dei processi anti-ossidativi a carico dell'Omocisteina che, in alcuni tipi di cellule neoplastiche, non sembrerebbero avvenire a causa dei deficit enzimatici propri delle cellule neoplastiche. Tale fatto potrebbe essere esteso anche ad altri aminoacidi.
76)  Ancora in valutazione il possibile impiego in pazienti oncologici di concentrati di Urtica dioica: questa pianta contiene proteine fino al 24 % del suo peso secco, e anche acido folico; d'altra parte contiene anche tutti gli aminoacidi essenziali (fatto questo che è negativo per i nostri scopi), molte vitamine (A, B2, C, K), e una grande varietà di minerali ( Calcio, Ferro, Silicio, Zolfo, Potassio, Manganese). Era impiegata in passato come alimento soprattutto nei casi di anemia e di depauperamento organico importante. La somministrazione dei suoi estratti determinavano inoltre un netto miglioramento della funzione renale, con aumento della produzione di urina ed incremento dell'eliminazione di sostanze tossiche come l'Urea. L'abbassamento di Colesterolo che consegue ad una cura di Urtica dioica suggerisce che anche il metabolismo epatico sia influenzato positivamente da questa erba.
77)  Ancora in valutazione il possibile impiego in pazienti oncologici dei Frutto-oligosaccaridi (FOS) per terapia adiuvante alla flora batterica intestinale. Essi infatti determinano un aumento dei bifido-batteri e dei latto-bacilli con contemporanea diminuzione delle colonie di batteri patogeni (vedi anche cap.8). I FOS sembrerebbero non essere assimilabili dall'organismo umano, senza determinare quindi pericolosi uptake di Glucosio in sede tumorale. Quest'ultimo fatto, estremamente importante per la salute del paziente neoplastico, dev'essere però ancora dimostrato in letteratura scientifica, ad esempio con Fluoro 18-Desossi-Glucosio in prove animali.
78)  Ancora in valutazione il possibile impiego in pazienti oncologici del Baccello di Phaseolus vulgaris (Fagiolo), poichè ricco di Pectine, Tannini e Flavonoidi; in particolare, rallenta l'assorbimento intestinale degli Zuccheri, bloccando così gli eventuali picchi glucidici ematici; limita però l'apporto calorico.
79)  Ancora in valutazione il possibile impiego in pazienti oncologici del Pompelmo (Citrus decumana), poiché, pur essendo ricco di Flavonoidi, vitamine e pectine, e ricco anche di Fenil-alanina, quest'ultima strutturalmente molto simile ai farmaci simpatico-mimetici impiegati attualmente come anoressizzanti, esercitando un effetto ben preciso sui centri nervosi della sazietà; questo fatto potrebbe essere controproducente nella cura del tumore, poiché il paziente deve assumere elevate quantità di verdure, frutta, tuberi e legumi.


Introiti alimentari a scopo energetico
Il problema del paziente oncologico è anche quello di raggiungere un introito calorico sufficiente.
In tal senso, è utile pesare il paziente ogni settimana, correggendo eventuali perdite di peso con incremento di cibo, sulla base di quanto già indicato in questo paragrafo e di quanto riportato in tabella 3. Quest'ultima fornisce indicazioni utili su come poter raggiungere, in linea di massima, le 1.700-2.500 kilocalorie giornaliere.

Introiti alimentari a scopo terapeutico
A questo introito energetico, bisogna poi aggiungere i fattori immuno-stimolanti (vedi cap.4), anti-ossidativi (cap.9), fattori anti-parassitari con eventuale copertura antibiotica (cap.11), fattori bio-chemioterapici (cap.5), fattori di anti-angiogenesi (cap.14), fattori di lisi dello stroma connettivale (cap.7), fattori anti-infiammatori (cap.10).
In particolare, i fattori anti-ossidativi (cap.9)  dovrebbero essere somministrati al ritmo di una dose ottimale sufficiente ogni mezz'ora, dato il loro rapido consumo.


In tabella 3 sono riportati anche i cibi, con inclusione anche di Pesce.
