mercoledì 6 febbraio 2013

India, processo al branco Per violenza studentessa



India, i cinque imputati rischiano la pena di morte. Il padre della studentessa morta: massimo della pena


 Un'immagine delle manifestazioni in India dopo la violenza choc

NEW DELHI - Al termine di vari giorni di procedure preliminari, si è aperto oggi a porte chiuse a New Delhi il processo contro i cinque membri del 'branco' che il 16 dicembre scorso violentarono su un autobus una ragazza di 23 anni. Lo ha riferito Zee News Tv. Al momento della comunicazione sabato dei numerosi reati di cui sono accusati, tutti gli imputati, che rischiano la pena di morte, si sono dichiarati "non colpevoli". Un sesto imputato sarà invece giudicato separatamente da un tribunale per minori. Alla prima udienza dello speciale tribunale 'fast track' partecipa anche il fidanzato della giovane morta il 29 dicembre per le brutali violenze subite in un ospedale di Singapore, che si è presentato su una sedia a rotelle. Le udienze si terranno ogni giorno per assicurare un rapido esame del caso e una tempestiva condanna, rispondendo così anche alle pressioni dell'opinione pubblica indiana che si è mobilitata per chiedere giustizia per questo e per i molti altri casi di violenza contro le donne. Domenica il presidente della Repubblica, Pranab Mukherjee, ha firmato un decreto legge che prevede pene più severe per gli autori di violenze sessuali, compresa nei casi più gravi la pena di morte.
Il padre della ragazza di 23 anni brutalmente violentata e uccisa a New Delhi ha detto di volere "tutti e sei gli stupratori impiccati" e che "lotterà fino alla fine per ottenere una sentenza di condanna a morte". E' quanto riporta oggi l'emittente privata Zee News. I familiari della studentessa hanno partecipato a una conferenza stampa organizzata da alcuni leader politici dell'opposizione che vorrebbero dedicare un museo alla ragazza che è ancora senza nome per la tutela della privacy. Proprio oggi in uno speciale tribunale nel quartiere di Saket, nel sud della capitale, si è tenuta la prima udienza a porte chiuse del processo contro cinque uomini (un sesto è minorenne). E' stato chiamato a testimoniare l'amico della studentessa che la sera del 16 dicembre era salito con lei sull'autobus e che era stato picchiato con una spranga di ferro dagli stupratori. Il ragazzo è comparso davanti ai giudici su una sedia a rotelle per le gravi ferite riportate e ha identificato i cinque imputati in aula. Secondo quanto hanno scritto fonti di stampa indiane, gli accusati, tra cui c'é anche l'autista dell'autobus (il veicolo é stato esibito nel cortile del tribunale come prova), si sono proclamati innocenti. Domani toccherà alla difesa sentire il teste chiave.

(ANSA)

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