venerdì 12 aprile 2013

BOSSI A PROPOSITO DELLA POLITICA ITALIANA, L’IMMIGRAZIONE E L’UE



CLASSIFICATO DA: ASSISTENTE VICE CAPOMISSIONE THOMAS COUNTRYMAN – MOTIVI 1.5 (B) E (D)
CONFIDENZIALE
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1. (SBU) SOMMARIO: Il leader della Lega Nord (e Ministro delle Riforme e del Federalismo) Bossi si è incontrato il 17 luglio con l’Ambasciatore per una discussione a largo spettro su temi che hanno compreso la politica interna, il federalismo, l’immigrazione e il futuro della UE. Rilassato e franco, Bossi ha spiegato i prossimi passi del processo del decentramento, la filosofia sottostante la legge Bossi-Fini sull’immigrazione e le sue preoccupazioni in economia riguardo all’allargamento della UE. FINE SOMMARIO.
2. (U) L’Ambasciatore si è incontrato il 17 luglio con Umberto Bossi, leader della Lega Nord (LN), dirigente della coalizione di governo italiana e ministro senza portafoglio per le riforme e il federalismo. Erano presenti l’assistente Vice Capomissione e il Consigliere Economico.
POLITICA ITALIANA E RIFORME ECONOMICHE.
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3. (C) Bossi si aspetta che il governo Berlusconi porti a termine il suo mandato quinquennale. Secondo lui il riallineamento di diversi ex partiti democristiani in un nuovo “centro democristiano” non rappresenta una minaccia concreta. Anche se questo gruppo (all’interno e all’esterno della coalizione di governo) è interessato a ritornare al potere politico, non ha la forza per riuscirci da solo.
4. (C) Bossi ha ricordato che l’attuale governo ha ereditato un paese con un deficit fiscale inaspettatamente elevato, 37 miliardi di lire (18 milioni di dollari) in più rispetto al livello previsto, che ha in qualche misura rallentato la capacità del nuovo governo di operare i cambiamenti necessari. Comunque il Ministro Tremonti è un uomo creativo e ha comunque portato avanti le riforme.
5. (C) L’Ambasciatore si è informato della situazione dell’occupazione, notando che il governo italiano è arrivato a un accordo con tre delle quattro maggiori organizzazioni sindacali. Quali sono le prospettive di un accordo con la CGIL? Bossi ha risposto di vedere scarse prospettive di un accordo fino a quanto il leader della CGIL Cofferati non si ritirerà a fine estate. Il successore di Cofferati sembra un interlocutore più moderato ed è più probabile che giunga a un accordo.
6. (C) Bossi ha spiegato che la maggior parte dei sindacati italiani ha pochi lavoratori e molti pensionati. Un solo sindacato settentrionale è costituito unicamente da lavoratori. I sindacati, ha dichiarato, sono interessati a proteggere le pensioni, non a creare occupazione. Da venti a trent’anni fa il governo italiano aveva concesso ai sindacati l’unico contratto per la gestione delle pratiche per i sussidi e le pensioni dei lavoratori. Anche se il governo aveva speso 2 miliardi di dollari per ristrutturare il sistema dell’assistenza sociale dell’ente statale INPS, solo i sindacati potevano gestire le pratiche, contro un compenso per ogni documento pagato dal governo. I sindacati ricavano almeno 750 milioni di dollari all’anno da questo servizio.
7. (C) “In conseguenza di ciò i sindacati sono più ricchi dei partiti politici italiani” ha spiegato Bossi. “Si prendano per esempio Cofferati e (il leader di centrosinistra dei DS) Fassino. Cofferati della CGIL dispone dei fondi per pagare gli autobus e trasportare i membri del sindacato alle dimostrazioni di massa. Fassino, dei DS, non ha fondi per questo.” Inoltre, ha continuato Bossi, i sindacati vogliono creare e gestire fondi pensione. Così facendo i sindacati diventerebbero finanzieri e gestori di fondi pensione [diventando] ancor più forti finanziariamente e politicamente.