I cibi a base di Pesce possono essere presi successivamente all'induzione della Cascata Immunitaria, se il tumore presenta riduzione di volume, e se i markers tumorali (vedi cap.2) risultano ancora in calo. E' comunque necessaria l'assunzione di proteine animali (Pesce) in caso di grave depauperamento organico indicato da valori di Albuminemia inferiori al range di normalità: valori che richiedono, in tal caso, la possibile obbligatorietà di introiti proteici a base anche di Pesce, anche se la massa tumorale non dovesse ancora essere regredita in maniera apprezzabile.
Non ancora inclusa in tale lista di alimenti la Pappa Reale, per la quale la decisione d'impiego dev'essere di esclusiva pertinenza medica, poiché ricca di proteine, acidi nucleici , acido folico e vitamina B12, efficace quindi per sostenere la Cascata Immunitaria, ma anche capace di sostenere la ripresa neoplastica incaso di eccessivo dosaggio.
Nota: non sono stati inclusi nell’elenco i frutti esotici, (alcuni con notevole attività anti-tumorale), quali: Acca sellowiana (Feijoa), Ananas sativum (Ananas), Annona muricata (Guanàba o Graviola), Bactris gasiaes (Chontaduro), Cyclanthera pedata (Caigua), Cyphomandra betacea (Tamarillo), Musa sapientum o paradisiaca (Banana), Passiflora mollissima (Curuba), Solanum quitoense (Lulo).
Il motivo, è che molto spesso risultano essere pesantemente inquinate da pesticidi.


In base alla terapia proposta in questo lavoro,  particolare attenzione dovrà essere rivolta al consumo di frutta fresca,  ricordando ciò che Valnet aveva già enunciato:
1 litro di frutta fresca ben frullata (uva,  frutta di bosco)  apporta circa 800-900 kilocalorie,  pari quindi a 750 cc di latte,  oppure pari a 650 grammi di carne,  oppure a 10 uova….
Anche l’altra frutta fresca,  comune sulle nostre tavole,  è ricca di energia:
1 litro di succo di mele biologiche corrisponde a 500 kilocalorie
1 litro di succo di ciligie biologiche corrisponde a 450 kilocalorie
1 litro di succo di pere biologiche corrisponde a 420 kilocalorie
1 litro di succo di arance biologiche corrisponde a 400 kilocalorie



Tabella  3: Kilocalorie per 100 grammi di alimento al netto degli scarti.Nota: per il Primo Periodo di Cura (in attesa dell'induzione della Cascata Immunitaria): esclusione di Pesce e Pappa Reale.
Alimento
Kilocalorie per 100 grammi
Olio di Semi vari (non di Soia)
900
Olio d'Oliva (Olea europaea)
900
Olio di Sesamo (Sesamum indicum)
900
Olio di Vinacciolo (Vitis vinifera)
900
Olio  di Limone (Citrus limonum)
900
Olio di Mais (Zea mays)
900
Olio di Girasole (Helianthus annuus)
900
Banana (Musa sapientum) Sconsigliata
660
Noci secche (Juglans regia) Sconsigliata
660
Nocciole secche (Corylus avellana)
625
Arachidi tostate (Arachis hypogaea) Sconsigliata
597
Semi di Zucca (Cucurbita maxima) seccati
585
Noci (Juglans regia) (Sconsigliate)
582
Arachidi crude(Arachis hypogaea) (Sconsigliate)
571
Patatine in sacchetto (Sconsigliate)
568
Pinoli
567
Mandorle dolci (Prunus amygdalus)
542
Ciccioli (in valutazione)
523
Pasta con Cedro
486
Grissini (senza zucchero)
433
Germe di Grano (Triticum sativum)
416
Fette biscottate (senza zucchero)
410
Biscotti secchi (senza zucchero)
409
Pizza bianca
408
