mercoledì 20 febbraio 2013

IL NAZISMO E I TESTIMONI DI GEOVA




"IL NAZISMO 
E
I TESTIMONI DI GEOVA"

 è un DVD realizzato dal GRIS di Campobasso, in collaborazione con il dott. Achille Aveta,  e si colloca nella categoria dei documentari di Storia nel senso che con esso si propone al pubblico un’indagine condotta con metodo storico; inoltre, l’analisi proposta è originale perché si basa su alcuni documenti inediti e di prima mano.

Oggetto dell’inchiesta è il controverso rapporto tra la confessione religiosa dei Testimoni di Geova e il nazismo; è notorio, infatti, che i Testimoni di Geova tedeschi (noti anche con l’appellativo di Bibelforscher) rimasero ancorati alla propria esperienza di fede negli anni della dittatura nazista, dal 1933 al 1945.

Che abbiano molto sofferto è fuori questione e, ovviamente, nel documentario si precisa ripetutamente che le vittime di ogni tipo di persecuzione meritano il massimo rispetto.

L’originalità del documentario risiede nel fatto che esso presenta un quadro completo e documentato delle ragioni per le quali i Bibelforscher furono perseguitati dai nazisti.

Questa inchiesta è stata realizzata tenendo conto di un pubblico potenzialmente molto vasto; infatti essa svolge la duplice funzione, da una parte, di informare non solo gli spettatori in genere, ma anche gli stessi odierni Testimoni di Geova sulle ragioni della sofferenza e della morte dei loro confratelli durante il nazismo, e dall’altra, di arginare il tentativo di riscrittura di una parte importante della storia contemporanea.

Va precisato che le riflessioni svolte durante questo programma non hanno avuto lo scopo di mettere in dubbio la sincerità e la buona fede dei comuni Testimoni di Geova durante il nazismo, piuttosto si è inteso discutere della politica attuata dai vertici del geovismo, che influì pesantemente sul comportamento dei Testimoni di Geova dell’epoca.In conclusione i Testimoni di Geova – Bibelforscher furono oggetto di persecuzione da parte del regime nazista soprattutto per motivi che vanno ricercati in un contesto di forte contrapposizione ideologica tra nazismo e geovsmo. Inoltre, la dura repressione dei Testimoni di Geova tedeschi è da mettere in relazione con il mutevole e fortemente contraddittorio atteggiamento dei vertici del Movimento nei confronti del regime di Hitler.Fin dagli anni Ottanta del secolo scorso, specialmente grazie all’impegno del professore James Penton, storico dell’università canadese di Lethbridge, sono stati divulgati documenti dai quali emerge una realtà alquanto diversa da quella che i sostenitori del geovismo tendono ad accreditare, cercando di inserire i Bibelforscher fra i martiri della Shoah, quando, più che martiri, essi dovrebbero essere definiti “vittime”, vittime dell’irragionevolezza del loro presidente Rutherford che, dopo aver tentato un accordo con il regime nazista, ne prese le distanze con una virulenza tale da sollevare l’orrenda reazione nazista, che portò alla morte alcuni suoi seguaci tedeschi.Se, quindi, non può mai essere giustificata la morte di nessuno per le sue idee, ciò che accadde ai Testimoni di Geova durante il nazismo fu il risultato anche di una incoerente e deliberata scelta, peraltro contraddittoria, di opposizione dei vertici del Movimento a un regime sanguinario.


I Testimoni di Geova e il Nazismo
precisazioni sul tema a cura di
Achille Aveta
La lettura dell’articolo di questo Magazine, intitolato “Testimoni di Geova: L’Olocausto delle vittime dimenticate. Il triangolo viola” (L’Olocausto delle vittime dimenticate. Il triangolo viola), mi induce a proporre all’attenzione dei lettori alcune precisazioni in merito:

• al documento che il predetto articolo così presenta:
“il 25 giugno del 1933 organizzarono una grande assemblea a Berlino con almeno 7000 presenti. In questa occasione fu deciso di inviare una dichiarazione di protesta a tutti i funzionari del Reich per manifestare contro il governo di Hitler per le persecuzioni subite.
• alla cronistoria dei rapporti tra i Testimoni di Geova tedeschi (Bibelforscher) e le autorità naziste in Germania durante il Terzo Reich, così come presentata nell’articolo in argomento.

