(Tratto dal cap. 9 del
libro: "La terapia dei tumori con
Gadolinio 159 in Risonanza Magnetica Nucleare", Giuseppe Nacci, Italo
Svevo Editore, SECONDA EDIZIONE)
Questo paragrafo è stato
liberamente integrato dall'autore con testi tratti parzialmente da diverse
fonti (642-675). In esso si avanza una particolare proposta di Dieta mirata
per pazienti neoplastici, sulla base di oltre 13.000 principi attivi
anti-tumorali di derivazione fitoterapica e, viceversa, con attenta esclusione
di tutti i potenziali fattori di crescita tumorale (Glucosio, acidi nucleici,
aminoacidi essenziali (Valina, Isoleucina, Leucina, Lisina, Metionina,
Istidina, Triptofano, Fenilalanina, Treonina), vitamina B12 (in particolare),
acido folico e, relativamente, anche
acido para-aminobenzoico [PABA]).
In sostanza:
Una Dieta ricca di Frutta fresca di stagione e Verdura fresca (per
entrambe: da 10 a 15 porzioni al giorno); in particolare, per le Verdure, vale
il seguente schema quotidiano:
1)
Bulbi di verdura: Allium
sativus (Aglio), Allium cepa
(cipolla), etc...).
2)
Fiori di Verdura: Brassica
oleracea italica (broccoli), Brassica
oleracea botrytis (cavolfiore, etc..).
3)
frutti di Verdura: Solanum
lycopersicum (Pomodori [soltanto piccoli], Cucurbita pepo (Zucchine, etc…); No Cucurbita maxima (Zucche).
4)
foglie di Verdura: Spinacia
oleracea (Spinacio), Lactuca sativa
(Lattughe, etc..).
5)
Radici di Verdura: Daucus
carota (Carote), Pastinaca sativa
(Pastinaca), etc.. [NO Beta vulgaris (Barbabietole da zucchero)];
6)
Semi di Verdura di tipo leguminoso: Glycirrhiza glabra (Liquirizia), Fagopyrum esculentum (Grano saraceno), Cicer arietinum (Ceci), Vicia faba (Fave), Lens esculenta (Lenticchie), Trifolium
species (Trifoglio) (*), [NO Phaseolus
vulgaris (Fagioli) per rischio
transgenico; NO Glycine maxima or soya (Soia) per rischio transgenico; NO Medicago
sativa ( (Erba medica) per rischio transgenico; NO Pisum sativum (Piselli) per rischio transgenico(1011)].
7)
Semi di Verdura di tipo cerealico (vedi dopo), [NO Zea mays (Mais) per rischio transgenico,
NO Amaranthus species (amaranto) per
Lisina; NO Secale cereale (segale)
per Lisina;
8)
NO Triticum
turgidum (kamut) per elevata percentuale di proteine].
9)
tuberi di Verdura: Brassica
rapa (rapa), etc...) [NO Solanum
tuberosum (patata), per rischio transgenico.
10) costole
e steli di Verdura: Asparagus officinalis
(asparago), Apium graveolens
(sedano), etc... [non magiare crudi
Asparagus officinalis e/o Apium
graveolens].
(*) altre Leguminose: Ceratonia siliqua (Carruba), Colutea arborescens (Erba vescicaria), Trigonella
foenum graecum
(Fieno greco), Galega officinalis
(Galega), Lotus corniculatus
(Ginestrina), Lupinus albus (Lupino), Melilotus
officinalis (Meliloto), Robinia
pseudo acacia (Falsa Acacia, Robinia), Anthyllis
alpestris o vulneraria (Vulneraria).
Inoltre:
Semi di Helianthus
annus (Girasole),
The di Camellia sinensis (The verde
cinese), Aceto di Mele (Mele di ottima qualità lasciate poi fermentare in botti
di rovere per almeno 6 mesi). Gli olii devono essere prodotti mediante
spremitura a freddo e mai raffinati: ampio uso di olio italiano extravergine
d'Oliva, olio di Carthamus tinctorium
(Cartamo), e di Linum usatissimum (Lino); non devono essere mai
fritti, ma devono essere consumati soltanto crudi. Molto adatti i Semi o i
Germogli di piante (circa 150 specie riconosciute) mischiate con Miele di Acacia species (Acacia) o di Castanea vesca (Castagno) (vedi cap.5).
Spezie utili (alcune di esse hanno precisa attività
anti-neoplastica su base immuno-stimolante e/o apoptotica): Anethum graveolens (Aneto, Finocchio
bastardo), Pimpinella anisum (Anice),
Ocimum sanctum o tenuiflorum (Basilico), Cinnamomum
zeylanicum (Cannella), Elettaria
cardamomum (Cardamomo), Eugenia
caryophyllata o Caryophyllus
aromaticus (Chiodi di Garofano), Coriandrum
sativum (Coriandolo), Carum carvi (Cumino
bianco), Carum nigrum o Nigella sativa (Melanzio nero o Cumino
nero), Curcuma longa (Curcuma),
Artemisia dracunculus (Drangoncello),
Melissa officinalis (Melissa), Mentha species (Menta), Myristica fragrans (Noce moscata), Origanum vulgare (Origano), Majorana hortensis (Maggiorana), Piper nigrum (Pepe nero), Schinus molle
(Pepe rosa), Capsicum frutescens aut annum Peperoncino rosso, Paprika,
Cochlearia armoracia (Rafano),
Rosmarinus officinalis (Rosmarino), Salvia
officinalis (Salvia), Sinapsis
arvensis (Senape selvatica), Sinapsis
alba (Senape bianca), Thymus vulgaris
(Timo), Crocus sativus (Zafferano),
e Zingiber officinalis (Zenzero).
Da scartare la Frutta secca: Corylus avellana (Nocciola), Olea europaea (Olive), Pinus pinea (Pinoli), Castanea
sativa (Castagne), Juglans regia
(Noci), Arachis hypogaea (Arachidi) e Pistacia vera (Pistacchi); consentite le mandorle amare (Prunus amygdalus), a causa della
vitamina B17
Dopo
50-70 giorni di terapia dietetica (sotto giudizio medico), la dieta potrebbe
cominciare ad essere moderata nel consumo di pasta e/o polenta con i seguenti
cereali: Hordeum volgare (Orzo), Milium effusum (Miglio), Triticum spelta (Farro), Oryza sativa (Riso [solo giapponese]), Triticum durum (Grano duro) and Triticum aestivum or vulgare (Grano tenero).
Viceversa
da scartare il Kamut (Triticum turgidum)
poichè troppo ricco di proteine (20-40%); l'Amaranto e la Segale, poiché ricchi
di Lisina.
Purtroppo
deve ritenersi perduto il Mais
(Zea
mays), poiché a grave
rischio d’iquinamento transgenico:
era
un cibo molto adatto per
la cura del cancro essendo del tutto privo di
Lisina e di Triptofano.
Nota
1: Il Zea mays (Mais) transgenico è
pericoloso anche per il “Roundrup” (vedi dopo) oltre che per l’addizionameto
della Lisina (982) e/o del
Triptofano.
Nota 2: Avena sativa (Avena), è discutibile per
via del suo contenuto di Auxina).
Nota
3: Secale cereale (Segala) and Amaranthus
hypochondriacus (Amaranto) dovrebbero essere vietati, poichè sono ricchi di
Lisina.
Nota
4: Helianthus annus ha
Metionina: non dev’essere mangiato con
legumi.
Nota
5: Legumi come Glycine maxima o soya (Soia), Phaseolus vulgaris (Fagioli),
Canavalina ensiformis (Fagioli messicani), Fagopyrum esculentum (Grano saraceno), devono essere vietati,
poichè sono ricchi di proteine e /o di
Lisina e/o Triptofano.
Nota
6: Glycine maxima o soya (Soia), Zea mays (Mais), Phaseolus
vulgaris (Fagioli), Oryza sativa (Riso) and Solanum tuberosum (Patate) devono essere
vietati, poichè sono transgenici (hanno tutti e 9 gli aminoacidi essentiali).
Dopo
almeno 150-200 giorni, sotto giudizio medico, dieta moderata di Pesce di mare
(non di allevamento, invece di piccola taglia e comunque mai fritto),
consentito il Tonno (pur essendo quest'ultimo di grossa taglia);
Per almeno 1-2-anni, dieta priva di Carne, Prosciutto, Uova, Latte,
Formaggio, Fegato (contiene troppa vitamina B 12), Cioccolata, Theobroma cacao (Cacao), Caffè,
Marmellata, Margarina, Sottaceti (composti nitrosi), Polline d'api (contiene
acido folico e tutti e 9 gli aminoacidi essenziali), Aspartame, Grassi vegetali
idrogenati, Yogurt, Piselli (rischio transgenico,1011), Fagioli
(rischio transgenico), Soia (rischio transgenico), Tofu ("formaggio" di Soia), Siero di Latte, Alghe marine
(alcune contengono troppe proteine e anche vitamina B12), Patate (rischio
transgenico) Lievito di Birra (contiene troppo acido folico), olio di germe di
grano (contiene vitamina B12) Melassa, Barbabietole da Zucchero, Lievito di
Torula, Burro, Strutto, Sego, integratori vitaminici sintetici o naturali (se
contenenti PABA, acido folico, vit. B 12), Arachidi o Noccioline americane (Arachis hypogaea) per alto contenuto
proteico 26%, e per vasto ed esteso passaggio a modificazione transgenica, olio
di Cocco (Cocos nucifera) e di Palma
(grassi saturi), Frutta tropicale come Banane (Musa sapientum), etc…(pesantemente inquinate da pesticidi, e
impoverite di vitamine data la raccolta ancora prematura e il lungo periodo di
viaggio).
6) Dieta assolutamente priva
di Zuccheri semplici e/o raffinati [ad esclusione invece del Fruttosio
contenuto nella Frutta, che dev'essere assunto liberamente e in grandi
quantità, tramite Frutta fresca, per motivi di sostegno energetico]).
Da eliminare il Pane lievitato (potrebbe contenere
vitamina B12), e anche perchè sembrerebbe arricchito con farine nrord-americane
(pericolo transgenico).
Da
scartare anche l'olio di Cotone, poichè accumula elevate percentuali di residui
di diserbanti e di antiparassitari.
Importante
non mangiare assieme Pasta (o Polenta, o
Pane [anche se azimo] o Riso giapponese) con Legumi, poiché si ha
integrazione dei nove aminoacidi essenziali (8 contenuti nei cereali + 8
contenuti nei legumi), con effetto nutrizionale simile a quello ottenuto dalla
Carne….
In tal senso, l’autore del presente lavoro esprime forti preoccupazioni
per l’introduzione in commercio di cereali, legumi e altri vegetali modificati
geneticamente (spesso NON dichiarati) che potrebbero contenere TUTTI gli
aminoacidi essenziali (9), rendendo in tal modo effettivamente NON più curabile
il Cancro secondo quanto descritto in questo lavoro. Ad esempio, è stato
possibile rintracciare da dati bibliografici che la Patata indiana (già
ritenuta in passato curativa per i tumori, analogamente alla Patata africana, Hypoxis hemerocallidea [Hypoxidaceae])
è oggi è assolutamente contro-indicata, poiché le è stato inserito il gene di
sintesi della Lisina (688), un aminoacido essenziale di cui la
Patata indiana era priva, gene ottenuto dall’Amaranto, notoriamente ricco di
questo aminoacido essenziale (Amaranthus
hypochondriacus). In Israele, fin dal
1992 è stata introdotta anche lì, in patate di varietà locale, la stessa Lisina
(685). Negli Stati Uniti, nel 1997, è stata introdotta la Caseina
umana in patate di varietà nord-americana, rendendole così complete di tutti
gli aminoacidi essenziali (687). La minaccia genetica di queste
sperimentazioni è ancora poco dibattuta
nella sua problematica reale (689).
Nota: prestare particolare attenzione ad altre
varianti transgeniche (O.G.M). di piante ad uso alimentare, che si ritiene a
priori non curative contro il Cancro (vedi Ottava dichiarazione d’Intesa),
piante generalmente di provenienza estera, preparate soprattutto nei laboratori
delle industrie americane, canadesi e giapponesi:
Questi prodotti alimentari non sono ancora stati
liberalizzati in Europa.
L’autore del presente lavoro ritiene che se gli
O.G.M. entreranno in Europa vi sarà il più grave disastro ambientale mai realizzato dall’Uomo in Europa.
Non ci sarà più alcuna possibilità di curare il
cancro con la Dieta-Gerson e con le altre metodiche alimentari descritte in
questo lavoro, che, da sole erano in grado di guarire dal 70% al 90% dei
pazienti, purchè in assenza di Chemio-Terapia (749).
I prodotti a
rischio sono i seguenti:
Grano (con tutti i suoi derivati, Pane e Pasta in
primis)
Mais resistente agli insetti
Patate
arricchite con tutte e 9 gli aminoacidi essenziali
Pomodori a maturazione lenta; e/o resistenti ai
virus;
Cavolfiori
a maturazione lenta
Broccoli, a maturazione lenta
Fragole, a maturazione lenta e che resistano al
freddo e al gelo
Piselli più dolci
Riso
arricchito di vitamina A, ferro e tutti e 9
gli aminoacidi essenziali
Riso
resistente agli insetti
Sette uve straniere provenienti da altre uve di alta
qualità: Cabernet Sauvignon, Shiraz, Chardonnay, Riesling, Sauvignon Blanc, Chenin Blanc e Muscat Gord
Blanco (737)
Meloni senza semi e/o resistenti ai virus
Angurie senza semi e/o resistenti ai virus
Carote
“nane”
Lattuga
resistente ai virus
Fagioli
resistenti agli insetti
Olii
alimentari a corta catena
Manipolazione
e modificazione genetica irreversibile degli
importantissimi olii
di semi delle Brassicacee(806);
quest’ultime avevano riconosciute proprietà anti-tumorali.
Nota:la perdita del Mais
I suoi stimmi rivestivano un particolare impiego in
composti fitoterapici diretti contro diverse patologie croniche carenziali;
attualmente, a causa della manipolazione genetica (OGM) con introduzione della
Lisina (982) e/o del gene del
Bacillus thuringiensis, si esprime
grave preoccupazione per i rischi derivanti alla salute umana da tale tossina.
In merito proprio al Bacillus
thuringiensis, diversi lavori scientifici, hanno già evidenziato la sua
patogenicità in animali da esperimento e su linee cellulari umane di linfociti
normali. Nel 1998 il Bacillus
thuringiensis fu trasferito mediante tecnica OGM su patate, e queste ultime
furono date da mangiare a topi (788): le cellule enteriche
dell’intestino di questi topi dimostrarono fenomeni di degenerazione e lesioni
dei microvilli sulla superficie del lume intestinale; nella metà delle cellule
vi era un quadro di iperplasia e di più nuclei; la lamina basale dell’intestino
era poi danneggiata in diverse parti; parecchi microvilli danneggiati
apparivano in associazione con frammenti contenenti reticolo endoplasmatico; le
cellule di Paneth presentavano un alto grado di attivazione e contenevano un
elevato numero di granuli secretori. [Nota dell’autore del presente sito: il
quadro ricorda almeno parzialmente la ileite da raggi, o sindrome di Beserga,
ben nota alle isole Marshall nel 1954, dove molti civili furono esposti
all’ingestione di cibo contaminato da radionuclidi ad emissione alfa e beta,
proveniente da fallout di esplosioni nucleari].Ma gli studi sul di Bacillus thuringiensis si sono fatti da
tempo: nel 1978 un lavoro francese (789) evidenziò danni da parte
del Bacillus thuringiensis a livello
delle cellule renali per dosaggi di 0,1 mg di tossina per millilitro, e un po’
di più per cellule umane diploidi ed eteroploidi (circa 1 mg di tossina per
milliltro); non fu possibile proteggere le cellule da questa tossina in alcun
modo. Nel 1998, iniezioni sottocutanee
di Bacillus thuringiensis, in topi a
bassa capacità immunocompetente, determinarono gravi superinfezioni polmonari (790),
e lo stesso autore francese ripetè l’esperimento con sospensioni intranasali
delle stesse spore di Bacillus
thuringiensis (791), con eguale risultato sugli animali.Nel
2000, si dimostrò che la tossina agiva in maniera tossica non solo su cellule
malate di tipo tumorale (come del resto avviene con molte sostanze tossiche,
vedi Chemio-Terapia) ma purtroppo la tossina di Bacillus thuringiensis agiva in maniera tossica sugli stessi
linfociti umani normali, tradizionalmente
le cellule umane più sensibili in assoluto a veleni tossici introdotti in
organismi umani, per di più a dosaggi inferiori rispetto a quelli considerati
tossici per cellule umane tumorali (792).Tutti
questi lavori, secondo l’autore del presente lavoro, potrebbero significare un
diretto effetto depletorio del Bacillus
thuringiensis sulla linea linfocitaria, vale a dire un gravissimo indizio
di possibile effetto anti-immunitario del Bacillus
thuringiensis nell’uomo, e tale da rendere i cibi OGM arricchiti con esso
estremamente pericolosi, poiché inibenti le risposte immunitarie
anti-neoplastiche nei pazienti trattati con la Fito-Terapia (Aloe, Essiac,
Dieta Gerson, Dieta Breuss, medicina cinese e indiana) e, in riferimento ad
altre malattie, il Bacillus thuringiensis , a causa della sua azione inibente sulle
difese immunitarie potrebbe essere capace di peggiorare la condizione dei
pazienti affetti da Sindrome da Immunodeficenza Acquisita (AIDS); viceversa,
nelle persone sane, potrebbe indurre squilibri immunitari, con insorgenza di
allergie o intolleranza alimentare o, purtroppo, di indurre malattie di tipo
auto-immune e, probabilmente, anche tumori. Infine, visti gli effetti sui
linfociti sani, sulle cellule dell’intestino e dei reni, una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta anche al
rischio teratogeno su feti o embrioni umani nel caso di donne gravide.
L’autore del presente lavoro ritiene che se gli
O.G.M. saranno liberalizzati, vi sarà il più grave disastro ambientale mai realizzato, poiché non ci sarà
più alcuna possibilità di curare il Cancro con la Dieta-Gerson e con le altre
metodiche alimentari descritte in questo lavoro, che, da sole erano in grado di
guarire dal 70% al 90% dei pazienti, purchè in assenza di Chemio-Terapia (749).
FRUMENTO
Infine, notevole preoccupazione viene espressa dall’autore del presente lavoro per
il Frumento (Grano duro), da cui si ricava oggi in Italia, la Pasta e il Pane:
i pazienti con Cancro hanno bisogno di elevate quantità di energia (almeno
2.000 kcal/giorno) purchè provenienti da cibo privo di vitamina B 12 e di tutti
e 9 gli aminoacidi essenziali: cioè cibo NON animale: la Pasta è (o era) il
cibo più adatto per questo scopo, assieme al Riso.
