venerdì 15 febbraio 2013

Ilva: non ammessi conflitti promossi da pm Taranto



Lo ha deciso la Corte Costituzionale


 Un caschetto da operaio dell'Ilva

La Corte Costituzionale ha giudicato inammissibili i due ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato presentati dalla Procura di Taranto, uno nei confronti del governo per il decreto salva-Ilva e l'altro nei confronti del parlamento per la relativa legge di conversione.
CONSULTA, PREVALE QUESTIONE DI LEGITTIMITA' - La Consulta ha ritenuto inammissibili i conflitti sull'Ilva sia perché il conflitto di attribuzione relativo ad una legge è inammissibile quando sussista la possibilità di sollevare eccezione di legittimità costituzionale su una norma; sia perché questa possibilità sussiste e si è concretizzata proprio nel caso Ilva.
CLINI, AUTORIZZAZIONE INTEGRATA ASSICURA PRODUZIONE  - "Con l'autorizzazione integrata ambientale che ho rilasciato a ottobre l'Ilva ha un piano di attività e investimenti che va realizzato in tre anni e che consentirà allo stabilimento da un lato di essere pienamente in regola con le nuove direttive europee e dall'altro assicurerà la continuità produttiva". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, intervenuto ad Ancona a una iniziativa della Lista Monti.
USB, ESPOSTO PER RICATTO OCCUPAZIONALE  - L'Usb (Unione sindacale di base) Lavoro Privato di Taranto ha presentato un esposto-denuncia al Ministero del Lavoro, alla Regione e alla Procura della Repubblica di Taranto sull'uso definito "strumentale del ricatto occupazionale messo in atto dal Gruppo Riva nei confronti dei lavoratori dello stabilimento tarantino". Nel caso specifico relativo alla cassa integrazione ordinaria e in deroga, secondo l'Usb, è "evidente l'avvenuta violazione delle leggi in materia di ammortizzatori sociali dato che l'Ilva non rispetta neanche il corretto strumento della comunicazione ai dipendenti, in quanto ciò avviene su ordine verbale dei preposti aziendali, a mezzo telefonata e, proprio quando lo si ritiene 'necessario', attraverso lettera raccomandata". Inoltre, prosegue l'esposto, "si verifica, che tanti dipendenti vengano chiamati a svolgere lavoro straordinario, oltre alla commissione di appalti ceduti ad imprese esterne, come nel caso del reparto ponteggiatori, per i cui dipendenti l'azienda Ilva risulta aver fatto ricorso alla cassa integrazione, mentre le relative attività vengono svolte, appunto, da altre societA'". L'Usb fa notare "che la legge prevede l'azzeramento delle ore di ferie del lavoratore prima di porlo in cassa integrazione. Accade, invece, che l'azienda Ilva usi un metro e due misure, tenendo in forza presunti fedelissimi che conservano centinaia di ore di ferie, mentre restano a casa coloro che hanno azzerato tali ore". Per questo l'Usb "chiede che vengano effettuate le indagini che i casi sopramenzionati richiedono".
(ANSA)

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