Precisiamo subito che le vittime di ogni tipo di persecuzione meritano il massimo rispetto; certamente, i Testimoni di Geova tedeschi (o Bibelforscher) internati nei lager nazisti furono vittime del bieco totalitarismo nazista e, come le vittime di ogni tipo di intolleranza, meritano doveroso rispetto. Pertanto, le nostre osservazioni saranno rivolte non al comportamento dei comuni Bibelforscher durante il nazismo, ma alla politica attuata dai vertici della Società Torre di Guardia durante quel periodo.

Fu una dichiarazione di protesta?
Dopo l’ascesa al potere di Hitler, nel giugno 1933 J.F. Rutherford, all’epoca presidente della Società Torre di Guardia e leader mondiale indiscusso del geovismo, indirizzò a Hitler e ai suoi gerarchi un documento, intitolato

Dichiarazione dei fatti [1], in cui si affermava tra l’altro: «L’impero più grande e oppressivo della terra è quello anglo-americano. Vale a dire l’impero britannico, del quale gli Stati Uniti d’America fanno parte. Sono stati gli affaristi ebrei dell’impero britannico-americano che hanno creato e sostenuto il mondo dell’Alta Finanza allo scopo di sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni. … L’attuale Governo della Germania si è schierato apertamente contro gli oppressori dell’Alta Finanza e contro la perniciosa influenza religiosa che viene esercitata nelle vicende politiche della nazione. Questa è esattamente la nostra posizione; la nostra letteratura inoltre spiega la ragione per cui esiste l’oppressiva Alta Finanza e la perniciosa influenza religiosa. … Invece di essere contro i princìpi che sono propri del governo tedesco, noi ci schieriamo decisamente dalla loro parte … Non è vero, quindi, che la nostra letteratura e la nostra opera costituiscano una minaccia per i princìpi dell’attuale governo; viceversa noi siamo i più accesi sostenitori dei suoi nobili ideali … Adesso, siccome sembra che la Germania possa fra breve liberarsi dall’oppressione e il suo popolo essere sollevato, ecco che Satana, il grande nemico, si adopera con tutte le sue forze per distruggere tale opera benefica in questo paese. … Il popolo tedesco ha sofferto molte miserie sin dal 1914, ed è stato vittima di molte ingiustizie che altri hanno compiuto nei suoi confronti. I nazionalisti (cioè i nazisti) si sono schierati contro tali ingiustizie e hanno annunciato che “la nostra relazione con Dio è pura e santa”. Giacché la nostra organizzazione condivide pienamente tali giusti princìpi …».

È evidente che con questo documento, capillarmente diffuso, i vertici geovisti, capeggiati da Rutherford, si resero responsabili di un tentativo di suscitare la benevolenza dei nazisti verso il loro Movimento e di aver schernito gli Ebrei.

Per giunta, la Dichiarazione dei fatti mostrò d’essere anche un’evidente prova di ingratitudine da parte di Rutherford nei confronti degli Stati Uniti. Infatti, tra l’aprile e il maggio 1933 il Dipartimento di Stato americano si era fattivamente adoperato a favore della Società Torre di Guardia chiedendo alla Germania la restituzione ai Testimoni delle proprietà di Magdeburgo [2]; eppure Rutherford non esitò, con espressioni sprezzanti, a condannare – proprio nella Dichiarazione dei fatti – quello che egli chiamava “impero anglo-americano”.

L’altalenante politica dei vertici geovisti nei confronti del nazismo
La protervia con cui Rutherford perseguiva i suoi fini, senza tener conto degli effetti sui suoi seguaci, risulta evidente dal suo mutevole atteggiamento nei confronti del regime nazista. Invece di “negoziare” la sopravvivenza dei Testimoni tedeschi, sforzandosi di rassicurare le autorità naziste sull’inoffensività del loro neutralismo, notate come i vertici geovisti si espressero pubblicamente riguardo a Hitler e al suo regime:

- prima dell’ascesa di Hitler, la letteratura geovista esprimeva una esplicita critica al nazismo; infatti, la rivista L’Età d’oro del 15 ottobre 1929affermava: «Il nazionalsocialismo è … un movimento che sta agendo … direttamente al servizio del nemico dell’uomo, il Diavolo»;