8. (C) Cofferati entrerà in politica alla fine dell’estate, quando lascerà la CGIL, ha spiegato Bossi. Bossi si aspetta che Cofferati ricostituisca in Italia in polo comunista con il sostegno di Rifondazione Comunista (RC). (Commento: Forse. Noi saremmo certamente d’accordo sul fatto che egli attrarrebbe la sinistra italiana, ma pensiamo che sarebbe piuttosto un alleato della sinistra democratica (DS) che di RC. Fine commento.)
DECENTRAMENTO E FEDERALISMO
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9. (C) Bossi ha fornito dettagli su processo di decentramento in Italia. Ha osservato che il processo è iniziato sotto il governo D’Alema (centrosinistra, 1998-2000), che ha fatto il primo passo modificando il Titolo V della Costituzione (la parte della Costituzione italiana che fissa le responsabilità del governo centrale e di quelli regionali). “E’ stato fatto per trattenerci (la Lega) dall’unirci a Berlusconi.” Ha spiegato. (Nota: sia il centrosinistra sia il centrodestra italiani hanno cercato in passato di guadagnarsi l’alleanza della Lega. Bossi suggerisce che la riforma del Titolo V sia stata un tentativo estremo del centrosinistra corteggiare il suo partito. Fine nota.) Ciò ha dato, in qualche misura, più controllo alle regioni sulle scuole, l’assistenza sanitaria e la polizia locale (vigili urbani) anche se con notevole distrazione da parte dell’attuale governo centrale, si è trattato comunque di un piccolo passo verso la devoluzione. Il prossimo passo – nel 2003 – consisterà nel modificare
la Corte Costituzionale aggiungendo rappresentanti dei governi regionali a quelli del Parlamento, del Presidente e
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della Magistratura. Il terzo passo consisterà nel trasformare il Senato italiano in un organismo federale. “Quello sarà un passo storico nello sviluppare una repubblica presidenziale. Lo faremo nel nostro [del mandato] ultimo anno (2006) in quanto richiederà elezioni immediate” ha aggiunto. La Camera gestirà soltanto le responsabilità del governo italiano centrale. I governi regionali gestiranno le responsabilità regionali. Il Senato si occuperà delle aree di competenza congiunta o che si sovrappongono. Il risultato assomiglierà al sistema federale francese più che al sistema federale statunitense.. “L’Italia non è matura per un forte federalismo di tipo USA” ha spiegato Bossi.
10. (C) Bossi ha descritto il Primo Ministro Berlusconi come “Presidenziale, anche se non abbiamo un sistema presidenziale”. Berlusconi è un decisionista e un amministratore risoluto, non un uomo da compromessi. E’ stato eletto al potere come leader del governo. “La scheda aveva l’immagine di Berlusconi e il simbolo del partito”. In Italia, ha sottolineato Bossi, le idee di presidente e di federalismo sono strettamente associate nella mente del pubblico.
11. (C) L’Ambasciatore e Bossi hanno poi confrontato i problemi dell’Italia meridionale con quelli del Sud degli Stati Uniti di molti anni fa, un’area anch’essa caratterizzata da un’economia agricola e da elevata disoccupazione. L’Ambasciatore ha spiegato come i leader del Sud degli Stati Uniti avessero ottenuto fondi da investire e avessero convinto le società industriali a installarsi nel Sud. Bossi ha contrapposto ciò all’esperienza dell’Italia meridionale. “Noi in Italia abbiamo preso molto a prestito da Keynes che ispirò la nostra Cassa per il Mezzogiorno (fondi per l’Italia meridionale). Ma l’idea è stata trasferita dalla creazione di attività economiche alla creazione di uno stato assistenziale”.