Ma in USA è già iniziata la coltivazione di nuove varietà di Grano, questa volta di tipo OGM,
la cui caratteristica non è ancora
nota: si teme che possa essere stata arricchita con Lisina, analogamente alle Patate e al Riso.
Nota 1: sarebbe preferibile
iniziare a mangiare Pesce soltanto dopo l'avvenuta induzione della Cascata
Immunitaria, analogamente ad altro cibo ricco di proteine, ac. folico, vit.
B12, acidi nucleici come la Pappa Reale.
Nota 2: non assumere Miele a
scopo energetico, ma soltanto come adiuvante per la veicolazione
gastro-intestinale di principi attivi contenuti nell'Aloe arborescens e in
Semi e/o Germogli di piante (circa 150 specie riconosciute) assunte a scopo
anti-neoplastico (vedi cap.5).
Nota 3: in valutazione il
Burro deproteinato indiano Ghee
(burro chiarificato, deproteinato e disidratato, contenente principi attivi di
notevole interesse come l'acido butirrico e linoleico, vitamine liposolubili e
altri principi attivi).
Nota 4: ancora in
valutazione il Malto d'Orzo (Hordeum
vulgare).
Nota 5: ancora in
valutazione la Lecitina di Soia (possibile induzione anti-tumorale).
Nota 6: ancora in valutazione l'olio di Sesamo (Sesamum indicum) per il consumo di Semi misti a quest'olio
secondo l'antica tradizione indiana: è il tipo di olio maggiormente usato nella
tradizione ayurvedica, poiché assorbe molto bene le diverse proprietà delle
erbe usate in medicina indiana, consentendone così una buona veicolazione
gastro-intestinale; questo particolare olio dev'essere spremuto a freddo.
D'altra parte, esso possiede un'alta percentuale di componente proteica (25%),
e il suo impiego è pertanto da valutare.
Nota 7: ancora in valutazione l'impiego di Alghe,
essendo discutibile il loro impiego: ad esempio la Spirulina maxima, molto impiegata in diete vegetariane, non è
eguagliata da nessun altro elemento in merito alla quantità di proteine
contenute: dal 60 al 70% in peso secco rispetto al 45% delle uove essiccate, al
40% della Soia, al 20% della carne; inoltre la Spirulina maxima è la fonte naturale più ricca di vitamina B12, con
un contenuto del 250% più alto di quello relativo del Fegato. D'altra parte,
l'alga azzurra del lago nord-americano di Klamath (Aphanizomenon flosaquae) è particolarmente interessante per la sua
capacità d'indurre risposta immunitaria specifica verso i tumori (Cascata
Immunitaria) anche a bassa dose di assunzione (1-2 grammi di Alga): Microalghe Klamath Afa Freshâ, Green
Foodâ, Super Blue Greenâ Algae. Contiene però
anch’essa vitamina B12.
Secondo l'autore del presente lavoro la Dieta
anti-neoplastica dev'essere priva, il più possibile, di cibi ricchi di glucosio
(cibi ad elevato indice glicemico come zucchero (raffinato o di canna),
dolciumi in genere, Patate, Banane, Clementine) e soprattutto di cibi
contenenti acidi nucleici, tutti gli aminoacidi essenziali, acido folico e, in
particolar modo, quantità anche minime di vitamina B12: ciò per la fondamentale
ragione che la crescita del tumore avviene soltanto attraverso particolari
fattori di apporto energetico (Glucosio) e tramite sostanze necessarie alla sintesi di nuovo DNA
per creare nuove
cellule tumorali (mitosi cellulare). Secondo la dieta sopra indicata, la bassa
quantità di Glucosio, il ridotto o assente apporto di acidi nucleici, di
proteine, di acido folico e di vitamina B12
tenderanno a bloccare la crescita tumorale. Ma poiché l'organismo non può sopravvivere in assenza di queste
sostanze, vi sarà anche un depauperamento continuo e costante di tali sostanze
a carico dei tessuti muscolari e di riserva dell'organismo: si può ritenere che
tale depauperamento verrà anche compiuto a carico dello stesso tessuto
neoplastico.
Il paziente
inizierà cioè a "nutrirsi" del proprio stesso Cancro; di qui la necessità
d'integrare gli enzimi pancreatici con enzimi simili di derivazione vegetale
come soprattutto la Bromelina (vedi
cap.7), allo scopo di aiutare l'organismo in tale azione di depauperamento
organico a spese dello stesso tumore.
Nel frattempo, la Cascata
Immunitaria (vedi cap.4) potrebbe aver bisogno di integrare gli acidi nucleici,
gli aminoacidi essenziali, l'acido folico e la vit. B12 (già assorbiti a spese
dello stesso tumore) con ulteriore aggiunta esogena (esterna, proveniente cioè
da cibo), allo scopo di sintetizzare un numero più elevato di Linfociti T
citotossici, Natural Killer, Killer, Monociti-Macrofagi: di
qui la possibilità d'integrare la dieta con supplementazione di questi principi
attivi, ma senza superare determinati valori (stime approssimative: Pappa Reale
cinese di elevatissima qualità: 2 grammi ogni 7-10 giorni; Pesce fresco:
quantità da definire). Tale supplementazione dovrebbe essere avviata dopo
alcuni mesi di Dieta, con prove ematiche sufficienti a dimostrare l'avvenuta
Cascata Immunitaria, e con quadro X-Ray di massa tumorale ridotta rispetto a
prima: se il tumore è caratterizzato da massa cancerosa ancora rilevabile di
grandi dimensioni, sarebbe comunque opportuno non infondere ancora tali
sostanze, lasciando all'organismo stesso il compito di continuare a
"nutrirsi" dalla massa tumorale stessa. La Pappa Reale può anche
essere integrata con Panax quinquefolium
(Ginseng americano) e Schizandra sinensis
(Schizandra). Il dimagrimento eccessivo (e squlibrato) del paziente e gli
indici ematici dell'Albumina, sono i valori
di osservazione più semplici per comprendere il livello effettivo di
"depauperamento" indotto sui tessuti sani del paziente, consentendo
così di valutare in merito alla necessità di apportare o meno sostanze esterne
potenzialmente pericolose (acidi nucleici, aminoacidi essenziali, acido folico,
vit. B 12), come la Pappa Reale o il Pesce.
Secondo l'autore del
presente lavoro, l'alimentazione dev'essere articolata su 12-15 piatti
giornalieri di Verdure fresche, Frutta fresca, Aceto di Mele, olio d’oliva
italiano, con aggiunta di 14-18 cucchiai grandi (2 cucchiai ogni 2-3 ore) di Aloe arborescens, 100-250 milligrammi al
giorno di Germanio organico, 4-5 fiale
di fungo cinese (es.: Ganoderma lucidum e/o Grifola frondosa), 2-3 grammi al giorno
di gambo di Ananas sativus, vitamina
B17 (vedi cap.5) e quindi l'associazione di piante ad attività apoptotica per
il preciso tipo di neoplasia in atto (vedi cap.5).
Bisogna assumere Cereali in
quantità adatta (pasti piccoli), e soltanto in caso di provata necessità
(febbre, dimagrimento eccessivo). Importante è anche la Frutta secca, le
Spezie, gli olii alimentari e i germogli di Semi.
Il Cibo dev'essere di buona
qualità, possibilmente ottenuto da Agricoltura Biologica, o comunque privo di
pericolosi additivi chimici come ad esempio l'anidride solforosa (E220), il
Difenile (E230), il nitrito di Sodio (E250), la Nisina, il Gallato di Ottile
(E311), il Butilidrossianisolo (E320), i polifosfati (E450), i monogliceridi e
i digliceridi degli acidi grassi alimentari (E471), gli aromi
"naturali" (in realtà sintetici), gli aromi artificiali, gli esaltatori
d'aroma, gli zuccheri aggiunti. Importante, quindi, saper leggere bene il
significato delle etichette applicate ai cibi in vendita (Roberto Pinton:
"Leggere le Etichette, per capire
quello che viene scritto ; quello che si può non scrivere, cosa si nasconde tra
sigle e parole", Demetra s.r.l., Via Strà, 167, S.S.11, 37030 Clognola
ai Colli,VR)
Far bere al paziente anche
succhi freschi di Verdura, oltre che di Frutta, è una buona regola alimentare
da integrare con l'abitudine dei frullati di Frutta e Verdura.
Se si cucinano le Verdure,
l'avvertenza è quella di non cuocerle troppo, poiché la cottura eccessiva
distrugge elementi vitaminici essenziali per la terapia anti-neoplastica
descritta in questo lavoro: pertanto le Verdure possono essere cotte a vapore,
al forno e saltate in padella, ma senza farle bollire in acqua, tranne che nel
caso di minestre (le vitamine e i sali minerali rimangono nell'acqua).
Se non si ha a disposizione
Verdura fresca, quella surgelata è comunque preferibile a quella in scatola.
Assolutamente vietato l’uso
dei forni a micro-onde.
Le Verdure sottaceto sono da
vietarsi, poiché salate e poiché contenenti composti cancerogenici a causa
delle alte concentrazioni di composti nitrosi che, una volta ingeriti possono
formare nitrosamine, potenti sostanze cancerogene.
Fare attenzione a Frutta e
Verdure trattate con Cloro, poiché quest'ultimo elimina la vitamina E ed altri
principi attivi; d'altra parte, la Frutta esotica o comunque la Frutta e le
Verdure provenienti da regioni del mondo poco controllate dal punto di vista
igienico-sanitario possono essere veicoli di contagio per malattie infettive
anche gravi (Colera, Salmonellosi, etc…) a causa delle acque sporche (liquami)
usate per l'irrigazione del suolo…
Allume
Non assumere farmaci
contenenti Allume; non mangiare con utensili contenenti Alluminio, poiché
disattiva diversi fito-complessi, fra cui la vitamina E.
Nota: la dimostrazione
riguardo alla pericolosità dell'Alluminio è facilmente dimostrabile prendendo
un recipiente di Alluminio (o rivestito all'interno con carta alluminata),
riempendolo con acqua e sciogliendovi del bicarbonato di Sodio: l'Alluminio a
contatto con una sostanza alcalina come il bicarbonato si scioglie formando
gas: si può pertanto presumere che l'Alluminio dia luogo ad un avvelenamento
caratterizzato da infiammazione gastro-intestinale da idrossido di Alluminio e
forse da possibile degenerazione epatica e renale.
Pericolo dei detersivi e del brillantante:
L'assorbimento di detersivi
da parte dei piatti, normalmente impiegati ad uso domestico per il consumo dei
cibi, avviene a causa di incrinature nella ceramica o nella porcellana: per
fenomeno osmotico si ha una penetrazione dei prodotti chimico-tossici derivanti
da detersivi e brillantanti all'interno del vasellame durante il lavaggio a
mano in acqua calda o in lavastoviglie.
Durante il successivo
raffreddamento ed asciugatura del vasellame, i pori presenti nella ceramica dei
piatti tendono a richiudersi, intrappolando così al loro interno le sostanze
tossiche dei detersivi.
All'atto dell'aggiunta del
cibo caldo sul fondo del piatto (es: pastasciutta, brodo, etcc), il
riscaldamento della ceramica determina la riapertura dei pori, con dismissione
quindi delle sostanze tossiche all'esterno della ceramica, che entrano così a contatto
con il cibo.
Il rischio di contaminazione
chimica da parte dei piatti da cucine normalmente impiegati da tutti, può
essere facilmente evidenziato sottoponendo tali piatti ad un trattamento di
micro-onde, allo scopo di dimostrare la possibile penetrazione di liquidi (in
questo caso solo acqua) all'interno dei piatti da cucina. Il fondo dei piatti
viene infatti parzialmente riempito con acqua distillata e posto nel forno a
micro-onde. L'acqua presente nel piatto si riscalderà subito. I piatti, invece,
tenderanno a restare freddi soltanto se l'acqua non sarà penetrata al loro
interno attraverso gli eventuali pori presenti nella loro ceramica o
porcellana. Se vi sarà presenza di pori, l'acqua penetrerà all'interno dei
piatti, e le micro-onde, riscaldando anche quest'acqua interna, renderanno calda la superficie del piatto da cucina.
Si può anche condurre
l'esperimento con un normale reattivo chimico, che potrà attestare la presenza
o meno di prodotti estranei (potenzialmente chimico-tossici) nella ceramica del
piatto.
I rimedi sono
sostalzialmente quelli d'impiegare piatti o vasellame rivestiti di buona resina
come la melaminica, oppure piatti non incrinati e con la vetrina non usurata.
Particolare attenzione
bisognerà dedicare alla scelta di detersivi a bassa componente tossicologica.
Acqua da bere
Sarebbe opportuno prendere 1
litro e mezzo di acqua normale di rubinetto, facendola bollire per 20 minuti
senza coperchio (evaporazione del Cloro). Quindi filtrarla dai residui con una
garza e porla in un thermos. Berla calda nel corso della giornata.
Pesce
Fare attenzione al Pesce di
allevamento poiché il mangime può essere di derivazione non sicura (es.:
animali macellati): secondo l'autore del presente lavoro devono essere
preferibili pesci piccoli e di acqua salata, possibilmente di razze e specie a
scarso accumulo di inquinanti (es.: Acciughe, Aguglie, Lanzardi, Papaline,
Sarde, Sardelle, Sardoni, Sgombri, Sugarelli, …...).
Il Pesce dovrebbe essere
mangiato soltanto dopo l'avvio della Cascata Immunitaria, con massa tumorale in
forte regresso dimensionale, data la possibilità che gli aminoacidi essenziali
contenuti nel Pesce possano essere assimilati anche dalle cellule tumorali.
Particolare cura dev'essere
anche rivolta all'assunzione di vitamine naturali
(vedi cap.9).
Si ritiene pure
sconsigliabile, causa l'elevata quantità di acido folico e di acidi nucleici,
la somministrazione di Saccharomyces
cerevisiae (Lievito di Birra), pur essendo quest'ultimo ricchissimo di
vitamine e di sali minerali utili.
Si noterà l'assoluta
esclusione di Zuccheri ad eccezione del Fruttosio: ciò dipende dal fatto che
quest'ultimo contiene un basso indice glicemico: esso si comporta diversamente
dagli altri Zuccheri (Glucosio, Saccarosio, Mannosio, etc..) poiché viene
assorbito lentamente nell'intestino; dal sangue passa poi direttamente al
fegato, dove viene convertito in Glicogeno epatico. Questo percorso evita una
pericolosa iper-glicemia ematica che, anche se transitoria nel paziente
neoplastico non diabetico, è causa di apporto energetico a carico delle cellule
tumorali.
La particolare avidità di
accumulo del Glucosio per le cellule tumorali è sfruttata ad esempio in
diagnostica. In Medicina Nucleare, infatti, è ormai prassi consolidata marcare
con un particolare tracciante radioattivo (Fluoro 18) molecole particolari di
Glucosio (Desossi-Glucosio), proprio allo scopo di individuare masse tumorali
tramite queste molecole zuccherine.
Il Fluoro
18-Desossi-Glucosio si localizza infatti in qualsiasi massa neoplastica. Da
notare, comunque, che il Glucosio viene elettivamente captato anche da organi
particolarmente sofisticati come il cuore e il cervello.
L'Agricoltura Convenzionale o Chimica
La moderna agricoltura ha
come scopo il massimo rendimento per l'agricoltore, a prescindere dalla qualità
del cibo ottenuto. Egli pertanto non ha alcuno scrupolo ad utilizzare sostanze
chimiche totalmente estranee al ciclo biologico della pianta, con conseguenze
disastrose per l'equilibrio biologico della terra sottoposta a questi
trattamenti intensivi.
Sostanze come pesticidi o
diserbanti lasciano residui nei cibi, dando luogo a tumori. Soltanto in Italia,
nel 1985 si impiegavano circa 10 kg di pesticidi per ettaro coltivato….
Un elenco molto parziale di
Pesticidi noti o sospetti d'indurre tumori nell'uomo sono i seguenti (675):
Acephate (Orthene), acido arsenico,
acido metilarsonico, Acifluorfen (Blazer),
Alachlor (Lasso), Amitraz (Baam), Arseniato di Calcio, Arseniato di
Piombo, Arseniato di Rame, Arseniato di Sodio, Arsenito di Sodio, Asulam,
Azinfos-metile (Guthion), Benomil (Benlate), Captafol (Difolatan), Captan, Cipermetrina (Ammo, Cymbush),
Ciromazina (Larvadex), Clordimeform (Galecron), Clorobenzilato, Clortalonil (Bravo), Daminozide (Alar), Diallato, Diclofop-metile (Hoelon), Dicofol (Keltane),
Ethalfluralin (Sonalan), Folpet,
Fosetyl A (Ailette), Glifosato (Roundup o Rodeo), idrazina maleica, Lindano, Linuron (Lorox), Mancozeb, Maneb, Methomyl (Dual), Metiltiofanato, Metiram, Metoalaclor (Dual), O-fenilfenol, Oryzalin (Surflan),
Ossido di etilene, Oxadiazon (Ronstar),
Paraquat (Gramoxone), Parathion,
PCNB, Permetrin (Ambush, Pounce), Pronamide (Kerb), Terbutrin, Tetraclorvinfos, Thiodicarb (Larvin), Toxafene, Trifluralin (Treflan),
Zineb.
Questa tecnica produttiva,
inoltre, oltre a produrre cibo avvelenato, produce anche cibo povero di
principi vitaminici, fattori co-enzimantici, sali minerali essenziali: non a
caso, ormai anche i fornai devono arricchire le farine nostrane, ormai povere
di Glutine, con farine nord-americane (purtroppo con grave rischio di
assimilare sostanze transgeniche.…).
La coltivazione intensiva,
la selezione forzata di varietà precocemente e abbondantemente produttive, lo
sconvolgimento del sistema biologico di controllo degli insetti e dei parassiti
(siepi, varietà colturali, uccelli, piccoli predatori), rendono necessario
trattare i frutteti con insetticidi e anti-crittogamici per decine e decine di
volte nel corso dell'anno….
Le sostanze utilizzate oggi
sono di tipo "sistemico": vengono cioè spruzzate sulle foglie e,
attraverso queste, assorbite e trasportate con la linfa a impregnare tutta la
pianta, frutta compresa.
Non ha quindi senso pensare
di modificare in modo sostanziale l'inquinamento di un frutto semplicemente
sbucciandolo sotto l'acqua (spesso clorata) di casa.
Si potranno, forse,
eliminare in questo modo le sostanze con cui vengono verniciati i frutti, per
rallentare, dopo la raccolta, gli scambi gassosi tra i frutti e l'ambiente,
evitando in tal modo processi di maturazione troppo rapidi e il conseguente
avvizzimento precoce dei frutti, ma la scelta veramente risolutiva consiste nel
consumare frutta coltivata con sistemi biologici, o provenienti da produzioni
integrate.
In Europa, le migliori
nazioni in questo nuovo genere di agricoltura sono l'Olanda e la Spagna.
