venerdì 5 aprile 2013

A torso nudo gli 'Hommen', anti-nozze gay



Si ispirano a Femen ma protestano contro legge su matrimonio gay


Un fermo immagine da un video degli Hommen

Il progetto di legge sulle nozze gay in Francia passa al vaglio del Senato, ma se le discussioni prenderanno il via solo nel pomeriggio, le azioni di protesta di quanti si oppongono alla legge sono gia' iniziate. Gia' dall'alba una sessantina di manifestanti ha cominciato a protestare davanti al palazzo del Luxembourg, a Parigi, sede del Senato.
Lanciano un appello alla ''primavera francese''. Altri si sono presentati alle 6 sotto casa della senatrice centrista Chantal Jouanno con cornetti, caffe' e fiori al grido ''un padre e una madre, e' elementare'' per incoraggiarla a votare contro la legge. Nuove azioni di protesta sono previste lungo tutta la giornata. Il collettivo La Manif pour tous (Manifestazione per tutti), all'origine dei grandi cortei anti nozze gay del 13 gennaio e del 24 marzo, organizza un raduno alle 18. Il gruppo estremista cattolico Civitas invita a pregare sulle gradinate del Senato alle 19. Intanto un nuovo movimento contrario alla legalizzazione del matrimonio per le coppie di omosessuali ha cominciato a emergere in questi ultimi giorni. Si fanno chiamare Hommen (un nome che si ispira apertamente a quello del gruppo femminile Femen), portano delle maschere e manifestano a torso nudo per chiedere che il progetto di legge venga ritirato. Queste proteste continuano a scontrarsi con la maggioranza dell'opinione pubblica.
Anche l'ultimo sondaggio CSA, reso noto oggi, indica che i francesi sono favorevoli al matrimonio gay: il 53% di loro approva il testo di legge, mentre il 16% si dichiara ''piuttosto contrario'' e il 26% ''interamente contrario''. Le donne (56%) e i giovani tra i 18 e i 24 anni (67%) lo approvano di piu' degli uomini (50%) e dei senior, dai 65 anni in su (31%). E' la questione dell'adozione dei bambini da parte delle coppie gay a dividere sempre di piu' i francesi: ormai il 56% di loro non la approva (erano il 48% nel dicembre 2012), mentre il 41% non ha nulla in contrario.
(ANSA)

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