Mi chiamo Bonaccorso Rita. Oggi ho deciso di scrivere questa
lettera per esternare ciò che durante questi anni di processi non mi ha donato
pace e sicurezza interiore. Mi
indirizzo ai sentimenti delle persone, i professionisti di legge e giustizia e
cronaca, che ad oggi sono gli unici in grado di liberarmi da questo incubo
senza fine, mettendo il punto a questa storia fondata su un masso di sabbia che
altro non ha rappresentato per me che una persecuzione. E
quindi faccio appello al vostro cuore di uomini, padri di famiglia. Sono una cittadina italiana come voi, che vive come tutte le madri
cercando nella città di Palermo, attanagliata dai suoi problemi, di dare da
sola un futuro ai propri figli. In virtù del dono che Dio mi ha concesso di
avere i miei figli accanto, vi parlo perché oggi mi rivolgo al vostro cuore. E
tutti abbiamo un cuore.
In questi anni ho sempre avuto fiducia negli avvocati che mi
hanno circondato e nonostante questi abbiano anche commesso i loro errori come
esseri umani imperfetti, confidavo nel fatto che dall’altra parte della
scrivania ci fossero degli uomini, che seppure più potenti, avessero una più
accurata esperienza per discernere un caso facilmente risolvibile da un altro.
Ed il mio doveva essere risolto da molto tempo. Non potevo sapere che ciò che
mi si tramava alle mie spalle. Tuttavia posso
aggiungere un pensiero che non ho mai potuto far trapelare durante questi anni
di processi interminabili nei quali tutto contava fuorchè la mia opinione…il
mio pensiero…LA MIA INNOCENZA!!!!! Perché cari lettori….di innocenza si
tratta…! Ho deciso di scrivere questa lettera per dimostrarvi la mia innocenza mostrando pubblicamente i miei documenti facendo giudicare a voi se di innocenza si
può parlare.
Forse non molti sono ancora a conoscenza della mia storia.
Mi dispiace avervi coinvolto in questa tenebrosa situazione che se per voi è un
caso all'ordine del giorno per me rappresenta l’inganno di vent'anni che a dire
il vero non so come sia cominciato né perché. Su nessun documento imputatomi compare
la mia firma o la mia approvazione nella costituzione di una società occulta
(come hanno osato chiamarla) o meno.
Da questo fatto parte tutto. Ho solo accompagnato una
conoscente ad una fiera e averle consigliato di scegliere un gioiello piuttosto
che un altro…come quando un’amica consiglia ad un’altra di acquistare un paio
di pantaloni perché il modello le veste meglio. Solo che al tempo non si
trattava di semplici consigli su capi di abbigliamento. Si trattava di gioielli
e quella che si definiva “mia amica” quella volta aveva acquistato la merce che
le gradiva per l’apertura del suo nuovo negozio. Poteva una ventenne come me,
all'oscuro di tutto, immaginare cosa le si tramava alle spalle? Quel negozio
aprì…pieno dei gioielli che lei aveva scelto…i fornitori di questi ,che
servivano all'arredo, diedero a quella donna spietata ciò che aveva scelto,
come in precedenza era avvenuto, intrattenendo questi rapporti commerciali da
tempo, di cui non ne conoscevo l’entità, ma soltanto ciò che si vedeva. Ma ventenne
e ingenua ero ignara del fatto che rappresentare l’ex moglie di un famoso
calciatore (Totò Schillaci) equivalesse a pensare di essere garante per l’acquisto
di merce di cui ero completamente estranea se non per un semplice consiglio,
ripeto!!!! Ma da quando farsi accompagnare da una persona in qualche modo
famosa si traduce in una garanzia di pagamento???io avevo la mia vita, i miei
figli e le ansietà con cui combattere ogni giorno all'altezza di un mondo più
grande di me…e la vicenda si propagava oltre i limiti di qualsiasi
immaginazione. Il negozio aprì e dopo un furto dimostrato poi dagli inquirenti
di essere stato simulato, sparì tutta la merce all'interno. E qui viene il
bello!!!!la mia presunta amica non pagò mettendo in trappola tutti quei fornitori
che palesemente conoscevano la mia estraneità alla truffa ingegnata da quella
donna. La mia innocenza poteva essere dimostrata quanto prima dai dati bancari
che al tempo mostravano non altro che i pagamenti della routine quotidiana. Per