L' "Agricoltura Biologica" e la piccola distribuzione
L'Agricoltura Biologica è un sistema complesso, che
ha al centro la conservazione della fertilità del suolo, l'uso di tecniche a
basso impatto ambientale, la conservazione della diversità genetica, agronomica
e, per quanto possibile, naturale.
In Agricoltura Biologica non si utilizzano sostanze
chimiche di sintesi come concimi, diserbanti, anti-crittogamici, insetticidi,
pesticidi.
Alla difesa delle colture si provvede innanzi tutto
in via preventiva, selezionando specie rustiche e resistenti alle malattie e
intervenendo con tecniche di coltivazione appropriate (rotazione delle colture,
piantumazione di siepi e alberi che diano ospitalità ai predatori naturali e
fungano da barriera fisica a possibili inquinanti esterni, consociazioni di
diverse colture e semine, etc….
I fertilizzanti devono essere rigorosamente
naturali, come ad esempio il Letame, opportunamente compostato, impiego di
sfalci e di sovesci, cioè incorporazione nel terreno di piante precedentemente
seminate e raccolte, come Trifoglio e Senape.
Interessante anche l'impiego di piante (anche
esotiche), aventi capacità anti-parassitaria o addirittura attività insetticida
come l'Acorus calamus, il Tribulus
terrestris, l'Azadirachta indica
e tanti altri (Nota: è in fase di analisi un elenco di piante asiatiche,
africane, australiane e americane idonee allo scopo).
In caso di necessità, per la difesa delle colture
s'interviene con sostanze naturali di origine vegetale, animali particolari
(predatori), o minerali espressamente consentiti e/o autorizzati dal
Regolamento C.E.E., come ad esempio estratti di Azadirachta indica, insetti predatori, Farine di roccia, Rame,
Zolfo, ottenendo in tal modo la correzione dei composti bio-chimici vitali
presenti nel terreno, o addirittura la sua stessa difesa dalle Crittogame e da
altre infestazioni.
La definizione comune di "Prodotto
Biologico" non è corretta: il Regolamento C.E.E. No. 2.092 del 1991, e le
oltre trenta modifiche e integrazioni successive che l'hanno seguita,
stabiliscono che "Biologico" non è il prodotto, ma il metodo agricolo
di produzione. Non esiste quindi una Mela "biologica", o un succo di
frutta "biologico", bensì una mela da "Agricoltura
Biologica", o un succo di frutta da "Agricoltura Biologica".
I prodotti da "Agricoltura Biologica" non
possono contenere Organismi Geneticamente Modificati (OGM), né aver subito
trattamenti di sterilizzazione con radiazioni.
S è necessario aggiungere degli additivi, questi
devono essere scelti tra quelli che il Regolamento C.E.E. autorizza
espressamente (qualche agente lievitante, qualche correttore di acidità,
qualche emulsionante, ma nessun colorante, conservante o esalatore di
sapidità). Dev'essere di produzione biologica una quota minima del 70% degli
ingredienti; gli altri devono essere tra quelli espressamente autorizzati dal
Regolamento C.E.E. (Alghe, Zucchero di Barbabietola, amido di Riso giapponese,
Noci di Cola, etc…) e il riferimento al metodo biologico è ammesso solo
nell'elenco degli ingredienti.
Soltanto se almeno il 95% degli ingredienti è di
derivazione da Agricoltura Biologica, il riferimento al metodo biologico è
ammesso nella denominazione di vendita (confettura extra di albicocche da
Agricoltura Biologica, Pasta di Semola da Agricoltura Biologica, etc…) Anche in
questo caso gli eventuali componenti non biologici dovranno essere compresi tra
quelli autorizzati dal Regolamento, ma non sarà necessario dettagliare la
provenienza biologica nell'elenco degli ingredienti. Prima che i suoi prodotti
possano essere definiti biologici, un'azienda deve trascorrere un certo periodo
di "conversione", per disintossicare il terreno dai trattamenti di
agricoltura chimica (agricoltura convenzionale) subiti in precedenza; la durata
della conversione è determinata caso per caso dall'organismo di controllo. Per
essere commercializzato come "in conversione", un prodotto deve
eessere stato coltivato nel pieno rispetto della normativa per un periodo non
inferiore ai 12 mesi precedenti la semina.
Valutazioni
dell'autore del presente lavoro in merito all'Agricoltura Biologica
La "conversione" del terreno è senz'altro
l'aspetto più critico per l'avvio di una vera "Agricoltura Biologica"
in Italia.
In nazioni come l'Olanda, i terreni vengono
preparati in base ai seguenti parametri:
1) I terreni vengono scelti fra
quelli appena strappati al mare dalle dighe di nuova costruzione.
2) La coltivazione intensiva di
conversione viene eseguita per almeno 3 anni con erbe particolari allo scopo di
eliminare il sale e altre sostanze presenti sull'ex-fondale marino.
3) impiego di serre e di acque
pure con aria esterna depurata
4) controllo da parte dello
Stato della qualità del terreno solo dopo almeno 3 anni di
"conversione"
Pertanto, avviare un'Agricoltura Biologica in
Italia, in terreni dove per almeno 50 anni si è provveduto ad avvelenare i
terreni con Pesticidi, Diserbanti, Anticrittogamici e altre sostanze tossiche,
è senz'altro difficile.
Da parte dell'autore del presente lavoro si è
pertanto provveduto ad avviare uno studio di massima per la decontaminazione
chimica e radioattiva dei terreni, allo scopo di avviare una Proposta di Lavoro
sull'argomento: i prodotti chimici di vario utilizzo (in specie principi attivi
di Pesticidi) sono infatti circa 1.500, e gli inquinanti chimici presenti nelle
acque dei fiumi usate per l'irrigazione dei terreni e le stesse acque piovane
sono anch'esse fonte d'inquinamento ambientale.
Secondo l'autore del presente lavoro si potrebbe
pertanto istituire dei Consorzi di Agricoltura Biologica presso terreni
decontaminati con piante adatte come la Arundo
donax (Canna comune), l'Helianthus
annuus (Girasole), quest'ultimo particolarmente efficace anche su
radionuclidi come il Cesio 137 e lo Stronzio 90, la Zea mays (Mais) (676,677), il Fagopyrum esculentum (Grano saraceno), l'Iris pseudo-acorus (Iris
giallo), la Typha latifolia
(Stancia). Le tecniche di disinquinamento chimico e di decontaminazione
radioattiva (teoricamente proponibili anche per Uranio impoverito presente
nell’ex-Yugoslavia) possono così essere compiute sulla scorta di quanto già
dimostrato dai Russi a Chernobyl e da altri lavori (676,677), in cui
sono stati impiegati forni a 600 gradi per bruciare, in ambiente controllato,
le parti aeree di piante ad elevata capacità di fito-assorbimento.
Una volta avviato un ritorno all’Agricoltura
Biologica su larga scala, si potrà pensare ad una distribuzione capillare dei
prodotti orto-frutticoli, fondata sulla fiducia intercorrente fra produttori di
Frutta e Vedura, gli esercenti dei negozi, piccoli o grandi, comprese le grandi
catene di supermarket, e gli acquirenti abituali, che dovrebbe essere la
migliore garanzia in fatto di prodotti "biologici", al di là di
certificazioni più o meno valide sulla bontà del prodotto inteso come "biologico".
Ciò potrebbe riaprire il mercato ad una sana e consapevole competizione
concorrenziale fra piccole e grandi aziende italiane, interessate alla
rivalorizzazione dei terreni agricoli ancora sottoposti a tecniche di
sfruttamento massivo del suolo che non possono più essere considerate
"moderne" nel senso scientifico delle attuali conoscenze di
biochimica umana (induzione di tumori) e di biologia ambientale della flora e
della fauna.
La minaccia
degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM)
Il Cancro è
una malattia degenerativa dovuta a carenze di vitamine e a intossicazione da
sostanze chimiche presenti nei cibi. Le vitamine e le sostanze pro-vitaminiche
presenti nelle piante naturali di comune alimentazione umana possono essere
stimate in numero superiore a 13.000-15.000 tipi. L’introduzione
nell’agricoltura moderna degli Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.) è
una ingiustificata e pericolosissima alterazione di ciò che l’Evoluzione ha
prodotto nelle piante in centinaia di milioni di anni: piante sulle quali si è
basata la successiva evoluzione biochimica dei complessi organismi animali
superiori, culminati con l’avvento dei Mammiferi negli ultimi 65 milioni di
anni e quindi con la comparsa dell’Uomo; pertanto il delicato equilibrio
biochimico della specie umana dipende dall’integrità delle specie vegetali così
come l’Evoluzione le ha condotte fino a noi, poiché la Salute di ciascuno di
noi è basata sulla Biochimica cellulare umana, e questa dipende, nella propria
complessità genomica (DNA), dall’utilizzo di migliaia di vitamine e di
complessi fitochimici presenti in Natura.
La personale visione dell’autore del presente lavoro che, come medico
nucleare, ha avuto modo di studiare per anni gli effetti delle radiazioni
ionizzanti su organismi complessi, è che la pianta è anch’essa un organismo
complesso, frutto dell’evoluzione biologica avvenuta in centinaia di milioni di
anni: ogni modificazione genetica provocata in essa dall’Uomo (con radiazioni
come a Chernobyl, o con virus come attualmente compiuto con gli O.G.M.), per
quanto minima possa essere tale modificazione, essa produrrà comunque un danno,
un danno irreparabile che spesso non potrà essere riconosciuto, poiché l’Uomo
conosce con sicurezza soltanto poche decine di vitamine e di altre sostanze
pro-vitaminiche. Viceversa, le vitamine e le altre sostanze contenute nelle
piante sono decine di migliaia, e sono queste le responsabili del corretto
funzionamento della complessa biochimica umana e del genoma umano (DNA).
Ma oggi, per ottenere il vantaggio di una maggiore
produzione agricola, si ricorre al metodo di modificare il patrimonio genetico
delle piante naturali, allo scopo di modificarne la struttura, renderle sterili
(per obbligare gli agricoltori a comprare nuovi semi ogni anno), brevettarne la
trasformazione indotta, e rivendere in tutto il mondo il prodotto così
ottenuto. Si afferma inoltre che esista sostanziale equivalenza tra il prodotto
geneticamente modificato (OGM) e quello ottenuto con la selezione dei caratteri
genetici (cioè tramite incrocio naturale di piante come da sempre fatto
dall’umanità nel corso di migliaia di anni). Da parte dell’autore del presente
lavoro, si afferma invece che tale “sostanziale equivalenza” è assolutamente
insostenibile, perché l’incrocio naturale di piante avviene con semi naturali
della stessa specie, mentre la manipolazione genetica (OGM) avviene superando
le barriere di specie vegetali, mediante introduzione di geni di altre specie
vegetali, o addirittura di batteri, virus o animali. Infatti la maggior parte dei
geni usati dall’ingegneria genetica provengono da specie viventi che non hanno
mai fatto parte dell’alimentazione umana e, addirittura, sono provenienti da
DNA non appartenenti a piante ma ad animali, batteri o virus e/o retrovirus
transgenici.
Si possono così ravvisare SETTE minacce immediate:
PRIMO: Depauperazione dei complessi pro-vitaminici e
vitaminici delle piante
Depauperazione di complessi vitaminici e
pro-vitaminici non più presenti negli alimenti, con conseguente incremento
delle malattie degenerative e carenziali come ad esempio il Cancro (vedi
Settima e Nona Dichiarazione). Gravissimo è, ad esempio, il deliberato tentativo di disattivare (con
Bcl-2, Bcl-xl) le sostanze naturali contenute nelle piante, cioè quelle
vitamine che entrano in complessi meccanismi enzimatici nel DNA dei mammiferi,
e inducenti il fenomeno di apoptosi (suicidio) in queste cellule di mammifero
se ammalate da cause infettive o di altro genere (come ad esempio il Cancro).
Tale fenomeno di blocco dell’apoptosi (azione di anti-apoptosi), introdotto
sperimentalmente nella pianta del tabacco tramite virus (748) è un
gravissimo atto di danno deliberato inflitto all’Ecosistema tramite gli O.G.M.:
un danno che, se propagato a piante alimentari di uso comune, potrebbe rendere
del tutto impossibile la cura dei tumori e di molte altre malattie tramite
quanto considerato in questo lavoro.
SECONDO: mutazioni genetiche delle piante e
conseguente alterazione della Biochimica umana
A causa dell’introduzione di geni estranei (es. di
animali, batteri, virus, retrovirus) nel
DNA della pianta, si verifica in essa l’alterazione della normale sequenza
genomica, con la comparsa di nuove proteine e/o la perdita di altre proteine di
sequenza genomica. Di qui la comparsa di nuove sostanze simili alle vitamine
naturali, ma in realtà con caratteristiche di reattività enzimatica e
biochimica diverse da quelle naturali, con induzione pertanto di modifica della
loro componente di attività biochimica sul genoma umano, una volta introdotte
con l’alimentazione.
Di
qui la comparsa potenziale di nuove malattie (vedi anche: malattie
transgeniche, di prossima pubblicazione in rete) di cui in Natura non esistono
meccanismi biochimici di riparazione (a differenza invece del Cancro, del
diabete, delle patologie cardio-vascolari, etc…), poiché sono da considerarsi
nuove malattie insorte “artificialmente” a causa di manipolazione genetica
(OGM) di nuovi organismi vegetali, deprivati di qualsiasi deriva
filogeneticamente compatibile con la normale realtà genomica evolutiva dei
Mammiferi e su cui non possono andare ad interagire (poiché distrutti) una
certa parte delle migliaia di complessi fitochimici vitaminici presenti in
natura, e probabilmente inquinati geneticamente da nuove molecole
simil-vitaminiche dagli effetti induttivi sul DNA umano e sulla sua complessa
biochimica del tutto sconosciuta, ma probabilmente foriera di gravi danni data
l’estrema complessità e quindi vulnerabilità del DNA umano.
TERZO: fallimento della dieta-anti-cancro
Come già dimostrato da Gerson da altri autori (749),
moltissime sostanze contenute solo in frutta e verdura cruda e biologica sono
in grado d’indurre cascata immunitaria contro il tumore, detossificazione e il
particolare fenomeno dell’apoptosi (suicidio) delle cellule malate, senza
quindi necessità di laboriose e costosissime ricerche. Così, nella Dieta
anti-cancro del dott.Gerson applicata a 153 pazienti sofferenti del caso del
peggior Cancro conosciuto (Melanoma) si giungeva, dopo 5 anni di Dieta-Gerson,
a percentuali di guarigione variabili dal 70-90% (se tumore ancora localizzato)
a percentuali di guarigione del 40-70% (se tumore già metastatizzato), purchè
in pazienti NON sottoposti precedentemente a Chemio-Terapia. Viceversa, con la
Chemio-Terapia, la percentuale di guarigione da Melanoma a 5 anni è
notoriamente dello zero%, (che sale a 1% nel caso del cancro del pancreas, 3%
nel caso del cancro del fegato, 7% nel caso del cancro dell’intestino, meno del
12% considerando globalmente tutti i tumori (749). La chiave di
spiegazione di tale efficacia curativa di queste particolari diete vegetariane
risiede nel fatto di non assimilare mai cibi contenenti tutti i potenziali
fattori di crescita cellulare, in particolare l’assimilazione contemporanea di
tutti e 9 gli aminoacidi essenziali (Valina, Isoleucina, Leucina, Lisina,
Metionina, Istidina, Triptofano, Fenilalanina, Treonina), degli acidi nucleici,
della vitamina B12, dell’acido folico e,
relativamente, anche acido para-aminobenzoico [PABA]): una volta, i cibi
che contenevano tutto ciò erano unicamente i cibi di origine animale (carne,
pesce, uova, latte, formaggio, burro..)
che sia Gerson che altri autori (compresa anche la medicina cinese e
indiana) proibivano di assumere per almeno 1 anno. In particolare risultava
così vincente la sola alimentazione vegetariana, cioè a base di sola frutta e
di verdura, compresi i cereali e i legumi. Questi ultimi cibi sono ricchi di
proteine, e ciò può stupire che venivano comunque impiegati nella terapia del
Cancro da Gerson e da molte altre scuole di medicina naturale occidentale,
indiana e cinese. Ma il motivo del loro uso riposava sul fatto che nessun
cereale e nessun legume conteneva da solo tutti e 9 gli aminoacidi essenziali.
Questi alimenti però, se uniti insieme nello stesso pasto, determinavano
l’assimilazione di tutti e 9 gli aminoacidi. Di qui il divieto assoluto di non
mangiare assieme Pasta (o Polenta, o
Pane [anche se azimo] o Riso) con Legumi, poiché si ha integrazione dei
nove aminoacidi essenziali (8 contenuti nei cereali + 8 contenuti nei legumi),
con effetto nutrizionale simile a quello ottenuto dalla Carne (in fondo, una
volta , un piatto di Pasta e fagioli era anche chiamato ….la carne dei
poveri….)
Oggi però, tramite
l’introduzione in commercio di cereali, legumi e altri vegetali modificati
geneticamente (O.G.M.) in molti di questi alimenti sono contenuti TUTTI gli
aminoacidi essenziali, rendendo in tal modo effettivamente NON più curabile il
Cancro secondo quanto descritto in questo lavoro, nella terapia Gerson, e da
molti altri autori.
QUARTO
: malattie indotte da virus transgenici
I
virus transgenici con cui oggi si fanno gli Organismi Geneticamente Modificati
(O.G.M.) entrano nel DNA della pianta, modificandola in maniera a noi
sconosciuta. Questi virus dovrebbero restare latenti, ma nulla può escludere
che possano anche riattivarsi in maniera analoga ai ben noti virus tumorali a
RNA (Oncornavirus) o come i virus tumorali a DNA (entrambi induttori di
leucemie, sarcomi, carcinomi, gliomi…). Questi virus possono anche essere
portatori di malattie nuove o di malattie abbastanza simili a ben note sindromi
purtroppo ancora poco comprese nella loro dinamica (AIDS, Mucca Pazza, etc…), e
di cui è ancora molto vaga l’origine (forse virus trangenici ?).
In merito a virus impiegati per costruire O.G.M. vi
è un’ampia bibliografia (738-747).
Ma
anche ammettendo che non vi possa essere rischio di infezioni virali latenti
nel nostro DNA, resta il gravissimo danno genetico inflitto alla pianta, cioè
la modifica permanente apportata alla pianta.
QUINTO : intossicazione da veleni sintetizzati da
piante transgeniche
Intossicazione cronica di cibi a causa di sostanze
tossiche insetticide contenute nelle piante per renderle resistenti ai
parassiti (ad esempio: “Roundrup” nel
Mais transgenico), con conseguente possibile incremento di Cancri, Aborti
spontanei, Mutazioni genetiche sulla discendenza, Sindromi da Immunodeficienze
acquisite, malattie degenerative e da sostanze tossiche, etc….
