sabato 2 febbraio 2013

Le Rivoluzioni scientifiche non sono finite



Intervista al filosofo della scienza Stefano Moriggi (università di Bergamo e Milano Bicocca)


Il Sistema Copernicano, protagonista di una delle più granidi rivoluzoni scientificheIl Sistema Copernicano, protagonista di una delle più granidi rivoluzoni scientifiche
E' probabilmente vero che il vecchio genio solitario non esiste più, ma mettere la parola 'fine'all'epoca delle grandi rivoluzioni scientifiche è forse un po' troppo. Ne è convinto il filosofo della scienza Stefano Moriggi, delle università di Bergamo e Milano Bicocca, che commenta la tesi pubblicata sulla rivista Nature, secondo la quale il genio scientifico si è "estinto".

Per Moriggi "sicuramente non ci sarà più d'ora in poi la figura del genio solitario perché la ricerca scientifica è diventata sempre più un lavoro di equipe, data la parcellizzazione e la specializzazione dei saperi". La testimonianza più immediata è quella della scoperta del bosone di Higgs, "nata da un'intuizione del signor Higgs, ma che ha richiesto anni di lavoro da parte di un gruppo di ricerca internazionale".
Senza dubbio, prosegue, "oggi l'impegno tecnico-scientifico é diventato un lavoro di squadra" nel quale dialogano e collaborano tante competenze diverse. "Questo - aggiunge - è vero da tempo".

Quello che invece non è molto chiaro è perché l'epoca delle grandi rivoluzioni scientifiche dovrebbe essere ormai conclusa. "Non ne sarei così sicuro - osserva Moriggi - perchénon credo che il lavoro di gruppo abbia indebolito la possibilità di fare scoperte di portata rivoluzionaria. Pensiamo soltanto alla mappa del Dna, o alla consapevolezza che conosciamo appena il 5% dell'universo e che tutto il resto è composto da materia oscura e da energia oscura". Non c'é dubbio, rileva, che "quello che possiamo scoprire è proporzionale a quello che sappiamo".

E' molto difficile, quindi, affermare che la scienza contemporanea sia lontana da una fase rivoluzionaria: "nessuno può dire se una fase così dirompente non sia proprio dietro l'angolo, che non siamo alle porte di una rivoluzione conoscitiva e tecnologica".
L'atteggiamento migliore, per il filosofo della scienza, è quello che prende esempio da un vecchio genio come Newton, che si vedeva giocare con delle conchiglie sulla riva, sapendo di trovarsi davanti ad un oceano sconosciuto. "Nessun genio del passato, da Galileo ad Einstein - conclude Moriggi - ha mai preteso di aver detto l'ultima parola".

(ANSA)

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