mercoledì 13 febbraio 2013

Un paese con lo sfratto esecutivo




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lettera dalla Spagna di Mónica Flores Fernandez
“Articolo 25
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione e alle cure mediche ed ai servizi sociali necessari[...]”
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
“Artículo 47
Todos los españoles tienen derecho a disfrutar de una vivienda digna y adecuada. Los poderes públicos promoverán las condiciones necesarias y establecerán las normas pertinentes para hacer efectivo este derecho, regulando la utilización del suelo de acuerdo con el interés general para impedir la especulación.”
Constitución Española del 1978.
 (1)

Barakaldo, Paese Basco, un giorno di settembre del 2012. Passano alcuni minuti dalle nove del mattino quando la commissione giudiziaria ed i poliziotti arrivano a casa sua. Lei, che abita al quarto piano, apre con il citofono la porta principale. Poi, Amaia, di 53 anni, avvicina una sedia alla finestra e si butta giù. Mette così fine alla sua vita perché la banca pretendeva di prendersi casa sua, dove abitava con suo marito e suo figlio ventenne. Non era disoccupata ma aveva problemi a pagare il mutuo. La banca non le ha offerto nessuna soluzione. Le proteste nelle strade del suo paese, ma anche di altre città, si attivano lo stesso giorno della sua morte. Non è la prima. Non sarà l’ultima. Ottobre, un ragazzo perde il lavoro e viene abbandonato dalla fidanzata, la banca gli invia la notifica: perderà la casa perché non paga il mutuo. Si suicida. Succede nelle Isole Canarie. Qualche giorno più tardi, a Granada, Andalusia, uncinquantenne si impicca qualche ora prima di essere cacciato da casa sua, anche lui perché non può più pagare il mutuo. Lo stesso giorno, a Valencia, quando la commissione giudiziaria e la polizia arrivano a casa sua, Manuel bacia suo figlio e poi si butta giù dalla finestra. L’elenco delle vittime, perché vittime sono, è così lungo che non riesco a scriverlo tutto. Ho raccontato soltanto alcuni casi, pochi se consideriamo il totale, troppi se consideriamo la tragedia di una morte per suicidio.
La legge che controlla la gestione dei domicili è vecchia, del 1909, e non prende in considerazione i cambiamenti occorsi nella società in questi oltre cent’anni. Così, oggi in Spagna è normale che una persona perda il lavoro, perdendo il lavoro perde anche la fonte d’entrate principale ed inizia ad avere problemi economici che diventano più seri quanto più tempo trascorre senza lavorare. Dopo un po’, finiscono pure i soldi del sussidio di disoccupazione e, arrivato questo punto, diventa impossibile pagare l’affitto o il mutuo. Se la persona ha l’affitto “l’unico” problema è rimanere senza l’abitazione, forse, se li ha, perdere i figli minorenni perché i servizi sociali glieli portano via, perché senza una casa non può più dar loro una vita dignitosa. Se invece ha il mutuo, i problemi non finiscono più. In Spagna la legge dice che anche se la banca ti prende la casa per non aver pagato il mutuo, tu il debito non lo estingui. Cercherò di essere più chiara: la banca X ti ha dato un’ipoteca per il 100% del valore di una casa. Questi soldi ti servono per avere questa casa e in cambio restituisci una quantità di soldi ogni mese alla suddetta banca. Succede poi che non puoi più pagare il mutuo. Così la banca, passati alcuni mesi, si prende la casa per il 60% del suo valore e tu devi pagare il 40% del valore che resta più gli interessi sommati del periodo in cui non hai potuto pagare il mutuo. Per questa ragione una persona che perde la casa in Spagna dopo non aver potuto pagare il mutuo si trova debitore a vita. Per sempre. Senza seconde opportunità. È quindi abituale che una persona perdendo il lavoro, perda pure i soldi. Perdendo i soldi, perda la casa. Perdendo la casa, perda anche i figli minorenni (se li aveva). Invece conserverà, a vita, il debito. Niente nel futuro ma il debito. E c’è chi ancora si chiede come mai c’è chi sceglie la morte.
Una situazione così dura ed ingiusta non la si trova in Italia, dove hai l’opportunità di cancellare il debito se nell’asta giudiziaria la vendita copre il 100% del prezzo iniziale. Nemmeno in Grecia, dove gli sfratti sono stati fermati almeno per il prossimo anno. Qua no. Il governo, in collaborazione con il partito dell’opposizione, ha fatto una legge secondo la quale si fermano gli sfratti per due anni, come dice un articolo di La Repubblica. Ma non è così bello come appare. Per poter fermare lo sfratto devi essere praticamente un clochard, altrimenti non rientri nei parametri stabiliti dalla legge. Così solo un 10% delle persone a rischio di sfratto possono fermalo, ma nemmeno questo è una buona notizia. Lo sfratto si ferma, l’aumento del debito invece no. Nel caso che una persona riesca a fermare il processo trova che gli interessi per non aver pagato il mutuo continuano ad aumentare senza pietà. Quando potrà riprendere a pagare il mutuo, dopo questi due anni, gli interessi saranno lievitati così tanto che condanneranno la persona in questione ad avere un debito perpetuo e oggettivamente impagabile.
Mi viene tanta tristezza quando leggo l’articolo 47 della Costituzione Spagnola, quello che ho citato all’inizio. Lo Stato deve promuovere le condizioni necessarie perché tutte le persone abbiano una casa dignitosa ed evitare la speculazione. Se guardiamo indietro agli ultimi vent’anni possiamo vedere che questo non è avvenuto. Non hanno difeso i cittadini ma gli interessi economici di poche persone. Ecco perché ci troviamo in questa situazione. Ecco perché alcune persone hanno deciso di porre fine alla propria vita, nella disperazione di non vedere un futuro, perché tutte le porte che davano speranza erano state chiuse da leggi ingiuste. Il peggio di tutto è la sensazione che la situazione non migliorerà. Anzi. Nessuna misura vera ed utile è stata presa per risolvere il problema, quindi è probabile che un giorno qualsiasi, accendendo la TV o leggendo un quotidiano, scopriremo la tragedia di una vita fermata troppo presto, di tante vite strozzate per l’assenza di qualcuno caro, tutto per colpa dell’avarizia di poche persone e dell’incapacità della politica per risolvere la situazione.
PS: mentre scrivevo questo testo un altro uomo si è suicidato, questa volta a Córdoba, Andalusia e poi ancora una coppia di anziani a Mallorca.
Mi chiedo quanti suicidi ci vogliano ancora per cambiare la legge.
(1) “Articolo 47.
Tutti gli spagnoli hanno diritto a godere di un domicilio dignitoso e adeguato. I poteri pubblici promuoveranno le condizioni necessarie e stabiliranno le norme pertinenti per rendere effettivo questo diritto, regolando l’uso del suolo d’accordo con l’interesse generale per impedire la speculazione.”

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