SESTO: modificazione transgenica di piante naturali
Passaggio a specie “indigene” naturali delle
sostanze tossiche artificiali (es.: “Roundrop”)
o di altro tipo, tramite impollinazione incrociata, con potenziale minaccia
anche per le piante e le erbe mediche oggi impiegate in Fito-Terapia poiché
queste ultime saranno inquinate dai geni transgenici provenienti dalle grandi
zone agricole a coltura transgenica (OGM).
SETTIMO: scomparsa irreversibile del patrimonio
genetico delle piante naturali
Graduale ed irreversibile scomparsa delle diversità
biologiche, cioè della normale flora naturale: fenomeno che si sta già
evidenziando in U.S.A. a causa delle moderne pratiche di coltivazione che
enfatizzano la monocoltura transgenica (OGM) rispetto ai metodi di coltivazione
differenziati. Le coltivazioni transgeniche arrecheranno infatti una gravissima
minaccia alle zone ricche di bio-diversità (genomi naturali): il flusso
transgenico che andrà dalle piante modificate alle piante naturali sarà
inevitabile quando il rapporto numerico fra aree coltivate con piante artificiali
supererà le superfici delle piante naturali, determinando così la perdita
irreversibile di gran parte del patrimonio genetico naturale di tutte le piante
esistenti al mondo, attualmente pari a circa 442.000 specie già classificate,
su un totale stimato di circa 600.000-800.000 specie.
In sostanza:
Numerose piante sono già scomparse nel corso di
questi ultimi anni perché gli agricoltori hanno abbandonato le piante naturali,
per adottare invece varietà di piante artificiali, cioè geneticamente
modificate, poiché rese uniformi nel proprio genoma, ad alto rendimento di
produzione (ma povere di vitamine), intrinsecamente malate (poiché incapaci di
sopravvivere in assenza di pesticidi), rese sterili per ragioni di mercato, e
infine manipolate geneticamente per essere rese resistenti agli insetti e ad
altri animali poiché capaci di produrre esse stesse dei veleni, cioè delle
sostanze tossiche che verranno infine mangiate dagli animali di allevamento e
dall’uomo stesso.
Persino nelle foreste la varietà genetica è oggi
minacciata dalle perdite di habitat, non solo da pratiche di deforestazione
scorrette, ma persino dalla contaminazione del patrimonio genetico adattatosi a
situazioni locali da parte di ibridi creati dalle grandi ditte sementiere
produttrici degli OGM.
I prodotti transgenici rappresentano quindi, proprio
per come sono concepiti, una formidabile spinta per accentuare le
caratteristiche di unilateralità delle monocolture, e quindi di scomparsa del
patrimonio genetico naturale esistente da centinaia di milioni di anni. Non
avremo quindi più, nel futuro più o meno prossimo, tutte quelle varietà di
piante (alimentari e non) caratteristiche di ogni particolare regione nazionale
o locale. La contaminazione genetica ambientale indotta da parte di ibridi creati
dalle grandi ditte sementiere degli OGM, che inevitabilmente s’incroceranno con
le varietà presenti in natura, porterà ad una perdita del patrimonio genetico
naturale (non recuperabile in alcun modo), di tutte quelle particolari
caratteristiche che sono entrate nel genoma delle piante nel corso dei lunghi
processi di adattamento alle varie situazioni ambientali. Tale perdita è oggi
gravissima persino per gli ambienti naturali come le foreste. Sostanzialmente,
la base stessa della Biochimica umana è oggi minacciata nella sua più intima
essenza (DNA umano) dall’impiego sconsiderato di queste piante artificiali,
senza alcuna possibilità di recuperare un patrimonio genetico di oltre 440.000
specie di piante classificate (su un totale 600.000- 800.000 stimate), di cui
una buona parte scompariranno nel giro di poche centinaia di anni, minate alla
base dai danni genetici introdotti dall’Uomo.
Si riportano qui di seguito alcuni articoli di
stampa, tutti tratti da INTERNET, che si ritengono esaustivi sulla questione.
Aspetti
medici della manipolazione genetica (Relazione sull’intervento di Sergio Maria
Francardo)
“Quando si affronta un dibattito
sulle biotecnologie è opportuno fare un chiarimento preventivo: noi dobbiamo
distinguere nettamente tra quello che è scienza e quello che è tecnologia. Noi
stiamo imparando molto sui geni, sul loro comportamento e sulla loro funzione,
sulla loro trasmissione e interazione con l’ambiente. Sono conoscenze
fondamentali per il nostro avvenire. Questa è la genetica, e la genetica è
scienza, è ottima scienza. Ma noi dobbiamo indagare sulle applicazioni
tecnologiche della genetica, e distinguere dalla ricerca le conseguenze
commerciali e sociali di tali applicazioni. Il nostro pianeta è malato, lo
afferma ogni scienziato ragionevole che si occupa di questa materia, lo afferma
ogni assemblea internazionale di studiosi (non da ultima la conferenza medica
di Shangai): la terra rischia di bruciare, la desertificazione avanza ad un
ritmo di 300mila km2 l’anno (come se ogni anno una porzione di terra
grande quanto l’Italia divenisse improduttiva), e questo provoca la fame e
l’emigrazione di intere popolazioni. A questi problemi si potrebbe dare una
risposta naturale con strumenti e tecnologie che già esistono. Negli anni ’20
Rudolph Steiner elaborò i principi dell’agricoltura biodinamica, che applicata
in Australia, ad esempio, sta fornendo risultati straordinari invertendo il
processo di desertificazione in atto e restituendo terreni aridi
all’agricoltura. Ma si può dare anche una risposta inversa, inseguendo un falso
progresso. Sempre per fare un caso australiano, pensate allo sconvolgimento
ambientale determinato dall’immissione del coniglio in un habitat non proprio:
quella che sembrava una facile opportunità economica si è rivelata un disastro
ecologico. Seguendo il filo di questo discorso, pensate ai rischi che possiamo
correre con la manipolazione genetica, andando cioè a toccare quelli che sono i
meccanismi stessi della vita. E’ necessario contrastare il pensiero di quelli
che pensano ad una "scienza riduzionista", una scienza cioè che
limita la ricerca all’ambito del laboratorio, non curandosi delle estreme
conseguenze che da essa possono scaturire nel mondo vivente, nella natura.
L’obiezione fondamentale che si pone è proprio questa: la vita è complessa, i
processi vitali sono estremamente complicati e imprevedibili, tanto che oggi
nessuno scienziato può pensare di interpretare l’essenza della vita dal chiuso
di un laboratorio, e immaginare quali potrebbero essere le ripercussioni sulla
realtà naturale. Noi possiamo creare alimenti modificati che resistono agli
ecosistemi locali, o possiamo usare la stessa scienza per adottare la linea del
rispetto in agricoltura, per creare una coltivazione biologica o biodinamica di
alto livello. Possiamo manipolare e riprogettare la vita, o piuttosto trovare
metodi di precisione per integrare la saggezza che sta dietro il processo
evolutivo con gli ecosistemi locali. Insomma la scienza non deve ricreare la
realtà, ma la deve interpretare per migliorare il nostro rapporto con essa. La
biotecnologia non crea nulla di nuovo, gli alimenti modificati non promettono
niente di più a chi li consuma dei loro corrispondenti tradizionali. Prendiamo
un esempio storico, il pomodoro Flave Savre, un pomodoro manipolato
geneticamente per fare in modo che marcisse molto più lentamente: ebbene,
questo era un alimento virtuale perché perdeva le qualità nutritive del
pomodoro tradizionale, ed è stato un flop commerciale perché tra l’altro aveva
anche un cattivo sapore. E da qui si può giungere al punto fondamentale e cioè
controbattere quella che i fautori degli OGM denominano la "sostanziale
equivalenza" dei prodotti modificati rispetto quelli tradizionali. Questa
equivalenza è inaccettabile dal punto di vista scientifico: sostenere che un
organismo geneticamente modificato equivale al suo corrispettivo naturale, è
come sostenere che due gemelli sono la stessa persona; dire che due esseri
viventi che hanno lo stesso corredo genetico sono la stessa cosa significa
fornire un’immagine estremamente ridotta della realtà. Ebbene a questo un
medico dovrebbe ribellarsi.
La "sostanziale
equivalenza" è insostenibile per diverse argomentazioni che si possono
ridurre a tre fondamentali. Primo: quando si inserisce un gene nel DNA di un
altro organismo non si ha nessuna possibilità di prevedere dove avverrà questo
inserimento, esso avviene in maniera assolutamente casuale ed imprevedibile,
non esiste la possibilità di scelta. Per avere scienza noi dobbiamo avere
qualcosa che sia sistematicamente prevedibile, se noi consentiamo alla
tecnologia di prendere il sopravvento sulla scienza e portarci verso territori
inesplorati, apriamo la strada a conseguenze ignote, cioè a rischi non
preventivabili.
Secondo: ogni organismo vivente è
in perenne dialogo con se stesso, perché la vita è movimento, dunque noi non
possiamo prevedere quale sarà la reazione dei geni vicini all’immissione di un
gene estraneo. In ogni gene è contenuto un linguaggio che entra in relazione
con tutto ciò che incontra, lo modifica e ne è modificato, ma noi non possiamo
determinare in che modo. Terzo: il compito di ogni gene è quello di produrre
proteine, e cioè produrre proteine estranee a quelle dell’organismo che lo
ospita: potrà inibire o stimolare o alterare la produzione di proteine
essenziali, o modificarne la quantità. E alle proteine è sempre legato il
fenomeno delle reazioni allergiche, di cui si hanno già avuti notevoli esempi
per l’utilizzo di alimenti OGM.
Se non bastasse possiamo fare
riferimento al tema dei vettori: il mezzo utilizzato per introdurre il gene
esterno nel DNA sono dei virus inattivati che sono in grado di penetrare
all’interno della cellula e trasportarvi così il gene. Ma quali assicurazioni
abbiamo che questi virus, questi mosaici di parassiti genetici, nella
complessità molecolare con cui vengono a contatto non possano riattivarsi?
Ancora una volta la risposta è: nessuna.
Relazione sull’intervento di Lovanio
Berardinelli (tratto da INTERNET)
Da alcuni anni stiamo assistendo
ad un nuovo fenomeno nel settore economico, la nascita di multinazionali che si
definiscono "multinazionali di scienze della vita" attive sul mercato
farmaceutico, dell’agro business (sementiero e fitofarmaci) e veterinario. Sono
settori tra loro diversi, anche dal punto di vista merceologico, ma settori che
sono legati insieme dall’utilizzo delle biotecnologie per la realizzazione dei
loro prodotti. Queste multinazionali stanno utilizzando delle strategie
economiche molto spregiudicate ed aggressive: dai primi anni ’90 stanno
operando per acquistare aziende anche di grande dimensioni. Una di queste, la Monsanto, ha acquisito nel termine di
pochi anni nomi come Asgrov, Agracetus, De Calb, Cargil, con un
investimento di 19.000 miliardi. La Dupont,
altro grande gruppo, ha acquistato la Pioneer
con un investimento di 16.000 miliardi. Questi investimenti sembrano avere
una logica anti-economica, esse pagano le aziende che rilevano molto più del
loro reale valore, come se cercassero di eliminare un potenziale concorrente
piuttosto che ottenere un risultato economico a breve termine. Accanto alle
acquisizioni abbiamo le fusioni: Ciba
Geigy e Sandoz creano Novartis che nel 1997-98 aveva un
fatturato di 42.000 miliardi, la quale ha fuso recentemente il suo settore
agro-alimentare con Astra Zenic.
Ancora, Aventis nasce dalla fusione
della francese Rhone Poulenc e della
tedesca Hoest.
La
situazione attuale è la seguente: quattro multinazionali detengono il 25% del
mercato sementiero (ma oltre il 90% del mercato delle sementi transgeniche) e
dietro questi grandi gruppi si nota una tale polverizzazione da indurre a
pensare che questo andamento non potrà che rafforzarsi in futuro non potendo
delle aziende di medie dimensioni contrastare la concorrenza di grandi gruppi
economici, e l’obiettivo sembra chiaro: riconvertire il settore sementiero
tradizionale in biotecnologico. Ma il dato impressionante è che ritroviamo gli
stessi nomi nel settore dei fitofarmaci, dove le stesse aziende detengono il
55% del mercato, e addirittura nel settore farmaceutico, dove le stesse multinazionali hanno una
posizione dominante. Insomma due cardini dell’economia e della vita di ciascun
individuo, l’agricoltura e la farmaceutica, sono controllate in una situazione
di sostanziale oligopolio da pochissimi gruppi multinazionali.
Articolo di
AGNÈS SINAI - Ricercatrice.
Stato di allerta alla Monsanto: dopo lo scandalo Terminator,
prima pianta assassina nella storia dell'agricoltura (1), l'azienda si dibatte
tra politica difensiva e aggressività strategica. I problemi erano iniziati con
l'acquisto, per la somma di 1,8 miliardi di dollari, dell'impresa Delta & Pine Land. La Monsanto entrava così in possesso di un
brevetto che, grazie ad una tecnica di ingegneria genetica, permetteva di
«bloccare» i semi inibendone la ricrescita da un anno all'altro, il che valse a
questa tecnica di sterilizzazione il soprannome di «Terminator» da parte della Rafi (The Rural Advancement Foundation International).
Di fronte alla levata di scudi
provocata a livello internazionale, il presidente della Monsanto, Bob Shapiro, annunciò il ritiro del prodotto, prima di
dare le dimissioni.
Da allora, la multinazionale ha abbandonato lo slogan di
un tempo - «Cibo, salute, futuro» - e cerca di rifarsi un nome. Produrre OGM
(si parla pudicamente di biotecnologie, “Biotech”) è, infatti, un'impresa ad
alto rischio, sia in termini di immagine che di investimenti. Senza parlare di
possibili incidenti biologici: minacce alla biodiversità e comparsa di insetti
mutanti, resistenti agli insetticidi incorporati nelle piante transgeniche
(2). Negli Stati Uniti, l'Agenzia
per la protezione dell'ambiente (EPA) ha già incoraggiato gli agricoltori a
destinare almeno il 20% delle loro terre a coltivazioni convenzionali per
permettere lo sviluppo di insetti non resistenti al transgene Bacillus thuringiensis.
Organismi geneticamente
«migliorati» Sono rischi sufficienti a spiegare come mai, nel valzer delle
fusioni-acquisti e delle ristrutturazioni, l'agrochimica, che comprende le
biotecnologie vegetali (cioè gli OGM), sia sistematicamente isolata dagli altri
settori, in modo da compartimentare il rischio transgenico. È in questa logica
che Aventis cerca di svincolarsi da CropScience, la sua branca agrochimica.
L'azienda aveva infatti commercializzato il mais transgenico “Starlink”, capace di provocare allergie
nell'uomo.
Benché destinato esclusivamente
all'alimentazione animale, il mais è stato ritrovato in notevoli quantità nelle
patatine e nei corn-flakes dei consumatori americani, come pure nei dolci della
ditta Homemade Baking venduti in
Giappone. È sempre in questo contesto che nasce, nell'ottobre 2000, il primo
gruppo mondiale di agrochimica, Syngenta,
- risultato della fusione della svizzera Novartis
(Azienda ben nota come produttrice di farmaci per Chemioterapia [nota
dell'autore del presente sito] con l'anglo-svedese Astra-Zeneca (anch'essa azienda ben nota come produttrice di
farmaci per Chemioterapia [nota dell'autore del presente sito]) – che
realizzerà un giro d'affari di circa otto miliardi di euro. Monsanto, dopo la fusione con Pharmacia & Upjohn, una grande ditta farmaceutica (anch'essa azienda ben
nota come produttrice di farmaci per Chemioterapia [nota dell'autore del
presente sito]), si occupa ormai solo di agricoltura, con un giro d'affari che
nel 2000 ha raggiunto i 5,49 miliardi di dollari. Ha ceduto a Pharmacia il suo medicinale di punta
antiartrite, il Celebrex, per
specializzarsi nella produzione di prodotti fitosanitari, di semi agricoli e,
in particolare, di semi geneticamente modificati. Monsanto è ora, a livello mondiale, la seconda casa produttrice di
semi (dopo Pionneer) e di fitosemi
dopo Syngenta ed è il numero uno
degli erbicidi grazie al Roundup,
l'erbicida più venduto al mondo (il suo giro d'affari nel 2000 è stato di 2,6
miliardi di dollari, quasi la metà di quello del gruppo). Il suo obiettivo è
quello di fare accettare i prodotti transgenici convincendo l'opinione pubblica
che è meglio nutrirsi con una pianta transgenica piuttosto che con una irrorata
di pesticidi (3). Strategia che si agghinda di fronzoli filantropici ed
ecologici per superare gli ultimi ostacoli.
Senza lesinare in fatto di
«etica», Monsanto ha così adottato,
nel gennaio 2001, un nuovo codice comportamentale che contiene cinque impegni:
«dialogo», «trasparenza», «rispetto», «condivisione» e «benefici».
Secondo il direttore generale di Monsanto-Francia, Jean-Pierre Princen, i
consumatori europei - i più restii agli OGM - devono capire che un organismo
geneticamente modificato non è altro che un organismo geneticamente migliorato.
Da qui la nascita di una nuova Monsanto,
indicata all'interno dell'azienda come «progetto M2»: i suoi semi sono
ecologici e ottimi per la salute. Coloro che ne dubitano sono semplicemente
male informati.
Oggi, le équipe della multinazionale si riuniscono a
Ho-Chi-Minh-City per vendervi i loro erbicidi e per stringere relazioni
privilegiate con i media, gli scienziati e i membri del governo vietnamita.
Dalle Filippine all'Argentina, si vuole disporre di una totale libertà
d'azione: «Free to operate» («carta bianca») nel gergo della casa.
All'esterno, dunque, sarà
opportuno mettere in risalto le qualità ecologiche degli OGM, di cui il gruppo
commercializza due varietà.
Il primo, il gene Bt, nato dal
batterio Bacillus thuringiensis,
diffonde le proprie tossine insetticide, il che permette di diminuire la
vaporizzazione di pesticidi supplementari: un raccolto di cotone detto «Bt» ne
subirà due invece di sei o otto. Seconda varietà: il Roundup Ready, concepito per resistere all'erbicida Roundup. Così, l'agricoltore compra in
kit sia il seme che l'erbicida! Il Roundup
è presentato dalla ditta come un prodotto biodegradabile, e questo le è valso
un processo per pubblicità menzognera, intentato dalla Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes (Dgccrf) di
Lione (Direzione generale per la concorrenza, il consumo e la repressione delle
frodi).
