martedì 16 aprile 2013

Amina, sequestrata e ho subito lavaggio cervello



La mamma denuncia: ''E' scomparsa da venerdì, temo per lei''


 Nella foto di archivio ragazze del gruppo Femen protestano davanti al consolato tunisino di Milano in sostegno di Amina

 In una foto tratta da Facebook, alcuni membri del movimento delle Femen lanciano la Topless Jihad. Il movimento di donne ucraine, che si denudano per protesta, si mobilita in sostegno di Amina

TUNISI - Amina, la ragazza tunisina che per avere pubblicato alcune sue fotografie in topless, è stata oggetto di violente critiche e chiare minacce, ha detto d'essere stata sequestrata da alcuni parenti e sottoposta ad un vero e proprio lavaggio del cervello, anche da parte di un imam, per impedirle di ripetere il suo gesto. Amina ha rilasciato una intervista, via Skype, al sito Femen.org.
La ragazza tunisina - che ora si trova in un luogo segreto - ha raccontato di essere stata rapita nei giorni successivi alla sua protesta su Facebook, mentre si trovava con alcuni amici, da alcuni parenti (uno zio ed un cugino) che l'hanno caricata a forza su una autovettura e, dopo averle preso il telefono cellulare e spezzato la carta Sim, l'hanno portata nell'abitazione di un'altra congiunta (una zia). Qui, ha detto, sono stata picchiata e ho incontrato centinaia di persone (300, ha detto) che hanno cercato di convincermi che avevo sbagliato e che dovevo leggere il Corano. Poi, ha aggiunto, mi portavano tutti i giorni da un imam che mi parlava della religione. La seconda tappa, ha riferito ancora Amina, è stato un villaggio dove sono rimasta sequestrata per due settimane. "Ho anche provato a fuggire - ha spiegato -, cercando di farmi prendere in macchina da qualche automobilista di passaggio, ma nessuno mi ha riconosciuto e per questo venivo subito dopo ripresa (da coloro che l'avevano sequestrata, ndr)". "Mi hanno dato forti dosi di medicinali - ha quindi spiegato - per farmi dormire per tutto il giorno". Amina ha anche detto che le dichiarazioni rese a Canal+ (contro Femen, perché le attiviste hanno bruciato una bandiera salafita, e per rivelare la sua intenzione di lasciare la Tunisia) erano state "forzate".
Amina si è allontanata da casa e la madre teme per la sua incolumità. Secondo quanto ha riferito la mamma, la giovane si è allontanata di nascosto da casa da venerdì e non ha dato, sino ad oggi, alcuna notizia di sé alla famiglia. La donna ha reso noto che Amina è sotto trattamento psichiatrico da sei anni e per questo ha chiesto aiuto al medico che l'ha in cura. Oggi pomeriggio, secondo quanto da lei stesso anticipato, si recherà al Ministero dell'Interno tunisino per denunciare la scomparsa della ragazza, la cui vicenda, ha aggiunto, è stata oggetto di strumentalizzazioni.
(ANSA)

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