prima cosa, convinta di poterne venire fuori a breve, avevo chiesto al mio
primo avvocato, di dimostrare che il mio conto poteva soltanto appartenere ad
una semplice casalinga. Ma questo non avvenne. Oggi ho scoperto il perché. Ho
studiato il mio caso e ho ascoltato i pareri dei diversi avvocati tutti
accomunati dalla stessa opinione: sul giudizio di primo grado ci sono
importanti errori. Si è mai detto di essere difesi da un avvocato che dovrebbe
manifestare l’innocenza dell’assistito e scoprire in seguito che non abbia fatto
il suo dovere? Per un innocente consiglio si può essere coinvolti ed accusati
di aver truffato una ditta (……….) i cui esponenti non si sono mai presentati
alla mia vista??? Tra tutti i fornitori di cui lei si era servita che erano
convinti della mia totale estraneità al lavoro solo una ditta si è rivalsa su
di me… perché mai????negli anni ho ben capito il motivo ma è d’obbligo tenerlo
per me…chiedo solo giustizia. Le mie prime sentenze sono fondate sull’ascolto
dei testimoni della stessa ditta…cosa assai strana…a cui si aggiunge il fatto
che oltre ad essere plagiati per professione sono anche stati ascoltati dopo 12
anni!!!!! Non serve che aggiunga altro… io sto scrivendo questa lettera e al
mio fianco compare un avvocato…non intendo inventare niente ma mostrare
l’inventiva della matrice di questa storia che si protrae fino ad oggi facendo
emergere grovigli inspiegabili. Se si è citati in giudizio, vi chiedo, si è
colpevoli per sempre? Si è macchiati per una colpa che non si possiede? In
vent’anni il mio nome compare sporco senza aver fatto nulla…. Perché questo
fardello così pesante su di me? Sarete voi a constatarlo.
Io non conosco la mia controparte se non alla luce di quello
che hanno tramato nei miei confronti. Se fossi stata coinvolta come semplice
persona, avrei dovuto tacere (cosi come ho fatto quando mi hanno indebitamente
sequestrato i soldi che conservavo per i miei figli, mai restituitirmi dal
tribunale di Torino, pur essendo stata assolta, perché?) ma l’angustia non
conviene quando recherebbe danno al solo bene che conservo per i miei figli,
frutto del lavoro del mio ex-marito; e soprattutto non conviene se reca danno
anche a chi rappresenta la giustizia nella mia città, gli uomini di legge e i
rappresentanti del Tribunale di Palermo, in cui per anni ho riposto le mie
speranze. Ecco perché con le mie parole voglio mettervi alla luce di alcuni
fatti che mi stanno a cuore:
-non ho mai contratto il debito che mi imputano contro;
-la ditta ……… mi ha ingannato.
Le mie affermazioni provengono dai fatti: questo credito,
che dicono di vantare nei miei confronti, altro non è che un’invenzione, che
non è attestata nemmeno dalle fatture. Quando la ditta ha dato inizio a questo
interminabile processo il credito era di tipo aziendale e adesso, a distanza di
anni non riesco a capire, e concorderete con me, sicuramente, come sia
possibile che questo credito si sia trasformato in un credito di tipo personale
alla luce di fatti che sembrano dimostrare ancor più la mia innocenza. Dopo
essere stata io, tramite i miei avvocati, a mettere in luce la morte del Sig
proprietario della ditta………, la cui ormai società era in liquidazione da anni,
dal 2004,(mai scoperto durante il processo, oltretutto la sentenza di I grado è
stata emessa nel 2006, due anni dopo che la società non esisteva già più) ho
anche scoperto che la ditta come lui non esiste più perchè ceduta a non si sa
quale altra ditta!! Beh io non entro nei meriti della vita che ha condotto
quest’uomo ma i fatti ancor più mi dimostrano che io non vedo chiaro in questa
vicenda. I figli del Sig, ex proprietario della ditta, ormai defunto…….. hanno rinunciato all’eredità del loro padre e
con che titolo vogliono avere il diritto di presentare una cessione di credito
fittizia, perché a mio avviso e credo anche vostro sia così, neanche attestata
da una perizia calligrafica? Le date di entrambe le documentazioni non sembrano
presentare una sequenza logica dei fatti come la famiglia ……….vuole far
apparire. Dove finiranno i soldi della mia casa dato che non esistono le
fatture che mi renderebbero colpevole?