Rischi di sterilità: negli Stati
Uniti, l'EPA calcola tra i 20 e i 24 milioni di chilogrammi il volume annuo di
glifosato utilizzato (4). Il prodotto è presente in modo massiccio soprattutto
nella produzione di soia, grano, fieno, nei pascoli e nelle maggesi. Dal 1998,
la sua utilizzazione è aumentata di quasi il 20% all'anno. Contenuto nel Roundup, è l'erbicida più venduto al
mondo e rende ogni anno alla Monsanto
circa 1,5 miliardi di dollari. Il brevetto è scaduto nel 2000, ma la ditta
conserverà una parte del monopolio grazie alle piante geneticamente modificate,
concepite per essere tolleranti al glifosato. In Bretagna, questo pesticida
figura tra gli inquinanti pericolosi e regolari: nell'ottobre 1999 superava di
172 volte la norma nell'Elorn, che fornisce acqua potabile ad un terzo del
Finistère, «il che prova che la dichiarata biodegradabilità del Roundup è una impostura» spiega la
dottoressa Lylian Le Goff, membro della missione Biotecnologie
dell'associazione France Nature
Environnement (Francia Natura Ambiente).
L'inquinamento da pesticidi del suolo, dell'acqua e
dell'acqua piovana, dell'insieme della catena alimentare e dell'aria è
diventato un serio problema di salute pubblica che l'amministrazione francese
ha tardato a prendere in considerazione. Ne consegue, per la dottoressa Le
Goff, «l'assoluta necessità di applicare il principio di precauzione
riconsiderando la sollecitazione ad utilizzare pesticidi, soprattutto se
incoraggiata da una pubblicità falsa, che vanta l'innocuità e la
biodegradabilità dei prodotti a base di glifosato».
L'ingestione di pesticidi da parte del consumatore
sarebbe nettamente più alta se le piante geneticamente modificate dovessero
diffondersi, visto che queste ne sono impregnate.
Come le diossine, anche i
pesticidi - tra cui il glifosato - non sono biodegradabili nel corpo umano e
costituiscono un vero e proprio inquinamento invisibile (5). Le loro molecole
cumulano effetti
allergizzanti, neurotossici, cancerogeni, mutageni e ormonali alterando la fertilità maschile.
allergizzanti, neurotossici, cancerogeni, mutageni e ormonali alterando la fertilità maschile.
Hanno proprietà simili a quelle
degli ormoni femminili, gli estrogeni: globalmente, queste azioni ormonali
sarebbero responsabili di una diminuzione del 50% del tasso di produzione
spermatica registrato negli ultimi cinquant'anni. Se il declino spermatico
dovesse proseguire, la clonazione si imporrebbe alla specie umana intorno al
2060! Oltre che biodegradabili, i semi transgenici compatibili con il Roundup sono presentati dalla Monsanto come «amici del clima» (climate
friendly), dato che il loro impiego permetterebbe agli agricoltori di ridurre,
o addirittura eliminare l'aratura, permettendo lo stoccaggio nella terra di
dosi massicce di gas carbonico e di metano, con la conseguenza di ridurre del
30% le emissioni di gas carbonico degli Stati Uniti.
Resta da spiegare in cosa una coltivazione non transgenica sarebbe meno efficace... Una sola certezza: i profitti sarebbero minori, in particolare perché una coltura ordinaria farebbe a meno dell'erbicida Roundup.
Resta da spiegare in cosa una coltivazione non transgenica sarebbe meno efficace... Una sola certezza: i profitti sarebbero minori, in particolare perché una coltura ordinaria farebbe a meno dell'erbicida Roundup.
L'improvvisa vocazione ecologica
della Monsanto e lo zelo del suo
«presidente per lo sviluppo sostenibile», Robert B. Horsch, convergono con gli
interessi di chi vende i diritti ad inquinare, come quei proprietari terrieri
del Montana, già riuniti in una Coalizione per la vendita di diritti di
emissione di gas carbonico (6).
Se la fraseologia ad uso esterno
della nuova Monsanto è centrata su
«tolleranza», «rispetto» e «dialogo», il vocabolario strategico si fa
nettamente più crudo all'interno. La «filosofia» dell'azienda, come è stata
esposta da Ted Crosbie, direttore del programma di sviluppo vegetale, ad
un'assemblea di dirigenti della Monsanto-America
latina nel gennaio 2001, non usa sfumature: «consegniamo insieme il
pipeline e il futuro». Detto più chiaramente, si tratta di inondare di OGM le
superfici agricole disponibili per occupare terreno - e in modo irreversibile.
L'America latina è, da questo punto di vista, «un ambiente vincente»: Monsanto valuta che nel solo Brasile
restano ancora 100 milioni di ettari di superfici da «sviluppare».
Purtroppo, questo paese continua
ad essere restio agli OGM, lamentano Nha Hoang e i suoi colleghi del gruppo Monsanto incaricati della strategia
«free to operate» in America latina: «È già il secondo produttore mondiale di
Soia transgenica dopo gli Stati Uniti, e probabilmente sarà presto il primo. È
la più grande potenza economica dell'America latina, ma è la sola in cui le
coltivazioni transgeniche non hanno ancora ricevuto il permesso. I giudici
hanno ritenuto viziato il processo di autorizzazione della Soia transgenica Roundup Ready, perché non erano stati
condotti appropriati studi d'impatto ambientale; sono arrivati a sostenere che
l'attuale agenzia di regolazione delle biotecnologie sia stata costituita in
modo illegale». La regolarizzazione dello statuto dell'agenzia in questione,
CtnBio, attende la ratifica da parte del Congresso brasiliano... Obiettivo:
ottenere il «pipeline» per la Soia transgenica per aprire la strada ad altre
autorizzazioni che consentano di immettere sul mercato: Mais Yieldgard, Cotone
Bollgard e Cotone Roundup Ready
nel 2002; Mais Roundup Ready nel 2003; Soia insetticida Bt nel 2005. Intanto, Monsanto investe 550 milioni di dollari nella costruzione di una
fabbrica che produrrà il suo erbicida Roundup
nel nord-est dello Stato di Bahia.
La strategia della multinazionale è centrata sulla biotech acceptance: fare accettare gli OGM dalla società, poi - o in concomitanza - inondare i mercati. Allo scopo vengono lanciate massicce campagne di aggressione pubblicitaria. Negli Stati Uniti, gli spot televisivi sono comprati direttamente dall'organo di propaganda delle imprese del settore, il Council for Biotechnology Information. La Monsanto è cofondatrice di questo organismo, che centralizza le informazioni relative ai «benefici dei biotech»: «La televisione è uno strumento importante per fare accettare i biotech. Perciò fate attenzione agli spot pubblicitari e fateli vedere alla vostra famiglia e agli amici», è l'invito di Tom Helscher, direttore dei programmi di biotechnology acceptance nella sede di Monsanto, a Crève-Coeur (Missouri). Soprattutto, si devono rassicurare gli agricoltori americani
che, spaventati in particolare per i loro mercati esteri, esitano a comprare semi geneticamente modificati.
Anche se Aventis Crop Science, Basf, Dow Chemical, DuPont, Monsanto, Novartis, Zeneca Ag Products hanno lanciato massicce campagne di propaganda negli Stati Uniti, esitano ancora a fare altrettanto in Europa... In Gran Bretagna, l'équipe commerciale della Monsanto si dichiara soddisfatta dei risultati del proprio programma di «perorazione in favore delle biotecnologie» che permette ai dipendenti del settore commerciale, dopo una formazione garantita dall'impresa, di autoproclamarsi «esperti» nella materia ed andare quindi a vantare i meriti dei prodotti transgenici tra i contadini e nelle scuole. «Non c'è niente di meglio che un eccesso di comunicazione», sostiene Stephen Wilridge, direttore della Monsanto-Europa del Nord.
La strategia della multinazionale è centrata sulla biotech acceptance: fare accettare gli OGM dalla società, poi - o in concomitanza - inondare i mercati. Allo scopo vengono lanciate massicce campagne di aggressione pubblicitaria. Negli Stati Uniti, gli spot televisivi sono comprati direttamente dall'organo di propaganda delle imprese del settore, il Council for Biotechnology Information. La Monsanto è cofondatrice di questo organismo, che centralizza le informazioni relative ai «benefici dei biotech»: «La televisione è uno strumento importante per fare accettare i biotech. Perciò fate attenzione agli spot pubblicitari e fateli vedere alla vostra famiglia e agli amici», è l'invito di Tom Helscher, direttore dei programmi di biotechnology acceptance nella sede di Monsanto, a Crève-Coeur (Missouri). Soprattutto, si devono rassicurare gli agricoltori americani
che, spaventati in particolare per i loro mercati esteri, esitano a comprare semi geneticamente modificati.
Anche se Aventis Crop Science, Basf, Dow Chemical, DuPont, Monsanto, Novartis, Zeneca Ag Products hanno lanciato massicce campagne di propaganda negli Stati Uniti, esitano ancora a fare altrettanto in Europa... In Gran Bretagna, l'équipe commerciale della Monsanto si dichiara soddisfatta dei risultati del proprio programma di «perorazione in favore delle biotecnologie» che permette ai dipendenti del settore commerciale, dopo una formazione garantita dall'impresa, di autoproclamarsi «esperti» nella materia ed andare quindi a vantare i meriti dei prodotti transgenici tra i contadini e nelle scuole. «Non c'è niente di meglio che un eccesso di comunicazione», sostiene Stephen Wilridge, direttore della Monsanto-Europa del Nord.
Il sistema scolastico costituisce
evidentemente un elemento strategico nella conquista dell'opinione pubblica. Il
programma Biotechnology Challenge 2000,
parzialmente finanziato dalla Monsanto,
ha visto il 33% degli studenti liceali irlandesi produrre ricerche sul ruolo
delle biotecnologie nella produzione alimentare. Mobilitato per distribuire
premi e trofei, il commissario europeo incaricato della protezione della salute
dei consumatori, David Byrne in persona, non ha «alcun dubbio sul fatto che
esiste un legame tra la riluttanza dei consumatori nei confronti delle
biotecnologie e la mancanza di una seria informazione sull'argomento». Per il
2001, il direttore della Monsanto-Irlanda,
Patrick O'Reilly spera in una più ampia partecipazione, perché «questi studenti
sono consumatori consapevoli e decideranno del futuro».
La multinazionale impara a
decodificare, ma anche a riciclare i messaggi e le attese della società. Da
alcuni mesi, Monsanto oscilla tra velleità
di dialogo e rifiuto viscerale nei confronti delle più importanti
organizzazioni non governative che contestano le presunte qualità degli OGM.
A cominciare da Greenpeace,
definita un «criminale contro l'umanità» dall'inventore svizzero del riso dorato,
Ingo Potrykus, che lavora alla Syngenta.
Il riso dorato è un riso transgenico arricchito di beta-carotene (vitamina A),
dunque un OGM di seconda generazione, detto «alicament» per le sue pretese
curative, oltre che alimentari.
Primo riso terapeutico nella
storia dell'agricoltura, è molto atteso dalle grandi industrie biotecnologiche:
con lui gli ultimi scettici non avranno più dubbi sul carattere
fondamentalmente virtuoso del progetto OGM. La vitamina A, integrata per
transgenesi, sarà, alla fine, il promotore morale dell'alimentazione
transgenica mondiale: chi si azzarderà ancora a criticarne i meriti, quando
tanti bambini del terzo mondo sono colpiti da cecità per carenza di
beta-carotene ?
Chi oserà più dubitare che la
vocazione di fondo del commercio di semi transgenici sia nutritiva, ecologica
ed umanitaria ?
Una contestazione demoniaca
Rimane il fatto che l'efficacia del Riso dorato per le popolazioni interessate
è poco credibile: Greenpeace e altri lo dimostrano per assurdo, chiarendo in
particolare, con l'aiuto dei microgrammi, che per ingerire ogni giorno una dose
sufficiente di vitamina A, un bambino del terzo mondo dovrebbe compiere
un'impresa eroica: ingerire 3,7 chilogrammi di Riso dorato bollito al giorno,
invece di due Carote, un Mango e una ciotola di Riso. Ed ecco la reazione
pubblica di Potrykus, durante una conferenza stampa a Biodivision, il «Davos» delle biotecnologie, tenuta a Lione nel
febbraio 2001: «Se avete intenzione di distruggere le coltivazioni sperimentali
a scopo umanitario di Riso dorato, sarete accusati di contribuire ad un crimine
contro l'umanità. Le vostre azioni saranno scrupolosamente registrate in
tribunale e avrete, spero, modo di rispondere dei vostri atti illegali e
immorali davanti ad una corte internazionale». Criminali contro l'umanità,
dunque, tutti coloro che dubitano e contestano, sono addirittura definiti
«demoni della terra» (Fiends of the Earth), gioco di parole che richiama sia il
nome inglese degli Amici della Terra (Friends of the Earth) che un sito web
molto apprezzato dal personale della Monsanto.
Se la contestazione politica è
per sua natura «demoniaca», il «dialogo» non può proseguire. Eppure, la nuova Monsanto s'impegna, nella sua carta
deontologica, «a instaurare un dialogo permanente con tutti i soggetti
interessati, per comprendere meglio problematiche e preoccupazioni suscitate
dalle biotecnologie».
Dietro questa apparente
sollecitudine si mette in moto una vera e propria strategia commerciale, quella
della doppia conformità: conformità a posteriori, dell'immagine dei prodotti
OGM con le attese dei consumatori; conformità delle menti, attraverso
propaganda pubblicitaria e comunicazione intensiva. Perché, se il solo e unico
scopo della Monsanto è far passare il
suo progetto biopolitico mondiale, la nuova Monsanto
ha bisogno di mostrare un'etica, necessariamente a geometria variabile, visto
che è la multinazionale stessa a dettarne le regole.
A tal fine, la società ha
affidato ad una specialista mondiale delle comunicazioni d'impresa, Wirthlin Worldwide,
il compito di «trovare meccanismi e strumenti che aiutino la Monsanto a persuadere i consumatori con
la ragione e a motivarli con l'emozione».
Questo sondaggio degli
atteggiamenti mentali - battezzato «progetto Vista» - è basato sulla «rilevazione
dei sistemi di valori dei consumatori».
Si tratta, a partire dalla
raccolta di dati, di elaborare «una cartografia a quattro livelli dei modi di
pensare (...): i preconcetti, i fatti, i sentimenti e i valori. Negli Stati
Uniti, i risultati dello studio hanno permesso di elaborare messaggi che
colpiscono il grande pubblico, di individuare cioè l'importanza dell'argomento
a sostegno dei biotech: meno pesticidi nei vostri piatti».
In Francia, i dipendenti della Monsanto sono stati sottoposti a questa
indagine durante un colloquio confidenziale ove si presumeva potessero
esprimere liberamente il loro pensiero sulle biotecnologie, «nel bene o nel
male», dato che l'obiettivo era formare dei «portavoce che utilizzeranno i
messaggi studiati per il grande pubblico».
Inquinamento genetico L'accesso
al materiale genetico, e ai mercati, col beneficio di una totale libertà di
manovra, è la duplice priorità definita dal concetto «free to operate». La
messa a punto di un OGM costa tra i 200 e i 400 milioni di dollari e richiede
dai sette ai dieci anni. Come contropartita per un tale investimento, la
multinazionale deve necessariamente ottenere una rendita, garantita dalla
dipendenza rispetto al brevetto depositato sulla pianta. Per potere riseminare
da un anno all'altro, bisognerà ogni volta pagare royalties all'impresa. Ogni
varietà che comporti un organismo geneticamente modificato sarà protetta dal
brevetto, il che implica, per l'agricoltore, l'acquisto di una licenza.
Il rischio, a (breve) termine, è
quello di dare ai grandi produttori di semi la possibilità di bloccare tutto il
sistema, monopolizzando il patrimonio genetico mondiale e creando una
situazione irreversibile: l'agricoltore non potrebbe più recuperare questo
patrimonio per tornare a selezionare lui stesso.
Questo poteva porre un problema
alla Monsanto anche in base al suo
stesso codice comportamentale che l'impegna a «far sì che gli agricoltori senza
risorse del terzo mondo possano beneficiare della conoscenza e dei vantaggi di
tutte le forme di agricoltura, per contribuire a migliorare la sicurezza
alimentare e la protezione dell'ambiente».
Ed ecco allora la generosa
concessione al Sudafrica del brevetto sulla Patata dolce transgenica, nella
speranza di un più ampio insediamento sul continente nero. «In Africa, potremmo
con pazienza ampliare le nostre posizioni con lo Yield Gard, e anche con il Mais
Roundup Ready.
Parallelamente, dovremmo pensare a diminuire o a
eliminare i diritti sulle nostre tecnologie adattate alle culture locali, come
la Patata dolce o la Manioca».
Strategia a due facce, dove si
mostrano intenzioni generose per prendere piede in mercati poco disponibili, o
meno solvibili, ma potenzialmente dipendenti. Un procedimento simile a quello
che ha portato a impiantare il riso dorato della Syngenta in Thailandia (per metterlo a disposizione gratuitamente è
stato necessario togliere 70 brevetti) o ad usare la vacca da latte indiana
dopata al Polisac della Monsanto (ormone proibito nell'Unione
europea), per arrivare a conquistare mercati locali poco attratti dalle
biotecnologie.
D'altro canto poi, la Monsanto ha recentemente fatto
condannare Percy Schmeiser, agricoltore canadese, ad una multa di circa 22
milioni di lire per «pirateria» di colza transgenica. L'interessato ha
contrattaccato accusando la Monsanto
di avere accidentalmente inquinato i suoi campi di colza tradizionale con colza
transgenica tollerante al Roundup.
Ma la giustizia è in grado di stabilire l'origine di un
inquinamento genetico? Questo caso, che rischia di ripresentarsi, mostra la
difficoltà di contenere le disseminazioni accidentali di OGM.
In Francia, queste sono
sottoposte alla legge del silenzio. Nel marzo del 2000, diversi lotti di semi
convenzionali di Colza primaverile della società Advanta, contaminati da semi OGM di un'altra società, sono stati
seminati in Europa. Le piante sono state distrutte. Nell'agosto 2000, alcune
varietà di Colza invernale, controllate dalla Dgccrf, hanno rivelato
contaminazioni da semi OGM.
Ma nessun OGM di Colza è ancora
autorizzato per la coltivazione o il consumo in Francia.
Già da ora, la tracciabilità mostra le sue crepe. Le contaminazioni fortuite sono sempre più frequenti.
Già da ora, la tracciabilità mostra le sue crepe. Le contaminazioni fortuite sono sempre più frequenti.
Un responsabile sanitario della
Lombardia ha recentemente denunciato la presenza di OGM in lotti di semi di soia
e di Mais della Monsanto. OGM sono
stati rilevati in stock di semi di Mais depositati a Lodi, vicino a Milano. La
pressione in Europa salirà, visto che la Soia importata - ormai massicciamente
transgenica - sostituirà le farine animali oggi proibite.
