lunedì 15 aprile 2013

Assange perseguito per aver pubblicato la verità sugli USA


17
OTT

Postato da  il 17-10-2011 alle ore 16:27:40


1 dicembre 2010 By Sherwood Ross
Forse è perché viene dall’Australia, un satrapo USA all’estrema periferia dell’impero americano, che il fondatore di WikiLeaks Julian Assange non sa che Washington non permette a nessuno di rubare informazioni, a meno che non venga fatto su ordine suo. Il procuratore generale Eric Holder, lo scribacchino di Obama che non perseguirà i criminali della CIA per le torture e gli omicidi, dichiara di star istruendo un’indagine penale contro Assange perché chiunque infranga la legge americana “sarà tenuto responsabile”. Limitarsi a perseguire i mafiosi della CIA non eccita Holder. Minacciare Assange per aver diffuso un quarto di milione di file segreti dell’Impero sì, specialmente visto che Assange non li ha modificati o abbelliti ma li ha distribuiti nella loro versione non purgata. Assange può aver stuprato una coppia di signore svedesi oppure no, come ha immediatamente bisogno di sapere quel governo senza spina dorsale, ma non vi è dubbio che ha spogliato la Statua della Libertà e mostrato a tutto il mondo la puttana che è diventata.
Quanto a Bradley Manning, il soldato scelto dell’esercito sospettato di aver trafugato le prove della cupidigia yankee e di aver passate ad Assange, gli viene data ospitalità pubblica su un brigantino della Marina a Quantico, Virginia, per il sospetto di una precedente rivelazione della Verità, e al Pentagono piacerebbe gettar via la chiave. Lasciamolo marcire per il resto della vita in compagnia dei 2,5 milioni di prigionieri che oggi sovraffollano la nostra vasta colonia penale per crimini così insidiosi come la vendita di uno spinello. Il crimine di Manning, come riferito dalla Associated Press, è: “Voglio che la gente veda la verità … perché senza informazioni non si possono, come pubblico, prendere decisioni informate.” E con un atteggiamento simile non si può andare lontani in un paese il cui governo è dedito a controllare il pianeta e non vuole che le sue sinistre operazioni vengano svelate. Dal canto suo, Assange ha dichiarato al Telegraph di Londra che il presidente Obama ha un record di arresti di informatori e gestisce “un regime che non crede nella libertà della stampa e non agisce come se vi credesse”.
A dirigere l’accusa contro Assange è il boss del Dipartimento di Stato Hillary Clinton che ha dichiarato che la diffusione dei documenti confidenziali è “un attacco alla comunità internazionale”, un commento che riassume piuttosto bene la sua stessa condotta, come rivelato da WikiLeaks. E’ stata la signora Clinton, dopo tutto, ad aver condotto l’attacco. E’ stata lei a ordinare ai suoi diplomatici di spiare Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, così come i rappresentanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di Cina, Russia, Francia e Inghilterra; i sottosegretari dell’ONU, i capi delle agenzie specializzate dell’ONU, i capi delle missioni di pace dell’ONU e alte cariche straniere in una quantità di paesi. Come ha riferito il Guardian il 28 novembre, Washington voleva “il numeri delle carte di credito, gli indirizzi e-mail, i numeri telefonici, i numeri di fax e di cercapersone e persino i numeri di conto presso le compagnie aeree, come passeggeri abituali, di membri dell’ONU e ‘informazioni biografiche e biometriche’ …” Voleva anche conoscere qualsiasi piano dei funzionari dell’ONU “per esercitare pressioni per indagini potenzialmente imbarazzanti circa il trattamento, da parte degli USA, dei detenuti in Iraq, Afghanistan e Guantanamo Bay” ha dichiarato il Guardian. E’ così accaduto che la repubblica un tempo stimata per aver partorito gli ideali della libertà individuale, compresa la privacy, sia ora la signora mondiale dello spionaggio, delle incarcerazioni, guerrafondaia, torturatrice e, sì, assassina di massa, l’unica nazione ad aver usato l’arma nucleare che ora, con il suo uso, minaccia gli altri.
E’, per vostra informazione, illegale spiare i telefoni delle Nazioni Unite come è stato fatto durante la corsa all’invasione dell’Iraq per scoprire come altri paesi stavano votando. Ma mentre Obama e la Clinton sono indignati all’idea che la loro stessa corrispondenza sia stata resa pubblica, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza statunitense ha intercettato telefoni in tutto il mondo. Insieme con i suoi partner inferiori, Inghilterra, Australia, Canada e Nuova Zelanda, gli Stati Uniti gestiscono ECHELON, una rete globale di stazioni di intercettazione che origlia l’intero dannato pianeta. “In una varietà di modi ogni paese coinvolto sta violando le sue stesse leggi, quelle di altri paesi e la legge internazionale” scrive il giornalista di Washington William Blum nel suo “Stato canaglia” (‘Rogue State’ – Common Courage Press) notando che ‘l’assenza di mandati della magistratura che permettano la sorveglianza di determinati individui non è che un esempio” dei crimini di ECHELON. In Australia il procuratore generale Robert McClelland ha dato il via a un’indagine per verificare se WikiLeaks abbia infranto qualche legge. Al Congresso il senatore Joseph Leiberman ha accusato i responsabili delle rivelazioni di WikiLeaks di avere “le mani sporche di sangue”, chi se ne frega se Lieberman è uno forte sostenitore delle guerre in Medio Oriente che hanno ucciso, secondo alcuni resoconti, più di un milione di anime. (Dì che non è vero, Joe.)
Insomma è apparentemente insufficiente che gli USA gestiscano la più grande operazioni spionistica della storia attraverso 16 agenzie che Walter Pinkus del The Washington Post scrive costeranno quest’anno ai contribuenti 80 miliardi di dollari. La signora Clinton, come Condoleeza Rice che l’ha preceduta, ha ordinato anche a quelli sul suo libro paga di diventare spie. “Le impronte digitali e le fotografie sono raccolte come parte delle operazioni consolari e dei visti da parte delle ambasciate, ma è più difficile capire come i diplomatici possano giustificare l’ottenere campioni di DNA e scansioni dell’iride” ha detto il Guardian. Non, non è più difficile. Nel coraggioso nuovo mondo gestito dalla Razza Padrona Americana, i diplomatici stranieri sono supplici, non uguali, che possono essere sottoposti a ogni umiliazione. E tali (sorpresa!) possono esserlo gli americani. I loro corpi sono ora sottoposti ai raggi X e alla perquisizione fisica negli aeroporti. I loro telefoni, fax e e-mail vengono letti. I conti bancari e le carte di credito sono controllati. Gli americani vengono arrestati e perseguiti per l’esercizio del loro diritto costituzionale a protestare a una Convention Repubblicana o a una conferenza commerciale. Le loro tasse vengono rubate alla grande per salvare i nostri banchieri privati. Ai loro figli viene ordinato di combattere guerre di aggressione basate sul tipo di menzogne che WikiLeaks ha almeno il coraggio di rivelare e che la signora Clinton cerca di nascondere. In breve, non guardate più all’America quanto alla libertà. Essa è rinchiusa in un brigantino a Quantico con il soldato scelto Bradley Manning.
(Sherwood Ross ha lavorato come reporter per il ‘Daily News’ di Chicago e come redattore presso un’agenzia di stampa. Per commenti o contributi al suo Anti-War News Service (Servizio di notizie contro la guerra) può essere raggiunto a sherwoodross10@gmail.com)
Traduzione a cura di Giuseppe Volpe – Fonte: znetitaly.org

Nessun commento:

Posta un commento