C’è una rinuncia all’eredità e una cessione del credito notificata dopo
tale rinuncia. Le date non si succedono…e non coincidono…perché prima i figli
rinunciano all’eredità del padre e poi invece fanno comparire questo foglio con
cui (ve lo traduco in parole più semplici) non si impegnano a pagare tutti i
debiti che probabilmente avrà lasciato il padre ma si sforzano ad accettare i soldi che ingiustamente
dovevo a lui. Tutto questo avviene durante l’inizio dell’asta dell’immobile a
mio carico sequestratomi (visto che non posso dargli i soldi del debito che mi
chiedono), tacendo consapevolmente sulla morte del padre. Cosa c’è sotto questo
labirinto di intrecci? Perché mi vengono respinte le istanze di sospensione che
tutti i miei avvocati hanno presentato per me? Cosa c’è ancora dietro questa
vicenda che io non conosco? l’interesse riguarda il valore dell’unico bene che
possiedo? Perché mi è stato riferito dai miei legali che giudici e avvocati
intrattengono rapporti al di là del
professionale? e perché i miei avvocati insistono nel dire che l’avvocato di
controparte è un pezzo forte? in che senso? C’è qualcosa più forte
dell’innocenza? Esiste questo tipo di
giustizia in Italia? non posso crederci!!!sono stanca di tacere, adesso ho
bisogno di aiuto da parte dei mezzi di comunicazione. Voglio i riflettori
aperti su questi anni in cui nessuno ha voluto apertamente, compresi i miei
legali, ammettere senza alcun dubbio la mia innocenza. Devo essere
colpevolizzata per ciò che non ho fatto? Devono pagare i miei figli per un
complotto architettatomi? E se non ci fossero stati questi grossi interessi economici
che altro non riguardano che il tetto sotto il quale vivo, avrei pagato con il
carcere il danno che mi accusano?? E se invece fosse stato, come in altri casi,
il carcere la punizione di questa cospirazione? chi mi avrebbe restituito la
libertà di cui godevo prima? Oppure sto pagando solo perché portavo un nome
famoso? Chi mi restituirà le energie emotive sprecate dietro sentenze negative?
E tutti i soldi di cui mi sono privata ingiustamente? Sono stanca di vedere
parcelle… Un solo avvocato per aver scritto due opposizioni in meno di un anno
mi ha chiesto 42.000 euro.. e questa giustizia?? Ditemi voi: a chi ho fatto del
male per meritarmi tutto ciò? Chi ha tramato alle mie spalle vuole farsi
avanti? C’è omertà?
:
"i miei avvocati mi hanno sempre
spiegato che la rinuncia all'eredità fa parte di un codice civile
valido in tutta Italia, ma come mai non resta applicabile a Palermo?
"
"diverse volte a partire dalla mia prima udienza non sono state
rispettate le date di presentazione, i termini erano in molte
occasioni
scaduti, ma se un avvocato va oltre i termini di tempo
richiesti...dove
sta la mia colpa?"
Tuttavia confido ancora nei giudici di Palermo, credo in
loro, sapranno capire la mia innocenza.
Cari lettori, mi
indirizzo al……………………… Presidente Giorgio Napolitano, al Ministro Paola
Severino, a Il Fatto Quotidiano, a No-Censura, al Ministero della Giustizia,
alla Sentenza di Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ecc..
sono una madre di due
figli che amo più della mia stessa vita e la casa con cui per anni ho vissuto
con loro e l’unica cosa che possiedo. Non potete privarmi del mio bene di
famiglia. Sapete anche voi più di me: non esiste un titolo esecutivo per
dargliela vinta alla mia controparte! Voglio che venga fatta giustizia in
questa storia e solo voi potete mettere un punto che mi permetterà di
proseguire la mia vita tranquillamente. Vorrei che mi fosse restituita la mia
serenità che ho perso ormai da anni. Il mio ex marito Totò Schillaci è disposto
anche lui ad intervenire per testimoniare pubblicamente e tramite i mezzi di
comunicazione la mia innocenza. Voglio giustizia a tutti i costi!!!
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