Ma l'obiettivo delle industrie
che producono semi transgenici non è forse quello di vedere sparire la filiera
senza OGM, contando sugli alti costi di controllo che essa comporta? È
probabile che nei prossimi anni gli agricoltori trovino sempre maggiori difficoltà
a procurarsi semi provenienti da questa filiera. La ricerca mondiale si orienta
verso i semi transgenici, e dunque non è impensabile che le varietà non-OGM
finiscano con l'essere inadatte all'evoluzione delle tecniche agricole, se non
completamente obsolete.
Si può dunque dubitare della
«trasparenza» mostrata dalla Monsanto.
Il consumatore dipende delle informazioni fornite
dall'impresa. Ogni costruzione genetica è considerata un brevetto e non esiste
alcun obbligo legale, per una società, di fornire il test a laboratori privati
per eseguire analisi di controllo. In Francia, la descrizione di una
costruzione genetica è depositata presso la Dgccrf che è la sola a poter
effettuare analisi. Non essendo però abilitata a farlo a titolo commerciale,
non può essere utilizzata a questo scopo da consumatori o industriali.
Il consumatore dovrà dunque
accontentarsi di sapere che l'industria commercializza i semi solo dopo che
questi hanno ricevuto l'autorizzazione a essere utilizzati per l'alimentazione
umana e dopo essersi impegnata a «rispettare le preoccupazioni d'ordine
religioso, culturale ed etico nel mondo non utilizzando geni provenienti
dall'uomo o da animali nei [suoi] prodotti agricoli destinati all'alimentazione
umana o animale». La recente nomina alla direzione dell'EPA americana di una ex
dirigente della Monsanto, Linda
Fischer, fa pensare che non solo la nuova Monsanto
non è fuori legge, ma mira a fare la legge.
note:
(2) Il rischio di disseminazione incontrollata
è stato uno dei motivi invocati da Josè Bové e da altri due contadini per
giustificare la distruzione di piante di Riso transgenico nelle serre del
Centro di
Cooperazione Internazionale e Ricerca Agronomica per lo Sviluppo (Cirad), avvenuta a Montpellier nel 1999. I tre militanti, condannati il 15 marzo scorso a pene detentive con la condizionale, hanno presentato ricorso.
Cooperazione Internazionale e Ricerca Agronomica per lo Sviluppo (Cirad), avvenuta a Montpellier nel 1999. I tre militanti, condannati il 15 marzo scorso a pene detentive con la condizionale, hanno presentato ricorso.
(3) Persone delle Editions de l'Institut national de la recherche agronomique (Inra) hanno pubblicato un fumetto (La Reine rouge, testi e illustrazioni di Violette Le Quéré Cady, Parigi, 1999) la cui lettura e utilizzazione sarebbe, diciamo, raccomandata al personale della Monsanto. Si tratta di un panegirico a favore degli OGM, in nome della pericolosità degli insetticidi.
(4) Cifre citate da Caroline Cox,
«Glyphosate», Journal of Pesticide Reform, autunno 1998, vol. 18, n° 3,
pubblicato dalla Northwest Coalition for Alternatives to Pesticides.
(5) Leggere a questo proposito il
lavoro di Mohammed Larbi Bouguerra, La Pollution invisible, Puf, Parigi, 1997.
Conclusione al capitolo 3
L'importanza estrema da un
consumo alimentare quasi esclusivamente fondato su Frutta fresca, Cereali
integrali e Verdure fresche riposa sull'opinione personale dell'autore del
presente lavoro che la guarigione dal Cancro debba basarsi in prima battuta
(vedi cap. 4), sull'attivazione di una risposta immunitaria completa (Teoria
Immunitaria), in antitesi assoluta alla Chemio-Terapia, e che pertanto la
risposta immunitaria deve avvalersi di una perfetta efficienza enzimatica
anti-ossidativa soprattutto a carico dei globuli bianchi, dato il difficile
ambiente neoplastico di attività anti-tumorale (vedi cap.4 del libro:"La
terapia dei tumori con Gadolinio 159 in Risonanza Magnetica Nucleare",
Dott Giuseppe Nacci, seconda Edizione in INTERNET), nonché di meccanismi ancora
sconosciuti a carico delle stesse cellule malate e che ne permettono
l'eliminazione selettiva mediante molecole selettive (vedi Bio-Chemio-Terapia,
cap.5).
Nella complessiva Cascata
Immunitaria susseguente, eventi quali la febbre, l'infiammazione locale, e
altri fenomeni di attivazione biologica da parte dell'organismo malato contro
il tumore, devono essere attentamente modulati e seguiti, intervenendo con una
modificazione o una integrazione ulteriore di quanto già indicato.
Piante italiane
anti-cancro da coltivare presso Aziende
di Agriturismo Biologico o di Agricoltura Biologica
Allium ascalonicum (Scalogno)
Allium cepa ( Cipolla)
Allium porrum ( Porro)
Allium sativum (Aglio)
Allium schoenosprasum (Erba cipollina)
Allium ursinum (Aglio orsino)
Allium
vineale (Aglio delle Vigne)
Capparis spinosa (Capperi)
Capsella bursa
pastoris
(Borsa del Pastore)
Brassica
oleracea (Cavolo)
Brassica
oleracea capitata (Cavolo Cappuccio)
Brassica
oleracea bullata (Cavoletti di Bruxelles)
Brassica
oleracea botrytis (Cavolfiore)
Brassica
oleracea botrytis aut italica (Broccoli)
Brassica rapa (Rapa)
Brassica
oleracea
(Cavolo di Mare)
Raphanus
sativus parvus (Ravanello)
Melilotus officinalis (Meliloto)
Anthyllis vulneraria (Vulneraria comune)
Sedum sexangulare (Borragina insipida)
Carlina
acaulis
(Carlina)
Stellaria media (Centocchio)
Malva
sylvestris
(Malva)
Stachys
arvensis
aut Betonica
officinalis (Betonica)
Campanula
rapunculus
(Raperonzolo)
Muscari comosum (Cipollaccio, Giacinto dal
Pennacchio)
Prunus cuscus aculeatus (Pungitopo)
Galium aparine (Attaccavesti)
Rubus idaeus (Lampone)
Sysymbrium
officinalis (Erisimo)
Lapsana
communis
(Lassana, Erba delle Mammelle)
Lysimachia
nummularia
(Lisimachia)
Lysimachia
vulgaris
(Mazza d’oro)
Galium album (Caglio bianco)
Myrtus
communis
(Mirto)
Laurus nobilis (Alloro)
Cnicus
benedictus
(Cardo benedetto)
Calamintha officinalis (Calaminta, Nepitella)
Capanula
piramidais
(Campanula piramidale)
Lonicera
etrusca
(Madreselva, Caprifoglio)
Asparagus
acutifolius aut racemosus (Asparago selvatico)
Lithospermum
officinalis aut ruderale (Migliarino)
Umbelicus
rupestris
(Ombelico di Venere)
Tropaeolum majus (Nasturzio, Cappuccina)
Sedum album (Erba pignola)
Antirrhinum majius (Bocca di Leone)
Eupatorium cannabinum (Canapa d’Acqua)
Matthiola situata (Violacciocca gialla)
Calendula
officinalis (Calendola)
Satureja
montana
(Santoreggia)
Hypericum
perforatum
(Iperico)
Cichorium
intybus
(Cicoria selvatica)
Borrago
officinalis (Borragine)
Oenothera
biennis
(Enotera, Rapunzia)
Rhamnus
frangula
(Frangola)
Rheum
officinale
(Rabarbaro)
Capsicum
frutescens
aut annum
(Peperoncino)
Coriandrum sativum (Coriandolo)
Arctium lappa (Bardana)
Artemisia
dracunculus (Dragoncello)
Artemisia vulgaris (Amarella)
Artemisia absithium (Assenzio)
Salvia
officinalis (Salvia)
Thymus
vulgaris
(Timo)
Tussilago
farfara
(Farfara)
Drosera
rotundifolia (Drosera)
Rumex acetosa (Acetosa)
Crocus sativus (Zafferano)
Trifolium
rubeus
(Trifoglio rosso)
Trifolium pratense (Trifoglio dei Prati)
Taraxacum
officinalis (Dente di Leone)
Thymus
serpillum
(Serpillo)
Viola tricolor (Viola del Pensiero)
Rosmarinus
officinalis (Rosmarino)
Nepeta cataria (Erba gattaria)
Althaea
officinalis (Altea, Malvarosa)
Rumex crispus (Romice comune, Lapazio)
Melissa officinalis (Melissa)
Pulmonaria
officinalis (Polmonaria)
Hieracium
pilosella
(Pilosella)
Glechoma hederacea (Edera terrestre)
Levisticum
officinale
aut Meum
mutellina (Levistico, Sedano di Monte)
Mentha species (Menta)
Alchimilla
alpina
aut vulgaris (Alchemilla, Erba Stella)
Ajuga reptans (Bugula)
Origanum
vulgare
(Origano)
Achillea
millefolium (Achillea)
Alliaria
officinalis aut petiolata (Alliaria)
Agrimonia
eupatoria
(Agrimonia)
Foeniculum
vulgare
(Finocchio selvatico)
Diplotaxis tenuifolia (Rucola selvatica)
Plantago major (Piantaggine maggiore)
Eryngium
amethystinum aut campestre aut maritimum (Eringio)
Tanacetum
balsamita
aut Chrysanthemum
balsamita (Balsamite odorosa,
Erba di San Pietro)
Lippia
citiodora
aut Aloysia
triphylla (Erba Luisa, Cedrina)
Erica cinerea aut Calluna vulgaris (Brugo)
Artemisia abrotanum (Abrotano)
Cuminum
cyminum
(Cumino, Cumino romano)
Linum
usatissimum (Lino)
Silybum
marianum
(Cardo mariano)
Ribes nigrum (Ribes nero)
Fragaria vesca (Fragolina)
Matricaria
camomilla
(Camomilla vera)
Tanacetum parthenium (Partenio)
Inula helenium (Enula campana, Elenio)
Agropyrum repens (Gramigna)
Berberis vulgaris (Crespino)
Petroselinum
crispum
aut sativum
(Prezzemolo)
Hyssopus officinalis (Issopo)
Humulus lupulus (Luppolo)
Vebascum
thapsus
(Verbasco, Tasso barbasso)
Filipendula ulmaria aut Spiraea ulmaria (Regina dei Prati)
Buphthalmum
salicifolium (Asteroide salicina , Occhio di Bue)
Juniperus communis (Ginepro)
Verbena officinalis (Verbena)
Rosa canina (Rosa canina, Rosa di
Macchia)
Allium ampeloprasum (Porro selvatico)
Aesculus hippocastanum (Ippocastano)
Cupressus sepervirens (Cipresso)
Rubus
fruticosus
(Mora)
Tilia tormentosa aut
argentea
(Tiglio)
Solidago virga aurea (Verga d’Oro)
Echinacea purpurea, angustifolia, pallida (Pianta Pettine).
Grindelia
camporum o squarrosa
Xanthoxilum fraxineuem (Frassino spinoso).
Artemisia
mutellina (Genepi)
Artemisia
spicata (Genepi)
Aloe arborescens (Aloe)
Aloe ferox (Aloe)
Aloe vera (Aloe)
Campanula latifolia (Arcangelica)
Equisetum arvense (Coda di Cavallo).
Equisetum hiemale (Asprella)
Primula veris o officinalis (Primula, Primavera)
Sticta pulmonaria o Lobaria pulmonaria
(Lichene polmonaria)
Adiantum capillus veneris (Adianto, Capovenere, Capelvenere)
Tephorosia
purpurea (Teforosia)
Glycyrrhiza
glabra (Liquirizia)
Althaea
officinalis (Altea,
Bismalva, Malvaccione)
Annona squamosa (Annona)
Verbascum thapsus (Candela regia,
Guaraguasco, Tasso barbasso)
Smilax aspera, sarsaparilla o utilitis (Salsapariglia, Smilace)
Lycopodium
clavatum (Licopodio)
Eupatorium
perfoliatum
(Canapa acquatica)
Eupatorium
purpureum (Canapa
acquatica rossa)
Ocimum sanctum o tenuiflorum (Basilico)
Ocimum basilicum (Basilico dolce, Erba
reale, Arancio dei Ciabattini)
Chimaphila umbellata (Pirola ombrellifera)
Trigonella foenum graecum (Fieno greco).
Pulmonaria angustifolia (Polmonaria a foglie
strette)
Lamium album (Ortica bianca).
Pimpinella major (Tragoselino)
Beta vulgaris cruenta (Barbabietola rossa)
Daucus carota (Carota)
Apium graveolens (Sedano selvatico)
Cochlearia armoracia (Rafano)
Acorus calamus
(Calamo
aromatico)
Ajuga piramidalis (Ajuga)
Marrubium
vulgare
(Marrubio bianco)
Prunus
armeniaca (Albicocca)
Prunus
spinosa (Prugna)
Prunus
avium (Ciliegia)
Prunus
persica (Pesca)
Primula
hirsuta (Primula
viscosa)
Peucedanum ostruthium (Erba rena, Imperatoria)
Sempervivum montanum (Semprevivo montano)
Saxifraga
oppositifolia
(Sassifraga a Foglie opposte)
Saxifraga
aizoides
(Sassifraga dei Ruscelli)
Asparagus cochinensis (Asparago cinese)
Scutellaria baicalensis aut
latiflora (Scutellaria)
Houttuynia cordata (Ottinia)
Nelumbo nucifera
Pedicularis rostrato-capitata (Pedicolare)
Leucanthemopsis alpina (Crisantemo delle Alpi)
Gentiana
germanica (Genziana
autunnale)
Symphytum officinalis (Simfito)
Hieracium pilosella (Pilosella)
Gnafalium supinum (Zampa di Gatto)
Cicerbita alpina (Lattuga alpina)
Draba aizoides (Draba)
Cerastium
alpinum
(Spinon)
Antennaria
dioica (Antennaria)
Epilobium angustifolium (Epilobio)
Viscum album (Vischio)
Hesperis
matronalis
(Viola matronale)
Su decisione medica
specifica per il singolo caso clinico, iniziare fin dall’inizio con almeno 5-7
prodotti fitoterapici al giorno ricavati dalle circa 1.500 formulazioni varie
di tisane per Fito-Terapia (dati riservati), basate sull’utilizzo di circa 800
piante medicinali di tutto il mondo, piante necessariamente acquistate da
centri di Agricoltura Biologica oppure, in seconda istanza, dall’utilizzo di
estratti fluidi commerciali (con o senza associazione di gemmo-derivati e/o di
olii essenziali) o, in terza istanza, da perle in gelatina o, in quarta
istanza, da capsule): tutti ottenuti secondo tecniche moderne da Aziende
fito-farmaceutiche e i cui prodotti siano ritenuti, a giudizio del medico, di
sufficiente garanzia per gli scopi descritti nel presente lavoro.
L’autore del presente
lavoro ritiene che prodotti di “Omeopatia” rivestano soltanto una mera funzione
“placebo” e che non possano pertanto essere impiegati in terapia
anti-neoplastica come indicato in questo lavoro.
L’autore del presente
lavoro ritiene che i prodotti fito-terapici di tipo “spagyrico” non rivestano
alcuna particolare proprietà rispetto ai normali prodotti fito-terapici. Da
parte sua non si da quindi alcuna importanza alle “preparazioni spagyriche”.
E’ tassativamente
sconsigliato l’uso di prodotti erboristici venduti sotto forma di tavolette,
compresse, pastiglie, o comunque presentando i principi attivi fito-terapici
secchi mischiati a materiale inerte o potenzialmente tossico (zuccheri), o
comunque inadatto per gli scopi descritti dal presente lavoro. E’ assolutamente
sconsigliato acquistare qualsiasi prodotto erboristico contenuto in contenitori
di plastica anziché in confezioni di vetro scuro.
Altri particolari integratori alimentari possono
essere, secondo l'autore del presente lavoro, i seguenti:
1) Estratti vegetali in
glicerina, privi di Zucchero e di altre sostanze aggiunte: sostanzialmente
prodotti vegetali puri derivati dalla raccolta di decine di erbe, bollite a 200
gradi Celsius (in media perdita di circa il 40% dei loro principi attivi), con
successiva raccolta dei loro estratti e loro preparazione in glicerina
(pastiglie), allo scopo di poter conservare questi estratti per almeno 5-8 anni
dalla loro preparazione;si ritiene che almeno 150-200 varietà o specie di
piante, potrebbero essere ritenute ideali per tale compito di integratori
alimentari sotto forma di estratti.
2) Semi di Helianthus annuus (Girasole) crudi, macinati a freddo.
3) Semi di Citrus paradisi (Pompelmo), macinati a freddo.
4) Semi di Cucumis melo (Melone), macinati a freddo; (nota:Meloni transgenici
sono privi di semi)
5) Frutti di Citrus aurantium bergamia (Bergamotto), coltivati in Calabria.
6) Alghe marine; studi iniziali
sull'alga azzurra nord-americana (Aphanizomenon
flosaquae) del lago i Klamath
(Oregon) ne comproverebbero una sua elevata attività immuno-stimolante ( Microalghe Klamath Afa Freshâ, Green
Foodâ, Super Blue Greenâ Algae); per tutte le alghe
bisogna comunque prestare attenzione a pazienti con patologie tiroidee per
possibile controindicazione all'assunzione di Iodio, contenuto in esse.
L'impiego comunque di Alghe è fortemente discutibile: ad esempio la Spirulina maxima, molto impiegata in
diete vegetariane, non è eguagliata da nessun altro elemento in merito alla
quantità di proteine contenute: dal 60 al 70% in peso secco rispetto al 45%
delle uove essiccateal 40% della Soia, al 20% della carne; inoltre la Spirulina maxima è la fonte naturale più
ricca di vitamina B12, con un contenuto del 250% più alto di quello relativo
del Fegato. Anche l’alga di Klamath è ricca di B12.
7) Concentrato di Aglio (ricco
di Germanio organico) crudo e inodore, tenuto a macerare per lungo tempo in
salse alimentari. Induce fenomeni di apoptosi su tumori (694, 696)
8) Concentrato di Carote crude.
9) Concentrato di Beta vulgaris cruenta (Barbabietole
rosse) crude.
10) Melanzane piccanti
calabresi.
11) Rosa marina calabrese; nota:
contiene vitamina B12 e tutti e 9 gli aminoacidi essenziali: quindi somministrare solo a partire dalla
fine del primo anno di terapia.
12) Olio di Pesce: estremamente
ricco di acidi grassi insaturi Omega-3.
13) Acido butirrico: possibile
azione anti-tumorale su neoplasie solide addominali, soprattutto del colon; ciò sarebbe dovuto al fatto che
tale acido riduce la replicazione cellulare; il Plantago psyllium
(Psillio) aumenta la produzione di acido butirrico da parte di germi che
metabolizzano i particolari polisaccaridi contenuti nei Semi di tale pianta;
tali polisaccaridi possono determinare però crisi allergiche in pazienti predisposti;
in valutazione il suo Miele.