Uno stato USA può approvare leggi e intraprendere programmi ed è responsabile dei risultati nei confronti dei propri cittadini. In Italia invece, ha spiegato “il governo centrale fa le leggi e fornisce i soldi, mentre i politici locali non sono responsabili di nulla. L’Italia soffre della carenza di responsabilità individuale. L’Italia ha il più grande partito comunista del mondo e lo stato fornisce i fondi per ogni cosa”. Bossi ha dichiarato che il mondo degli affari a bisogno di “una moneta stabile e di buone strade, non di elemosine assistenziali.” Il meridione italiano ha bisogno di governi regionali con un potere vero e una vera responsabilità dei risultati nei confronti dei cittadini. “I problemi del meridione italiano non saranno mai risolti fino a quando i cittadini e i politici del sud non saranno responsabili dei loro destini” ha sostenuto.
IMMIGRAZIONE
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12. (C) L’Assistente Vice Capomissione ha chiesto chiarimenti sulla legge Bossi-Fini sull’immigrazione. Bossi ha risposto di aver stilato la legge esattamente un anno fa. Nel farlo, la sua principale preoccupazione, ha spiegato, è stata la sicurezza nazionale, il timore di crescenti fermenti sia tra i giovani sia tra gli immigrati illegali. Bossi teme che l’Italia sarebbe a rischio se i giovani potessero ottenere non posti di lavoro permanenti, ma solo contratti di lavoro temporaneo, a tempo determinato. Ha spiegato: “Se si hanno tre candidati per ogni posto, allora OK, c’è competizione. Ma se si hanno 100 candidati per ciascun posto allora si lasciano gli italiani – particolarmente i giovani – senza speranza. Questa è una situazione sempre più pericolosa.” Al tempo stesso, ha sostenuto, l’Italia si confronta con un afflusso di immigrati disoccupati e senzatetto che possono facilmente abbandonarsi a un modo di vivere criminale per sostenersi.
13 (C) Molti hanno suggerito che il problema dell’immigrazione crescente potrebbe essere risolto meglio con aiuti al Terzo Mondo. Bossi si è dichiarato in disaccordo. Ha osservato che egli si è opposto molto fortemente alla Robin Tax (Nota: si tratta della proposta di una tassa sulle transazioni internazionali in valuta intesa a limitare la speculazione sulle valute e a fornire fondi per lo sviluppo. Fine nota). Inoltre egli è convinto che la maggior parte delle organizzazioni che operano nel Terzo Mondo utilizzino l’80 per cento dei loro finanziamenti per le loro spese interne, facendo poco per combattere la povertà mondiale.
14. (C) Bossi preferisce collegare offerta e domanda. La legge condiziona l’ingresso degli immigrati a contratti di lavoro. In tal modo solo gli immigrati con mezzi di sostentamento potranno entrare legalmente in Italia. Ciò dovrebbe, spera, migliorare le prospettive di occupazione per gli italiani. Non si è trattato in alcun modo di un provvedimento razzista o xenofobo. E’ stata invece mirata a rallentare l’ingresso di immigrati portandolo a un livello che l’Italia sia in grado di assorbire. “Sappiamo che il mondo sta cambiando. Possiamo soltanto cercare di controllare la velocità di tale cambiamento”. Non è nell’interesse di nessuno assistere a conflitti di religione, a uno scontro tra culture, ha spiegato Bossi.
ALLARGAMENTO DELLA UE E CONVENZIONE
15. (C) Bossi preferirebbe vedere la UE diventare una
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“confederazione elastica”. Egli è convinto che “la sinistra ha in programma di utilizzare la Convenzione per creare un superstato, una specie di Stati Uniti d’Europa, ma non credo che ce la farà.” Il processo di allargamento, aggiungere paesi, eviterà forti controlli centrali e ridurrà il rischio di conflitto con gli USA. Ciò potrebbe derivare da una UE più forte, governata centralmente.
16. (C) L’allargamento, ha spiegato Bossi, causerà problemi economici ai membri esistenti e ai nuovi entranti. I fondi strutturali della UE hanno riversato miliardi di dollari nel meridione italiano, ha osservato Bossi, e ciò avrebbe fine con l’allargamento della UE. Il federalismo sarebbe ancora più importante, è essenziale per spostare il processo decisionale e le responsabilità più vicino ai cittadini.