Crackers integrali (senza zucchero)
403
Lupini secchi sgusciati (Lupinus albus)
402
Fiocchi d'Avena (Sconsigliate)
395
Biscotti "Savoiardo" (senza zucchero)
392
Farina d'Avena
388
Pane grattugiato (senza lievito)
387
Farina di Castagne (Castanea vesca o sativa)
371
Farina di Riso giapponese (Oryza sativa)
370
Fette biscottate integrali (senza zucchero)
369
Rustico
369
Pasta "diplomatico"
368
Crema di Riso (cruda) (Oryza sativa)
366
Farina di Mais (non transgenico) integrale
365
Fiocchi di Mais (cornflakes), non transgenici
364
Pasta glutinata
363
Riso giapponese (Oryza sativa)
363
Farina di Riso giapponese (Oryza sativa)
363
Tapioca (IN VALUTAZIONE)
363
Orzo perlato
363
Pane biscotto (senza lievito)
361
Farina d'Orzo (Hordeum vulgare)
360
Pasta di Semola con glutine
358
Stoccafisso secco
358
Pasta di Semola
356
Mais (non transgenico) integrale
355
Pasta integrale
350
Pizza bianca genovese
350
Fecola di patate (sconsigliato)
349
Castagne secche (Castanea vesca o sativa)
349
Noce di Cocco (Sconsigliata)
346
Fave sbucciate secche (Vicia faba)
343
Farina di frumento tipo O  (sconsigliato)
343
Farina di frumento tipo OO (sconsigliato)
343
Cracotte
336
Ceci (Cicer arietinum) secchi
334
Riso giapponese integrale (Oryza sativa)
334
Pizza bianca pizzeria
329
Crema di Riso giapponese (cotta) (Oryza sativa)
329
Lenticchie (Ervum lens) secche
325
Farina di frumento integrale (Triticum)
321
Pizza bianca "fornaio"
319
Frumento tenero (Triticum vulgare)
319
Frumento duro (Triticum durum)
314
Semola
314
Datteri (Phoenix dactylifera) (Sconsigliati)
313
Fagioli secchi (Phaseolus vulgaris)
311
Pasta "Sfogliatella"
309
Piselli secchi (Pisum sativum)
306
Zuppa di Funghi disidratata
304
Miele
303
Panini all'Olio
302
Zuppa di Asparagi disidratata
301
Tortellini (Sconsigliati)
301
Minestrone disidratato
298
Pane (senza lievito) con Patate (sconsigliato)
296
Croccante preconfezionato
295
Pane di tipo OO (pezzatura da 50 grammi)
290
Fichi secchi (Ficus carica)
288
Uva secca (uvetta) (Vitis vinifera)
283
Zuppa di Piselli disidratata (Pisum sativum)
281
Fichi seccati al forno e mandorlati
277
Pane di tipo O (pezzatura da 100 grammi)
276
Pane di tipo O  (pezzatura da 50 grammi)
267
Pasta "Pesca"
266
Anguilla marinata
259
Tonno sott'olio (sgocciolato)
258
Pizza con Pomodoro
247
Pane di tipo integrale (e senza lievito)
243
Pane di segale (e senza lievito)
241
Anguilla di mare
237
Olive nere
234
Aringa salata
218
Acciughe sott'olio
206
Crusca di Grano
206
Aringa marinata
199
Bastoncini di Pesce surgelato precucinato
191
Castagne (Castanea vesca o sativa)
189
Sgombro o Maccarello in salamoia
177
Sgombro o Maccarello
168
Sciroppata di Albicocche (Prunus armeniaca)
155
Prugne secche (Prunus spinosa)
152
Olive verdi
142
Carpa
140
Merluzzo alla marinara surgelato precucinato
139
Ghiacciolo all'Arancio
137
Timo di agnello
131
Sarda
129
Cefalo muggine
127
Triglia
123
Baccalà secco
122
Sciroppata di pere o ciliegie
116
Lupini deamarizzati (Lupinus albus)
114
Fagioli (Phaseolus vulgaris)
104
Filetti di Baccalà
104
Risotto alla pescatora surgelato precucinato
103
Tonno in salamoia (sgocciolato)
103
Dentice
100
Conserva di Pomodoro (Solanum lycopersicum)
96
Acciughe
96
Baccalà ammollato
95
Stoccafisso ammollato
92
