martedì 5 febbraio 2013

Rizzo conferma accuse a ex vertici Banca



Ex funzionario Dresdner a Gdf Roma: 'c'erano pagamenti riservati a dirigenti Montepaschi'


 L'ex presidente di Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari arriva al Tribunale di Siena insieme al suo avvocato Fabio Pisillo

 Giuseppe Mussari arriva al Tribunale di Siena

  Palazzo Salimbeni, sede del Montepaschi


  Mps

Siena -  C'era "una banda del 5%" che prendeva una percentuale illecita su ogni operazione e c'erano "pagamenti riservati" ai vertici di Mps: l'ex funzionario della banca d'affari Dresdner, sentito a Roma dalla Gdf, ha confermato tutte le accuse nei confronti di Mps che aveva già messo in un verbale di polizia giudiziaria nel 2008.
Rizzo, che è stato sentito dagli uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, ha dunque ribadito le sue accuse nei confronti degli ex vertici della banca e ha fatto anche i nomi dei funzionari di Dresdner che hanno partecipato alle riunioni in cui si affrontava la questione delle percentuali per i funzionari di Rocca Salimbeni. Persone che saranno adesso sentite nei prossimi giorni dalla procura di Siena che indaga sull'acquisizione di Antonveneta e sulla vicenda del derivato Alexandria. Rizzo ha anche confermato l'esistenza dei nastri - depositati a Milano già nel 2008 - sui quali avrebbe registrato le conversazioni tra lui e gli altri funzionari della Dresdner nelle occasioni in cui si parlava di Mps. Si tratterebbe, secondo quanto si apprende, di 2-3 nastri relativi a riunioni interne alla banca d'affari alle quali ha partecipato lo stesso Rizzo. Registrazioni effettuate su suggerimento dei legali nel timore che, una volta denunciate l'anomalia relativa a Mps, nei suoi confronti potesse essere aperta una procedura di licenziamento. Nel verbale del marzo del 2008, in particolare, Rizzo citava una cena con il funzionario della Dresdner, Michele Cortese - che sarà sentito anche lui nei prossimi giorni - nella quale quest'ultimo affermava che "Baldassarri e Pontone (capo area finanza e responsabile ufficio di Londra Mps, ndr) avevano percepito una commissione indebita dell'operazione per il tramite di Lutifin. Mi disse che i due erano conosciuti come la banda del 5% perché su ogni operazione prendevano una percentuale".
BERSANI,SE A GOVERNO NO PREMINENZA FONDAZIONI - Le fondazioni non possono avere una posizione predominate in una banca. Lo ribadisce Pier Luigi Bersani parlando alla trasmissione 'In Onda'. Da qui l'impegno: Se vado al governo si esce da qualsiasi controllo della fondazione sulla banca. "L'ho sempre pensata così", ha detto il segretario.
MUSSARI IN PROCURA A SIENA L'ex presidente dell'Abi e del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, è arrivato in procura a Siena per essere sentito nell'ambito dell'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta. L'ex presidente di Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari è pronto a rispondere a tutte le domande dei sostituti procuratori "ma non in data odierna". Lo ha riferito il suo legale, l'avv. Fabio Pisillo, spiegando che questa decisione è stata presa in considerazione dell'assenza dell'altro difensore Tullio Padovani. L'intenzione di rispondere all' interrogatorio e alle domande dei pm, spiega ancora Pisillo, è stata dichiarata dallo stesso Mussari. L'impedimento dell'avv. Padovani era stato dichiarato con un'istanza di differimento il 2 febbraio. "Padovani - spiega Pisillo - era impegnato in Cassazione in un procedimento fissato da molto tempo. Mussari ha chiesto che venga fissata un'altra data, fin da giovedì di questa settimana, per di consentire di rispondere all' interrogatorio assistito da entrambi i difensori".
"Auspichiamo che si creino in tempi brevi le condizioni per un interesse da parte di soci finanziari stabili e di qualità per la banca". Lo ha detto l'amministratore delegato Mps, Fabrizio Viola, precisando che "in questo momento nuovi soci non ce n'é pronti ad investire".
BORSA ANCORA NON CREDE AL NOSTRO PIANO Il deprezzamento di Mps in Borsa "é sintomo del fatto che ancora il mercato non crede a quello che potrà essere il miglioramento dei fondamentali implicito nel piano industriale", ha detto Viola
SOVRAPPOSIZIONE INCHIESTE, CSM APRE PRATICA Le "perplessità da più parti sollevate in ordine alla sovrapposizione di plurimi interventi giudiziari" sul caso Mps, hanno spinto il Comitato di presidenza del Csm ad aprire una pratica sulle "eventuali modifiche della disciplina processuale di cui all'articolo 9 del codice di procedura penale".
DI PIETRO, DAL CAPO DELLO STATO CENSURA DA REGIME Sul Monte dei Paschi di Siena "il Capo dello Stato ha detto una cosa che per me resta una censura da regime". Lo ha detto il leader dell'Italia dei Valori (Idv), Antonio Di Pietro, a Chieti, sua prima tappa del tour odierno in Abruzzo riferendosi alle ultime dichiarazioni del presidente della repubblica su Mps e il ruolo della stampa.