- dopo l’ascesa di Hitler, nel giugno 1933 Rutherford ordina la diffusione della Dichiarazione dei fatti, in cui esprime il suo sostegno ai princìpi del nazismo e il suo scherno verso gli Ebrei; per giunta, in una lettera del 28 agosto 1933 indirizzata ai Bibelforscher, M.C. Harbeck – responsabile della filiale geovista per l’Europa centrale – scriveva a nome di Rutherford:«desidero chiedervi di aderire a tutte le attuali disposizioni governative e delle autorità di polizia senza alcuna eccezione. Soprattutto, vorrei pregarvi di non diffondere pubblicazioni messe al bando e di non tenere alcuna adunanza o discorsi senza il permesso della polizia»;

- il 9 febbraio 1934 Rutherford scrive a Hitler una minacciosa lettera di sfida;

- nel gennaio 1935 i vertici geovisti cercano nuovamente di blandire il regime nazista: condannando aspramente la condotta antinazista di un ex affiliato, Ewald Vorsteher, il rappresentante ufficiale del geovismo in Germania scriveva al Ministro degli Interni prussiano: «Né in alcun discorso, né in forma scritta, né in alcuna delle sue attività l’Associazione si è espressa negativamente nei confronti del Nazional Socialismo. E questo vale sia per l’Associazione degli Studenti Biblici della Germania che per le centinaia di migliaia di loro conservi sia qui che nei paesi stranieri in generale» [3]

- nel 1937 riprende l’aspra contrapposizione al nazismo; infatti il periodico geovista Età d’oro del 10 marzo 1937 affermava che “Hitler è posseduto dai demoni” e che il dittatore era “sulla strada della follia”.

Mentre i Testimoni tedeschi si mostrarono leali e ubbidienti al loro Presidente, J.F. Rutherford, quest’ultimo non ricambiò la lealtà dei suoi seguaci. Infatti, invece di condurre una battaglia personale, così contraddittoria e ambigua, contro Hitler, Rutherford avrebbe potuto evitare tante sofferenze ai Testimoni tedeschi, se solo avesse deciso di adottare in Germania la stessa “linea morbida” realizzata in Messico nel 1943. Infatti, in Messico il Movimento geovista aveva dato vita a una“associazione non religiosa” di natura“educativa”. Quindi, per disposizione dei vertici del Movimento geovista e non per un bando o ordine governativo, dal 1943 al 1993 i Testimoni messicani:

*smisero di pregare alle adunanze di gruppo;
*smisero di usare la Bibbia nell’attività di propaganda;
*smisero di cantare cantici religiosi nei luoghi di riunione.


E perché? La risposta è tanto semplice quanto sbalorditiva: «Per legge qualsiasi edificio usato per scopi religiosi doveva diventare proprietà dello stato»[4]. Quindi lo scopo di questa trasformazione giuridica in ente educativo era quello di conservare i propri beni immobili.








Ritorniamo allo stesso periodo degli avvenimenti che si verificavano dall’altra parte del mondo, in Germania, per esempio nel campo di concentramento di Wewelsburg. In quel luogo, dove non vigeva la democrazia, ma dove si era sottoposti alle più spaventose atrocità che l’uomo abbia mai escogitato, ai Testimoni di Geova era proibito, tra l’altro, di:

*pregare insieme;
*usare la Bibbia.

Le stesse restrizioni che la Società Torre di Guardia imponeva in Messico per motivi di vile interesse patrimoniale erano qui imposte dall’odioso regime nazista. Nel primo caso la Società Torre di Guardia riteneva del tutto legittimo e vantaggioso astenersi da quelle attività religiose; nel secondo, pur essendo i motivi del tutto comprensibili, un Bibelforsher avrebbe corso il rischio di perdere la vita, se avesse trasgredito gli ordini degli aguzzini nazisti.

Chiediamoci:
Cosa sarebbe accaduto se i Testimoni tedeschi sotto il nazismo avessero saputo come si comportavano in Messico i loro correligionari col beneplacito dell’Organizzazione?
Quale coerenza emerge da scelte organizzative così contrastanti, con effetti tanto diversi sulla vita degli adepti?

Esiste, quindi, una vera e propria “impossibilità storica” di sostenere che i Testimoni di Geova furono l’unico gruppo religioso a prendere una posizione coerente contro il regime nazista.