Patate dolci (sconsigliato)
91
Orata surgelata
90
Cernia surgelata
86
Aragosta
86
Trota
86
Sogliola
86
Patate (Solanum tuberosum) (sconsigliato)
85
Sciroppata di Pesche (Prunus persica)
85
Mais dolce
83
Spigola
82
Rombo
81
Sogliola surgelata
81
Palombo
80
Luccio
80
Crostata di Mele (Malus communis)
79
Cozza o Mitilo
77
Tinca
76
Piselli (Pisum sativum)
76
Merluzzo surgelato
75
Melù o Pesce Molo
72
Vongola
72
Seppia
72
Mandarini (Citrus deliciosa)
72
Merluzzo
72
Gambero
71
Ostrica
69
Razza
68
Calamaro
68
Lumaca
67
Patate novelle (sconsigliate)
67
Succo di Uva nera (Vitis vinifera )
66
Loti o Cachi (Diospyros kaki)
65
Rana
64
Uva nera (Vitis vinifera)
61
Succo di Albicocca naturale (Prunus armeniaca)
59
Polpo
57
Succo di Frutta naturale
56
Mandaranci
53
Fichi d'India
53
Kiwi (Actinidia chinensis)
52
Pasta e fagioli, surgelata precucinata
51
Succo di pesca naturale (Prunus persica)
50
Fichi (Ficus carica)
47
Mele (Malus communis)
45
Prugne (Prunus spinosa)
42
Pere (Pyrus communis)
41
Amarene
41
Aglio (Allium sativum)
41
Ciliegie (Prunus avium)
38
Cipolline
38
Cavolini di Bruxelles (Brassica oleracea bullata aut gemmifera)
37
Fave (Vicia faba)
37
Asparagi di bosco (Asparagus officinalis, adscendens, racemosus).
35
Lamponi (Rubus idaeus)
34
Arance (Citrus aurantium)
34
Mele cotogne (Cydonia oblonga)
34
Melone d'estate (Cucumis melo)
33
Succo d'Arancia naturale (Citrus aurantium)
33
Carote (Daucus carota)
33
Tartufo nero
31
Soda dolce
31
Spinaci (Spinacia oleracea)
30
Asparagi di campo (Asparagus officinalis, adscendens, racemosus).
29
Porri (Allium porrum)
29
Albicocche (Prunus armeniaca)
28
Nespole
28
Pesche (Prunus persica)
27
Fragole (Fragaria vesca)
27
Broccolo (Brassica oleracea botrytis aut italica)
27
Pompelmo (Citrus decumano, paradisi)
26
Cipolle (Allium cepa)
26
Cavolfiore (Brassica oleracea botrytis)
25
Cavolo broccolo verde ramoso
24
Asparagi di serra (Asparagus officinalis, adscendens, racemosus).
24
Sedano rapa (Apium graveolens rapaceum)
23
Carciofi (Cynara scolymus)
22
Melone d'inverno (Cucumis melo)
22
Peperoni dolci
22
Broccoletti  di Rape
22
Foglie di Rapa (Brassica rapa)
22
Pomodori pelati (in scatola) + liquido
21
Sedano da coste (Apium graveolens dulce)
20
Prezzemolo (Apium petroselinum)
20
Cavolo cappuccio rosso
20
Barbabietole rosse (Beta vulgaris cruenta)
20
Lattuga a cappuccio
19
Cavolo cappuccio verde (Brassica oleracea capitata)
19
Lattuga (Lactuca sativa)
19
Pomodori maturi
19
Zucca gialla
18
Rape (Brassica rapa)
18
Fagiolini
17
Cicoria di Bruxelles (Cichorium intybus)
17
Agretti (Lepidium sativum)
17
Bieta (Beta vulgaris cycla)
17
Pomodori da insalata
17
Endivia (Chicorium endivia latifolium)
16
Melanzane (Solanum melongena)
15
Cocomero (Citrullus vulgaris)
15
Lattuga da taglio
14
Cetrioli (Cucumis sativus)
14
Radicchio verde (Cichorium intybus)
14
Radicchio rosso (Cichorium intybus)
13
Cicoria da taglio (Cichorium intybus)
12
Fiori di zucca
12
Zucchine (Cucurbita pepo)
11
Funghi
11
Limone (Citrus limonum)
11
Ravanelli (Raphanus sativus parvus)
11
Cicoria (Cichorium intybus)
10
Cardi (Cynara cardunculus)
10
Finocchio (Foeniculum vulgare dulce)
9
Succo di limone (Citrus limonum)
6



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