sabato 23 febbraio 2013

OBIETTIVO VECCHIAIA KO, PROMESSA DEI GENI ANTI-ETA'


di Manuela Correra

ROMA - L'obiettivo, sogno di intere generazioni, è quello di mettere la vecchiaia 'ko': non solo vivere fino a 100 anni, ma riuscirci mantenendo intatte energia fisica e lucidità mentale. E se l'elisir d'immortalità resta una leggenda, le promesse che arrivano dalla scienza sono invece molto più concrete: due nuovi studi, che si sommano ad altri recenti, aprono infatti nuove prospettive individuando geni 'anti-eta'' che potrebbero giocare un ruolo chiave nella partita contro l'invecchiamento. Nel primo studio, pubblicato questa settimana sulla rivista scientifica Plos-One, i ricercatori dell'Università del Missouri hanno individuato un cosiddetto 'gene della longevita'' in grado ai aumentare il livello delle performance durante l'esercizio fisico: hanno infatti verificato che la terapia genica utilizzando il gene MCAT ha determinato nei topolini di laboratorio un aumento dell'energia e del livello delle performance fisiche. E la notizia che fa ben sperare è che, affermano gli scienziati, tale tecnica potrebbe essere in futuro applicata all'uomo. "L'invecchiamento - rileva uno dei coordinatori dello studio, l'immunologo Dongsheng Duan - è una delle maggiori sfide per la società moderna, ed una questione chiave è proprio la perdita di energia ed attività negli anziani. L'obiettivo, infatti, non è solo l'allungamento della vita, bensì il prolungamento delle condizioni ottimali di salute di un individuo".

Da qui l'esperimento degli scienziati: hanno sottoposto a terapia genica topolini di laboratorio utilizzando il gene MCAT con provate funzioni anti-invechiamento; in pratica, il gene è stato 'nascosto' in un virus-vettore benigno ed iniettato nei topolini. Una volta iniettato il gene, i topolini sono stati testati. Risultato: le cavie riuscivano a correre con più energia, più velocemente ed a lungo rispetto a topolini della stessa età e sesso ma non 'arricchiti' del gene MCAT. Il miglioramento delle performance fisiche, spiegano i ricercatori, è proprio attribuibile a MCAT, dimostratosi capace di rimuovere dalle cellule sostanze tossiche come i radicali liberi. E la tecnica del virus-vettore per trasportare il gene della longevità nell'organismo, annunciano, apre alla possibilità di un trattamento sull'uomo: "I nostri risultati - spiegano - suggeriscono che una terapia genica simile potrà in futuro migliorare la qualità di vita degli anziani, con implicazioni importanti per la lotta a varie patologie come cardiopatie, diabete e malattie neurodegenerative, tutte caratterizzate da un'alta percentuale di radicali liberi tossici nelle cellule". Ma di geni anti-età se ne conoscono già vari, e i ricercatori ne stanno studiando potenzialità ed applicazioni. E' il caso del gene 'Klotho', scoperto in Giappone nel 1997: la sua funzione anti-invecchiamento è nota, ma ora gli scienziati dell'Università dell'Oklahoma, in uno studio pubblicato nell'ultimo numero della rivista Hypertension, hanno scoperto che aumentando l'espressione di tale gene in modelli di laboratorio si riesce ad ottenere una diminuzione della pressione arteriosa.

La pressione alta, che colpisce soprattutto gli anziani, è uno dei maggiori fattori di rischio per ictus, infarto e patologie renali. Non solo: la terapia genica con il gene Klotho si è dimostrata anche capace di annullare i danni ai reni dovuti proprio all'ipertensione. Anche in questo caso, si punta ad arrivare al più presto ad un'applicazione dei trattamenti sull'uomo. Insomma, i ricercatori sono fiduciosi: la strada verso la definitiva sconfitta della vecchiaia, e per una qualità di vita al 'top' anche con i capelli bianchi, è ormai tracciata. E' dunque solo questione di tempo: la squadra dei geni 'anti-eta'' - come dimostrano i risultati positivi dei più recenti studi sulla terapia genica in funzione anti-invecchiamento - sembra proprio riuscirà a mantenere la promessa di una vita, se non eterna, sicuramente longeva e qualitativamente superiore.

(ANSA)

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