Il patron ha poi acquistato la casa d’aste Semenzato ed è diventato azionista di Finarte, la storica casa d’aste milanese dichiarata fallita nel 2012. Causa della chiusura, la crisi, l'annuncio è stato dato lo scorso 18 gennaio in diretta tv da Corbelli: "Svendiamo tutto. Basta, non si può più lavorare in queste condizioni - ha detto l'imprenditore - in uno Stato di polizia, con un governo che ha perso il barlume della lucidità e tratta come criminali i ricchi. E poi c'è il redditometro, terrorizza tutti".
Negli ultimi anni Telemarket aveva fatto segnare un preoccupante segno meno nelle vendite, precipitando da un fatturato di 111 milioni nel 2005 ai 32 milioni del 2012. Nei prossimi due mesi l'obiettivo a quanto pare sarà vendere "i 100 mila pezzi dei nostri magazzini. Valore? 100 milioni di euro", sottolinea Corbelli, "da un anno e mezzo mi sto guardando intorno, in Oriente, per la precisione in Cina. Ho già degli accordi con un’emittente televisiva di Jinan, dove potrei vendere la parte insoluta del magazzino". Rimane la questione, scottante, dei dipendenti: "Erano 250, dal 2008 sono stati ridotti a 100. Vedremo. Potrebbero andare in mobilità".
Insomma, un'altra azienda italiana che chiude, al culmine di una situzione travagliata: i maligni credono che tutto questo sia in realtà un'operazione di svendita di magazzino, ma non una reale chiusura. Staremo a vedere cosa accadrà da qui a inizio aprile.
Nessun commento:
Posta un commento