14) Cichorium intybus (Cicoria, Radicchio, o Cicorella): ipoglicemizzante, contiene
Levulosio; la sua radice è dotata anche di una chiara e spiccata attività
anti-tiroidea.
15) Cucumis sativus (Cetrioli): il suo succo è diuretico, anti-ossidativo e depurativo per
il fegato.
16) Olio di Borrago officinalis, Enothera
biennis, oppure le foglie di Nelumbium
speciosum, poiché ricchi di acidi grassi polinsaturi essenziali della serie
Omega 6, come ad esempio l'acido gamma-linolenico, l'acido linoleico: sono in
valutazione i loro rispettivi Mieli.
17) Olio di Carthamus tinctorium (Cartamo): poco conosciuto in Italia, è
particolarmente pregiato per la sua alta percentuale di acidi grassi
polinsaturi, come l'acido linoleico: ne contiene oltre il 78% contro solo l'8%
dell'olio d'Oliva; in valutazione il suo Miele.
18) Hypericum perforatum (Iperico, Erba di
San Giovanni, Mille Buchi): induce
Apoptosi sull'Eritro-leucemia e forse anche su altri tumori; tradizionalmente
usato come anti-depressivo, senza effetti collaterali noti; in valutazione il
suo Miele. Viceversa è pericoloso il suo impiego associato a Fenobarbitale (Luminaleâ, Gardenaleâ)
19) In Calabria è coltivato il Citrus aurantium bergamia (Bergamotto), il cui frutto potrebbe essere oggetto di studio
per sospettata attività anti-ossidativa e, soprattutto, capacità apoptotica su
varie linee tumorali umane.
20) Dracontium loretense (Sacha) è ritenuta come una delle migliori piante
per potere anti-ossidante specifico, ritenuto di alcuni ordini di grandezza
superiore a quello della vitamina E sintetica
(566); in valutazione il suo Miele.
21)
Rhamnus frangula o Frangula alnus (Frangula): probabilmente da assumere nella Dieta
(cruda) contendo anch'essa composti simili a quelli dell'Aloe arborescens; in valutazione il suo Miele.
22) Picramnia antidesma: probabilmente da assumere nella Dieta (cruda) contendo anch'essa
composti simili a quelli dell'Aloe arborescens; in valutazione il suo Miele.
23) Cassia angustifolia: probabilmente da assumere nella Dieta (cruda) contendo anch'essa
composti simili a quelli dell'Aloe arborescens; in valutazione il suo
Miele.
24) Rheum officinale (Rabarbaro): probabilmente da assumere nella Dieta (crudo), contendo
anch'esso composti simili a quelli dell'Aloe
arborescens; n valutazione il suo
Miele.
25) Rhamnus sagrada o purshiana: probabilmente da assumere
nella Dieta (cruda), contendo anch'essa composti simili a quelli dell'Aloe arborescens.
26) Terminalia chebula: probabilmente da assumere nella Dieta (cruda), contendo anch'essa un
composto simile (Antrachinone) a quelli contenuti nell'Aloe arborescens.
27) Capsicum frutescens o annuum (Peperoncino rosso,
Pepe di Caienna, Paprika): azione anti-ossidante, antibiotica e antidolorifica;
in valutazione il suo Miele.
28) Allium sativum (naturale o estratto inodoro): contiene Germanio organico.
29) Olio di Eugenia caryophyllata (o
Caryophyllus aromaticus, Garofano, o Chiodo di Garofano): sospettata azione
anti-neoplastica, ancora poco indagata in letteratura medica; in valutazione il
suo Miele.
30) Olio essenziale di Citrus limonum; estremamente nutriente
sia in base alle kilocalorie, sia per i fito-chimici contenuti; nota: la
spemitura dell'olio deve avvvenire a
freddo e senza solventi.
31) Citrus limonum (Limone): bisogna arrivare ad almeno 6-7 frutti al giorno,
possibilmente freschi, poiché il Limone favorisce l'eliminazione delle scorie
acide dall'organismo, aumentando la riserva di sostanze alcaline presenti nel
sangue, e aiutando inoltre l'apparato
urinario ad espellere gli acidi urici. L'assuzione del frutto dev'essere attuata
iniziando con 1 Limone al giorno nella prima settimana, stabilizzandosi poi con
7 frutti al giorno nella settima settimana di cura, e così per tutta la durata
della malattia neoplastica fino alla sperata guarigione. Induce fenomeni di
apoptosi su tumori (693).
32) In valutazione il Miele di Citrus limonum: gli alberi di Limone
fioriscono durante tutto l'arco dell'anno: in genere si hanno comunque due
fioriture principali e più abbondanti: in aprile-maggio e in settembre; una
pianta di Limone vive circa 80 anni, inizia a produrre frutti dopo 5 anni dalla
messa a dimora, e raggiunge la piena maturità a 15 anni, periodo in cui può
arrivare a produrre da 200 a 600 frutti all'anno.
33) Serenoa repens (Palma nana), efficace in caso di ipertrofia prostatica e/o tumore prostatico;
in valutazione il suo Miele.
34) Gentiana lutea (Genziana maggiore, Genziana gialla): è la pianta amara per
eccellenza, che determina un aumento della secrezione cloridrico-peptica,
favorendo in tal modo il processo della digestione. I principi attivi sono
rappresentati da 3 glucosidi di sapore amaro: la Genziopicrina, o
Genziopicroside, la Gentisina o Gentioside, la Genziomarina o Genziomaroside.
Sono inoltre presenti mucillagini, Tannini, olii. L'azione farmaco-dinamica del
fitocomplesso di Genziana lutea è
elettivamente quella eupeptica, determinata essenzialmente dai principi amari.
Questi, attraverso l'eccitazione dei recettori gustativi, producono per via
riflessa, mediante le vie nervose del vago, un incremento della secrezione di
succhi gastrici. Sempre con meccanismo riflesso, inducono anche l'escrezione di
bile nel duodeno (effetto colagogo). Le indicazioni principali sono quelle dei
disturbi digestivi caratterizzati da insufficiente produzione di succhi
gastrici, e dall'inappetenza legata a disfunzioni gastriche o a stati di
debilitazione come nel caso del Cancro. Nella dispepsia funzionale ipostenica,
in cui l'attività motoria e la secrezione di succhi gastrici sono al disotto
della norma, la Gentiana lutea
risulta utile per migliorare la digestione, per combattere l'inappetenza, la
pesantezza di stomaco, la sonnolenza post-prandiale, la sensazione di gonfiore
addominale, e favorendo invece la nutrizione e il tono dell'organismo,
aumentando anche le sue reazioni di difesa.
35) Fritillaria cirrhosa: utile come sedativo espettorante per la tosse se
concomitante allo stato neoplastico; spesso impiegata con altre piante (Fritillaria
cirrhosa, Polygala senega, Schizandra sinensis, Citrus reticulata, Glycyrrhiza
glabra); in valutazione il suo Miele.
36) Fiori di Sambucus nigra: è uno fra i migliori
antiflogistici esistenti in natura; viene prescritto nelle infiammazioni
respiratorie e delle vie urinarie; anti-ossidativo, diuretico, diaforetico,
blandamente ipotensivo, lassativo, anti-nevralgico; in valutazione il suo
Miele.
37) Clorofilla: anti-ossidativo
(da assumere prima dei pasti); nota: la Chlorella
ellipsoides ne contiene molta di più
rispetto alla più nota Spirulina maxima,
ma entrambe contengono troppe proteine.
38) Rizoma di Curcuma longa: La Curcuma (Zafferano
delle Indie, o dei Poveri), anti-elmintico, possiede anche spiccate attività
anti-infiammatorie, epato-protettive da tetra-cloruro di Carbonio, etc.); i
suoi polisaccaridi rivestono attività immuno-stimolante, ricordando l'Astragalus membranaceus.
39) Cynara scolymus (Carciofo): ricco di Triterpeni, Steroli, Guaianolidi e Flavonoidi:
coleretico, anfocoleretico, epato-protettore, anti-ossidante; privo di effetti
tossici; in valutazione il suo Miele.
40) Taraxacum officinalis (Dente di Leone, Cicoria matta, Soffione,
Pisciacane): pianta amara ben conosciuta dai gastronomi per l'ottima insalata che si ottiene dalle sue foglie; azione
colagoga, epato-protettore (riduce le Transaminasi), anti-ossidante, diuretica;
in valutazione il suo Miele.
41) Betula pendula: oltre a favorire la diuresi, ha un'azione efficace a livello
reticolo-endoteliale (meccanismo sconosciuto, forse riferibile a livello
immuno-stimolante / modulante); in valutazione il suo Miele.
42) Malpighia punicifolia (Acerola), Rosa
canina, Emblica officinalis e Myrciaria paraensis (Camu-Camu): estremamente ricche di
vitamina C naturale.
43) Angelica sinensis: analgesica, vasodilatatore e immuno-stimolante; in valutazione il suo
Miele.
44) Olio di semi d'Uva (Olio di
Vinacciolo): estremamente nutriente sia in base alle kilocalorie (900 Kcal / 100 grammi), sia per i fito-chimici
contenuti (circa 500); nota: la spremitura deve avvenire a freddo e senza
solventi.
45) Chicchi di Vitis vinifera (Vite rossa, Uva nera):
se di stagione, almeno 250 grammi al giorno, da assumere in 7-10 porzioni al
giorno.
46) Mosto d'Uva: nella stagione
autunnale almeno mezzo litro alla settimana, lontano dai pasti.
47) In valutazione il Miele di Vitis vinifera.
48) Semi di Linum usatissimum: azione anti-ossidativa e anti-tumorale (sospetta
Apoptosi) indotta dai Lignani ivi contenuti; nota: essendo lassativo, vi è il
rischio di sinergismo con l'azione lassativa dell'Aloe arborescens.
49) Coriandrum sativum (Coriandolo, Erba Cimice): riduce ed elimina le forme colitiche,
contribuendo a ridurre le forme diarroiche non infettive, come ad esempio
quellle potenzialmente indotte dall'Aloe
arborescens. Azione anti-neoplastica su base apoptotica.
50) Eleuterococcus senticosus (Acanthopanax
senticosus ) o Ginseng siberiano: esso differisce da altri tipi di Ginseng
per la tipica radice carnosa; rispetto al Panax
ginseng ha meno effetti collaterali (per quest'ultimo possibili rischi di
crisi ipertensive, e contro-indicazione assoluta in caso di ipertofia
prostatica).
51) Radice di Zingiber officinalis: azione
proteolitica (vedi cap.7); riequilibrio della flora intestinale (vedi cap.8);
attività anti-ossidante (590); attività anti-infiammatoria; in
particolare, potente azione anti-emetica, superiore a quella di 100 mg di Difenidramina (580)
o del Dimenidrinato; nota dell'autore del presente lavoro: l'azione
anti-infiammatoria dello Zenzero è dovuta sia alla inibizione della
ciclo-ossigenasi che della lipo-ossigenasi, con inibizione quindi sia della
formazione dei leucotrieni, sia dei trombossani e delle Prostaglandine;
pertanto, lo Zenzero è da impiegare soltanto in funzione di riduzione dei processi infiammatori
conseguenti alla Cascata Immunitaria (una volta innescata dai fito-terapici
elencati al cap.4).
52) Il Poterium spinosum (Spinaporci) ha una importante funzione di
terapia contro il diabete.
53) Il Prezzemolo esercita un
buon effetto anti-carminativo eliminando la sgradevole alitosi indotta dall'Allium sativum. E’ sospettato d’indurre fenomeni di apoptosi in
cellule tumorali.
54) Citrullus vulgaris (Anguria) : occorre verificare che il frutto sia sodo e controllare
che la buccia sia tirata, di colore brillante, uniforme e lucida ad eccezione
della zona che poggia sul terreno. L'occhio, collocato nella parte opposta al
peduncolo, dev'essere piccolo e le striature ben allargate, il che significa che
la maturazione è stata completata. Battendo l'anguria con le nocche si deve
sentire un suono vivo e mai sordo.
55) olio di Riso giapponese:
estremamente ricco di grassi polinsaturi e di Orizanolo.
56) Ghee
(Burro chiarificato): Burro deproteinato e disidratato, contenente principi
attivi di notevole interesse come l'acido butirrico e linoleico, vitamine
liposolubili e altri principi attivi, in particolare: acido palmitico (32%),
acido oleico (23%), acido niristico (11%), acido stearico (10%), acido laurico
(3,5%), acido caprinico (3%) acido linoleico (2%). In valutazione.
57) Propolis d'api: riattiva il Timo, ritarda l'ossidazione della vitamina C,
dispone di proprietà anestetiche locali, fungicide, antivirali,
antiparassitarie, anti-infiammatorie, cicatrizzanti e immunologiche. Ancora in
valutazione.
58) In valutazione il Miele di Acer campestris
(Acero canadese), poichè sembrerebbe particolarmente povero di Glucosio.
59) Acido pangamico, o vitamina
B15: sospettata azione anti-neoplastica, ancora poco indagata in letteratura;
anti-ossidante (estratto dal nocciolo di Prunus
armeniaca, dai Cereali integrali, dal Riso integrale giapponese, dal Saccharomyces cerevisiae).
60) Minerali essenziali presenti
in Vegetali (in special modo Aloe arborescens, Equisetum arvense) Bromo, Magnesio; Silicio, Boro, Manganese,
Ferro, Molibdeno: il Bromo aiuta l'azione dell'insulina; il Magnesio previene i
calcoli urinari e ricalcifica le ossa; il Boro è necessario per la conversione
della vitamina D nella sua forma attiva; il Manganese è utile per l'attività
dell'enzima anti-ossidante SOD.
61) Fermenti lattici, tipo L. acidophilus, coltivati in succhi di
Verdure, Frutta, Ortaggi, ma senza Lattosio e/o derivati del Latte (es.: Milk
Free Acidophilus Long Lifeâ; NutraMaxidophilusâ etc…); da assumere sempre lontano
dai pasti.
62) Licopene: carotenoide presente soprattutto nei semi di Solanum lycopersicum (Pomodoro); è un anti-ossidativo; tende a
concentrarsi nella prostata, prevenendo l'insorgenza dell'ipertrofia
prostatica.
63) Acido alfa-lipoico: carotenoide presente nei semi di Solanum
lycopersicum (Pomodoro); è un anti-ossidativo coadiuvante delle vitamine C,
E, e del Glutatione; un suo metabolita, l'acido deidrolipoico, ne prolunga
l'azione anti-ossidativa; mantiene normale il livello del coenzima Q10; si
ritiene che la dose ottimale per i pazienti neoplastici possa essere di almeno 100 mg x 6 volte al giorno.
64) Acido caprilico (noto anche come acido ottanoico):
acido grasso che si estrae dalle noci di Cocco e dall'olio di Palma; dissolve
la membrana cellulare della Candida
albicans e di altri funghi; viene ben assorbito dall'intestino,
distribuendosi poi in maniera uniforme anche nel colon, dove è più comune la colonizzazione da Candida albicans.
65) Betaina (Trimetilglicina): estratta
dalle Barbabietole da Zucchero, è un agente metilante che svolge un ruolo
importante nel processo di detossificazione dell’Omocisteina
(potente ossidante e generatore di radicali liberi), in Metionina (Aminoacido
essenziale); (595).
66) Octacosanolo: contenuto in olio di Triticum
sativum, nella Spinacia oleracea:
azione sinergica con la vit.E; si sospetta che favorisca la produzione di
energia a livello organico in maniera simile al Germanio organico (dati
bibliografici non disponibili).
67) Co-fattori della vitamina C
estratti da agrumi e altra Frutta fresca: Bioflavonoidi
e/o Flavoni (Citrina,
Esperidina, Camferolo, Isoamnetina, Rutina,
Iperoside, Quercetina, Quercitina, Picnogenolo),
Biflavoni (Biapigenina, Amentoflavone).
68) Rutina:
bioflavonoide ad azione anti-ossidante; si estrae soprattutto dalle foglie di Hemidesmus indicus, Tephrosia purpurea, Fagopyrum
esculentum, Eucalyptus globulus, Myrtus communis.
69) Pectine: sono polimeri omosaccaridici degli acidi della frutta, sostanze
gelatinose che si ritrovano nei succhi di frutti o nelle radici di piante
verdi; si possono ricavare facilmente dai Limoni; le più pure sono quelle
contenute nella porzione interna della buccia di Limone e di Arance amare o
dalla Mela, in particolare dalla Mela Cotogna; inibiscono la proliferazione
cellulare anomala.
70) Picnogenoli (Pro-antocianidine oligomeriche o Leuco-antocianidine): estratti
soprattutto dalla corteccia del Pino marino, o dai semi di Vitis vinifera; azione anti-ossidante (circa 15-30 volte superiore
alla vit. E), anti-enzimatica e vaso-protettiva.
71) Quercetina: è uno dei più attivi Bioflavonoidi; esplica la sua azione in sinergia
con la vit. C, picnogenoli, diversi altri Bioflavonoidi e metaboliti della
vitamina C (acido tronico, acido lixonico, acido xilonico….); questo
bio-flavonoide è largamente presente nei semi e nella buccia di Frutta e
Verdure, nella corteccia di alberi.
72) succhi di Frutta senza
Zucchero (ad esclusione di Fruttosio), senza conservanti, senza coloranti: Prunus armeniaca, Ananas sativum o comosus,
Prunus avium, Phyrus communis Fragaria vesca,
Citrus limonum, Vaccinium myrtillus, Rubus
fruticosus, Carica papaya, Prunus persica, Prunus nigra, Mosto di Vitis
vinifera, Malus communis.
73) Integratori a base di
Coenzima Q 10 (Ubichinone); anti-ossidante simile alla vit. E;
immuno-stimolante; consente alla cellula di utilizzare l'energia a livello
mitocondriale permettendo un corretto metabolismo cellulare; nota: l'acido
alfa-lipoico è un fattore coadiuvante.
74)
Pappa Reale: contiene tutte le vitamine
di gruppo B, diversi sali minerali, acidi grassi insaturi e sostanze ormonali,
aminoacidi, acidi nucleici; poiché è
difficile da conservare, viene spesso venduta liofilizzata e mescolata a
Polline; l'autore del presente lavoro preferisce la sua preparazione in ampolle,
possibilmente privo di Cloramfenicolo (o comunque non superiore a 0,1 % di PP),
inoltre dev'essere somministrata soltanto dopo l'avvio della Cascata
Immunitaria, e con quadro X-Ray di buona riduzione del volume neoplastico, in
genere partendo con dosaggi non superiori ai 2 grammi settimanali, e facendola
assumere sempre di mattina. Essa, analogamente al Germanio organico, riattiva
il ciclo di Krebs (cfr.: cap.8). La Pappa Reale può anche essere integrata con Panax quinquefolium (Ginseng americano)
e Schizandra sinensis (Schizandra).
