giovedì 21 febbraio 2013

Mps: Baldassarri a pm, in banca tutti sapevano di Alexandria



Il legale: 'Ha ribadito quanto già detto in scorso interrogatorio


 'Carabinieri davanti alla sede della Banca Monte dei Paschi di Siena


  Giuseppe Mussari

Gianluca Baldassarri, l'ex capo dell'area finanza di Mps, interrogato per oltre tre ore dai pm di Siena, ha in sostanza ribadito quanto aveva già detto al gip Maria Alfonsa Ferraro e cioè che in sostanza in banca tutti sapevano dell'operazione di ristrutturazione di Alexandria, e del suo collegamento anche con i finanziamenti di Nomura per l'acquisto di Btp. Baldassarri, che per tre ore ha risposto alle domanda dei pm di Siena, Antonio Nastasi e Giuseppe Grosso, come ha spiegato il suo difensore avvocato Filippi Dinacci, ha ribadito e si è soffermato su quanto già detto la scorsa volta, e cioé durante l'interrogatorio di garanzia, rispondendo in maniera "puntuale sui meccanismi tecnici". Alla domanda se l'ex manager di Monte dei Paschi di Siena avesse affermato che l'operazione al centro dell'inchiesta e per la quale si configura il reato di ostacolo all'attività di vigilanza di Bankitalia, fosse stata legittimata dai vertici di Mps, il legale ha replicato:"secondo voi in un'operazione di questo genere, di questo spessore, in banca si poteva non sapere?".
L'avvocato Dinacci al termine dell' interrogatorio di Baldassarri ha risposto ad alcune domande dei cronisti che gli hanno chiesto più volte se il suo assistito avesse tirato in ballo altre persone o se comunque avesse affermato che l'operazione era stata legittimata dai vertici di Mps. "Qui è un problema di tecnica del reato - ha spiegato il legale - che si configura nel momento cin cui i soggetti responsabili di un ente ostacolano la vigilanza di Banca d' Italia. A valle l'area finanza e le altre aree possono costruire delle operazioni, ma poi - ha proseguito il difensore - certe operazioni sono validate dagli organi deliberativi". L'avvocato ha poi proseguito ricordando che nel caso di specie il suo assistito "ha già detto in termini molto chiari che i contratti erano stati tutti puntualmente depositati. Non c'é il contratto generale ma tutti i contratti di acquisto e compravendita erano stati regolarmente depositati. Poi c'è un' area risk management, di funzione controllo, di funzione effettiva. Insomma...c'é la Banca d'Italia". In sostanza l' interrogatorio, come è stato riferito, si è concentrato sulla lettera di intenti relativa alla ristrutturazione di Alexandria e quindi sui fatti legati al reato contestato di ostacolo agli organi di vigilanza. Interrogatorio in cui Baldassarri ha dato delle risposte anche tecniche ribadendo che sarebbero state molte le persone che sapevano all'interno dell'Istituto di Rocca Salimbeni.
CORTE CONTI, OK REGISTRAZIONE DECRETO MONTI BOND - La sezione controllo preventivo di legittimità della Corte dei Conti ha registrato il decreto che individua le risorse per la sottoscrizione degli strumenti finanziari emessi dal Monte dei Paschi di Siena, ovvero dei Monti-Bond a favore di Mps. Lo comunica una nota.
AVVOCATO, BALDASSARRI HA DATO SUA VERSIONE DEI FATTI - "Ha risposto a tutto dando la sua versione sia sul piano tecnico sia per quanto riguarda la ricostituzione dei fatti storici". Lo ha detto Filippo Dinacci difensore di Baldassarri, l'ex capo dell'area finanza di Mps interrogato oggi dai pm senesi Nastasi e Grosso. Il legale ha spiegato che quello di stamani è stato "un interrogatorio investigativo" e che al momento non è stata chiesta alcuna revoca della custodia cautelare in carcere disposta domenica scorsa dal gip milanese Maria Alfonsa Ferraro ("é provvisoria") e che con i magistrati senesi non si è parlato né di un trasferimento di Baldassarri né di un ulteriore interrogatorio. L'avvocato Dinacci ha comunque ribadito che il suo assistito si trova in carcere perché "c'é stato un forte equivoco sul pericolo di fuga. Le ordinanze si rispettano ma questo mi lascia alquanto perplesso sul piano delle interpretazione giuridica. Credo ci sia un grosso equivoco di fondo - ha ripetuto - speriamo di chiarirlo quanto prima anche perché credo che la misura carceraria non sia necessaria".
BERSANI, NON CREDO CHE CI SARA' COSTO POLITICO PER PD -'A me non risulta che per il Pd ci sarà un costo politico. E' una vicenda grave ma si è visto, strada facendo, che il Pd non c'entra. Sta emergendo che si tratta di manager infedeli che risponderanno alla banca e soprattutto alla magistratura". Così Pier Luigi Bersani, a Radio 2, esclude conseguenze politiche per il Pd dall'inchiesta su Mps.
(ANSA)

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