Osservazioni conclusive
Perché i Testimoni di Geova – Bibelforscher furono oggetto di persecuzione da parte del regime nazista?
Si trattò di ragioni esclusivamente di ordine religioso o, piuttosto, i motivi vanno ricercati in un contesto di forte contrapposizione ideologica tra nazismo e geovismo?
I Testimoni di Geova tedeschi furono presi di mira dai nazisti quali nemici dello Stato per il loro rifiuto di sostenere l’ideologia nazista imperniata sull’odio, oppure la loro dura repressione è da mettere in relazione con il mutevole e fortemente contraddittorio atteggiamento dei vertici del Movimento nei confronti del regime di Hitler?

Dal punto di vista storico, una fonte che i Testimoni amano spesso citare è la prof. Christine Elizabeth King, pro-rettore dell’università inglese dello Staffordshire, la quale in un suo libro [5] così ha spiegato i motivi del conflitto fra geovismo e nazismo: «Si trattava di un conflitto fra due sistemi che l’esasperato totalitarismo che li caratterizzava rendeva molto simili fra loro, e che non potevano certamente coesistere in Germania. Entrambi condividevano una veduta totalitaria del mondo ed erano fortemente autoritari; …. La vera ragione della frattura fra la setta e lo stato nazista …[risiedeva] … nello scontro fra due sistemi totalitari. Tutti e due i sistemi, ironicamente, promettevano un Reich di mille anni… In questa situazione difficile vennero a fronteggiarsi due sistemi non democratici, antiliberali e non disposti al compromesso.»
 La King, pertanto, non presenta il conflitto tra i due sistemi come un problema di fedeltà al Vangelo, che caratterizzò moltissimi cattolici e protestanti di varie confessioni, ma come un problema di scontro tra due opposti fanatismi.

Da un’attenta lettura di diversi documenti ora disponibili [6], emerge una realtà piuttosto diversa da quella che gli epigoni del geovismo tendono ad accreditare, cercando di inserire i Bibelforscher fra i “martiri” della Shoah, quando, più che martiri, essi dovrebbero essere definiti “vittime”, vittime della follia del loro presidente Rutherford che, dopo aver tentato un accordo con il regime nazista, ne prese le distanze con una virulenza tale da sollecitare l’orrenda reazione nazista, che portò alla morte alcuni suoi seguaci tedeschi. Morte, è bene sottolinearlo, non dovuta alla professione di fede cristiana, ma solo all’appartenenza a un Movimento che aveva, per così dire, politicamente “dichiarato guerra” al regime.

Chiediamoci:
quale sarebbe stato il corso degli eventi, se i Bibelforsher avessero applicato scrupolosamente le prudenti indicazioni contenute nella lettera del 28 agosto 1933, scritta da M.C. Harbeck a nome di Rutherford?

I Bibelforscher non rifiutavano solo di svolgere il servizio militare, ma anche di espletare una serie di attività connesse all’apparato bellico: cucire uniformi militare, partecipare alla costruzione di strutture belliche, ecc.; orbene il rifiuto del servizio militare o del saluto al Fuhrer erano atti dalla profonda valenza politica e come tali vennero recepiti dai nazisti. Per giunta, George S. Messersmith, console generale statunitense a Berlino, in un dispaccio al Segretario di Stato del 12 luglio 1933 [7], comunicava: «ho voluto rendermi conto delle attività della Società (Torre di Guardia) e dei suoi rappresentanti, e ho letto alcune delle pubblicazioni che essa distribuisce in tutto il territorio tedesco, e mi sono reso conto che il Governo(tedesco) ha dei fondati motivi per sollevare delle obiezioni. Sebbene essa agisca come società religiosa, i suoi opuscoli contengono espressioni che non sono per niente di tale carattere».

Se, quindi, non può mai essere giustificata la morte di nessuno per le sue idee, ciò che accadde ai Testimoni di Geova durante il nazismo fu il risultato anche di una incoerente e deliberata scelta, peraltro contraddittoria, di opposizione dei vertici del Movimento a un regime sanguinario.

Con queste informazioni si è cercato di rendere un servizio anche agli odierni Testimoni di Geova, nel senso che costoro hanno il diritto di conoscere le celate ragioni della sofferenza e della morte dei correligionari durante il nazismo; perché? Poiché agli attuali Testimoni potrebbe essere chiesto di rischiare la vita dal fanatico “Rutherford” di turno, mosso dall’intento di vincere la propria battaglia personale contro qualcuno a spese della vita altrui!

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