17. (C) L’idea iniziale di molti nella UE, ha detto, era che i nuovi membri garantirebbero mercati più vasti. Secondo Bossi, tuttavia, gli obiettivi di Maastricht si dimostreranno costosi e difficili da conseguire per questi nuovi entranti. “Come riuscirà un paese come la Polonia a ridurre il suo deficit fiscale al 3 per cento del PIL, a ridurre il suo debito?” si è chiesto. Le misure economiche necessarie per conseguire questi obiettivi possono essere così difficili e costose che alcuni candidati potranno considerare troppo costosa l’adesione alla UE. Bossi è a favore di una revisione degli obiettivi del patto di stabilità. Ha sottolineato: “Non si può competere con le mani legate dietro la schiena. Questi nuovi paesi hanno questo problema. Il Ministro Tremonti capisce benissimo l’intero problema.”
18. (C) L’Ambasciatore ha chiesto se la Convenzione [Europea] cambierà il processo decisionale. Bossi pensa di no. “L’attuale
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sistema dà anche ai paesi minori il diritto di veto su misure contrarie ai loro interessi. Tale veto impedisce la creazione del superstato europeo voluto dalla sinistra.” Osservando che la tradizione degli stati-nazione è molto forte in Europa, Bossi ha osservato che gli stati membri non hanno necessità di riservare a sé il diritto di veto sulle decisioni della UE.
L’OPINIONE DI BOSSI SUL PRESIDENTE BUSH
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19. (C) Bossi ha espresso più volte ammirazione per il sistema federale USA e, in particolare, per il presidente Bush. Ha raccontato che, nel 1999, il governo lo aveva inviato a Belgrado per parlare con Milosevic, per convincerlo a negoziare. “Milosevic era un uomo molto intelligente ma non riconosceva che il mondo era cambiato. Non ha mai accettato il trattato di Westfalia. Ha creduto che ogni re avesse il diritto assoluto di governare il suo paese come voleva. Sono andato, sapendo che avrei perso dei voti se avessi fallito. Sapevo che ero stato messo nelle condizioni di fallire. Speravo, tuttavia, di riportare indietro almeno uno dei tre soldati americani che Milosevic tratteneva. Mi immaginavo di riuscire a riportarne almeno uno. L’idea era di riportarlo in Italia e che il governatore Bush lo avrebbe riportato in America da lì. Ma Milosevic non concluse l’accordo e consegnò gli americani a Jesse Jackson.” Bossi, sulla base del suo contatto con il futuro presidente Bush, cominciò a studiarlo. “Mi ritrovai attirato da un uomo che mangia fagioli messicani invece di riso fritto cinese, come Clinton. Ammiro la dedizione di sua moglie a importanti temi sociali.”
COMMENTO:
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20. (C) Le dichiarazioni di Bossi sul passaggio a un sistema federale presidenziale sono state tempestive. In giorni recenti abbiamo ascoltato diverse opinioni su questa proposta. Bossi chiaramente favorisce una forte figura presidenziale bilanciata da governi regionali e locali altrettanto forti. Ha offerto un’interpretazione positiva della sua legge sull’immigrazione recentemente approvata. Tale legge, che ha inasprito le regole sull’immigrazione ha ricevuto l’appoggio di molti che non sopportano la competizione straniera per i posti di lavoro italiani e l’influenza straniera sulla cultura e i valori italiani.
21. (C) Bossi è stato rilassato e schietto nel corso della conversazione con l’Ambasciatore. Si è mostrato un leader pragmatico ma debitamente conservatore in un paese ancora largamente alla sua sinistra. I suoi commenti sul primo ministro, che egli chiaramente rispetta, indicano che Bossi accetta la sua posizione secondaria nel governo e che ritiene che il suo contributo sia apprezzato. Si rende conto che il suo quattro per cento dei voti non lo rende un partner alla pari nella coalizione e che non può spingere Berlusconi troppo in là. Bossi sembra a suo agio nel suo ruolo attuale e più maturo e ragionevole di quanto suggerirebbe la sua immagine pubblica esplicita.
SEMBLER
“Traduzione a cura di znetitaly - http://znetitaly.altervista.org/wk/wk-italia006.html

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