75) Ancora in valutazione il
possibile abbandono d'integratori ricchi di aminoacidi non essenziali o
addirittura essenziali come la Metionina, essendo quest'ultimo un derivato dei
processi anti-ossidativi a carico dell'Omocisteina che, in alcuni tipi di
cellule neoplastiche, non sembrerebbero avvenire a causa dei deficit enzimatici
propri delle cellule neoplastiche. Tale fatto potrebbe essere esteso anche ad
altri aminoacidi.
76) Ancora in valutazione il
possibile impiego in pazienti oncologici di concentrati di Urtica dioica: questa
pianta contiene proteine fino al 24 % del suo peso secco, e anche acido folico;
d'altra parte contiene anche tutti gli aminoacidi essenziali (fatto questo che
è negativo per i nostri scopi), molte vitamine (A, B2, C, K), e una grande
varietà di minerali ( Calcio, Ferro, Silicio, Zolfo, Potassio, Manganese). Era
impiegata in passato come alimento soprattutto nei casi di anemia e di
depauperamento organico importante. La somministrazione dei suoi estratti
determinavano inoltre un netto miglioramento della funzione renale, con aumento
della produzione di urina ed incremento dell'eliminazione di sostanze tossiche
come l'Urea. L'abbassamento di Colesterolo che consegue ad una cura di Urtica dioica suggerisce che anche il metabolismo epatico sia influenzato
positivamente da questa erba.
77) Ancora in valutazione il
possibile impiego in pazienti oncologici dei Frutto-oligosaccaridi (FOS) per
terapia adiuvante alla flora batterica intestinale. Essi infatti determinano un
aumento dei bifido-batteri e dei latto-bacilli con contemporanea diminuzione
delle colonie di batteri patogeni (vedi anche cap.8). I FOS sembrerebbero non
essere assimilabili dall'organismo umano, senza determinare quindi pericolosi uptake di Glucosio in sede tumorale.
Quest'ultimo fatto, estremamente importante per la salute del paziente
neoplastico, dev'essere però ancora dimostrato in letteratura scientifica, ad
esempio con Fluoro 18-Desossi-Glucosio in prove animali.
78) Ancora in valutazione il
possibile impiego in pazienti oncologici del Baccello di Phaseolus vulgaris (Fagiolo), poichè ricco di Pectine, Tannini e
Flavonoidi; in particolare, rallenta l'assorbimento intestinale degli Zuccheri,
bloccando così gli eventuali picchi glucidici ematici; limita però l'apporto
calorico.
79) Ancora in valutazione il
possibile impiego in pazienti oncologici del Pompelmo (Citrus decumana), poiché, pur essendo ricco di Flavonoidi, vitamine
e pectine, e ricco anche di Fenil-alanina, quest'ultima strutturalmente molto
simile ai farmaci simpatico-mimetici impiegati attualmente come anoressizzanti,
esercitando un effetto ben preciso sui centri nervosi della sazietà; questo
fatto potrebbe essere controproducente nella cura del tumore, poiché il
paziente deve assumere elevate quantità di verdure, frutta, tuberi e legumi.
Introiti
alimentari a scopo energetico
Il problema del paziente oncologico è anche quello
di raggiungere un introito calorico sufficiente.
In tal senso, è utile pesare il paziente ogni
settimana, correggendo eventuali perdite di peso con incremento di cibo, sulla
base di quanto già indicato in questo paragrafo e di quanto riportato in
tabella 3. Quest'ultima fornisce indicazioni utili su come poter raggiungere,
in linea di massima, le 1.700-2.500 kilocalorie giornaliere.
Introiti
alimentari a scopo terapeutico
A questo introito energetico, bisogna poi aggiungere
i fattori immuno-stimolanti (vedi cap.4), anti-ossidativi (cap.9), fattori
anti-parassitari con eventuale copertura antibiotica (cap.11), fattori
bio-chemioterapici (cap.5), fattori di anti-angiogenesi (cap.14), fattori di
lisi dello stroma connettivale (cap.7), fattori anti-infiammatori (cap.10).
In particolare, i fattori anti-ossidativi
(cap.9) dovrebbero essere somministrati
al ritmo di una dose ottimale sufficiente ogni mezz'ora, dato il loro rapido
consumo.
In tabella 3 sono riportati anche i cibi, con
inclusione anche di Pesce.
I cibi a base di Pesce possono essere presi
successivamente all'induzione della Cascata Immunitaria, se il tumore presenta
riduzione di volume, e se i markers tumorali
(vedi cap.2) risultano ancora in calo. E' comunque necessaria l'assunzione di
proteine animali (Pesce) in caso di grave depauperamento organico indicato da
valori di Albuminemia inferiori al range di normalità: valori che richiedono,
in tal caso, la possibile obbligatorietà di introiti proteici a base anche di
Pesce, anche se la massa tumorale non dovesse ancora essere regredita in
maniera apprezzabile.
Non ancora inclusa in tale lista di alimenti la Pappa Reale, per la quale la decisione
d'impiego dev'essere di esclusiva pertinenza medica, poiché ricca di proteine,
acidi nucleici , acido folico e vitamina B12, efficace quindi per sostenere la
Cascata Immunitaria, ma anche capace di sostenere la ripresa neoplastica incaso
di eccessivo dosaggio.
Nota: non sono stati inclusi nell’elenco i frutti
esotici, (alcuni con notevole attività anti-tumorale), quali: Acca sellowiana (Feijoa), Ananas sativum (Ananas), Annona muricata (Guanàba o Graviola), Bactris gasiaes (Chontaduro), Cyclanthera pedata (Caigua), Cyphomandra betacea (Tamarillo), Musa sapientum o paradisiaca (Banana), Passiflora
mollissima (Curuba), Solanum
quitoense (Lulo).
Il motivo, è che molto spesso risultano essere
pesantemente inquinate da pesticidi.
In base alla terapia proposta in questo lavoro, particolare attenzione dovrà essere rivolta
al consumo di frutta fresca, ricordando
ciò che Valnet aveva già enunciato:
1 litro di frutta fresca ben frullata (uva, frutta di bosco) apporta circa 800-900 kilocalorie, pari quindi a 750 cc di latte, oppure pari a 650 grammi di carne, oppure a 10 uova….
Anche l’altra frutta fresca, comune sulle nostre tavole, è ricca di energia:
1 litro di succo di mele biologiche corrisponde a
500 kilocalorie
1 litro di succo di ciligie biologiche corrisponde a
450 kilocalorie
1 litro di succo di pere biologiche corrisponde a
420 kilocalorie
1 litro di succo di arance biologiche corrisponde a
400 kilocalorie
Tabella 3:
Kilocalorie per 100 grammi di alimento al netto degli scarti.Nota: per il Primo
Periodo di Cura (in attesa dell'induzione della Cascata Immunitaria):
esclusione di Pesce e Pappa Reale.
Alimento
|
Kilocalorie per 100 grammi
|
Olio di Semi vari (non di Soia)
|
900
|
Olio d'Oliva
(Olea europaea)
|
900
|
Olio di Sesamo (Sesamum indicum)
|
900
|
Olio di Vinacciolo (Vitis vinifera)
|
900
|
Olio di
Limone (Citrus limonum)
|
900
|
Olio di Mais (Zea
mays)
|
900
|
Olio di Girasole (Helianthus annuus)
|
900
|
Banana (Musa
sapientum) Sconsigliata
|
660
|
Noci secche (Juglans
regia) Sconsigliata
|
660
|
Nocciole secche (Corylus avellana)
|
625
|
Arachidi tostate (Arachis hypogaea) Sconsigliata
|
597
|
Semi di Zucca (Cucurbita
maxima) seccati
|
585
|
Noci (Juglans
regia) (Sconsigliate)
|
582
|
Arachidi crude(Arachis
hypogaea) (Sconsigliate)
|
571
|
Patatine in sacchetto (Sconsigliate)
|
568
|
Pinoli
|
567
|
Mandorle dolci (Prunus amygdalus)
|
542
|
Ciccioli (in valutazione)
|
523
|
Pasta con Cedro
|
486
|
Grissini (senza zucchero)
|
433
|
Germe di Grano (Triticum sativum)
|
416
|
Fette biscottate (senza zucchero)
|
410
|
Biscotti secchi (senza zucchero)
|
409
|
Pizza bianca
|
408
|
Crackers integrali (senza zucchero)
|
403
|
Lupini secchi sgusciati (Lupinus albus)
|
402
|
Fiocchi d'Avena (Sconsigliate)
|
395
|
Biscotti "Savoiardo" (senza zucchero)
|
392
|
Farina d'Avena
|
388
|
Pane grattugiato (senza lievito)
|
387
|
Farina di Castagne (Castanea vesca o sativa)
|
371
|
Farina di Riso giapponese (Oryza sativa)
|
370
|
Fette biscottate integrali (senza zucchero)
|
369
|
Rustico
|
369
|
Pasta "diplomatico"
|
368
|
Crema di Riso (cruda) (Oryza sativa)
|
366
|
Farina di Mais (non transgenico) integrale
|
365
|
Fiocchi di Mais (cornflakes), non transgenici
|
364
|
Pasta glutinata
|
363
|
Riso giapponese (Oryza sativa)
|
363
|
Farina di Riso giapponese (Oryza sativa)
|
363
|
Tapioca (IN VALUTAZIONE)
|
363
|
Orzo perlato
|
363
|
Pane biscotto (senza lievito)
|
361
|
Farina d'Orzo (Hordeum
vulgare)
|
360
|
Pasta di Semola con glutine
|
358
|
Stoccafisso secco
|
358
|
Pasta di Semola
|
356
|
Mais (non transgenico) integrale
|
355
|
Pasta integrale
|
350
|
Pizza bianca genovese
|
350
|
Fecola di patate (sconsigliato)
|
349
|
Castagne secche (Castanea vesca o sativa)
|
349
|
Noce di Cocco (Sconsigliata)
|
346
|
Fave sbucciate secche (Vicia faba)
|
343
|
Farina di frumento tipo O (sconsigliato)
|
343
|
Farina di frumento tipo OO (sconsigliato)
|
343
|
Cracotte
|
336
|
Ceci (Cicer
arietinum) secchi
|
334
|
Riso giapponese integrale (Oryza sativa)
|
334
|
Pizza bianca pizzeria
|
329
|
Crema di Riso giapponese (cotta) (Oryza sativa)
|
329
|
Lenticchie (Ervum
lens) secche
|
325
|
Farina di frumento integrale (Triticum)
|
321
|
Pizza bianca "fornaio"
|
319
|
Frumento tenero (Triticum vulgare)
|
319
|
Frumento duro (Triticum
durum)
|
314
|
Semola
|
314
|
Datteri (Phoenix
dactylifera) (Sconsigliati)
|
313
|
Fagioli secchi (Phaseolus vulgaris)
|
311
|
Pasta "Sfogliatella"
|
309
|
Piselli secchi (Pisum sativum)
|
306
|
Zuppa di Funghi disidratata
|
304
|
Miele
|
303
|
Panini all'Olio
|
302
|
Zuppa di Asparagi disidratata
|
301
|
Tortellini (Sconsigliati)
|
301
|
Minestrone disidratato
|
298
|
Pane (senza lievito) con Patate (sconsigliato)
|
296
|
Croccante preconfezionato
|
295
|
Pane di tipo OO (pezzatura da 50 grammi)
|
290
|
Fichi secchi (Ficus
carica)
|
288
|
Uva secca (uvetta) (Vitis vinifera)
|
283
|
Zuppa di Piselli disidratata (Pisum sativum)
|
281
|
Fichi seccati al forno e mandorlati
|
277
|
Pane di tipo O (pezzatura da 100 grammi)
|
276
|
Pane di tipo O
(pezzatura da 50 grammi)
|
267
|
Pasta "Pesca"
|
266
|
Anguilla marinata
|
259
|
Tonno sott'olio (sgocciolato)
|
258
|
Pizza con Pomodoro
|
247
|
Pane di tipo integrale (e senza lievito)
|
243
|
Pane di segale (e senza lievito)
|
241
|
Anguilla di mare
|
237
|
Olive nere
|
234
|
Aringa salata
|
218
|
Acciughe sott'olio
|
206
|
Crusca di Grano
|
206
|
Aringa marinata
|
199
|
Bastoncini di Pesce surgelato precucinato
|
191
|
Castagne (Castanea
vesca o sativa)
|
189
|
Sgombro o Maccarello in salamoia
|
177
|
Sgombro o Maccarello
|
168
|
Sciroppata di Albicocche (Prunus armeniaca)
|
155
|
Prugne secche (Prunus
spinosa)
|
152
|
Olive verdi
|
142
|
Carpa
|
140
|
Merluzzo alla marinara surgelato precucinato
|
139
|
Ghiacciolo all'Arancio
|
137
|
Timo di agnello
|
131
|
Sarda
|
129
|
Cefalo muggine
|
127
|
Triglia
|
123
|
Baccalà secco
|
122
|
Sciroppata di pere o ciliegie
|
116
|
Lupini deamarizzati (Lupinus albus)
|
114
|
Fagioli (Phaseolus
vulgaris)
|
104
|
Filetti di Baccalà
|
104
|
Risotto alla pescatora surgelato precucinato
|
103
|
Tonno in salamoia (sgocciolato)
|
103
|
Dentice
|
100
|
Conserva di Pomodoro (Solanum lycopersicum)
|
96
|
Acciughe
|
96
|
Baccalà ammollato
|
95
|
Stoccafisso ammollato
|
92
|
Patate dolci (sconsigliato)
|
91
|
Orata surgelata
|
90
|
Cernia surgelata
|
86
|
Aragosta
|
86
|
Trota
|
86
|
Sogliola
|
86
|
Patate (Solanum
tuberosum) (sconsigliato)
|
85
|
Sciroppata di Pesche (Prunus persica)
|
85
|
Mais dolce
|
83
|
Spigola
|
82
|
Rombo
|
81
|
Sogliola surgelata
|
81
|
Palombo
|
80
|
Luccio
|
80
|
Crostata di Mele (Malus communis)
|
79
|
Cozza o Mitilo
|
77
|
Tinca
|
76
|
Piselli (Pisum
sativum)
|
76
|
Merluzzo surgelato
|
75
|
Melù o Pesce Molo
|
72
|
Vongola
|
72
|
Seppia
|
72
|
Mandarini (Citrus
deliciosa)
|
72
|
Merluzzo
|
72
|
Gambero
|
71
|
Ostrica
|
69
|
Razza
|
68
|
Calamaro
|
68
|
Lumaca
|
67
|
Patate novelle (sconsigliate)
|
67
|
Succo di Uva nera (Vitis vinifera )
|
66
|
Loti o Cachi (Diospyros
kaki)
|
65
|
Rana
|
64
|
Uva nera (Vitis
vinifera)
|
61
|
Succo di Albicocca naturale (Prunus armeniaca)
|
59
|
Polpo
|
57
|
Succo di Frutta naturale
|
56
|
Mandaranci
|
53
|
Fichi d'India
|
53
|
Kiwi (Actinidia
chinensis)
|
52
|
Pasta e fagioli, surgelata precucinata
|
51
|
Succo di pesca naturale (Prunus persica)
|
50
|
Fichi (Ficus
carica)
|
47
|
Mele (Malus
communis)
|
45
|
Prugne (Prunus
spinosa)
|
42
|
Pere (Pyrus
communis)
|
41
|
Amarene
|
41
|
Aglio (Allium
sativum)
|
41
|
Ciliegie (Prunus
avium)
|
38
|
Cipolline
|
38
|
Cavolini di Bruxelles (Brassica oleracea bullata aut gemmifera)
|
37
|
Fave (Vicia
faba)
|
37
|
Asparagi di bosco (Asparagus officinalis, adscendens,
racemosus).
|
35
|
Lamponi (Rubus
idaeus)
|
34
|
Arance (Citrus
aurantium)
|
34
|
Mele cotogne (Cydonia
oblonga)
|
34
|
Melone d'estate (Cucumis melo)
|
33
|
Succo d'Arancia naturale (Citrus aurantium)
|
33
|
Carote (Daucus
carota)
|
33
|
Tartufo nero
|
31
|
Soda dolce
|
31
|
Spinaci (Spinacia
oleracea)
|
30
|
Asparagi di campo (Asparagus officinalis, adscendens,
racemosus).
|
29
|
Porri (Allium porrum)
|
29
|
Albicocche (Prunus
armeniaca)
|
28
|
Nespole
|
28
|
Pesche (Prunus
persica)
|
27
|
Fragole (Fragaria
vesca)
|
27
|
Broccolo (Brassica
oleracea botrytis aut italica)
|
27
|
Pompelmo (Citrus
decumano, paradisi)
|
26
|
Cipolle (Allium
cepa)
|
26
|
Cavolfiore (Brassica
oleracea botrytis)
|
25
|
Cavolo broccolo verde ramoso
|
24
|
Asparagi di serra (Asparagus officinalis, adscendens,
racemosus).
|
24
|
Sedano rapa (Apium
graveolens rapaceum)
|
23
|
Carciofi (Cynara
scolymus)
|
22
|
Melone d'inverno (Cucumis melo)
|
22
|
Peperoni dolci
|
22
|
Broccoletti
di Rape
|
22
|
Foglie di Rapa (Brassica rapa)
|
22
|
Pomodori pelati (in scatola) + liquido
|
21
|
Sedano da coste (Apium graveolens dulce)
|
20
|
Prezzemolo (Apium
petroselinum)
|
20
|
Cavolo cappuccio rosso
|
20
|
Barbabietole rosse (Beta vulgaris cruenta)
|
20
|
Lattuga a cappuccio
|
19
|
Cavolo cappuccio verde (Brassica oleracea capitata)
|
19
|
Lattuga (Lactuca
sativa)
|
19
|
Pomodori maturi
|
19
|
Zucca gialla
|
18
|
Rape (Brassica
rapa)
|
18
|
Fagiolini
|
17
|
Cicoria di Bruxelles (Cichorium intybus)
|
17
|
Agretti (Lepidium
sativum)
|
17
|
Bieta (Beta
vulgaris cycla)
|
17
|
Pomodori da insalata
|
17
|
Endivia (Chicorium
endivia latifolium)
|
16
|
Melanzane (Solanum
melongena)
|
15
|
Cocomero (Citrullus
vulgaris)
|
15
|
Lattuga da taglio
|
14
|
Cetrioli (Cucumis
sativus)
|
14
|
Radicchio verde (Cichorium intybus)
|
14
|
Radicchio rosso (Cichorium intybus)
|
13
|
Cicoria da taglio (Cichorium intybus)
|
12
|
Fiori di zucca
|
12
|
Zucchine (Cucurbita
pepo)
|
11
|
Funghi
|
11
|
Limone (Citrus
limonum)
|
11
|
Ravanelli (Raphanus
sativus parvus)
|
11
|
Cicoria (Cichorium
intybus)
|
10
|
Cardi (Cynara
cardunculus)
|
10
|
Finocchio (Foeniculum
vulgare dulce)
|
9
|
Succo di limone (Citrus limonum)
|
6
|
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