BERLUSCONI "Ci sono scandali che in tempo di elezioni la magistratura si guarda bene dal sollevare. Su Mps non ne hanno messo in galera uno; se si trattava di noi avremmo avuto decine di persone in galera e nostre intercettazioni pubblicate ovunque". Lo ha detto Silvio Berlusconi
La procura di Trani ha trasmesso ai pm di Siena il fascicolo di indagine aperto su Mps dopo la denuncia di Adusbef. Nell'inchiesta venivano ipotizzati i reati di aggiotaggio, manipolazione del mercato e omesso controllo in relazione a presunte inefficienze nei controlli di Consob e Bankitalia. I pm tranesi Antonio Savasta e Michele Ruggiero continuano invece ad indagare per truffa aggravata e usura in relazione ai derivati emessi da Mps e da Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem. Nell'inchiesta tranese che ipotizza truffa e usura esercitate nei confronti di sottoscrittori del nord barese sono indagate da tempo diverse decine di persone, soprattutto dipendenti delle banche, e si ipotizza anche il reato di omesso controllo da parte di ispettori di Consob e Bankitalia che hanno il compito di controllare la genuinità dei derivati
  "C'é qualche iniziativa estemporanea dettata più dall'esigenza di inseguire la notorietà che da un coerente e responsabile esercizio dell'azione penale". Lo ha detto il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, interpellato sul filone d'inchiesta aperto a Trani su Mps. Attorno all'iniziativa dei pm di Trani si è sollevata una discussione in relazione alla competenza territoriale, un punto su cui è intervenuto nei giorni scorsi anche il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati. "Quando diciamo - ha detto Vietti - che i magistrati devono ispirare la propria azione ad un rigoroso rispetto delle regole, il riferimento è anche alle regole che riguardano la competenza. La competenza territoriale non è un optional, è uno dei criteri fondamentali nell'esercizio della giurisdizione".
Week end di lavoro in procura a Siena: gli uffici hanno atteso il rientro delle notifiche degli inviti a comparire mandati ad indagati dell'inchiesta sul Monte dei Paschi e gli inquirenti continuano a studiare la mole di documenti e i complessi rapporti ricevuti dalla guardia di finanza. La procura è stata presidiata dal più giovane degli inquirenti, il sostituto Aldo Natalini, 'magistrato di turno' che nell'occuparsi dei fatti di giornata ha perfino recepito dalla polizia giudiziaria - ovviamente fuori dalla vicenda Monte dei Paschi - anche gli atti di un arresto per droga.
Ma, oltre il lavoro normale, la testa è tutta sull' 'affaire' Mps benché, di fronte agli imminenti interrogatori, si cerchi di schermarsi dalla pressione esterna parlando di "attività istruttoria ordinaria". Per i pm - che mantengono la linea delle bocche cucite - è una pura routine quella in corso, tipica di qualsiasi inchiesta, e non c'é da stupirsi se a circa nove mesi dall'inizio delle indagini alcuni indagati eccellenti, tra cui quasi sicuramente gli ex vertici della banca, saranno sentiti alla luce delle ultime risultanze delle indagini. Gli indagati raggiunti dall'invito a comparire potrebbero essere interrogati forse già a partire da lunedì. Sembrano esserci molte ragioni per fare ora domande ai principali indagati dell'inchiesta.
Secondo quanto si apprende, i filoni individuati nell'inchiesta su Mps richiedono ora un 'check', un punto della situazione, per individuare le responsabilità, dare contorni precisi ai fatti finora accertati, ed eventualmente allargare il campo ad altri soggetti finora non toccati dalle indagini. Una decina di indagati sembra numero esiguo rispetto alla mole di fatti messi sotto esame. Al vaglio degli inquirenti non ci solo la criticata compravendita di Banca Antonveneta, un affare che arrise al Banco di Santander e mise in ginocchio i conti del Monte dei Paschi, e neppure ci sono solo le varie operazioni finanziarie avventurose sui cosiddetti prodotti derivati. Due aspetti già emersi e abbastanza chiacchierati fuori dagli ambienti giudiziari.
Due filoni che, si ipotizza a Siena, in realtà sarebbero solo la fase prodromica di un'inchiesta dalle tante facce, e lunga nel tempo. Intanto gli inquirenti studiano le ultime carte provenute dalla guardia di finanza tra quelle acquisite alla Banca d'Italia e alla Consob, mentre gli investigatori sono alla ricerca di nuove 'talpe' nella banca e nella città, oltre al manager che starebbe collaborando con i magistrati: il contributo di testimoni chiave potrebbe dare un'accelerazione al lavoro in corso. Tuttavia, si fa rilevare, il Monte dei Paschi e chi l'ha retto dall'esterno mantengono tuttora una capacità pervasiva che sembra inibire utili atti di coscienza a fare chiarezza e doverosa opera di verità.
(ANSA)

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