venerdì 19 aprile 2013

ALLARME RADON, STUDIO USA CONFERMA RISCHI PER LA SALUTE


Ospedale (archivio)ROMA - Un nuovo studio Usa sul radon residenziale dimostrerebbe che, in un periodo di esposizione da 5 a 30 anni e di fronte a concentrazioni medie di questo gas di circa 3.0 picocurie per litro d'aria, c'e' un aumento dall'11 al 21% del rischio di cancro ai polmoni. Gli attuali livelli di radon in ambienti residenziali considerati pericolosi dall'Epa, l'Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti sono di 4.0 picocurie per litro.

''Questa analisi - commenta William Field dell'Universita' dell'Iowa, co-autore dello studio - si basa sul piu' vasto set di dati sul radon mai messo insieme nel Nord America, e risulta in accordo con un'analisi simile su larga scala effettuata in Europa. Entrambi gli studi forniscono prove dirette e univoche sull'aumento del rischio di cancro ai polmoni anche di fronte a livelli di esposizione residenziale al radon inferiori a quelli indicati dall'Epa''. Lo studio e' stato pubblicato sul numero di marzo 2005 della rivista Epidemiology.

Il radon e' considerato, dopo il fumo, il secondo fattore di rischio ambientale secondo l'Oms. L'Epa stima che ogni anno esso sia responsabile di circa 21.000 vittime per tumori al polmone. Il radon, un gas radioattivo, invisibile e inodore che viene prodotto in natura dal decadimento dell'uranio nel terreno, e' la seconda causa di tumore dei polmoni negli Stati Uniti.

L'esposizione della popolazione italiana a questo cancerogeno e' stata valutata da un'ampia indagine nazionale svolta negli anni 1989-96 su un campione di 5.000 abitazioni. Lo studio, effettuato dall'Istituto Superiore di Sanita' e dall'Anpa, in collaborazione con le Regioni, ha permesso di stimare che nell'1% delle case italiane (circa 200.000) vi sia una concentrazione di radon superiore ai 400 Bequerel al metro cubo nel 4% delle abitazioni (circa 800.000) si superano i 200 Bq/m3.
Sulla base di questi risultati (e su indagini avviate nelle scuole di molte regioni), e' stato stimato che il 5-15% dei circa 30.000 tumori polmonari che si verificano ogni anno in Italia siano attribuibili al radon.

L'Nrpb (Ente Nazionale per la Protezione Radiologica Inglese) raccomanda che nelle abitazioni i livelli di questo radionuclide siano ridotti quando il livello medio supera i 200 Bequerel per metro cubo. In Italia, con la Legge 241/2000, che ha recepito direttive europee, siamo nella fase dell'obbligatorieta' del monitoraggio della presenza del radon negli ambienti di lavoro.

Tra gli obblighi per i datori di lavoro vi e' quello di procedere alla misura delle concentrazioni di attivita' di radon. Il valore di riferimento e' stato fissato in 500 Bequerel per metro cubo di concentrazione media in un anno.

''Sotto osservazione soprattutto gli ambienti interrati - dice Giuliano Sciocchetti, responsabile del laboratorio radon dell'Enea Casaccia -. Alle Regioni spetta il compito di elaborare apposite mappe territoriali per la definizione delle aree da sottoporre a controllo.

I laboratori pubblici impegnati nel controllo dei livelli ambientali di radon sono quelli dell'Istituto Superiore di Sanita', dell'Apat, dell'Ispel ed i laboratori regionali. In attesa della nomina della apposita Commissione, prevista dalla legge 241, che determini le linee guida del monitoraggio a livello nazionale, le Regioni stanno procedendo autonomamente. L'Enea e' l'ente di riferimento per quanto riguarda la standardizzazione delle misure ed e' all' avanguardia nel campo delle tecniche di misurazione e monitoraggio di questo gas''.

(ANSA)

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